DI TONY CARTALUCCI
Land Destroyer
Seguendo Human Rights Watch, che come si può vedere è ben finanziata da Soros e i cui sponsor rappresentano quel potere delle multinazionali che sta cercando di abbattere e spogliare la Siria da decenni, alcuni soldati anonimi siriani che hanno disertato e ora vivono all’estero hanno “affermato” che gli veniva ordinato di “sparare per uccidere“. Seguendo i propagandisti di stato di Al Jazeera, uno degli “intervistati” ha riferito a HRW che i propri “superiori gli avevano detto che stavano combattendo gli infiltrati, i salafiti e i terroristi, ma erano sorpresi invece dal trovare manifestanti disarmati”.
Naturalmente, non esiste uno straccio
di prova per sostenere queste affermazioni, solo le “buone”
parole finanziate dalle corporation di Human
Rights Watch e la grafica accattivante di Al Jazeera, oltre ai vestiti
da 500 dollari indossati dai loro corrispondenti nei loro studi multimilionari.
Al Jazeera, deve essere ricordato, è
un’azienda di stato controllata dal governo del Qatar – quello stesso
governo che ha spedito armi ai ribelli di Benghazi in Libia per sostenere la campagna militare della NATO
in diretta violazione di quella risoluzione 1973 dell’ONU tanto ben
progettata. È abbastanza chiaro che la loro insistenza su resoconti
non verificabili, notizie tendenziose, sempre a sostegno di una destabilizzazione
appoggiata dall’Occidente, fa parte del loro costante modus operandi.
Sono oramai mesi che la Siria viene
destabilizzata da quelli che apertamente affermano di essere ”attivisti” finanziati dagli USA e da gruppi di militanti responsabili della morte di
centinaia di agenti della sicurezza siriana.
In un report uscito in aprile pubblicato da AFP, dal titolo
“Gli
USA addestrano attivisti per sottrarsi alle forze di sicurezza“, viene ammesso che gli Stati Uniti stanno
finanziando, equipaggiando e addestrando eserciti di attivisti per riuscire
a spodestare i governi. Michael Posner, l’assistente per i diritti
umani e il lavoro del Segretario di Stato, ha riferito che sono stati
spesi 50 milioni di dollari in addestramenti per più di 5.000 attivisti,
e uno in particolare riuniva attivisti dalla Tunisia, Egitto, Siria
e Libano che poi sarebbero tornati nel loro paese per creare un “effetto
onda”. L’”effetto onda” naturalmente è la sedizione
finanziata dall’estero che si scatena oggi in tutta la Siria.
È più probabile che i militanti che
stanno combattendo le forze di sicurezza siriane siano stati presi tra
le fila della Fratellanza Musulmana in Siria. La Fratellanza Musulmana
è un’organizzazione praticamente onnipresente come l’MI6 o la CIA
e per pura coincidenza sta lavorando in tandem con altri “giovani
attivisti” finanziati dagli USA in tutta la regione. La storia
della Fratellanza Musulmana in Siria copre vari decenni. Secondo una
pubblicazione della Brandeis University intitolata “La Fratellanza Musulmana siriana
e il regime di Assad“,
nel 1978 questa organizzazione, chiamata anche “Ikhwan“,
attaccò e massacrò trentadue cadetti militari siriani. Tutto questo
faceva parte di una più vasta campagna di violenza della Fratellanza,
di cui va segnalato il tentativo di uccidere il presidente siriano.
L’escalation di questa campagna violenta ha provocato il loro
isolamento e la loro distruzione da parte delle forze armate siriane
nella città di Hamah nel 1982. Dopo averli messi nell’angolo a Hamah,
molti membri sono fuggiti dalla Siria e l’organizzazione ora ha la
sua base a Londra. Hanno
recentemente espresso il loro supporto alle proteste siriane, ma il loro ruolo ufficiale sul terreno e
anche all’estero è poco chiaro.
Alcuni resoconti hanno pubblicato che militanti armati sono stati attaccati sia dai manifestanti che dalle forze di sicurezza siriane nel tentativo di far salire il livello della violenza e per portare la crisi a una “massa critica”, col risultato di rovesciare il governo siriano o per
aprire la porta all’intervento militare straniero.
Mentre i media posseduti dalle corporation citano sempre testimoni
anonimi e misteriosi che pronunciano cose senza fondamento, il governo
siriano ha realizzato filmati, fotografie e quelle che vengono definite
confessioni dei militanti catturati, che sono stati identificati come
membri della Fratellanza Musulmana. Una recente
clip di Al Jazeera, mentre
cercava di far passare queste affermazioni per mera propaganda governativa,
ha mandato in onda il filmato ripresa di un’auto piena di quelli si
pensava fossero attivisti, che improvvisamente tirano fuori le armi
e sparano indiscriminatamente in tutte le direzioni.
Video: la televisione di stato siriana afferma che membri armati dell’un tempo prolifica e violenta Fratellanza Musulmana stanno lavorando tra i manifestanti, uccidendo gli attivisti e le forze di sicurezza per far salire il livello della
violenza e aumentare l’instabilità della nazione.
Dopo aver apertamente finanziato e
addestrato i gruppi di opposizione in Siria per scatenare una rivolta
e per rovesciare il governo, e visto che la violenza scatenata dall’opposizione
è sempre più difficile da nascondere dai media mainstream,
gli articoli come quello di Christian Science Monitor, “In Siria le proteste pacifiche
si sono trasformate in un’insurrezione?”
sono un tentativo di far uscire la notizia che i manifestanti erano
in effetti insorti armati del tutto simili a
quelli che si sono visti in Libia.
Ovviamente, la mobilitazione in Siria di intere divisioni armate e di
velivoli militari non sarebbe necessaria se i manifestanti stessero
portando cartelli e stessero cantando slogan. Le lacune nella
diffusione delle notizie siriane da parte dei media di regime sono arrivate
al punto di parlare degli elementi armati che ci sono tra i manifestanti,
descrivendoli in modo positivo.
una tendenziosità simile vuol dare l’illusione che il governo siriano
stia usando violenza senza alcuna giustificazione contro il suo popolo
e che di conseguenza, “se la è cercata” in relazione all’aumento
delle sanzioni, all’aiuto sempre maggiore destinato alle forze sediziose
all’interno dei propri confini e a un possibile intervento stile Libia. Questo concetto dell’”andarsela a
cercare ” è stato pronunciato parola per parola nei confronti
del vicino Iran in “Quale
Strada per la Persia?” della riccamente finanziata dalle corporation
Brookings Institution,
dove si illustra senza patemi la natura diabolica e premeditata delle
attuali rivolte in Siria e quanto siano collegati i media mainstream
al potere della corporation per porre in essere questa operazione.
Fonte: http://landdestroyer.blogspot.com/2011/07/syrian-activists-say.html
09.07.2011
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di SUPERVICE