DI LEONID IVASHOV
Strategic Culture
Dopo avercela fatta con la Libia, l’Occidente
è pronto per dare la caccia alla nuova vittima, e Siria e Iran sono
le prime della lista. La campagna contro la Siria è ferma a un grosso
posto di blocco, dato che il leader Bashar al-Assad ha proposto
un pacchetto di riforme con un ritardo davvero lungo, mentre Russia
e Iran hanno impedito al Consiglio di Sicurezza dell’ONU di approvare
una risoluzione che avrebbe sottoposto la Siria a un intervento modellato
su quello recentemente affrontato dalla Libia. Per questo, i piani dell’Occidente
per la Siria sono stati aggiustati dalle circostanze odierne, e al momento
la scommessa dell’Occidente per destabilizzare la nazione dall’interno
con le iniziative combinate della comunità di intelligence,
dei mercenari stranieri e della quinta colonna locale. Una rivoluzione
analoga è stata tentata in Iran ma ha incontrato una resistenza ben
organizzata, e le sanzioni internazionali imposte all’Iran possono
creare alcuni problemi, ma non sono mortifere per l’economia.Per di più, l’imposizione della
democrazia” in Iraq e in Libia ha avuto un effetto limitato anche
sulle forze politiche iraniane pro-Occidente. Quindi, l’impressione
è che adesso i dirigenti occidentali semplicemente non possono attendere
il sorgere di nuove opportunità per la rivoluzione.
Il collasso dell’URSS – che, comunque,
non fu il risultato di cause naturali – portò il mondo verso l’unipolarismo,
ma è venuto alla luce in una forma di ordine completamente differente
dai sogni dei pensatori anglosassoni, come Alfred Mahan, Halford John
Mackinder o Nicholas John Spykman. La loro aspettativa era che il dominio
globale nel mondo del futuro sarebbe stato puntellato dalla potenza
navale, ma diventò evidente all’alba del XXI secolo che il pianeta
era governato dai gruppi che gestiscono le finanze planetarie.
Quelli al timone sono un conglomerato
di 147 entità affini ben interconnesse che controllano il settore
finanziario globale e l’emissione dei dollari USA, e quest’ultimo
è il meccanismo utile per tenere le élite nazionali del mondo intero
a guinzaglio stretto. I clan dei Rockefeller e dei Rothschild assieme
al Vaticano sono noti per avere un ruolo chiave nella rete di autorità
nascoste. Nel primo XX secolo, una riunione segreta di operatori finanziari
statunitensi che avvenne in un’isola degli USA adottarono il cosiddetto
Piano Marburg basato sulla concezione che il potere sia essenzialmente
un bene, ma il più caro possibile e che per questo debba appartenere
ai più ricchi. Il piano non si poteva materializzare fino a che l’URSS
era ancora in essere, e divenne totalmente realistico dopo il collasso.
Per quello che concerno oggi, le chiavi della politica internazionale
sono nelle mani dell’oligarchia finanziaria globale con la sua rete
di centri finanziari, banche nazioni e multinazionali, istituzioni di
governo come il FMI e la Banca Mondiale, centri di ricerca e quartier
generali politici segreti, con la sua stampatrice ufficiale di moneta
chiamata US Federal Reserve. Gli obbiettivi dell’oligarchia
finanziaria globale, già realizzati e al momento perseguiti, sono:
• fissare il denaro come valore fondante
dell’esistenza umana e il valore principale delle nazioni e delle
società;
• collegare tutte le monete nazionali,
con le loro economie, al dollaro USA;
• indurre la permeabilità dei confini
nazionali per i flussi finanziari, di beni e servizi;
• formare “élite” controllabili
che agiscono negli interessi della comunità finanziaria globale e lo
smistamento delle “élite” nei posti di autorità in tutto
il mondo;
• raggiungere un controllo assoluto
sulla condotta individuale e collettiva negli ambiti economici e politici.
L’arsenale di strumenti impiegati
dall’oligarchia finanziaria globale è enorme e include la corruzione,
la fabbricazione di bancarotte, diffamazione e terrorismi assieme all’eliminazione
degli stati nazione e allo scatenamento dei conflitti. Il sistema nella
sua interezza, quindi, si merita di essere definito una dittatura finanziaria
globale equipaggiato con un’ideologia fascista. La formula alla base
di questo tipo di governo è praticabile con i soldi.
* * *
Dagli anni ’90, il mondo ha assistito
a un attacco strisciante a tutti i tipi di proposte di esperimenti socialisti
e a tutti gli oppositori dell’ordine globale mondiale che danno potere
illimitato a un gruppo di banchieri. Yugoslavia fu devastata, perché
era una nazione che stava cercando il proprio modello di sviluppo e
continuò a regolamentare la circolazione interna del dollaro in un
periodo in cui il resto dell’Europa non avevano alcuna intenzione
di sfuggire alla morsa dell’impero finanziario. L’Iraq cadde sotto
il fuoco quando cercò in modo analogo di valutare la fattibilità del
socialismo sotto S. Hussein, dopo aver elaborato un piano per rigettare
il dollaro USA come divisa per gli scambi petroliferi, e manifestando
di solito un’indomita indipendenza. Nel caso della Libia, l’intervento
occidentale è giunto dopo Muammar Gheddafi aveva lavorato a favore
di un’Unione Africana e aveva tracciato piani ambiziosi per convogliare
l’economia del continente verso il dinaro d’oro per creare un esercito
dell’Unione stessa. In questo momento, l’Occidente sta minando il
regime in Siria, i mercenari stanno affluendo nel paese e i diplomatici
statunitensi spingono l’opposizione perché rifiuti le offerte di
riforme di Bashar al-Assad e attui una resistenza armata per il fatto
che la Siria non si è inchinata al nuovo ordine mondiale. I dittatori
finanziari non hanno problemi con i regimi come quelli del Golfo Persico
in cui i governanti tengono i loro soldi nelle banche occidentali e
eseguono con rapidità le direttive di Washington, o con nazioni come
Somalia, Iraq e Afghanistan che sono bloccate per i conflitti domestici
permanenti.
Per Wall Street, l’Iran è il principale
oppositore della dittatura finanziaria globale in Medio Oriente. C’è
stato un periodo in cui la Turchia si impuntò per una qualche indipendenza,
ma l’impressione è che il premier turco Erdogan e il ministro degli
Esteri Davutoğlu non sono riusciti a sfuggire al controllo e che ora
Ankara sta facendo la sua parte per rovesciare la Siria e per sostenere
più rigide sanzioni contro l’Iran.
L’Iran è l’obbiettivo di
un’operazione che ha l’intenzione di distruggere la sua sovranità
e la sua stabilità, malgrado sia strategicamente collocata sulla linea
di instabilità che si stende dai Balcani al Pakistan. Teheran subisce
una punizione per aver evitato il controllo del sistema di governance
globale e, in modo particolare, per aver ignorato il dollaro.
Va detto che un’offensiva contro
l’Iran sarebbe molto più difficile da realizzare rispetto alla recente
campagna contro la Libia. Le missioni aeree della NATO potrebbero essere
inefficaci in Iran, e poi l’Europa, con la sua crisi prolungata, è
impreparata per sforzi costosi e ulteriori sacrifici. Nel frattempo,
l’élite finanziaria globale è sottoposta a molteplici sfide;
la zona di circolazione del dollaro si sta restringendo e il movimento
Occupy Wall Street sta guadagnando forza, Cina e India stanno crescendo
economicamente e militarmente, l’America Latina è sulla via di una
migliore integrazione, e i gruppi regionali, come– l’Organizzazione
di Shanghai per la Cooperazione, i BRIC, l’ASEAN, l’APEC stanno
diventando sempre più attivi. Persino l’amministrazione russa sta
implicitamente avviandosi su un percorso di più grande indipendenza
dai centri finanziari globali. Per l’oligarchia, la soluzione possibile
è quella di lanciato un potente attacco che possa salvaguardare il
dollaro e quelli che gli danno supporto, indebolire la Cina e l’Europa,
e mostrare al mondo intero chi ha il potere.
Ci sono segnali che un attacco contro
l’Iran è una questione decisiva. Il report dell’IAEA
basato su dati di intelligence proveniente da fonti oscure, che
ritrae l’Iran come un paese che lotta per diventare una nazione armata
dal nucleare, dovrebbe convincere i contribuenti statunitensi e la comunità
internazionale che non esiste alternativa a questa missione. Dato che
Obama, avendo vinto il Premio Nobel per la Pace e sperando in una ri-elezione,
ha uno spazio limitato di manovra, quindi l’attacco contro l’Iran
verrà avviato da Israele. I timori che il monopolio nucleare di Israele
nel Medio Oriente possa giungere alla fine ha lo scopo di spingere la
popolazione israeliana verso l’accettazione del piano. L’amministrazione
israeliana e i media stanno sostenendo l’idea della minaccia
nucleare iraniana e spingono per un attacco contro l’Iran come suggerito
dal Grande Fratello di Wall Street. Le possibilità che il piano si
materializza sono alte, dato che le proteste del pubblico sono facili
da gestire per la polizia e il mondo unipolare è governato dai soldi,
mentre la legge internazionale o gli argomenti etici non hanno alcuno
spazio. Come Yugoslavia, Iraq e Libia, l’Iran potrebbe dover raccogliere
la sfida senza alcun alleato, a meno che la Corea del Nord non invii
un gruppo di soldati in aiuto, e la cosa non potrà certo modificare
gli esiti. Pur mantenendo un esercito piuttosto grande, l’Iran non
ha niente di paragonabile alle possibilità militari degli USA, e neppure
ha il potenziale di contrastare i raid aeree di Israele. Le forme classiche
di difesa non potrebbero funzionare per l’Iran in un conflitto con
un nemico immensamente superiore. Ciò di cui Teheran avrebbe bisogno
è una risposta asimmetrica in modo da poter causare forti danni al
nemico, non necessariamente nel territorio nemico, e mettere a rischio
la mera esistenza dello stato di Israele. Non è chiaro se l’Iran
ha un piano di questo tipo. Pechino dovrebbe capire cha un attacco contro
l’Iran danneggerebbe lo sviluppo della Cina, considerando che un conflitto
nella regione, specialmente uno nucleare, interromperebbe le forniture
cinesi di petrolio. Per quanto riguarda l’Europa, potrebbe ottenere
forniture limitate di greggio a 3-400 dollari al barile, e la cosa provocherebbe
immediatamente il collasso dell’UE. In altre parole, parte del piano
dell’attacco contro l’Iran contempla la sconfitta di Europa, Cina
e India in quanto rivali economici degli USA, così come l’indebolimento
del mondo musulmano che vedrebbe le sue attività rivoluzionarie e di
sviluppo depotenziate una volta che gli introiti di petrodollari andranno
ad assottigliarsi.
Uno sguardo nella storia potrebbe aiutare
a prevedere il futuro.
La crisi sistemica del capitalismo
predatorio del primo XX secolo condusse a situazioni rivoluzionarie
in Russia e in Europa, scatenando due guerre mondiali. Il mondo divenne
bipolare in conseguenza della sconfitta del fascismo nella Seconda Guerra
Mondiale, il sistema coloniale cadde, e per decine di nazioni si aprì
l’opportunità di scelta tra vari modelli di sviluppo. I fatti summenzionati
riflettono chiaramente una tendenza profonda dell’evoluzione globale,
e per questo gli attuali tentativi di imporre il fascismo finanziario
sull’umanità sono destinati al fallimento. Ci vorrà comunque tempo
e sacrifici perché le forze sane possano prevalere, e l’Iran, con
la sua resistenza al neofascismo, porrà le basi di una futura vittoria.
Altre nazioni seguiranno. Le forze anti-globaliste dell’Oriente e
dell’Occidente alla fine prenderanno coscienza del bisogno di una
forma più alta di organizzazione, e una civilizzazione guida – evidentemente,
la Russia – potrà offrire all’umanità un nuovo modello di accordi
globali, di coesistenza civilizzata e di armonia individuale nel mondo.
Gli Stati Uniti, vettori del nuovo fascismo, soffriranno più degli
altri nel prossimo conflitto, avendo con sé troppa energia negativa
che di solito attira i guai.
Fonte: The Global Financial Dictatorship Vs. Iran
17.11.2011
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di SUPERVICE