DI CHRIS HEDGES
TruthDig
Sono stato a Lille nel nord della Francia qualche giorno fa prima della prima tornata elettorale delle presidenziali, per partecipare ad un comizio del candidato Francois Hollande. E’ stata un’esperienza deprimente. Una musica devastante pompata all’interno della brutta e poco riscaldata sala conferenze Zenith a qualche isolato dal centro città.
La retorica era vuota e dominata dai clichè come in un evento della campagna elettorale americana. Parole come “destino”, “progresso” e “cambiamento” erano scandite da Hollande, che assomiglia ad un contabile, mentre faceva plateali dimostrazioni oratorie e frenetici gesti con le braccia che sembravano studiati per evocare l’ultimo presidente socialista, Francois Mitterand. Alla fine si è intonata “la Marseillaise”.
C’era un sacco di rosso, bianco e blu, i colori della bandiera francese. C’è stato il grido finale “Vive la France”, sarei potuto essere, con poche variazioni, ad una partita di football ad Amarillo, Texas. Avevo sperato in un po’ più di gravitas. Ma come ha astutamente commentato il critico francese Guy Debord, la politica, finanche la presunta politica radicale, è diventata uno spettacolo vuoto. Quel dommage.
Lo svuotamento dei contenuti nel discorso politico in un’epoca così volatile e precaria come la nostra avrà delle conseguenze molto pericolose. Più a lungo le élite politiche- che siano a Washington o a Parigi, che siano socialiste o di destra, che siano democratiche o repubblicane- ignoreranno il collasso della globalizzazione, si rifiuteranno di rispondere razionalmente alla crisi climatica e continueranno a servire la tirannia feroce della finanza globale, più si sgretolerà la possibilità di avere un consenso politico, si eroderà la reale efficacia delle nostre istituzioni e si darà potere agli estremisti di destra. Lo scontento diffuso nel pianeta è nato dalla paralisi delle istituzioni politiche tradizionali.
I segni di questa crescente polarizzazione erano evidenti già negli scrutini di domenica dove il Fronte Nazionale di estrema destra, guidato da Marine Le Pen, ha guadagnato uno sconcertante 20 per cento. Questo farà del Fronte Nazionale il primo partito d’opposizione in Francia se Hollande vincerà, come si prevede, la corsa per la presidenza nella seconda tornata del 6 Maggio. La coalizione di sinistra , il Front de Gauche, ha guadagnato un deludente 11 per cento dei voti. Ma grazie a Dio la Francia ha un Melanchon. E’ stato l’unico candidato a criticare le dissertazioni razziste e nazionaliste di Le Pen.
Melanchon ha esortato il ritiro delle politiche di austerità, ha predicato la politica dell’”amore, della fratellanza e della poesia” ed ha lottato per combattere ciò che ha definito “il verme parassitario” che governa i mercati. Questa campagna elettorale è terminata con l’intonazione dell’inno di sinistra “L’internazionale”.
“Lunga vita alla repubblica, lunga vita alla classe operaia, lunga vita alla Francia”, ha gridato di fronte ad una folla di supporters sabato sera.
Ad ogni tornata elettorale, il nostro auto-definitesi sinistroide si mette coscienziosamente in fila come una pecora per votare i lupi che controllano il Partito Democratico. Scimmiotta lo stanco e falso mantra su Ralph Nader, responsabile dell’elezione di George W. Bush nel 2000, e ci mette in guardia sul fatto che il tecnocrate Mitt Romney è in sostanza un estremista.
Gli estremisti, ovviamente, sono già al potere. Sono stati al potere per diversi anni. Scrivono la nostra legislazione. Scelgono i candidati e finanziano le loro campagne. Dominano le corti. Rifanno da cima a fondo i regolamenti e le direttive sull’ambiente. Si intascano miliardi di sussidi governativi. Non pagano tasse. Decidono la nostra politica energetica. Saccheggiano il tesoro statunitense. Controllano rigidamente il dibattito pubblico e l’informazione. Incoraggiano inutili e costose guerre imperialiste solo per profitto. Sono responsabili della lacerazione delle nostre famose libertà civili. Stanno implementando programmi governativi per drenare anche gli ultimi soldi rimasti nella carcassa dell’America. E sanno che Roomney o Barack Obama, come anche i partiti Democratici e Repubblicani, non li fermeranno.
L’irritante Nicolas Sarkozy è la versione francese e più viscida di Bush. Sarkozy insieme al cancelliere tedesco Angela Merkel ha fatto il lavoro sporco per i banchieri. Lui e la Merkel hanno imposto misure di austerità draconiana a svantaggio di Irlanda, Portogallo. Grecia, Spagna ed Italia. I governi di tutti questi paesi, non c’è da stupirsi, sono stati deposti da un elettorato furioso.(Nde: Lunedì il primo ministro olandese ed il suo consiglio hanno dato le dimissioni dopo che il governo non ha accettato le condizioni di austerità imposte dall’Unione Europea). E se i nuovi governi di queste martoriate nazioni europee continuano ad essere inefficaci- il che è inevitabile dati i sacrifici richiesti dalle banche- la situazione peggiorerà ulteriormente.
Politici come Obama- e temo Hollande- che portano avanti i piani delle corporations mentre parlano il linguaggio del populismo diventano nemici delle democrazie liberali.
Sindacati, ambientalisti, pacifisti e movimenti civili, accecati dalle immagini e dalle menzogne disseminate dagli uffici stampa, smettono di controllare cosa fanno i politici. Mettono a tacere le loro critiche per dare a questi politici, la cui retorica è raramente collegata alla realtà, una chance. Il risultato è l’accelerazione della nostra perdita di potere. Ed è anche, ancora più inquietante, una perdita di credibilità di tutti i tradizionali valori democratici. Più la classe liberal evita di denunciare con forza l’espansione delle trivellazioni perolifere, il conto della nostra assicurazione sanitaria ed il –national Defense Authorization Act, semplicemente perché queste iniziative sono state proposte ed avallate dai Democratici, più la sinistra dienterà marginale. Se Bush avesse perseguito tali politiche, gli esperti liberal avrebbero gridato allo scandalo. L’ipocrisia della sinistra americana è troppo evidente per essere ignorata. E ci ha effettivamente lasciato privi di potere in quanto forza politica.
Titolo originale: “The Globalization of Hollow Politics
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Fonte: http://www.truthdig.com
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23.04.2012
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di ALESSANDRA