LA LOTTA PER LA SOPRAVVIVENZA DI UN TESTIMONE

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Causale: Raccolta fondi

E LETTERA APERTA ALLA FAMIGLIA MATTEI

blankDI SOLANGE MANFREDI
paolofranceschetti.blogspot.com

PREMESSA

Tre anni fa
decisi di denunciare alcuni fatti gravissimi che riguardavano il
cosiddetto Rogo di Primavalle: era il 1973 quando morirono in un rogo
appiccato da alcuni esponenti di Potere Operaio due fratelli, uno di
otto e l’altro di 21 anni: Virgilio e Stefano Mattei.

Per caso
mi trovai a raccogliere le dichiarazioni di un latitante condannato in
via definiva per quel Rogo, Manlio Grillo. Consegnati i nastri alla
magistratura sono iniziati i procedimenti uno civile di risarcimento
danni, e uno penale a carico numerose persone coinvolte nella strage.

I processi rischiano di saltare per varie cause ma anche per una serie di motivi che mi coinvolgono come testimone.

In questo articolo vi racconto il perché.
UN LATITANTE SI CONFESSA

Andiamo con ordine.
E’
il febbraio del 2005 quando a Managua il latitante Manlio Grillo,
condannato in via definitiva per il “Rogo Primavalle”, mi chiede di
aiutarlo a scrivere un libro.

La strage, ricordata come Rogo
Primavalle, ed avvenuta il 16 aprile 1973 fu attuata da alcuni
esponenti di Potere Operaio. Gli attentatori versarono, a notte fonda,
del liquido infiammabile sulla porta dell’abitazione di Mario Mattei,
segretario della sezione del Movimento Sociale Italiano a Primavalle.
L’incendio distrusse rapidamente il piccolo appartamento bruciando vivi
due figli del Mattei, Virgilio di 22 anni e Stefano di 8 anni.

Gli attentatori lasciarono sul posto una rivendicazione della loro azione.

Nel
libro Grillo però non vuole parlare solo del Rogo Primavalle, ma di
tutta la sua vita, di tutta la sua militanza nelle BR, di tutto il
periodo dei c.d. “anni di piombo”.
Un libro che va ben oltre quindi il Rogo Primavalle.

Passiamo
diversi giorni insieme, giorni in cui registro le sue parole. Nel corso
delle registrazioni mi rendo conto che i fatti narrati da Grillo
integrano reati gravissimi (numerosissimi omicidi).

Rientrata in
Italia decido di non scrivere il libro, ritenendo che quanto raccontato
da Grillo debba essere oggetto di accurate indagini. Indagini che la
pubblicazione del libro potrebbe danneggiare.

Consegno, quindi, le registrazioni al mio legale ponendo, però, due condizioni:
1. che il materiale venga consegnato alla magistratura per le necessarie indagini;
2. che non venga strumentalizzato per fini politici.

Così avviene.

I TESTIMONI E LA STAMPA

I
famigliari delle vittime del Rogo Primavalle, messi al corrente delle
registrazioni, decidono di promuovere, oltre all’azione penale, anche
un’azione civile di risarcimento danni e la notizia giunge così alla
stampa.

Vengono coinvolti nel processo e denunciati a seguito
delle registrazioni di Manlio Grillo diversi personaggi, alcuni di loro
attualmente svolgenti incarichi istituzionali o non, di notevole
importanza
Ad ottobre del 2006 il quotidiano la Repubblica Repubblica
la notizia delle registrazioni rilasciate da Manlio Grillo, omettendo
di scrivere le mie generalità. Il giorno dopo, però, il quotidiano
Libero riprende la notizia pubblicando, purtroppo, anche il mio nome e
cognome.


[Manlio Grillo nella sua casa
a Managua]

PRIME MINACCE…PRIMA DENUNCIA

Passano
pochi giorni dalla pubblicazione del mio nome sulla stampa ed ecco che
ricevo per posta delle minacce, rivolte a me, mio fratello e mia
cognata, in cui mi si “consiglia” di lasciar perdere la “questione
Grillo”, di non testimoniare.

Ancora qualche giorno e le minacce mi arrivano anche per telefono (ben 20 telefonate in poche ore).

Probabilmente
non sicuri di avermi debitamente terrorizzato telefonano anche all’avv.
Paolo Franceschetti pregandolo di avvertirmi che hanno già dato ordine
di uccidermi.

Vista la situazione presento denuncia penale

MINACCE ALLA MIA FAMIGLIA…ALTRA DENUNCIA

Dopo
poche settimane l’autore delle telefonate minatorie si reca
personalmente dalla mia famiglia per ripetere le stesse minacce.

Ovviamente, saputo il fatto, presento denuncia.

CALIBRO 12….ALTRA DENUNCIA

Passa qualche settimana e, all’uscita di un supermercato, trovo appoggiata sulla mia auto una cartuccia calibro 12 inesplosa.

Presento, ovviamente, altra denuncia.

Nel
frattempo la Prefettura autorizza un servizio di sorveglianza alla mia
abitazione da parte delle forze dell’ordine e mi viene concesso un
porto d’armi per difesa personale.

MI CONVOCA LA PROCURA…E VENGO DROGATA

Ancora
qualche settimana e vengo convocata dalla Procura della Repubblica come
persona informata sui fatti in ordine alle registrazioni rilasciatemi
dal latitante Manlio Grillo in Nicaragua.

A poche ore dalla
verbalizzazione delle mie dichiarazioni presso l’ufficio del PM, l’avv.
Paolo Franceschetti mi trova in casa priva di conoscenza. Non riuscendo
a svegliarmi chiama il 118 e vengo trasportata d’urgenza al Pronto
soccorso.

E’ notte fonda quando mi sveglio su di un letto
d’ospedale attaccata a delle flebo senza sapere perché. Non ricordo
nulla se non che stavo cenando a casa…poi il risveglio in ospedale.

Paolo
mi racconta l’accaduto sottolineando come io mi sia risvegliata solo
dopo che mi erano stati somministrati per via endovenosa degli
antagonisti a sostanze stupefacenti: in altre parole, ero stata drogata.

Dimessa
nella notte, la mattina dopo mi reco (stordita e stanchissima) alla
polizia per denunciare il fatto. Due ispettori si recano, quindi,
presso la mia abitazione per prelevare tutti i prodotti che avevo
ingerito la sera prima al fine di farli esaminare in laboratorio alla
ricerca della sostanza somministratami.

DENUNCE SPARITE…NESSUNO SA NIENTE.

Passa
qualche mese e vengo convocata come persona informata dei fatti nel
procedimento penale scaturito dalle denunce da me presentate. Mi reco
presso l’ufficiale di P.G. incaricato di verbalizzare le mie
dichiarazioni e, sorprendentemente, vedo che nel fascicolo vi è solo la
prima denuncia (minacce per posta e via telefono)…le altre mancano
(quella per essere stata drogata, quella relativa al proiettile trovato
sulla mia auto, le minacce alla famiglia ecc…).

Faccio quindi
presente la mancanza degli atti, importanti per capire il pericoloso
excursus delle minacce rivoltemi, rendendomi disponibile, ove non
venissero ritrovati, e produrli nuovamente.
Non vengo più contattata.

MANOMISSIONI ALLE MOTO

Passano
un paio di mesi ed io e Paolo subiamo la manomissione delle moto. Per
pura fortuna, come già raccontato da Paolo in precedenti articoli, non
subiamo danni fisici.
Ovviamente presento altra denuncia.

RICHIESTA DI ARCHIVIAZIONE…SONO TROPPO SUGGESTIONABILE.

Passano poche settimane e mi viene notificata la richiesta di archiviazione del PM.
Nella motivazione si legge che le azioni compiute ai miei danni sono: “oggetto di suggestione ed ininfluente al fine della sussistenza del reato di minaccia”.
Insomma, per il PM sono suggestionabile e nessuno mi ha minacciato.

LE INDAGINI

Mi
reco quindi presso l’ufficio del PM e chiedo di poter estrarre copia
del fascicolo per vedere quali atti di indagine sono stati svolti dalla
Procura. Gli atti di indagine svolti dalla Procura sono stati 2. Nello
specifico:
– richiesta del casellario giudiziario dell’autore delle
minacce (da cui si evince che l’autore delle minacce è un
pluripregiudicato);
– il verbale delle mie dichiarazioni (rilasciate quando nel fascicolo mancavano quasi tutte le denunce da me depositate).

Niente altro.

Non la richiesta di un tabulato telefonico (eppure ho ricevuto 20 telefonate).

Nessuna indagine sulle lettere di minacce (che ho allegato).

Non
la convocazione di Paolo come persona informata dei fatti (che pure ha
ricevuto una telefonata in cui l’interlocutore è stato molto chiaro nel
dirgli che avevano già dato ordine di uccidermi);

Non la convocazione dei miei famigliari (eppure sono stati minacciati personalmente per strada), ecc..ecc..

Ma
ciò non basta perchè nel fascicolo mancano ancora le denunce che ho
depositato (la cui mancanza avevo già segnalato e verbalizzato nelle
dichiarazioni rese precedentemente).

Non mi perdo d’animo e,
ritenendo siano necessarie altre indagini nonché il ritrovamento di
tutte le denunce da me depositate, presento opposizione alla richiesta
di archiviazione del Pm.

LE SORPRESE NON FINISCONO MAI.

Non
avendo ancora ricevuto, a seguito della mia opposizione, la notifica di
udienza in camera di consiglio, la scorsa settimana decido di
presentare una richiesta al il GIP di sollecito alla fissazione di
udienza.

Mi reco presso l’ufficio preposto e…indovinate un po’? Nessuno sa di cosa stia parlando.

La
responsabile dell’ufficio opposizioni mi dice che non le risulta alcuna
mia opposizione. Anche la mia opposizione è sparita (fortunatamente,
come per tutte le precedenti denunce, anche di questo ho la copia con
il timbro di depositato).

Sorpresa ho chiesto all’ufficio
opposizioni se capita spesso che vengano persi degli atti e la risposta
è stata categorica: “lavoro qui da anni, non si è mai perso un atto”.
Il mio però si.

Ovviamente visto che l’atto risulta come mai depositato è stato emesso decreto di archiviazione.

Chiedo allora copia del decreto di archiviazione e….indovinate un po’? Alla Procura non c’è.

Ora,
essendo stato violato un mio diritto, devo presentare ricorso per
Cassazione e far riaprire il procedimento. Cosa che, ovviamente, sto
già preparando…sperando che anche questo non si perda.

RICAPITOLIAMO

Ho ricevuto minacce di morte via posta e via telefono

Le minacce di morte sono state ripetute anche all’avv. Paolo Franceschetti

La mia famiglia è stata minacciata personalmente per strada

Mi hanno fatto ritrovare una cartuccia calibro 12 inesplosa sull’auto

Sono
stata drogata a poche ore dall’aver reso quelle dichiarazioni che con
minacce mi avevano chiesto di non rilasciare, (salvata per pura fortuna
da Paolo, che si era insospettito per l’anomalo comportamento dei cani).

Io e Paolo abbiamo subito la manomissione delle moto.

Le mie denunce non si sa che fine abbiamo fatto.

Le
indagini compiute dalla Procura per le minacce ricevute risultano
essere due (richiesta casellario giudiziario e mie dichiarazioni).

Il
Pm chiede l’archiviazione scrivendo le azioni compiute ai miei danni
sono: “ oggetto di suggestione ed ininfluente al fine della sussistenza
del reato di minaccia .

La mia opposizione alla richiesta di archiviazione sparisce.

……Misteri.

IL TESTIMONE SCOMODO

Ovvio
che, vista l’incredibile sfilza di anomalie che mi sono capitate, mi
sia fatta molte domande. Alcune domande le ho poste anche a persone con
maggior esperienza di me. Le risposte sono mi sono piaciute.

COME SCREDITARE IL TESTE

Un amico che negli anni si è occupato di alcuni dei casi giudiziari più scottanti d’Italia mi ha detto:

Come
tu ben sai Solange la testimonianza di persona credibile e
disinteressata, per il nostro codice di procedura penale, fa piena
prova. Il che vuol dire che il giudice può emettere una sentenza di
condanna anche solo sulla base della sua testimonianza. Se il caso è
“scottante” e certe verità non si vuole vengano fuori si può agire in
più modi.

La storia italiana è piena di fatti anomali che sono
capitati, o fatti capitare, in determinati procedimenti giudiziari
perché la verità non venisse fuori.

Come ho detto si può operare in diversi modi. Facciamo qualche ipotesi”.

TESTIMONE NON CREDIBILE.

Se il testimone è scomodo questo può morire prima del processo (incidente, suicidio, omicidio a scopo di rapina, ecc…).

Ma
in questo caso le dichiarazioni che ha rilasciato prima, magari
all’avvocato della parte offesa in atti di indagine difensivi
(esattamente come hai fatto tu) entrano comunque nel processo. In altri
termini è come se avesse testimoniato. Anzi no, è anche peggio perché
gli avvocati degli imputati non possono neanche controinterrogare il
testimone cercando di minarne agli occhi della Corte la credibilità
.

Quindi
se ha già rilasciato dichiarazioni si deve prima invalidarne la
credibilità, poi eventualmente si può anche fargli capitare un
incidente. Uccidere una persona è una cosa semplicissima.
Come posso
fare per rendere un teste non credibile? Innanzitutto potrei, ad
esempio, farlo finire in ospedale con una bella overdose da sostanze
stupefacenti. Una persona che tenta il suicidio qualche turba ce l’ha.

Tu sei andata a denunciare il fatto e per questo motivo non è presente nel fascicolo.

Perché
se la denuncia per qualche motivo sparisce o non viene presa in
considerazione, o altro, resta solo il referto del Pronto soccorso che
attesta l’overdose.

Se poi la richiesta di
archiviazione in cui si dichiara che le denunce sono senza fondamento
ma oggetto di suggestione viene accolta perché anche l’opposizione
sparisce cosa resta?

A questo punto tu diventi un teste con un
ricovero al pronto soccorso per overdose che presenta denunce non
fondate perché suggestionabile.

Ora gli si può anche far
capitare un incidente. Anzi ora è proprio il momento giusto. Se muori
ora, resta solo la testimonianza di un testimone drogato e
suggestionabile
”.

Esagerazioni? Forse.

Però speriamo
che non mi capiti un incidente, perché altrimenti la mia testimonianza
andrà a farsi friggere, visto che dagli atti processuali risulto solo
una drogata suggestionabile. Con buona pace dei processi

TESTIMONE INTERESSATO

Ma non è finita qui.

Infatti
dopo l’uscita degli articoli sulle registrazioni di Grillo un
personaggio noto, citato in un pezzo di un quotidiano ha denunciato me
ed il quotidiano. Non mi interessa fare il nome di questo personaggio,
perché non è lui il problema. La chiameremo “il personaggio”.

Il personaggio mi denuncia sia in sede civile che penale, unitamente ai responsabili del quotidiano ed un giornalista..

In sede civile finora il personaggio ha avuto già due provvedimenti sfavorevoli.

A
seguito di un processo, in cui ancora una volta immancabilmente si sono
persi o sono stati trafugati i miei fascicoli, fortunatamente il
tribunale mi ha dato ragione perché le accuse sono risultate
palesemente infondate.

Nonostante il tribunale civile mi abbia dato ragione il personaggio ha persistito nella denuncia penale.

Sarà
facile dimostrare che non c’entro nulla, che non era mia intenzione
diffamare questo personaggio, e che io ho solo consegnato dei nastri in
un procura.

Però – questo è il punto – la denuncia penale a mio
carico è ancora in essere (questa non si è persa) e quindi io sono un
testimone c.d. assistito, ovvero interessato e la mia testimonianza non
fa più piena prova.

Ad oggi, dunque, sono un testimone non credibile ed interessato.

CONCLUSIONE

Ora
le coincidenze possono anche capitare, qualche fascicolo si può anche
perdere, ma in questo caso forse qualche sospetto è lecito.

Si sono persi denunce, comparse, allegati, opposizioni, ecc..

Sono diventata testimone drogato e suggestionabile.

E per giunta testimone interessato perché indagato in altro procedimento connesso.

Come dire: inutile che vada a testimoniare al processo Mattei.

Certo
posso essere anche la persona più sfortunata del mondo, e molti possono
pensarla così, io però, su questa strana storia, ho qualche dato in più
di un mero osservatore esterno.

Io so esattamente cosa c’è nelle
registrazioni rilasciatemi da Grillo. Ma non solo. Io so esattamente
cosa Grillo mi ha detto…anche fuori dalle registrazioni. Ne conosco la
gravità e la portata. E’ stato proprio questo il motivo che mi ha
spinto a rinunciare a scrivere il libro.

Ho preferito non danneggiare le indagini che, nella segretezza, hanno uno dei loro maggiori punti di forza.

Ho
preferito tutelare il legittimo desiderio di verità e giustizia che i
famigliari delle vittime hanno, ed aspettano da decenni.

Ho fatto ciò che ritenevo giusto, fidandomi della giustizia e dello Stato.

Credevo
di dovermi difendere da assassini ex compagni di Grillo preoccupati
delle sue rivelazioni, magari da qualche testa calda delle nuove Br.
Credevo che in tutto ciò avrei avuto l’appoggio e la protezione dello Stato.
Ma non è stato così.

Il pericolo non è venuto dalle BR.

L’incidente con la moto non è stato provocato da un gruppo di BR; troppo sofisticato come sistema.

Non sono stata drogata dalle BR.

Non credo che i fascicoli processuali siano scomparsi per mano di qualche brigatista.

Non sono loro che hanno fatto tutto ciò.

Ora
chiedo a voi lettori, se tutto quanto descritto sopra non è frutto di
sfortunate coincidenze, chi ha la possibilità, o sarebbe meglio dire il
potere, di operare in questo modo?

Ed ancora: perché le
rivelazioni di Grillo fanno così paura? Cosa non si deve sapere? E chi
non vuole che si sappia? E’ credibile che un tale meccanismo si metta
in moto per difendere qualche vecchio brigatista?

No. Io penso,
invece, che non si debba sapere la verità su quegli anni, perché è una
verità ancora attuale. E’ una verità talmente scomoda che, a meno che
io non sia particolarmente sfortunata, sono stati messi in atto diversi
sofisticati meccanismi per far sparire fascicoli, minacciare,
depistare, tentare di uccidere, screditare, ecc..

E chi li ha messi in atto non è qualche vecchio brigatista rincitrullito e latitante in Centro America.

Naturalmente
io andrò avanti. Lo dico chiaramente. Potete continuare a minacciarmi,
trafugare fascicoli, manomettermi moto, recapitarmi proiettili,
telefonarmi a tutte le ore, denunciarmi, cercare di farmi passare per
quello che volete, drogata, delinquente, o altro. Io andrò avanti.
Andrò avanti con gli atti giudiziari: denunce, ricorsi, esposti e
utilizzando tutti gli strumenti a mia disposizione, compreso questo, di
scrivere in un blog.

Come ho già detto ho creduto e voglio
continuare a credere nella giustizia e nello Stato. Ma questo non vuol
dire che non abbia preso qualche contromisura. Soprattutto perché non
desidero che quanto dettomi da Grillo possa andar perso o dimenticato.
Non lo sarà, sia che lo Stato e la Giustizia facciano il loro dovere
sia che non lo facciano. Io ho fatto il mio. Questo è l’importante.

AI FAMIGLIARI DEI FRATELLI MATTEI

Quando
ho deciso di non scrivere il libro e di mettere a disposizione le
registrazioni di Grillo l’ho fatto anche sperando che, dopo 35 anni,
voi poteste ottenere che, sulla vostra vicenda, si sapesse finalmente
tutta la verità.

L’ho fatto perché ritengo che vedere i propri
figli bruciare vivi, mentre chiedono aiuto sporgendosi da una finestra,
senza poter far nulla, sia già di per sé qualcosa di atroce. Ma che
dopo il Rogo sia anche stato scritto un libro vergognoso (dal titolo “Incendio a porte chiuse”) per dimostrare che l’incendio era stato causato da voi, va ben oltre la vergogna.

I vostri figli uccisi e diffamati. Mi dispiace.

Io
ho fatto ciò che dovevo, ma oggi sono un testimone che, se mai riuscirà
ad arrivare in aula di Tribunale, sarà “non credibile” ed
“interessato”. E’ giusto che lo sappiate.

Continuerò
naturalmente a lottare, ma temo che quanto detto da Grillo non debba
venire fuori o, nel migliore dei casi, debba essere invalidato.

Chi
si muove per questo probabilmente non solo ha mezzi straordinari ma ha
anche il potere di fare ciò che vuole e corrompere chi vuole.

A noi non resta che continuare a fare il nostro dovere e sperare.

Un saluto

Fonte: http://paolofranceschetti.blogspot.com
Link
04.04.2008

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