DI SCOTT CRUICKSHANK
Information Clearing House
Fin dall’Inizio è
stato chiaro che l’espansione del libero scambio in America poteva
condurre a un unico risultato: il collasso industriale ed economico.
Ross Perot lo sapeva e ha cercato di mettere in guardia tutti. In pochissimi
gli hanno prestato ascolto. L’esperimento con il globalismo non avrebbe
potuto concludersi in modo diverso da quanto sta accadendo oggi in America,
ossia chiusura delle fabbriche, disoccupazione e debito. La rovina economica
è stata sancita sin dal giorno in cui l’America ha firmato il NAFTA,
il GATT, il WTO e una serie di altri accordi di libero scambio che sono
stati sanciti negli ultimi 20, 25 anni.
L’economia nazionale è molto
simile a quello che era una fattoria americana a conduzione familiare
all’inizio del ventesimo secolo. In una fattoria a conduzione familiare
madre, padre e figli lavoravano tutto l’anno per produrre quanto più
possibile per provvedere alle loro necessità per l’anno successivo.
Il padre lavorava i campi e allevava il bestiame. La madre conservava
le verdure e gli ortaggi, preparava i salumi, il filato dalla batata
e le candele. I ragazzi tagliavano la legna e aiutavano il padre quando
ne aveva bisogno. Le ragazze lavoravano a maglia le calze, mungevano
le mucche e nutrivano i maiali. Tutti facevano la loro parte per produrre
la massima quantità possibile di prodotti artigianali e prodotti agricoli.
Alla fine dell’anno, se tutto andava
bene, la famiglia scopriva di aver prodotto abbastanza di tutto quello
che era loro necessario per mantenerli in vita, al caldo e in salute
per un altro anno. Se le cose erano andate particolarmente bene, la
famiglia aveva più di quello che serviva ad assicurare il raggiungimento
di questo obiettivo. Quando ciò accadeva, caricavano i beni in eccedenza,
a loro non necessari, sul carro per portarli in città e venderli. Le
candele in eccedenza erano vendute, insieme all’eccedenza di legna,
all’albergo. I ristoranti compravano la carne. I rocchetti di filo
in eccedenza erano venduti alla merceria e così via. La famiglia aveva
così tutto quello che era loro necessario, oltre che un mucchio di
soldi, i quali potevano essere utilizzati per acquistare cose che non
si potevano produrre per proprio conto, come munizioni per il fucile
da caccia del padre, ferri per i cavalli, il caffè dal Sud America
e lo zucchero di canna cubano da mettere nelle tazze di caffè. E forse
alla famiglia rimaneva anche qualche moneta da mettere da parte in banca
per salvaguardia in caso di giorni peggiori. Questo accadeva se era
l’annata era stata buona.
Quando la fortuna non era benigna,
la famiglia agricola non produceva abbastanza di tutto quello che serviva
per soddisfare le proprie necessità. Di fronte alle carenze e alla
prospettiva della morte, alla fine la famiglia andava in città e prelevava
tutto ciò che c’era sul proprio conto in banca e sottoscriveva prestiti
per compensare quello che non avevano. A questo punto sono arrivati
oggigiorno l’America e innumerevoli altri paesi occidentali. Quando
l’America come nazione ha cominciato a smettere di produrre a sufficienza
ciò di cui aveva bisogno per soddisfare le esigenze dei cittadini,
c’era solo una cosa che poteva accadere. L’America doveva andare in
città, ripulire il conto in banca e iniziare a chiedere prestiti per
compensare la differenza.
Per i primi 75 anni del XX secolo,
la azienda famigliare America ha vissuto un grandioso periodo. Ha prodotto
in quantitativi superiori rispetto a ciò che gli fosse necessario
anno dopo anno per anni. Poi venne l’anno della svolta, il 1975. Quello
è stato l’ultimo anno in cui l’economia americana ha prodotto un
surplus di beni da vendere al commercio estero. E da allora non
lo ha fatto più. Ciò che è notevole è la velocità con cui il conto
corrente si è svuotato e il debito si è accumulato. C’è un grafico
che si può scaricare cliccando sul link in fondo alla pagina
che illustra la vertiginosa discesa verso la rovina. Il grafico si riferisce
al periodo compreso tra la Seconda Guerra Mondiale, quando iniziano
a essere elaborati grafici sui beni economici, ai giorni nostri. Il
grafico traccia l’andamento del rapporto tra il surplus commerciale
degli Stati Uniti e il disavanzo, il debito delle famiglie americane,
le obbligazioni societarie statunitensi e il debito federale degli Stati
Uniti. Dalla fine della seconda guerra mondiale al 1975, durante gli
anni in cui si producevano beni in eccedenza, le classifiche del debito
erano caratterizzate essenzialmente da una linea piatta. Dopo il 1975
il debito in tutte le categorie è decollato come un razzo. Quello che
il grafico mostra è che dal momento in cui la produzione nazionale
scende al di sotto dei livelli di sussistenza, ha inizio l’indebitamento
per compensare la differenza e che questo da quel punto il debito aumenta
a velocità impressionanti.
Quello che spero si arrivi a capire,
quello che le classifiche dimostrano, è che non c’è una
via d’uscita dalla depressione in cui ci troviamo a meno che l’America
e il resto dell’Occidente inizino a produrre di nuovo. Questa è una
domanda da aggiungere alla tua lista dei desideri Occupare l’America.
I TARP (programmi creati dal Ministero del Tesoro per fronteggiare la
crisi economica del 2008-2009) non serviranno a nulla. I programmi di
lavoro temporaneo non serviranno a nulla. Alzare o abbassare le tasse
su chi e per quanto non avrà nessuna importanza. Il conio di nuovi
soldi non servirà a nulla. Il protezionismo economico alle dogane e
la ripresa della produzione economica all’interno costituiscono l’unica
salvezza per l’America.
Fonte: The End Of Free Trade Is The Only Way Out Of This Depression
19.10.2011
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di ALESSIA