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La Redazione

 

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LA LIBERTY, LA LOBBY E UNA LUNGA LISTA DI LACCHE'

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A cura di Das schloss
Il 10 Maggio 2006
193 Views
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DI DOUGLAS HERMAN

Che cos’hanno in comune John McCain, Hillary Clinton, George Bush e LBJ (Lyndon Baines Johnson, ndt)? Non sono che valletti di un minuscolo Stato, anche se nessuno di loro è nato lì. Quello Stato, Israele, che è più piccolo della contea di San Bernardino in California, influisce sulla politica Americana tramite un potente ed intimidatorio sistema di lobbysti. Queste lobby esercitano un forte potere su coloro che sono stati eletti a rappresentare gli Stati Uniti (che chiameremo lacché) mandati a Washington dagli ingenui elettori americani, in apparenza per rappresentare l’America, ma che in realtà servono due padroni.
Che cosa hanno in comune Donald Rumsfeld, Dick Cheney, Bill Clinton, Henry Kissinger, Jimmy Carter, Diane Feinstein e Robert McNamara? Questi tengono in notevole considerazione queste lobby —AIPAC, JINSA, ADL –— e prima di tutto rappresentano gli interessi di Israele, poi del popolo Americano.Ci si potrebbe chiedere, quando iniziò questo stato di cose? Il momento cruciale potrebbe essere stato circa 40 anni fa, o forse ancora più indietro. Ma si può dire che la data precisa in cui Presidenti, Senatori e Congressisti americani hanno iniziato ad essere succubi dei desideri delle potenti élite israeliane (tra i cui ranghi ci sono ex terroristi) è stato l’8 Giugno 1967.

Quel giorno la USS Liberty, una nave da guerra con armamento leggero della Navy Intelligence, mentre era ferma al largo della penisola del Sinai subì un intenso quanto immotivato assalto da parte di caccia bombardieri e da navi da pattuglia israeliani che dopo averla individuata e circoscritta per diverse ore, alla fine colpirono, bombardarono col napalm e per finire silurarono la Liberty, uccidendo 34 marinai e ferendone 174. Ma la Liberty non affondava. Gli SOS dalla nave colpita finalmente furono captati dalla vicina portaerei USS America, i cui caccia F-4 si precipitarono a proteggere la nave messa a ferro e fuoco.

Secondo Jeffrey St Clair, autore di “Grand Theft Pentagon” (La grande rapina del Pentagono n.d.t.) però: “Il segretario alla Difesa, Robert McNamara, si arrabbiò moltissimo e ordinò l’immediato ritorno dei jet: ‘Dite alla Sesta Flotta di far rientrare quegli aerei immediatamente!’ l’ordine di McNamara fu ribadito in termini più duri dall’Ammiraglio David L. McDonald, a capo delle operazioni navali, che urlò: ‘Riportate sul ponte quei dannati aerei e lasciate perdere.’ I caccia virarono e tornarono sulla portaerei, mentre l’attacco alla Liberty continuava”.
La Liberty, indifesa, subì un bombardamento di due ore ed alla fine perì. Mentre gli scoraggiati ammiragli americani abbandonavano i loro compagni della Liberty, una nave russa rispose al suo segnale di aiuto.

blankDopo l’attacco, il Pentagono e la Casa Bianca si rifiutarono di incolpare Israele, non solo, ma minacciarono i loro stessi marinai. “Mentre i feriti venivano evacuati, un rappresentante dell’ufficio della Naval Intelligence proibì loro di rivelare ai giornali quanto era successo”, scrisse St Clair.
L’Ammiraglio McCain, padre dell’omonimo senatore, eseguendo gli ordini da buon carrierista, inscenò un’udienza-farsa mentre abbandonava i suoi colleghi marinai per gli interessi d’Israele. Un resoconto di 700 pagine concluse che le due ore di attacco furono provocate da un errore di identità, nonostante la Liberty battesse bandiera americana ed avesse il proprio nome e numero di matricola ben visibili sia a poppa che a prua.
“L’inchiesta, capeggiata dall’ammiraglio Isaac C. Kidd aveva le mani legate. Kidd era stato ragguagliato dal vice-ammiraglio McCain (il padre dell’omonimo senatore) e cercò di limitare il danno d’immagine al Pentagono e di proteggere la reputazione di Israele.”
Nel giro di un anno il Pentagono ed Israele giunsero ad una relazione condivisa e miliardi di dollari in armamenti militari volarono verso l’amico Israele.

Oggi più che mai, e sono passati 40 anni, l’America continua a comportarsi con Israele come farebbe un orso ammaestrato col padrone. In Medio Oriente stiamo schiacciando una nazione dopo l’altra, sacrificando i nostri soldati, i nostri soldi e materiali, nel contempo creandoci nuovi nemici, tutto per servilismo alla grande volontà di Sion. Come disse Henry Kissinger: “I soldati non sono che ottusi, stupidi animali da usare come pedine nel gioco della politica estera”.
Questi ‘stupidi animali’ oggi respirano tossine radioattive mentre compiono il lavoro sporco di rovinare uno stato dopo l’altro, e tutto a beneficio di quale feudo nucleare?
“Malgrado stia sviluppando materiale nucleare fin dal 1958, Israele non ha mai ammesso ufficialmente di possedere un arsenale nucleare militare, però gli analisti concordano che per capacità Israele è la quinta nazione nucleare al mondo, ed una grande fetta di merito per la tecnologia necessaria a renderla tale è stata pagata dai contribuenti americani,” scrisse James C. Moore.
Allora, in che modo la bancarotta morale ed economica dell’America serve i cittadini americani? In che modo l’avvelenamento di mezzo milione di soldati americani beneficia la nostra nazione? Facendo il lavoro sporco dei fascisti israeliani, distruggendo l’Afghanistan, l’Iraq e (forse presto) l’Iran, i nostri leader, i lacché di Washington, che ostentano di rappresentarci, possono giustamente essere considerati come spie che fanno il doppio gioco.

I vari Paul Wolfowitz, Daniel Pipes e Richard Perle potrebbero quasi, ma non proprio, essere perdonati, siccome ebrei, per la cieca fedeltà ad Israele e alle sue grandi lobby, ma che scuse presentano i Clinton, Carter, Bush, Cheney, McCain, Kerry, Rumsfeld, Pelosi, McNamara e Johnson per non dire quasi ogni membro della Camera dei Rappresentanti – per fare gli interessi d’Israele?

Non c’è traditore più grande di chi manda i propri soldati a distruggere altre nazioni mentre rovina, portandola alla bancarotta, la propria, e mascherando il tutto come sicurezza nazionale. Peggio ancora è mandare soldati americani ad intossicarsi spargendo veleni tra le popolazioni innocenti dei paesi occupati, mentre entrambe le nazioni sono ridotte sul lastrico, solo per arricchire pochi individui.

Quando il Presidente Johnson ed il Segretario alla Difesa Robert McNamara abbandonarono al loro destino l’equipaggio della USS Liberty, per beneficiare un minuscolo stato colpevole di massacro, essi disonorarono un’intera nazione. Non ebbero alcuna lealtà nei confronti dei nostri soldati, ma, da codardi quali erano, mentirono e sovvertirono la giustizia. Non sorprende quindi che gli storici odierni considerino LBJ e McNamara alla stregua di criminali di guerra. Lo stesso si può dire di Clinton e Kissinger, di Bush e Rumsfeld. Per la loro slealtà a soldati e cittadini americani non possono essere visti che come criminali di guerra, vigliacchi e codardi, piccoli Machiavelli, sostenitori di una forte lobby e di una minuscola nazione.

Se questa lobby non esistesse, le insignificanti aspirazioni dell’Iran (il topo che ruggì) non sarebbero considerate sulle prime pagine di tutti i quotidiani d’America e su ogni canale televisivo. Non ci sarebbe un solo americano cui importerebbe se gli iraniani volessero costruirsi una bomba o una centrale per la produzione di energia nucleare.
Siate pur certi che quanto accadde alla USS Liberty è esattamente come l’equipaggio lo descrisse. Oggi è l’America stessa la Liberty, e la stessa specie di vigliaccheria e tradimento si sta perpetrando, il tradimento dei suoi soldati, dei cittadini, dei contribuenti, di ogni persona che si fida dei propri rappresentanti perché li servano e li proteggano. Purtroppo le loro aspettative sono state tradite e l’America si sta sempre più avviando alla rovina.

Nota: Alcuni storici credono che la ragione per cui la USS Liberty fu attaccata sia stato perché la Difesa israeliana ebbe paura che la nave potesse essere testimone del massacro di 1000 prigionieri perpetrato dagli israeliani. Altri pensano che il Ministro della Difesa, Moshe Dayan, ordinò l’affondamento della nave sperando di incolpare gli egiziani e quindi causare una specie di “Operazione Northwoods” oppure un finto attacco terroristico tipo 11 settembre.

Per saperne di più leggi anche:
“Quando Israele attaccò la USS Liberty” e
“Assalto alla Liberty”, due importanti libri di Jeffrey St. Clair.

Douglas Herman
Fonte: http://www.rense.com/
Link: http://www.rense.com/general70/libb.htm
03.05.2006

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di
GIANNI ELLENA

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