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La Redazione

 

LA NUOVA GUERRA FREDDA: PREPARATIVI DI GUERRA IN MEDIO ORIENTE E ASIA CENTRALE

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A cura di Das schloss
Il 15 Ottobre 2006
68 Views

blankDI MICHEL CHOSSUDOVSKY
Global Research

È indispensabile che i cittadini americani e del mondo intero si rendano conto dei pericoli di una guerra in Medio Oriente contro l’Iran, e agiscano con decisione per opporsi ai piani militari degli USA, fermando così la corsa alla guerra.

Il mondo si trova al bivio della più grave crisi della storia moderna. Gli Stati Uniti si sono imbarcati in un’avventura militare, “una lunga guerra”, che minaccia il futuro dell’umanità.

Quest’articolo documenta gli ultimi sviluppi e si occupa in particolare dello spiegamento militare e dei preparativi per una guerra contro l’Iran fomentata dagli americani. Il testo fa seguito a una serie di rapporti anteriori pubblicati dal Global Research sulla guerra contro l’Iran (cfr. Iran dossier, Nuclear War dossier, Lebanon dossier )
Contesto

L’intera regione che include Medio Oriente e Asia centrale è sul piede di guerra.

Lo spiegamento navale degli USA e della NATO si sta realizzando in due distinti teatri: il Golfo persico e il Mediterraneo orientale (cfr. Mahdi Darius Nazemroaya, ottobre 2006 ).

La flotta nel Golfo Persico è in gran parte sotto il comando americano, con la collaborazione del Canada. Le squadre di pronto intervento USS Enterprise e Eisenhower sono state trasferite nel Golfo Persico, in una massiccia esibizione della forza militare americana.

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[Squadra d’intervento USS Enterprise ]

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[USS Eisenhower ]

La militarizzazione (per terra e per mare) del Mediterraneo orientale è controllata da diversi paesi della NATO (incluse Francia, Germania e Turchia), e la struttura militare viene messa in opera sotto la copertura dell’UNIFIL (una missione di pace delle Nazioni Unite che agisce in base alla risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza dell’ONU).

In questo contesto, la guerra in Libano può essere vista come una fase di un più ampio piano militare messo a punto dagli americani e che mira alla Siria.

A settembre, la Germania ha distaccato una flotta di 8 navi, incluse 2 fregate, con un contingente di oltre 2.400 persone. La marina tedesca dirigerà la forza navale multinazionale, che ha il mandato ufficiale dell’UNIFIL di “prevenire il trasporto per mare di armi a Hezbollah”, e pattuglierà le acque al largo del porto libanese di Limassol, situato a meno di 100 km dalla linea costiera Libano-Siria. La forza navale multinazionale basata a Cipro potrebbe eventualmente essere usata per interferire nel commercio marittimo con la Siria.

Ai primi di ottobre, la Turchia ha mandato diverse navi da guerra, che faranno parte della forza navale multinazionale guidata dalla Germania. La Turchia partecipa all’UNIFIL (UN international force), ma è anche una fedele alleata di Israele. Dinanzi alle coste libanesi sono state inviate anche navi bulgare, greche e italiane.

I francesi hanno trasferito blindati e unità di fanteria (Chars Leclerc, cfr. più sotto).

Le caratteristiche del materiale militare e dei sistemi di armamento che vengono dispiegati ha poco a che vedere con il “mantenimento della pace”. E come se non bastasse, nel 2005 la NATO ha approvato uno stretto partenariato militare con Israele, che in pratica obbliga i paesi membri dell’organizzazione e presenti in Libano a cooperare senza riserve con quel paese.

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[Fregata tedesca della classe Brandenburg, al largo delle coste libanesi]

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[Blindati francesi (Chars Leclerc) in rotta per il Libano. I Leclerc furono usati nel 1999 in Kosovo]

Lo spiegamento navale è stato coordinato con il previsto attacco aereo all’Iran, un piano delineato verso la metà del 2004, dopo la messa a punto del CONCEPT PLAN CONPLAN 8022 (inizi 2004). Gli attacchi aerei all’Iran, del tipo “colpisci e terrorizza”, dovrebbero essere di un’ampiezza simile a quella della guerra aerea contro l’Iraq.

Nel novembre 2004, il comando strategico americano ha svolto un’importante esercitazione (soprannominata “Global Lightening”) nella prospettiva di un “piano di attacco globale”, che prevede un attacco simulato con armi convenzionali e nucleari contro un “nemico fittizio” [l’Iran]. Dopo l’esercitazione “Global Lightening”, il comando strategico americano ha proclamato un livello di allarme avanzato.

Il CONPLAN è lo spiegamento operativo del Global Strike, descritto come “un piano reale che marina e aeronautica hanno trasformato in operazioni di attacco per i loro sottomarini e bombardieri”,

CONPLAN 8022 è “un piano di copertura complessiva degli scenari strategici pianificati che prevedono l’uso di armi nucleari”

“È specificamente orientato verso i nuovi proliferatori di minacce (Iran e Corea del Nord) e i potenziali terroristi, ma non c’è niente che c’impedisca di metterlo in atto in scenari limitati contro obiettivi russi e cinesi”, ha dichiarato Hans Kristensen, del Nuclear Information Project (riportato da Japan Economic News Wire, op.cit.)

Nel quadro della dottrina della guerra preventiva elaborata dall’amministrazione Bush, CONPLAN 8022 prevede l’uso non solo di armi convenzionali ma anche di armi nucleari tattiche. Nel maggio 2004, è stata elaborata la direttiva presidenziale sulla sicurezza nazionale NSPD 35 dal titolo Nuclear Weapons Deployment Authorization. Anche se il contenuto resta coperto da segreto, si presume che la NSPD35 concerna lo spiegamento delle armi nucleari tattiche nella guerra mediorientale, secondo quanto indicato nel CONPLAN 8022.

(Per altri dettagli sull’opzione nucleare americana, cfr. Michel Chossudovsky, Nuclear War against Iran, gennaio 2006, The Dangers of a Middle East Nuclear War, febbraio 2006, Is the Bush Administration Planning a Nuclear Holocaust , febbraio 2006)

Preparativi di guerra

L’Iran è a buon punto nei preparativi per fronteggiare un eventuale attacco USA.

In risposta allo spiegamento militare voluto da USA e NATO, il paese ha condotto intense esercitazioni militari in tutto il suo territorio (cfr. Mahdi Darius Nazemroaya, 21 agosto 2006)

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[Esercitazioni militari iraniane, agosto 2006.]

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[Missile balistico iraniano Shahab-3]

Inoltre, e la cosa è passata quasi inosservata nei media occidentali, anche Cina e Russia hanno svolto manovre militari nell’Asia centrale, in collaborazione con i paesi alleati. A fine settembre la Russia ha lanciato una serie di operazioni aeree su una larga parte del suo territorio, che si estende dal Volga alle frontiere dell’Alaska e dell’America settentrionale, mettendo in stato di allarme gli aerei da combattimento del NORAD.

In agosto sono state effettuate esercitazioni militari nel quadro della CSTO (Collective Security Treaty Organization) cui hanno partecipato Russia, Kazakistan, Kirghizistan e Tagikistan. Le manovre, classificate ufficialmente come parte del “programma di lotta al terrorismo” si sono svolte appena una settimana prima di quelle effettuate dall’esercito iraniano (cfr. Michel Chossudovsky, 24 agosto 2006)

Sempre in agosto, e più o meno contemporaneamente a quelle iraniane e della CSTO, anche Cina e Kazakistan hanno svolto esercitazioni militari, nell’ambito della SCO (Shanghai Cooperation Organization ), di cui l’Iran è membro osservatore (sul concatenarsi dei tempi cfr. la tabella in fondo all’articolo).

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[Membri della SCO. In verde, i paesi con statuto di osservatori (incluso l’Iran)]

A fine settembre, Cina e Tagikistan hanno eseguito manovre militari congiunte, in codice “Cooperazione 2006”, come previsto da un memorandum d’intesa firmato dai due governi. Il Tagikistan ha una frontiera di 500 km in comune con l’Afganistan, e le esercitazioni ruotavano direttamente attorno alla presenza militare USA-NATO nel vicino paese.

Dal 2 ottobre, nell’ultima fase delle esercitazioni militari in Asia centrale condotte nel quadro della CSTO, si sono svolte manovre congiunte Russia-Kirghizistan nella base aerea russa di Kant (a circa 30 km dalla capitale del Kirghizistan). Alle manovre di alto livello, definite ufficialmente “esercitazione antiterrorismo”, hanno preso parte unità speciali russe e kirghise. Ha presenziato Sergei Ivanov, ministro russo della Difesa e uno dei personaggi più importanti del paese:

“Alla fase attiva delle manovre, che include anche l’uso di munizioni attive nel poligono di tiro di Osh, partecipano circa 350 militari delle unità speciali, veicoli da combattimento, aerei Su-25 Frogfoot di supporto tattico e elicotteri multifunzioni Mi-8 Hip.

Sono presenti alle esercitazioni il ministro russo della Difesa Sergei Ivanov, attualmente in visita nel paese dell’Asia centrale, il Primo ministro kirghiso Felix Kulov e il ministro della Difesa Ismail Isakov.

Russia e Kirghizistan sono membri della CSTO (Collective Security Treaty Organization), un organismo di sicurezza dell’era postsovietica di cui fanno parte anche Armenia, Bielorussia, Kazakistan e Tagikistan. Partecipano anche alla SCO (Shanghai Cooperation Organization), un organismo di sicurezza regionale dell’Asia centrale di cui sono membri anche Cina, Uzbekistan, Kazakistan e Tagikistan” (Novosti, 5 ottobre 2006)

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[Aereo russo Su-25 Frogfoot di supporto tattico nell’esercitazione militare russo-kirghisa]

Nel frattempo, a fine settembre, la 136° brigata russa ha svolto nell’area di addestramento di Buynakskiy (Daghestan) esercitazioni militari che simulavano un attacco alla Russia da parte di uno “Stato estero” non meglio indicato. Secondo i resoconti della stampa: “Vista l’ampiezza [dell’attacco nemico simulato] si può parlare di un’altra Seconda guerra mondiale. Il nemico [non indicato] è professionale, ben armato e ben addestrato”.

Sempre ai primi di ottobre, Bielorussia e Russia hanno annunciato che organizzeranno sessioni di addestramento per le strutture di comando e controllo dei due paesi, al fine di coordinarne le attività militari (Televisione bielorussa, 1 ottobre 2006).

Uno schema coerente

Il senso complessivo di queste esercitazioni militari dev’essere analizzato tenendo presente la sequenza delle esercitazioni militari russe, cinesi e iraniane svoltesi da agosto in poi.

Esiste uno schema coerente: le esercitazioni militari non sono eventi isolati, ma fanno parte di uno sforzo attentamente pianificato per rispondere allo spiegamento militare USA-NATO.

Il tema dei preparativi di guerra è stato accuratamente evitato dai media occidentali; sequenza e rapporto tra le varie manovre non vengono menzionati.

Le manovre militari vengono casualmente citate in singoli dispacci di agenzia, ma i media occidentali non si sono interrogati sulle più ampie implicazioni di queste operazioni.

Le alleanze militari

Le esercitazioni militari della SCO e della CSTO dovrebbero anche essere analizzate in rapporto alla struttura delle alleanze militari. Cina e Russia, entrambe alleate dell’Iran, hanno sottoscritto ampi accordi di cooperazione militare.

Russia e Cina hanno un peso importante nel petrolio dell’Asia centrale, hanno importanti interessi strategici ed economici nella regione e nel bacino del mar Caspio, e hanno firmato accordi di cooperazione economica con la compagnia petrolifera statale iraniana.

Lo spiegamento militare voluto dagli USA

Anche se ufficialmente terminata, la Guerra fredda non ha ancora raggiunto il suo culmine.

L’intervento militare nordamericano mira non solo a controllare le riserve iraniane di petrolio e gas (usando come pretesto la “campagna contro il terrorismo internazionale”), ma anche, sulla falsariga dell’era della Guerra fredda, a indebolire Cina e Russia, e, in ultima analisi, a impedire loro di svolgere un ruolo significativo nell’Asia centrale.

La maggior parte delle pubblicazioni occidentali non sembra essersi resa conto della gravità dello spiegamento militare USA-NATO-Israele. Il conflitto che è di solito visto come una guerra mediorientale potrebbe trasformarsi in uno scontro tra le super potenze che un tempo sono state protagoniste della Guerra fredda.

Se venisse lanciata, l’operazione militare contro Iran e Siria voluta dagli americani potrebbe trasformarsi in un più ampio conflitto, con il coinvolgimento indiretto della Russia, della Cina e dei loro alleati centroasiatici. In effetti il coinvolgimento indiretto è già un dato di fatto grazie allo statuto iraniano di osservatore nella SCO, vari accordi bilaterali di cooperazione militare, e la vendita all’Iran di materiale militare russo e cinese.

Gli USA conducono operazioni clandestine in tutta l’Asia centrale, essenzialmente per spiazzare la Russia. Le tensioni in Armenia, Azerbaigian e Georgia sono il risultato diretto del coinvolgimento geopolitico statunitense in quella che una volta veniva considerata la tradizionale sfera d’influenza russa. Georgia e Azerbaigian sono diventate di fatto protettorati americani.

Nel recente confronto tra Russia e Georgia, il presidente georgiano Mikhail Saakashvili “ha dichiarato di voler proseguire gli sforzi della Georgia per entrare a far parte della NATO e per accelerare il ritiro delle truppe russe dal territorio del paese”.

Mosca ha risposto mettendo le truppe russe in Georgia in stato di massima allerta, dopo l’accusa di Tbilisi secondo cui alcuni ufficiali russi di stanza nel paese sarebbero coinvolti in fatti di spionaggio.

Nel frattempo, facendo riferimento all’allargamento della NATO, ai primi di ottobre Mosca ha ammonito l’Alleanza atlantica che adotterà “le misure opportune” qualora la Polonia collochi “sul proprio territorio elementi del sistema di difesa missilistico degli USA o della NATO” (Interfax News Agency, 4 ottobre 2006)

“Continuiamo a giudicare negativamente questi piani. Noi pensiamo che [questi piani e] il possibile spiegamento del sistema di difesa missilistico della NATO avrebbero effetti negativi sulla stabilità strategica, la sicurezza nella regione e i rapporti tra gli Stati” ha dichiarato Kamynin. “Una nuova situazione di questo tipo ci obbligherà obiettivamente a prendere misure appropriate, perché non possiamo farvi fronte basandoci solo sull’affermazione che il sistema di difesa missilistico degli USA e della NATO in Europa non è diretto contro la Russia”, ha aggiunto (Ibid).

Cosa nota e ben documentata, anche la Cina sta aiutando l’Iran a sviluppare il suo sistema di difesa aerea. Inoltre, secondo un rapporto del Daily Telegraph (5 ottobre 2006), Washington ha scoperto che la Cina

“aveva segretamente usato potenti armi laser progettate per neutralizzare i satelliti spia americani ‘accecando’ i loro sensori di rilevamento, è stato affermato ieri.

Le informazioni sugli attacchi sono state mantenute segrete dall’amministrazione Bush, nel timore che potessero danneggiare i tentativi di coinvolgere la Cina nell’offensiva diplomatica contro la Corea del Nord e l’Iran.

Le fonti hanno dichiarato a Defense News, la rivista di temi militari, che a Washington c’era stata una violenta battaglia interna sull’opportunità o meno di rendere pubbliche le notizie sull’attacco. Alla fine, la valutazione annuale del Pentagono sul rafforzamento militare cinese ha menzionato la minaccia (Daily Telegraph, 5 ottobre 2006)

“Prodromi di Guerra fredda”

Oltre a partecipare alle varie esercitazioni militari della CSTO e della CSO in Asia centrale nel corso degli ultimi due mesi, a fine settembre l’aviazione russa ha svolto importanti manovre militari su gran parte del territorio, dal Volga ai confini dell’Alaska (cioè dal distretto militare del Volga al distretto militare dell’Estremo Oriente, cfr. la mappa in fondo all’articolo), nel corso delle quali sono state sganciate bombe e lanciati missili contro un “nemico teorico” non meglio identificato:

Molto prima dell’alba, oltre dieci Tu-160 e Tu-95 armati di missili da crociera e facenti parte del reggimento aereo a lungo raggio di stanza a Engels si sono diretti verso i confini settentrionali della Russia. Gli aerei avevano come compito quello di raggiungere l’Oceano Artico e lanciare vari missili da crociera sul campo di prova di Khalmer-Yu, vicino Vorkuta. Si è trattato dell’ultimo volo di addestramento dall’aeroporto militare vicino Saratov. Le bombe sono state sganciate e i missili sono stati lanciati praticamente su tutto l’emisfero settentrionale.

(…)

[Corrispondente] Una delle fasi più importanti e difficili dell’esercitazione prevedeva il rilascio di bombe sul terreno di prova di Guryanovo, nella regione di Saratov. Otto bombardieri strategici Tu-22 hanno ricevuto l’ordine di distruggere un campo di aviazione del nemico teorico. Anche dal centro di comando, a 10 chilometri di distanza, le esplosioni causate dalle bombe di 250 kg sono sembrate enormi (trascrizione del resoconto della televisione russa Channel One TV, Mosca, 0600 GMT, 30 settembre 2006)

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[Bombardiere strategico russo TU-22]

In uno scenario che ricordava l’epoca della Guerra fredda, i caccia americani e canadesi hanno intercettato i TU-160 al largo dell’Alaska:

Caccia americani e canadesi hanno intercettato gli aerei russi al largo dell’Alaska, ma l’incidente non è stato considerato ostile, ha dichiarato giovedì il North American Aerospace Defense Command.

Il NORAD ha dichiarato che gli aerei non hanno mai violato lo spazio aereo americano o canadese. I caccia sono decollati perché i russi erano entrati in una zona attorno al Nord America in cui la presenza di aerei non autorizzati viene considerata dal NORAD una potenziale minaccia.

I bombardieri pesanti TU-95 avevano partecipato a un’esercitazione annuale dell’aviazione russa al largo delle coste dell’Alaska e del Canada, ha dichiarato il NORAD, senza specificare il numero di aerei russi (Reuters, 2 ottobre 2006)

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[TU-160 russo, armato con missili da crociera ]

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[Bombardiere russo TU-95 Bear]

La stampa russa e quella occidentale hanno concordemente considerato queste importanti esercitazioni militari come operazioni di routine, senza tener conto del quadro più generale e della sequenza di manovre sponsorizzate dai russi.

Un portavoce del NORAD ha dichiarato che non considerano le esercitazioni “ostili”, ma vogliono comunque far sapere ai russi che “il NORAD è bene all’erta“:

“L’evento non è stato considerato un atto ostile. Si trattava di restare vigili e far sapere che il NORAD è bene all’erta”, ha detto il capitano delle forze aeree canadesi Jennifer Faubert, portavoce della regione canadese del NORAD (Reuters, 2 ottobre 2006)

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[BASE AEREA DI ELMENDORF, Alaska– Un F-15C Eagle del 12° squadrone di combattimento della base aerea di Elmendorf vola accanto al bombardiere russo TU-95 Bear nel corso delle esercitazioni russe del 28 settembre, che hanno portato l’aereo russo al largo della costa occidentale dell’Alaska. L’Eagle era decollato come risposta del North American Aerospace Defense Command alle manovre effettuate dalla 137° divisione aerea russa.
Foto per gentile concessione del 12° squadrone aereo, base aerea di Elmendorf .(Fonte: sito web del NORAD)
]

Al di là dell’obiettivo immediato di una guerra mediorientale, i più ampi piani militari degli USA, che includono le iniziative strategiche di difesa, minacciano la sicurezza mondiale. Le varie esercitazioni militari condotte da Iran, Russia e Cina non sono solo preparativi di guerra; sono anche una dimostrazione delle loro capacità militari, a beneficio di potenziali aggressori. E sono pensate anche per servire da deterrente.

Invertire la corsa alla guerra

Il mondo si trova al bivio della più grave crisi della storia moderna. Gli Stati Uniti si sono imbarcati in un’avventura militare, “una lunga guerra”, che minaccia il futuro dell’umanità.

Quest’articolo ha tentato di documentare i vari preparativi per la guerra.

Anche se esistono molti fattori in grado di fare in modo che la guerra non scoppi (incluse le divisioni all’interno dell’amministrazione e dei militari USA, i negoziati segreti con Cina, Iran, Russia, ecc.), il rischio di una guerra generalizzata in Medio Oriente e in Asia centrale dev’essere affrontato con decisione.

Le devastazioni e le perdite di vite umane che potrebbero derivare dai previsti piani militari sarebbero incalcolabili, in particolare se il conflitto dovesse allargarsi all’intera regione.

Il possibile uso di armi nucleari tattiche da parte degli USA, ironicamente come ritorsione al rifiuto iraniano di sospendere l’arricchimento dell’uranio (nel suo programma di energia nucleare civile), agita lo spettro di un incubo nucleare.

La catastrofe economica che seguirebbe una guerra generalizzata in Medio Oriente non si limiterebbe all’aumento a spirale dei prezzi del petrolio, a causa del blocco dello stretto di Hormuz.

La crisi energetica si ripercuoterebbe immediatamente sul prezzo dei trasporti e sui costi di produzione in praticamente tutti i settori di attività economica. E contribuirebbe anche a distruggere i mercati finanziari in tutto il mondo.

Inoltre, se anche la Cina dovesse essere coinvolta nel conflitto, verrebbe distrutta la rete commerciale di prodotti esportati dal paese, che immette sui mercati occidentali una vasta gamma di prodotti di largo consumo.

Il problema non è se ci sarà o non ci sarà la guerra, ma quali sono gli strumenti a nostra disposizione che ci consentirebbero di fronteggiare e neutralizzare i piani militari globali.

È indispensabile che nelle prossime settimane e mesi i movimenti civili di tutto il mondo agiscano con forza per opporsi ai rispettivi governi, allo scopo di invertire e neutralizzare i piani militari.

È necessario smantellare la rete di propaganda bellica: la guerra non può essere scatenata senza il sostegno dei media ufficiali, quelli che in fin dei conti caldeggiano la guerra americana contro l’Iran.

Quello che bisogna fare è infrangere la congiura del silenzio, additare le menzogne e manipolazioni dei media, smascherare la natura criminale dell’amministrazione americana e dei governi che la sostengono, svelare il piano bellico e la cosiddetta “Homeland Security agenda”, che ha praticamente gettato le basi di uno Stato di polizia.

È importante mettere i progetti di guerra americani al centro del dibattito politico, soprattutto in Nordamerica e in Europa occidentale. I leader politici e militari che si oppongono alla guerra devono prendere una posizione ferma all’interno delle rispettive strutture. I cittadini dovrebbero prendere posizione a titolo personale e collettivo.

I criminali di guerra occupano i posti chiave. La popolazione è galvanizzata e sostiene i governanti, che sono “impegnati a difendere la loro sicurezza e il loro benessere”. Grazie alla disinformazione dei media, la guerra ha ricevuto un mandato umanitario.

La legittimità della guerra dovrebbe essere rimessa in dubbio. Il solo sentimento antimilitare non disarticola i piani di guerra. Ufficiali di alto rango dell’amministrazione Bush, membri dell’esercito e del congresso americano hanno ricevuto l’autorizzazione per scatenare una guerra illegale.

Dovrebbero essere messe in causa anche le multinazionali che sostengono e sponsorizzano la guerra e i crimini di guerra, incluse le aziende petrolifere, i contrattisti della difesa, le istituzioni finanziarie e i media ufficiali, tutti parte integrante della macchina di propaganda bellica.

1. Il ruolo della disinformazione dei media nel sostenere i piani bellici è cruciale.

Non riusciremo nel nostro obiettivose non avremo indebolito e poi neutralizzato l’apparato propagandistico. È indispensabile spiegare ai cittadini che ci sono vicini le cause e le conseguenze della guerra fomentata dagli USA, senza dimenticare i numerosi crimini di guerra e le atrocità sistematicamente minimizzati dai media. Non è un compito facile; richiede un efficace programma di contropropaganda che rifiuti la massa di affermazioni dei media.

È essenziale che l’informazione di base e la sua analisi giungano al grande pubblico. I media occidentali sono controllati da un manipolo di potenti organizzazioni d’affari. Le aggregazioni di media che controllano reti televisive e stampa devono essere contrastate con azioni di ampia adesione che rivelino menzogne e falsità.

2. Esiste un’opposizione all’interno stesso del potere politico americano e tra le forze armate.

Questa opposizione non è necessariamente contraria alla gestione complessiva della politica estera americana, ma rifiuta decisamente l’avventurismo militare, incluso l’uso delle armi nucleari. I dissidenti all’interno delle istituzioni dello Stato, dell’esercito e del mondo finanziario sono importanti perché possono essere utilmente indirizzati a screditare, e in ultimo a smantellare, il consenso alla “guerra contro il terrorismo”. È quindi necessaria la più ampia alleanza possibile delle forze sociali e politiche per evitare un’avventura militare che minaccia, in un accezione molto concreta del termine, il futuro dell’umanità.

3. Bisogna occuparsi della struttura delle alleanze militari. Un cambio delle alleanze militare al momento opportuno potrebbe invertire il corso della storia.

In linea generale Francia e Germania sostengono la guerra voluta dagli USA, ma nei due paesi, e nell’Unione europea in generale, si levano forti voci che dissentono totalmente dai piani militari americani, sia tra la gente comune che nello stesso sistema politico.

È fondamentale che gl’impegni assunti con Washington dai capi di Governo e dai capi di Stato vengano annullati o vanificati, con pressioni esercitate agli appropriati livelli politici. E questo è vero in particolare per quel che riguarda l’appoggio incondizionato all’amministrazione Bush ribadito dal presidente Jacques Chirac e dal cancelliere Angela Merkel.

L’indebolimento del sistema di alleanze che impegna l’Europa occidentale a sostenere l’asse militare anglo-americano dovrebbe servire a invertire la rotta. Senza il sostegno franco-tedesco, Washington esiterebbe a scatenare la guerra all’Iran.

4. Organizzare grosse adunate contro la guerra è importante ed essenziale. Ma non servirà a invertire la corsa verso la guerra se non verrà allo stesso tempo sviluppata una rete coerente contro la guerra.

Quello di cui abbiamo bisogno è una rete popolare contro la guerra, un movimento di massa a livello nazionale e internazionale che rimetta in discussione la legittimità dei principali responsabili militari e politici e delle multinazionali che li appoggiano, e che serva in ultima analisi a escludere quelli che agiscono in nostro nome. Creare una rete di questo tipo richiederà tempo; bisognerà occuparsi dapprima di far crescere una ripulsa della guerra nelle organizzazioni civili già esistenti (sindacati, organizzazioni comunitarie, raggruppamenti professionali, federazioni studentesche, giunte municipali, ecc.)

5. L’11 settembre svolge un ruolo cruciale e centrale nella campagna propagandistica.

La minaccia di un “attacco all’America” da parte di Al Qaeda viene continuamente usata dall’amministrazione Bush e dal suo sottomesso alleato inglese per galvanizzare l’opinione pubblica a sostegno del piano militare globale.

È stato oramai dimostrato che la “rete terroristica islamica” è un’invenzione dell’intelligence americana. Buona parte degli allarmi per possibili atti terroristici erano basati su informazioni bidone, come dimostra il recente caso dell’ “attacco alla bomba liquida”. C’è la prova che molti degli “attentati di massa” che hanno provocato vittime tra i civili sono stati in effetti pilotati dai servizi militari e/o segreti (ad esempio, a Bali nel 2002).

La “guerra al terrorismo” è una montatura. La ricostruzione dell’11 settembre contenuta nel rapporto della Commissione 9-11 è un falso. L’amministrazione Bush è coinvolta in atti d’insabbiamento e complicità ai più alti livelli governativi.

Rivelare le bugie sull’11 settembre servirebbe a delegittimare la “guerra al terrorismo”, la principale giustificazione alla corsa alla guerra in Medio Oriente.

Senza l’11 settembre, i criminali di guerra nelle alte sfere non avrebbero puntelli e l’intera costruzione dell’intelligence nazionale collasserebbe come un castello di carte.

TABELLA:

ESERCITAZIONI MILITARI (IRAN, RUSSIA, CINA E PARTNER DELLA COALIZIONE) (agosto-ottobre 2006)

19 Agosto 2006— Iran: esercitazione militare Zarbat-e Zolfaqar nelle principali regioni del paese, con una durata prevista fino a fine settembre.
24- 29 Agosto— Russia, Kazakistan, Kirghizistan e Tagikistan, Uzbekistan con statuto di osservatore, nel quadro della CSTO (Collective Security Treaty Organization): esercitazione militare Rubezh-2006 nel porto kazako di Aktau.
24 Agosto— Cina e Kazakistan: nel quadro della SCO. Contemporaneamente e in collegamento con le manovre della CSTO in Kazakistan.
22- 24 Settembre— Cina e Tagikistan: prima esercitazione militare comune, nome in codice “Cooperation-2006”.
27 Settembre—Iran: esercitazione anfibia, nome in codice Payambar-e A’zam [Grande profeta] a Esfahan. Vari battaglioni della I brigata della 14° divisione Imam Husayn di stanza a Payambar-e A’zam eseguono le manovre sul fiume Zayandeh.
30 Settembre— esercitazioni a largo raggio dell’aviazione russa a partire dalla base aerea di Saratov. Le manovre coprono l’Estremo Oriente, l’Artico e la frontiera russa con l’Alaska. Le manovre mettono in allerta i caccia intercettatori del NORAD.
30 Settembre—Russia: esercitazioni militari con la partecipazione della 136° brigata, sul campo di addestramento di Buynakskiy (Daghestan)
2 ottobre— Esercitazioni militari kirghise, con unità speciali russe e kirghise.
4 ottobre—Esercitazioni navali russe nel mar Nero, presso la frontiera georgiana, in risposta ai recenti eventi in Georgia e dopo l’embargo economico imposto dalla Russia.

Fonti: articoli e agenzie di stampa.

MAPPA:

Federazione russa; distretti militari (MD) (aprire il link per ingrandire l’immagine)

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MAPPA:

TEATRO DI GUERRA MEDIORIENTALE, LA GUERRA DEL PETROLIO (aprire il link per ingrandire l’immagine)

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Michel Chossudovsky , autore del best-seller internazionale America’s “War on Terrorism” (Seconda Edizione, Global Research, 2005), è docente di economia all’università di Ottawa e direttore del Center for Research on Globalization.

Nota: I lettori sono invitati a riprodurre l’articolo, in modo da diffonderne il contenuto e mettere in guardia sui pericoli di un allargamento della guerra in Medio Oriente. Per favore, indicate la fonte e la nota di copyright.
Richieste dei media [email protected]
© Copyright Michel Chossudovsky, GlobalResearch.ca, 2006

Michel Chossudovsky
Fonte: http://www.globalresearch.ca/
Link
06.10.2006

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di CARLO PAPPALARDO

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