In questa sezione abbiamo raccolto alcune tra le analisi e cronache più significative riguardo l’invasione e l’occupazione dell’Iraq.
Sabah Ali è lo pseudonimo (maschile) di una coraggiosa giornalista irachena impegnata a documentare l’occupazione del suo paese. I suoi reportage sono attualmente una delle migliori fonti di informazione sulle condizioni dell’Iraq occupatoo.
YOSFIYA: I NAZISTI DEL 21° SECOLO SONO QUI
Quelli che seguono le notizie sull’occupazione americana dell’Iraq potrebbero essere familiari con un termine usato nei media quasi due anni fa: il Triangolo della Morte, un’area a sud di Baghdad che consta di tre città relativamente piccole: Yosfiya, Mahmoodiya e Latifiya. Ovviamente non ha nulla a che fare con la morte; al contrario è situata in una delle zone più verdi, più belle e pacifiche dell’Iraq, piena di frutteti ed orti, dove il Tigri e l’Eufrate e molti fiumi più piccoli scorrono placidamente tra le aree rurali e centinaia di piccoli villaggi. Era anche una delle zone industriali più importanti dell’Iraq centrale, specialmente nel settore tessile. Ma adesso è bollata come Triangolo della Morte dalle truppe americane perché vi affrontano il maggior numero di attacchi sulla principale strada a sud.
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HADITHA: IL CANCELLO DEL FIUME… CHE CONDUCE ALL’INFERNO
(INTRODUZIONE DI DAHR JAMAIL)
In Iraq è in corso un’enorme operazione militare Usa, questa volta chiamata “cortina di ferro”, che prende nuovamente di mira l’area di Al-Qa’im. Mentre domani sarà l’anniversario dell’inizio del massacro a Fallujah, l’esercito Usa continua con determinazione nel combattere casa per casa tra le piccole dune di Husaybah, vicino ad Al-Qa’im. Secondo Al-Jazeera: “Falih Abd al-Karim, un giornalista iracheno, ha detto ad Al-Jazeera che le forze Usa ed irachene erano posizionate nel quartiere di al-Sisak e a nord e sud del quartiere Rabia al-Awal di Husaybah centrale. Questo è accaduto dopo che nella serata di domenica gli aerei da guerra Usa hanno preso di mira al-Jamahir, al-Risala e altri quartieri della città, distruggendo case, uccidendo e ferendo dozzine di persone, ha detto.
Nel suo sito web, il reporter indipendente Dahr Jamail ospita una sezione (Covering Iraq) in cui vengono pubblicate approfondite analisi connesse alla guerra in Iraq. Per rigore documentativo, si tratta di alcuni tra i milgliori testi in circolazione.
IL CONSOLIDAMENTO DELLA NORMA GLOBALE D’IDENTITA’
DI JOHN MEASOR e BENJAMIN J. MULLER
A novembre 2004 il mondo osservò – periodicamente, grazie alla messa a fuoco dello sguardo mediatico – come il Corpo dei Marines USA affrontava i cosiddetti “insorti” in una brutale battaglia a Falluya, Iraq. Con tutto il loro armamento d’alta tecnologia, le loro munizioni di precisione, ed il loro allenamento eccezionale, le forze d’occupazione fecero quasi scomparire Falluya nelle missioni di rastrellamento e distruzione. Durante il mese d’assedio a Falluya da parte delle forze statunitensi, più di 200.000 residenti fuggirono dalla città. Le forze d’occupazione congetturarono che da quelle rovine sarebbe sorta una “città modello”, riempita con un’infrastruttura di sicurezza d’alta tecnologia centrata in strategie d’identificazione biometriche per amministrare i cittadini che fossero ritornati. A coloro che tornavano prendevano le impronte digitali, scannerizzavano le retine, e davano una targhetta obbligatoria d’identità che mostrava il domicilio dell’individuo e conteneva i dati biometrici. In questo contesto, come spesso risponde il Segretario alla Difesa Donald Rumsfeld quando gli fanno domande pressanti sugli attuali eventi in Iraq, la distruzione gratuita di Falluya sembrava essere precisamente “quanto pianificato”.
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L’OSCURA NUBE DELLA DEMOCRAZIA
DI ANDREW STROMOTICH
Il 2 ottobre, sabato mattina, ore dopo il lancio ufficiale di ‘Operation Iron Fist’ (‘Operazione Pugno di Ferro’, ndt) da parte del Pentagono, la Associated Press riportava, “Sabato circa 1.000 soldati Usa, appoggiati da elicotteri d’attacco, sono sciamati dentro un piccolo villaggio iracheno vicino al confine siriano in un’offensiva atta a stanare i combattenti di al-Qaida in Iraq, il gruppo militante più temuto del paese, ha detto l’esercito”.
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L’AVVOCATA
DI ANDEW STROMOTICH
Il 29 settembre 2005, poco dopo le ore 8 di sera, Amal Kadhum Swadi e suo figlio più giovane, Safa, furono arrestati dalle forze USA nel distretto di Ghazaliya a Baghdad, accusati di aver collocato un congegno esplosivo artigianale.
Erano appena usciti di casa, con altri membri della famiglia, ed avevano aperto la porta del loro garage per tirar fuori l’automobile familiare, quando diversi Humvees e numerosi soldati statunitensi armati fino a denti irruppero intorno alla famiglia Swadi con le armi spianate.
Illuminati dai riflettori e circondati da militari eccitati, madre e figlio furono separati e nascosti alla vista degli altri membri della famiglia dietro un muro di soldati e Humvees. Bendarono loro gli occhi, li ammanettarono saldamente con cinghie di plastica e posero loro i cappucci, diventati simboli forti della disumanizzazione degli iracheni sotto occupazione.
(continua)