Di Danilo Fabbroni
Pioveva a più non posso. Giocoforza dovevo trovar riparo da qualche parte: avrei avuto una riunione di lavoro tra un’ora scarsa e certo non potevo presentarmi bagnato come un pulcino, così una vecchia cabina telefonica che si trovava lì presso.
Entro dentro la provvidenziale nicchia ma mi accorgo che ben poco spazio è disponibile pel mio riparo visto che la cabina è stata adibita ad una bizzarra sede di book-crossing: qualcheduno ci ha addirittura allestito una specie di scaffale che trabocca di libri. Faccio buon viso a cattiva sorte comunque, in fin dei conti un riparo me lo offre.
So già che non resisterò a lungo a curiosare tra quel ciarpame librario colla solita presunzione di scoprirvi una buona edizione di qualche classico. La delusione non tarda ad arrivare: i “soliti noti” pullulano lì dentro.
Un paio di romanzi di Liala forse depositati da qualche signora ora d’antan che li andava collezionando da giovinetta; un Baricco (ma chi lo legge più?); diversi Andrea de Carlo … a momenti mi aspetto di leggerci i cartigli dei Baci Perugina ma come in un destro d’incontro mi colpisce una piccola serie di volumetti uno a fianco all’altro: sono il Bignami della storia della filosofia, per la Longanesi, autore Bertrand Russell[1].
Scartabellandolo anche in quella precaria occasione uno non può rimanere colpito dal fatto che un filosofo dietro all’altro fanno snodare una serie inanellata di detti e contraddetti, di puntuali confutazioni parziali o in toto della teorizzazione dispiegata dal filosofo che lo ha preceduto temporalmente, insomma primarie tesi a cui susseguono secondarie antitesi e via di seguito ricominciando daccapo.
Del resto questo è il vero sale della cultura, non solo quella attinente strettamente a questo termine, la libraria, l’accademica, la teoresi somma ma anche di quella intesa in senso più vasto, degli usi e dei costumi di una data civiltà umana. Questo in un quadro macro, di una complessità sociale, ma anche nel micro, la struttura familiare ciò accade specie se si ha prole.
Essa, una volta raggiunto – o meglio – sulla soglia di raggiungere – uno stato autonomo dall’entità familiare, cerca di mettere in crisi le “credenze” familiari se non altro per alienarsi, per distaccarsi dal cono d’ombra paterno e materno.
Il fine ultimo è quello del raggiungere uno stato di piena autonomia, fisica, materiale, economica ed appunto, non da ultimo, intellettuale.
Cosa si evince da questo prologo?
Si evince che fa parte dell’individuo, della razza umana, la pratica, l’arte – oserei dire – del bastian contrario – e cioè l’atteggiamento e la convinzione – di poter dir la sua anche in presenza di forze preponderanti, di soverchia natura.
Per farla breve: Davide contro Golia!
Questo agognare verso un’antitetica “versione dei fatti”, rispetto a quanto invalso dalla e nella maggioranza delle persone e/o, soprattutto, da quanto tambureggiato dalla cultura dominante (non per nulla è risaputo che la “storia la scrivono sempre i vincitori e mai i vinti”!), si estrinseca benissimo anche in termini assolutamente pacifici ove la bellicosità risiede solo e soltanto nella tenzone letteraria e/o ideologica.
Potremmo dire così che una contro-storia, una versione alternativa a quella comunemente accettata è il sale con cui si nutre un sano dibattito volto a migliorare ambedue le posizioni, la dominante come la non-dominante (questo almeno si auspicherebbe ma invero è condizione assai rara).
Lungi da noi far la storia di questa contro-informazione nel corso della civiltà umana, ci basta tornar indietro a quando si visse avendone un chiaro ricordo e cioè a partire dalla fine degli anni Sessanta del secolo XX.
Allora vi era all’opera una pleiade vastissima di contro-informazione dispiegata in mille modi.
Di Danilo Fabbroni
11.02.2025
Danilo Fabbroni compare a metà degli anni Cinquanta e sfiora tangenzialmente il ’68 mentre Gli Anni di Piombo lo vedono in pieno sobbollimento nel tentativo di esfiltrare dalla mediocrità della provincia da cui provenivano i suoi natali. Una serie di Pianeti disposti in circostanze favorevoli lo proietta in una cross-pollination intessuta di sfere e di interessi compositi, all’apparenza urticanti uno contro l’altro: velista agonista professionista; fotografo di interni professionista ma in primis raccattando argent de poche scrivendo della sua amata creatura da sempre, la Musica. Tre “costanti” che si imprimeranno per sempre nel suo DNA. Ha all’attivo decine e decine di articoli tra articoli, libri, interviste in video, oltre 2 medaglie al valore atletico. Vox clamantis in deserto.
NOTE
[1] Pugwash in the 1960s Cold War | SpringerLink. Russell provenne da una famiglia altolocata delle élite britanniche i cui membri già allora erano avvocati del de-natalismo e dell’eugenetica forzata. Fu un’imbarazzante girandola di opinionista ora pacifista estremo ora nuclear-guerrafondaio senza ritegno. Sionista ma pronto a condannare i “Nostri Fratelli Maggiori” senza alcuna remora. Fu un sostenitore ante-litteram della de-penalizzazione delle pratiche omosessuali nonché membro del think-tank Pugwash. Si vocifera che fece parte dell’OSS, la formazione dei Servizi americani pre-CIA.