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La farsa delle Olimpiadi francesi

Possiamo crogiolarci in questo schifo di pane e circhi di travestiti, oppure possiamo cogliere l'attimo e l'iniziativa.
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A cura di Markus
Il 4 Agosto 2024
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Declan Hayes
strategic-culture.su

Per capire la farsa delle Olimpiadi di Parigi 2024, cominciamo con un’altra farsa, Fawlty Towers che, secondo la BBC, è “la sitcom britannica a cui tutte le altre sitcom britanniche devono essere paragonate; Fawlty Towers può essere vista più volte, ha dato origine a citazioni famose (‘non nominare la guerra‘) ed è ancora oggi un gioiello nella corona delle commedie della BBC”. Tralasciando, se possibile, il fatto che l’episodio con la frase “non nominare la guerraera stato vietato in Germania a causa del suo sentimento anti-tedesco e che alcuni dei nostri amici sud-asiatici si erano indignati per altre parti chiaramente razziste della serie, il segreto di Fawlty Towers è la sua sceneggiatura, che non ha mai deviato dai collaudati tropi farseschi che costituiscono il suo pezzo forte.

A questa sceneggiatura serrata si contrappone la farsa dell’inaugurazione delle Olimpiadi francesi, in cui una flottiglia discende la Senna sotto la pioggia battente e Barbara Butch, una lesbica ebrea obesa che sembra Eddie l’Elefante, si fa passare per Gesù in una parodia dell’Ultima Cena di Gesù di Leonardo Da Vinci .

Riuscendo a prendersi gioco contemporaneamente degli atleti, dell’estetica, della religione e della morale, la Butch e l’esercito di travestiti parassiti, che, insieme a lei, si sono fatti beffe di tutto ciò che è buono e santo, hanno dimostrato che le Olimpiadi non sono altro che una grossolana farsa che sfoggia i più pacchiani dei fenomeni da baraccone color arcobaleno. Questi parassiti transessuali non solo non hanno talento, ma mancano anche di gusto. Che senso ha avuto, ad esempio, mostrare una presunta Maria Antonietta acefala che si aggirava sul palcoscenico, visto che l’ultima regina consorte di Francia, che aveva solo 18 anni quando era stata martirizzata, è una figura decisamente minore nella storia francese, se paragonata a Giovanna d’Arco, Coco Chanel, Marie Curie o alla stessa inestimabile Edith Piaf?

Anche se i russofobi del Consiglio Olimpico Internazionale hanno mentito sul fatto che questa farsa non era una presa in giro dell’Ultima Cena, ma una rievocazione degli antichi Baccanali romani, in cui i depravati si ubriacavano come puzzole, un comportamento del genere non ha posto nelle Olimpiadi, dove la presunta missione è racchiusa nel motto Faster, Higher, Stronger (più veloce, più in alto, più forte) delle Olimpiadi moderne, piuttosto che nel mangiare tutti i Big Mac che si possono infilare nella propria grassa bocca, che è quello che la signora Butch simboleggia.

Fasulle dichiarazioni d’intenti a parte, la vera missione delle Olimpiadi moderne è quella di arricchire i principali sponsor e di trasmettere al mondo il messaggio di controllo verticista della NATO. Dimenticate la campagna di terrore che il CIO, su ordine della NATO, aveva condotto contro gli atleti di Russia e Bielorussia, e leggete questo recente articolo di SCF sulle misure di sicurezza olimpiche che la Francia e i suoi alleati della NATO avevano messo in atto per garantire la sicurezza di questa grottesca figura che assomiglia a Eddie l’Elefante mentre prendeva in giro i Cristiani del mondo, nonché ciò che resta dell’estetica francese.

Dato che la Francia è già una polveriera, questo non vuol dire che non fosse necessaria una certa sicurezza per proteggere Eddie l’Elefante e gli atleti israeliani, le cui entusiastiche opinioni  sulle guerre di Israele sono state ampiamente diffuse.

Anche se di recente ho scritto della situazione nella Francia di oggi di Ebrei come Eddie l’Elefante, la loro situazione diventa molto più precaria in occasione di eventi di alto profilo, come le Olimpiadi, soprattutto se ripensiamo al massacro degli atleti israeliani alle Olimpiadi di Monaco del 1972, un evento che Adidas ha resuscitato nel modo più bizzarro, quando ha annullato un contratto con la top model Bella Hadid sulla base di motivazioni razziste.

Dopo che la Hadid era stata ingaggiata per aiutare Adidas a vendere la sua linea di scarpe ispirate alle Olimpiadi di Monaco del 1972, i soliti sospetti si sono opposti perché la Hadid è per metà palestinese e i palestinesi sono haram. Ma la Hadid era stata assunta non perché fosse un’atleta e tanto meno perché è palestinese, ma perché è una bella ragazza e le belle ragazze vengono assunte per aiutare a vendere la merce ad altre belle ragazze, che però, con le loro scarpe retrò del 1972, di medaglie olimpiche ne vinceranno ben poche.

Perché le Olimpiadi di Monaco sono famose per il Sionista americano Mark Spitz, che aveva dimostrato la sua bravura in piscina, e per la grande patriota bielorussa Olga Korbut, la favorita del presidente Nixon che aveva indotto generazioni di giovani ragazze ad innamorarsi della ginnastica, le Olimpiadi, Monaco 1972 inclusa, sono tanto proprietà dei Repubblicani americani, dei Sionisti americani, dei patrioti bielorussi e delle modelle palestinesi, quanto degli israeliani titolati, il cui relativo scarso rendimento alle Olimpiadi si spiega con l’adesione all’ideologia sionista, che ha sempre privilegiato la supremazia politica rispetto a giochi frivoli e privi di finalità politiche.

Sebbene la maggior parte di noi se ne freghi di chi Adidas prenda per vendere la sua robaccia retrò del 1972, a Israele deve importare perché, nella loro visione, i palestinesi devono essere invisibili alle Olimpiadi e in passerella, così come in ogni altro ambito della vita. E, poiché l’atleticamente scarso Israele può imporre ad Adidas quali belle ragazze assumere e quali no, ecco un altro motivo per cui le Olimpiadi francesi sono, nella migliore delle ipotesi, una farsa francese.

Sebbene le farse fossero apparse per la prima volta intorno al V secolo a.C., quando il commediografo greco Aristofane aveva popolato le sue commedie con personaggi incredibili, situazioni ridicole e un sacco di umorismo volgare per far ridere gli ateniesi, era stato il commediografo romano Plauto a padroneggiare la convenzione dello scambio di persona. Lo stesso William Shakespeare aveva adattato I due Menecmi di Plauto, trasformandola nella Commedia degli errori, una delle farse più conosciute dell’epoca rinascimentale.

Il termine “farsa” deriva da una parola francese che significa “imbottire” ed era usato per descrivere le parti comiche inserite (“come imbottitura”) tra una scena e l’altra nelle opere religiose. Sebbene la farsa fosse emersa gradualmente come forma teatrale propria nella Francia del XV secolo e nell’Inghilterra del XVI secolo, è importante sottolineare che questo tentativo di arte parigina non è nemmeno una farsa. È spazzatura.

Ma lo è anche, per contagio, l’intera Olimpiade. Torniamo alla capostipite di tutte, l’Olimpiade hitleriana del 1936 dove, come ci dicono gli odierni burloni del CIO, Jesse Owens aveva rubato la scena vincendo quattro medaglie d’oro, un vero e proprio schiaffo a Herr Hitler che, come Franco, Mussolini ed Eddie l’Elefante, non aveva alcun interesse per lo sport, se non nella misura in cui poteva utilizzarlo per le sue folli idee.

Sebbene Owens fosse diventato una star a Berlino, è importante notare che era stata l’America razzista e non la Germania di Hitler a trattarlo con la massima mancanza di rispetto, costringendolo a gareggiare contro i cavalli solo per sbarcare il lunario.

Almeno Owens poteva guadagnarsi da vivere, cosa che il CIO aveva negato a Tommie Smith e John Carlos, rei di aver protestato, al momento della premiazione alle Olimpiadi di Città del Messico del 1968, contro il diffuso razzismo dell’America; dato che anche l’australiano Peter Norman, che aveva vinto una medaglia d’argento e che aveva sostenuto la loro protesta, era stato perseguitato dal suo governo fascista, il CIO dovrebbe risparmiarci le sue sdolcinate paternali.

Le Olimpiadi di Berlino sono ricordate soprattutto per Olympia, il documentario omoerotico che la geniale regista cinematografica Leni Riefenstahl aveva realizzato quasi come seguito del suo classico nazista del 1935 Il trionfo della volontà. Sebbene l’antisemitismo palese sia assente da entrambi i classici, ambedue trasudano della sensualità omoerotica di corpi maschili contorti, oliati e sudati che si annidava nel subconscio di Hitler e dei suoi seguaci, proprio come questa farsa francese puzza dei peggiori eccessi di Weimar e di de Sade.

Proprio come i precedenti documentari gay commissionati da Hitler si proponevano di dirci qualcosa in modo sublime, così fa anche la farsa francese di Eddie l’Elefante. Drag queen che deridono l’Ultima Cena, una testa decapitata che canta, una “donna” barbuta che balla in modo provocatorio, un Puffo nudo con un’erezione gigantesca e bambini “imbavagliati”, tutto questo lancia un messaggio che è, a suo modo, portentoso come lo erano stati Olympia e Il trionfo della volontà prima che la Wehrmacht entrasse al passo dell’oca in Austria e nei Sudeti.

Non importa se in questo momento non ci sono Panzer che entrano Polonia, forze altrettanto oscure sono in movimento. Anche se potremmo continuare a parlare di questa glorificazione edonista di Sodoma e Gomorra, basta guardare questo video sullo zar del doping Vincent Conte per capire quanto sia facile imbrogliare sistematicamente in queste Olimpiadi farsesche.

Ma non si tratta solo degli americani. Ecco un resoconto sugli irlandesi sorpresi a drogare i loro cavalli pluripremiati. Se si considerano i soldi che si possono ricavare dalle tasse di monta, non c’è da stupirsi che le Olimpiadi siano poco più di un farsesco thriller poliziesco di Dick Francis. Sebbene all’inizio di luglio avessi scritto del rischio che queste Olimpiadi si trasformassero in una farsa francese, la situazione attuale è decisamente più mediocre. Mentre la farsa francese aveva un senso e una ragione, questo scadente spettacolo non ne ha. È uno sforzo di cattivo gusto per incrementare i profitti di aziende di cattivo gusto come Adidas e l’agenda ancora più di cattivo gusto di Macron e di suo marito, e di tutti gli altri che giurano sull’agenda delle guerre culturali della NATO. E, sebbene alla fine di giugno avessi scritto un altro articolo in cui rimpiangevo i Giochi Olimpici del passato, quei giochi sono ormai lontani ed è ora di staccare la spina e lasciar perdere l’intero circo.

Avevo proprio ragione quando avevo scritto che “preferirei di gran lunga guardare questa troupe di bambini russi che mostrano la loro maestria nelle danze irlandesi” piuttosto che guardare questi atleti delle Olimpiadi francesi, che non soddisfano nemmeno gli standard di base della più semplice farsa francese! Possiamo sguazzare in questo schifo di pane e circo di travestiti, oppure possiamo cogliere l’attimo e l’iniziativa. Dovremmo rifiutare non solo Adidas e il suo gusto retrò del 1972 (o era il 1936?), ma anche tutti gli orpelli LGBT di cui è intriso.

Nel frattempo, se dovete proprio seguire queste gare impari, ecco il medagliere aggiornato. La nostra compassione va alle Figi per aver perso l’oro nel rugby a 7 e alla judoka mongola Baasankhuu Bavuudorj per aver perso contro la superlativa atleta giapponese Tsunoda Natsumi. E, Baasankhuu, se stai leggendo queste righe, sappi che in foto sei molto più bella di Eddie l’Elefante, che potrebbe superarti solo nella farsa. Sebbene tu faccia onore alla Mongolia, al judo e al mondo, il cielo ti aiuti quando tornerai a Ulan Bator e dovrai spiegare alla brava gente del posto che inutile e grassa farsa sia la Francia.

Declan Hayes

Fonte: strategic-culture.su
Link: https://strategic-culture.su/news/2024/08/02/the-french-farce-of-the-french-olympics/
02.08.2024
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org

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Declan Hayes, pensatore e attivista cattolico, ex docente di Finanza presso l’Università di Southampton.

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