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LA PREDILEZIONE DELLA CINA MERIDIONALE PER LE SPECIE PROTETTE

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A cura di Das schloss
Il 17 Maggio 2008
60 Views

DI WALTER PARHAM
The Ecologist

Il Consumo di specie selvatiche a rischio è illegale in Cina, ma esso continua su vasta scala nel
sud del Paese. Walter Parham riferisce di un’usanza di cui la gente del luogo non riesce proprio
a sbarazzarsi, nemmeno dopo la crisi della SARS.

La distruzione degli habitat naturali del sud della Cina ha avuto inizio circa 1000 anni fa, e continua ancora oggi. Questo ha portato all’estinzione di molti animali e a gravi riduzioni nel numero di presenze di fauna selvatica, in concomitanza con l’uso delle specie selvatiche come cibo e come ingredienti della Medicina Tradizionale Cinese (TCM).

Si poteva immaginare che la pressione sulla fauna selvatica sarebbe diminuita con il crescere del livello di istruzione e degli insediamenti urbani nella regione. Ma la più massiccia riduzione del
consumo di animali selvatici si è avuta, in realtà, nel 2003, come risultato della diffusa paura di
contrarre la SARS (Sindrome Respiratoria Acuta Grave) dagli animali selvatici.
Verso la fine del 2004, la richiesta di gatti zibetto [piccolo mammifero simile all’orsetto lavatore
delle dimensioni di un gatto, ndt.] diminuì così tanto, a causa del timore della SARS, che 141 allevamenti rilasciarono 4.000 animali allo stato selvatico.
In seguito l’influenza aviaria aumentò la preoccupazione in proposito.

Molti Cinesi sono convinti che mangiare specie protette sia una pessima abitudine, e qualcuno
dirà persino barbara. Ma questa usanza dura da circa 2000 anni in Cina. Da un’indagine condotta
nel 2003 nella provincia di Guangdong, risultò che metà della popolazione mangiava una specie selvatica, essendo risultato il serpente come il preferito dal 45% degli intervistati.

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[Uno “zibetto delle palme mascherato” in gabbia in vendita al mercato alimentare di animali selvatici a Guangzhou nel 2006 (Foto gentilmente concessa da Animals Asia Foundation, Hong Kong)]

Con l’aumentata affluenza alle grandi città della Cina meridionale, come Hong Kong, Shenzhen e Guangzhou, si parla di un maggior numero di colti uomini di città che si spostano in altre città del territorio Cinese per partecipare a banchetti a base di specie a rischio e protette, per sfoggiare la loro ricchezza. I menù dei banchetti includono tipicamente i cobra ed altri serpenti velenosi, i
pangolini (piccoli animali con le squame) e gli zibetti.

I numeri sono sconcertanti. Venti tonnellate di serpenti e qualcosa come 20.000 uccelli sono stati mangiati nei ristoranti di Guangdong nel 2001, come riportato dal South China Morning Post.
Un ristorante di Guangzhou, “Chock Full O’Snakes”, ha servito dai 600 ai 700 Kg di serpenti ogni
giorno nel Gennaio 2001, il primo mese dell’Anno del Serpente.
Alcuni ristoranti di specie selvatiche a Guangzhou possono ospitare fino a 1000 posti a sedere.

Nel 2001 la Cina stabilì multe da 1.000 a 10.000 yuan per chiunque venisse scoperto a mangiare
specie selvatiche protette. Ma nel 2004 l’Agenzia di stampa Xinhua riferiva che secondo la State
Forestry Administration la popolazione dei cobra era scesa del 90% nel decennio precedente,
mentre il numero del comune “rat snake” [serpente che si nutre di topi, ndt.] era calato del 75%.
La scarsità di specie selvatiche nella provincia di Guangdong, provocata dall’alta richiesta di animali
selvatici come alimento, ha comportato l’aumento di importazioni di fauna selvatica dalle altre
province meridionali, così come da altri paesi asiatici, come Indonesia, Thailandia, Malesia, India e Vietnam, e persino da alcuni paesi africani.
Queste importazioni pesano gravemente sulla fauna selvatica di questi luoghi.

Anche il contrabbando è diventato un fatto normale nei pressi di Hong Kong, a causa dell’alto
valore commerciale di molte specie selvatiche a rischio o protette in Cina. Uno sguardo ad alcuni
rapporti della polizia di Hong Kong mette in luce la gravità del problema: nel 2001 le autorità di Hong Kong scoprirono un carico di 2,7 tonnellate di squame di pangolino, quantitativo che
richiederebbe dai 5.000 ai 6.000 pangolini. L’anno seguente, delle ceste contenenti 600 cobra vennero introdotte illegalmente a Hong Kong dalla Malesia, ma furono intercettate dalla polizia durante il rischioso inseguimento di una imbarcazione ad alta velocità. E nel 2005, venne scoperto un carico di 1.800 pangolini scuoiati e confezionati sottovuoto. E la lista continua, questi casi rappresentano solo la punta dell’iceberg del commercio illegale di specie protette.

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[Il Pangolino]

L’esplodere della SARS nel 2003 causò una preoccupazione assai diffusa in Cina sui possibili rischi
nel mangiare animali selvatici. Medici ricercatori profilarono un legame tra la SARS e il maneggiare
e mangiare certa selvaggina, e il governo Cinese bloccò o trasferì un certo numero di mercati di
specie selvatiche, oltre a chiudere molti ristoranti di fauna selvatica.

Nel momento di più alta diffusione del morbo, il governo di Guangdong proibì l’allevamento, il
consumo e il commercio di fauna selvatica. Ma, passata la crisi della SARS, le vendite ripresero in breve tempo. Nel 2007, rinnovati sforzi da parte delle autorità sanitarie di Guangdong di confiscare
gatti zibetto portò ad un bottino di 15 gatti zibetto e 22 Kg di costolette di zibetto.

Di recente le autorità sanitarie della città di Foshan nella provincia di Guangdong hanno vietato di mangiare i topi di campagna, dopo aver scoperto che questi venivano uccisi col veleno prima di essere venduti ai ristoranti.
Nonostante sia emerso di recente che il consumo di specie protette sta rallentando, vi è anche
ragione di credere che il contrabbando continui. Se non riaffiorerà qualcosa di grave come la SARS,
la gente ritornerà a vedere sempre più di buon occhio il fatto di mangiare specie protette? E
l’educazione all’ambiente cambierà le abitudini alimentari delle persone e ridurrà il consumo di
queste specie? Possiamo solo sperarlo, ma io non ne sono così sicuro.

Walter Parham, PhD presso il Dipartimento di Geologia/Mineralogia dell’argilla all’Università
dell’Illinois, ha condotto ricerche part-time in Cina e a Hong Kong per circa 40 anni. Tra le sue collaborazioni: come direttore della Federazione degli scienziati americani alla Ricerca nei territori
tropicali in Cina, col Centro Ricerche Agricole Kadoorie dell’Università di Hong Kong, con
l’Università Agraria della Cina Meridionale a Guangzhou.

Titolo originale: “South China’s taste for wildlife”

Fonte: http://www.theecologist.org/
Link
08.02.2008

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di CINZIAB

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