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LA FUORIUSCITA DELLA BP NEL GOLFO: UN ANNO DOPO

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A cura di supervice
Il 2 Maggio 2011
72 Views

DI J. D. HEYES
NaturalNews.com

È stato definito il peggior disastro ambientale nella storia degli

Stati Uniti, se non fosse altro per le parole di alcuni esperti che,

a un anno dal suo inizio, la fuoriuscita dalla piattaforma della BP

nel Golfo del Messico è ancora un incubo che ci potrà riservare molte

sorprese.

La piattaforma di esplorazione Deepwater Horizon, che stava perforando nel Prospetto di Macando gestito dalla BP a circa quaranta miglia di distanza dalle coste della Louisiana, è esplosa in una palla di fuoco Il 20 aprile del 2010. L’esplosione uccise 11 persone, ne ferì altre
17 e fratturò il condotto per l’estrazione di petrolio, rilasciando una stima di 200 milioni di galloni di petrolio nei successivi 95 giorni in una regione che veniva definita come uno dei più importanti ecosistemi di tutto il nord America. Il pozzo è stato alla fine tappato il 17 luglio. Tutte le operazioni sul pozzo sono state completate il 19 settembre, dopo di che il governo federale ha dichiarato in modo ufficiale che il pozzo era stato ‘soppresso’.
La fuoriuscita ha causato un impatto immediato sulle industrie che avevano

la loro base nel Golfo, così come danni severi agli habitat marini

e terrestri su tutta la costa. La fuoriuscita si è riversata su almeno

320 miglia di spiagge della Louisiana. Dopo aver interrotto tutte le

attività per gran parte dell’estate, l’industria di trasformazione

dei calamari è stata sospesa ancora una volta in novembre in circa

4,200 miglia quadrate del Golfo quando le palle di catrame sono state

rinvenute nelle reti usate per la pesca dei calamari.

In gennaio Frances

Beinecke ha istituito una commissione

speciale per esaminare le cause del disastro e per fare delle raccomandazioni

per evitare ulteriori incidenti nel futuro, affermando che “le

palle di catrame stanno ancora arrivando sulle spiagge e che si sono

scie di petrolio in corrispondenza delle rotte dei pesci. Le terre umide

e le paludi sono ancora in rovina e stanno morendo; il petrolio greggio

rimane ancora nelle acque profonde, così come nel fango e nella rena

sulla terraferma.”

Malgrado navi aspiratrici, cordoni di contenimento galleggianti, disperdenti

chimici e altre misure sono state utilizzati per assorbire il petrolio

e per prevenire che la gran parte di esso raggiungesse le spiagge, il

petrolio si trova ancora in queste zone, e in gran quantità. Molto

più di quanto BP voglia ammettere.

L’amministrazione Obama ha

puntato il dito sulla BP, arrivando a ritenere il gigante petrolifero

responsabile di aver pagato

per mettere in campo la Guardia Nazionale in supporto alle operazioni

di recupero. La compagnia, dalla sua parte, ha costituito un fondo per

i risarcimenti pari a 20 miliardi di dollari, avendo accettato più

di 300.000

richieste e rimborsato 3,8 milioni di dollari

a partire dalla data della fuoriuscita. Ma non si sono ancora stabiliti

i costi finali e i danni provocati dall’esplosione della piattaforma.

In tutto, secondo

il RestoreTheGulf.gov, un sito

web creato dal governo per tenere traccia dei progressi nella pulizia

della fuoriuscita, sono stati recuperati più di 800.000 barili di acqua

oleosa e circa 1,8 milioni di galloni di disperdente nel tentativo di

ripulire il Golfo.

Ma gli sforzi hanno raggiunto l’obbiettivo? Avrai risposte differenti

alla domanda.

Da un lato, un

articolo pubblicato questa settimana

ha riportato segnali positivi. Alcuni scienziati hanno rintracciato

branchi di pesce in salute quando l’anno scorso hanno cercato di valutare

gli effetti della fuoriuscita.

“La pesca a strascico fatta nell’inverno del 2010 ha raccolto

il triplo delle creature marine degli anni precedenti”, è scritto

in un articolo del Canada’s Globe and Mail: “Senza nessuno

a setacciarli, sembra che i pesci stiano moltiplicandosi.”

Ma tutte queste buone notizie vanno prese con le molle. Ad esempio,

Blair Mase, un coordinatore per gli spiaggiamenti dei mammiferi marini

al National Oceanic and Atmospheric Administration, dice che

quest’anno la morte dei delfini nella regione è eccezionalmente alta e che la fuoriuscita potrebbe aver giocato

un ruolo chiave.

“Stiamo cercando di capire cosa ha provocato questo. Potrebbe essere

collegato a un’infezione. O potrebbe anche essere non dovuto a un’infezione”,

ha detto, sottolineando che la sua agenzia sta esaminando un ventaglio

di cause, tra cui la fuoriuscita di petrolio, le malattie infettive

e le biotossine.

Va anche tenuto in considerazione che alcune delle specie di pesce utilizzate

per sport e di quelle del mare stanno presentando lesioni orribili e

assolutamente anomale.

Forse perché ci sono scienziati che affermano l’esistenza di un’enorme

quantità di petrolio rimasta, forse anche più di quanto fuoriuscito

nel 1989 durante il disastro della Exxon-Valdez davanti alle coste dell’Alaska

(circa 257.000 barili di petrolio).

Ci sono anche articoli che parlano degli effetti sugli abitanti del

Golgo. Darryl Malek-Wiley, un coordinatore di cause ambientali con il

Sierra Club, ha riferito questa settimana in un’intervista

che la combinazione di petrolio e di disperdenti usati per ripulire

il mare sta chiedendo il pedaggio: “Alcune persone si sono ammalate,

stanno prelevando campioni dal loro sangue dove vengono rintracciate

le sostanze chimiche che compongono i disperdenti, così come il petrolio,

e hanno notevoli problemi di salute. Perdita di memoria, eruzioni cutanee,

sinusiti. Alcune persone con cui ho parlato si dimenticavano anche il

posto in cui erano diretti. Si dimenticano chi sei. E tutti questi uomini

erano pescatori che godevano di un relativamente buono stato di salute.”

Così come l’industria del pesce, il governo riporta che le analisi

effettuate non hanno riportato alcune elemento di preoccupazione e che

nei campioni di pesce spada, tonno e di altri pesci non hanno trovato

“né odori né aromi di petrolio o di disperdente”, secondo il

Globe and Mail.

Ma forse sono più sincere le parole

di un numero di esperti che non credono che la fuoriuscita di petrolio

abbia comportato un cambio di prospettiva di un qualche significato.

“La fuoriuscita di petrolio della BP è, potenzialmente, un’’anomalia

culturale’ per modifiche da attuare nelle istituzioni sulla gestione

ambientale e sulla produzione derivata dai combustibili fossili”,

è la conclusione di uno studio di P. Devereaux Jennings dell’Università

di Alberta e di Andrew Hoffman dell’Università del Michigan. Hanno

anche aggiunto che un “vero cambiamento nel nostro approccio alla

materia delle perforazioni petrolifere, del consumo di petrolio e della

gestione ambientale è ancora lontano dall’essere raggiunto.”

Beinecke ha aggiunto: “Oggi gli Americani hanno il diritto di chiedere:

siamo più al sicuro rispetto allo scorso aprile? Al livello più assoluto,

la risposta è no.”

J. D. Heyes

Fonte: http://www.naturalnews.com/
Link: http://www.naturalnews.com/032230_BP_spill_Gulf_of_Mexico.html
29.04.2011

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