LA FILOSOFIA ALLA BASE DEL MOVIMENTO “OCCUPIAMO WALL STREET”

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Causale: Raccolta fondi

DI VIJAY PRASHAD

Counter Punch

Gli speculatori non

possono fare nulla di male, sono come bolle su un flusso costante di

impresa. Ma il problema si fa serio quando l’impresa diventa la bolla

in un vortice di speculazione. Quando lo sviluppo del capitale di un

paese diventa un sottoprodotto delle attività di un casinò, il lavoro

rischia di essere danneggiato.”

John Maynard Keynes,

1936

Il Rapporto sulla Stabilità Finanziaria

Globale del Fondo Monetario Internazionale (FMI) è in genere molto

sobrio nella sua valutazione del mondo. L’ultimo rapporto, pubblicato

il 21 settembre, avverte che l’economia mondiale sta entrando in una

“zona di pericolo”. Il FMI declassa la sua stima per la

crescita mondiale da un già basso 4,3 al 4 per cento, con la crescita

degli Stati Uniti tagliata dal 2,7 all’1,8 per cento.“Per la

prima volta dopo il Rapporto sulla Stabilità Finanziaria del

2008, i rischi per la stabilità finanziaria globale sono aumentati,

segnalando una parziale inversione nei progressi fatti negli ultimi

tre anni.” In altre parole, tutte le misure adottate per arginare

l’emorragia causata dalla crisi del credito mondiale dal 2008 in poi

hanno fatto il loro corso e siamo tornati di nuovo al giorno in cui

la Lehman abbassò le saracinesche.

Il FMI non ha potuto ignorare la continua

crisi politica ed economica nella zona euro, così come non ha potuto

non tenere conto del declassamento del rating degli Stati Uniti.

Né del resto potrebbe il FMI essere cieco dinanzi alle turbolenze dei

mercati finanziari (la cui più drammatica vittima è stata UBS, dove

il desk “Delta One”* è stato travolto per la propria posizione

svantaggiata nei confronti della volatilità del franco svizzero). Tre

processi hanno inasprito il rapporto del FMI: in primo luogo, gli Stati

Uniti non sono stati in grado di guarire dal trauma acuto che il loro

mercato immobiliare ha subito; in secondo luogo, le banche europee sono

entrate in un ciclo di retroazione negativo dovuto al tentativo di bilanciare

gli angoscianti pagamenti nei confronti del Club Med (dal Portogallo

alla Grecia) con le loro riserve, e in ultimo, i bassi tassi di interesse

hanno fatto allontanare la finanza privata dal mondo reale per farla

entrare nel furtivo mondo del sistema bancario ombra (hedge fund

e così via).

Sia Olivier Blanchard, capo economista

del FMI, che José Viñals, consulente finanziario presso il Dipartimento

Monetario e dei Mercati Capitali del FMI, sono sembrati un po’ più

nervosi del solito. Viñals conosce la posta in gioco nell’eurozona.

Egli era il vicegovernatore della Banca di Spagna, dove le riserve finanziarie

hanno un aspetto negativo quanto le riserve d’acqua nel Comune di Dirt

(Rango, 2011).

L’austerità è stata il mantra del

mondo atlantico. Si presume che, se i bilanci pubblici saranno epurati

della spesa sociale per far quadrare i conti, la crescita ne risentirà.

Questo è uno strano tipo di economia. Un problema cronico è la mancanza

di domanda effettiva (“la fiducia dei consumatori”); tale

mancanza è imputata negli Stati Uniti all’appiattimento dei salari

con momentanee trasfusioni di “fiducia”, prodotte da credito

a buon mercato che hanno creato una bolla che deve ancora scoppiare,

quella del debito personale, il quale nel maggio 2011 ammontava a 2.400

miliardi di dollari. I tagli massicci della spesa pubblica non faranno

altro che appiattire la domanda e non produrranno nessuna speranza per

una crescita nel breve periodo. I programmi di austerità non faranno

incrementare la fiducia dei consumatori, ma effettivamente creeranno

fiducia tra i finanzieri che amano l’idea del “sound finance”

(sound finance è un termine usato nel sistema bancario per definire

l’efficienza insita in un programma).

Il FMI con una mano identifica il problema

e poi mette l’altra mano nel frullatore: l’attuale crisi non può

essere risolta fino a quando sarà la politica a gestirla. I “leader

politici in queste economie avanzate non hanno ancora dato un sostegno

politico sufficientemente ampio per rafforzare la stabilità macrofinanziaria.”

Gli strumenti finanziari e monetari sono stressati. C’è bisogno di

una strategia più efficace di comunicazione per convincere il pubblico

ad andare avanti con misure di austerità per creare il “sound

finance”, e di farlo riducendo la retorica ideologica che allontana

la gente da ciò che il Fondo Monetario Internazionale vede come motivazioni

apolitiche. Se solo il popolo potesse rendersi conto di queste motivazioni!

Quello che il FMI e i governi del mondo

atlantico non riconoscono, per motivi politici, è il potere della classe

del capitale finanziario che controlla i mercati monetari presso cui

i governi e il FMI devono andare a prendere in prestito il denaro se

vogliono stimolare la spesa o fare prestiti ai paesi in difficoltà.

La fiducia dei finanzieri è un’emozione molto più importante della

fiducia dei consumatori.

In un momento di crisi, l’approccio

umano sarebbe quello di stimolare la spesa fino al momento in cui milioni

di persone non saranno ridotti alla condizione di una nuda vita. Per

fare questo, i governi devono essere disposti, come ha detto l’economista

Prabhat Patnaik, ad esercitare “un controllo adeguato sul sistema

finanziario per assicurare che l’indebitamento pubblico sia sempre finanziato,

in modo che lo Stato non diventi un prigioniero dei capricci dei finanzieri.”

Il dibattito tra austerità e stimolo viene portato avanti come se si

trattasse di due posizioni razionali, ciascuna difesa da un gruppo di

persone razionali. Coloro che propendono per l’austerità sono spesso

agenti della classe finanziaria, che non vogliono vedere diminuire la

loro ricchezza; chi chiede uno stimolo per la spesa fa una richiesta

eticamente corretta, ma senza una sfida diretta alla classe dei finanzieri

ci si dibatte nelle illusioni. L’unica vera soluzione alla crisi nord

Atlantica è, come disse John Maynard Keynes, l’“eutanasia

di coloro che vivono di rendita”.

È questo impulso a sfidare direttamente

Wall Street che mostra come ragionevole e necessario il movimento di

protesta Occupiamo Wall Street in corso a Manhattan (non lontano

da dove George Washington fu dichiarato Presidente). Coloro che hanno

deciso di non lasciare le loro case incerate, e che sono stati trattati

brutalmente dalla polizia di New York, hanno una soluzione istintivamente

migliore per il paese di quelli che vogliono strozzare ulteriormente

la domanda con l’austerità (il GOP, acronimo di Grand Old

Party, soprannome del partito repubblicano degli Stati Uniti) e

di coloro che vogliono chiedere uno stimolo alla spesa, senza però

mettere in discussione i mandarini finanziari che preferiscono che l’economia

americana si dibatta in una palude perdendo il proprio potere

sul sistema economico mondiale (Obama).

In assenza di una lotta contro il capitale

finanziario, chiedere l’austerità è un atto di crudeltà, mentre chiedere

uno stimolo per la spesa è illusorio.

Il FMI e la classe politica degli Stati

Uniti non intendono contestare la classe finanziaria. Infatti, il FMI

mette in guardia contro “la repressione finanziaria“, “con

i fondi sovrani sotto stress finanziario e le economie che lottano per

ridurre la leva finanziaria**, i politici potrebbero essere tentati

di sopprimere o aggirare i processi del mercato finanziario e le informazioni.”

Questo è da evitare, dice il Fondo Monetario Internazionale. Vogliono

che i salvatori provengano dal Sud del mondo, essendo questi”, dice

il FMI, ” in una fase più avanzata del ciclo del credito”.

Quello che il FMI vorrebbe vedere è la Cina e l’India consegnare le

loro eccedenze al Nord come stimolo, per consentire a questi di esportare

di meno e importare di più.

Quello c’è di strano è che è stato

proprio il Fondo Monetario Internazionale ad agire come la lancia del

capitale internazionale, quando ha voluto che l’India e la Cina divenissero

delle economie orientate all’esportazione e non portassero avanti politiche

nazionali per lo sviluppo. La Cina è ora regredita a esportare prodotti

a basso prezzo nelle economie dell’Atlantico e i suoi problemi con

una domanda effettiva rendono difficile per le sue masse acquistare

prodotti fatti nell’Atlantico. Invece di aspettarsi che questi paesi

trasformino la loro ricchezza creando domanda nei loro paesi (sollevando

le loro popolazioni dalla povertà, realizzando spesa infrastrutturale,

creando nuovi mezzi tecnologici per evitare la catastrofe ecologica),

il FMI vuole che gestiscano i loro “squilibri finanziari”

inviando i loro soldi al Nord. Niente del genere è stato chiesto al

Nord negli anni ‘80 e ‘90, quando le frecce finanziarie puntavano

nella direzione opposta.

I cinesi ora dicono che potrebbero

aiutare l’eurozona se l’Europa si adeguerà ad alcune “condizioni”

poste dai cinesi (nella lingua del FMI, “condizioni” significa

aggiustamenti strutturali, come il taglio nella spesa sociale attuato

nel Sud durante gli anni ’80 come precondizione per i prestiti). I cinesi

vogliono che gli europei interrompano le loro azioni legali sulle violazioni

del mercato, che è un altro modo per dire che i cinesi vogliono intaccare

il regime di proprietà intellettuale, uno dei pochi meccanismi di sinistra

che garantiscono la crescita senza lavoro che sostiene gli Stati Uniti.

Perché la Cina va bene oggi? Il FMI dice che sta facendo bene per la

sua “politica indotta dal boom dei prestiti”, noto

anche come lo stimolo ricevuto nell’ottobre 2009 in assenza della

potenza incontenibile della capitale finanziario.

È molto più facile addossare le colpe

alla Cina piuttosto che puntare il dito contro la classe finanziaria.

Tutti i discorsi sulla rivalutazione monetaria e gli ostacoli al commercio

sono chiacchiere fatte da azzeccagarbugli che non hanno argomenti reali.

Giù a Wall Street, gli americani comuni hanno deciso di resistere contro

il capitale finanziario. Non hanno bisogno di ricorrere al rullio dei

tamburi della xenofobia economica o alla illusione che i Buffet del

mondo siano i precursori della giustizia sociale. Quello che vogliono

è che lo stivale di finanza per essere sollevato il popolo del mondo.

VIJAY Prashad è il presidente George

and Martha Kellner Chair of South Asian History and Director of International

Studies presso il Trinity College, Hartford, CT . Il suo libro più

recente, Le Nazioni più tetre: Storia dei popoli del Terzo Mondo, ha

vinto il Muzaffar Ahmad Libro Premio per il 2009 . Le edizioni svedesi

e francesi sono appena uscite. Può essere contattato all’indirizzo:

vijay.prashad @ trincoll.edu

**********************************************

Note:

* Il comparto “delta one”

è quello dedicato allo scambio di contratti derivati, il cui obiettivo

è di replicare le performance di qualsiasi benchmark o asset.

Questi strumenti includono contratti swap, future,

forward e anche ETF. Gli operatori “delta one” conducono

frequentemente operazioni di arbitraggio mirate a sfruttare le discrepanze

tra i prezzi dei diversi strumenti.

** Ridurre la leva finanziaria

significa attuare un disinvestimento rimborsando il debito pregresso

con la liquidità disponibile.

*** Warren Edward Buffett nel 2009, con un patrimonio stimato di 47 miliardi

di dollari, sarebbe, secondo la rivista Forbes, il

terzo uomo più ricco del mondo,

dopo Bill

Gates.

**********************************************

Fonte: The Philosophy Behind “Occupy Wall Street”

26.09.2011

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di ALESSIA

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