LA DIRETTIVA DI BUSH IN CASO DI EMERGENZA CATASTROFICA IN AMERICA

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blankDEL PROF. MICHEL CHOSSUDOVSKY
Global Research

Sarà la giustificazione per sferrare guerra all’Iran ?

Un altro attacco [terroristico in stile 9/11] potrebbe fornire la giustificazione e l’opportunità che mancano ora per colpire alcuni obiettivi noti” (Dichiarazione di un ufficiale del Pentagono, spifferata al Washington Post, 23 Aprile 2006)

I media Statunitensi sono d’accordo sul punto che “gli Stati Uniti affrontano il più grave rischio di un atto di terrorismo dagli attacchi dell’11 Settembre” (USA Today, 12 Febbraio 2006)
La madrepatria Americana è minacciata da “terroristi Islamici”, presumibilmente supportati da Tehran e Damasco.

L’America è sotto attacco ad opera di uno sfuggente “nemico esterno.”

I concetti vengono capovolti. La Guerra diventa la Pace. L’Offesa un legittimo mezzo di “autodifesa”. Nelle parole del Presidente Bush:


“Contro questo genere di nemico, c’è solo una valida risposta. Dobbiamo andare all’offensiva, restare all’offensiva, e portare la battaglia a casa loro.” (Presidente George Bush alla Conferenza del Comando Centrale [CENTCOM], 1 Maggio 2007.)

L’obiettivo è quello di trovare un pretesto per sferrare una guerra preventiva.

Un “attacco terroristico su suolo Americano” potrebbe venire sfruttato per giustificare, agli occhi di una pubblica opinione sempre più credulona, e sulla base di “motivazioni umanitarie,” l’avvio di una grande operazione di guerra contro Iran e Siria.

Si dice che i terroristi siano supportati dall’Iran e in possesso di armamenti nucleari. Si suppone che stiano pianificando di far esplodere degli “ordigni radioattivi” (RDD) o “bombe sporche” in aree urbane densamente popolate negli Stati Uniti. L’ex Segretario di Stato Colin Powell aveva già avvertito nel 2003 che: “Sarebbe semplice per i terroristi preparare bombe sporche radioattive da far esplodere negli Stati Uniti… quanto sia probabile, non saprei dirlo…” (10 Febbraio 2003).

La totale assurdità che al Qaeda potrebbe possedere potenzialità avanzate per sferrare un attacco nucleare all’America è, nondimeno, pervasiva nei rapporti dei media Statunitensi. Inoltre, sono stati condotte negli scorsi anni numerose esercitazioni simulanti un attacco terroristico con armi nucleari, creando l’illusione che “la minaccia è reale.”


Quello che sappiamo è che i nostri nemici vogliono infliggerci enormi perdite umane e i terroristi hanno le capacità necessarie per escogitare un ampia gamma di attacchi, inclusi quelli che coinvolgono l’uso di armi chimiche, batteriologiche, radioattive e anche nucleari… Far esplodere un piccolo ordigno nucleare in una grande città potrebbe arrecare danni incalcolabili a centinaia di migliaia di persone così come agli affari ed all’economia… (Congresso degli Stati Uniti, Comitato Servizi Finanziari della Camera, 21 Giugno 2007.)

Storia

In maniera costante sin dall’indomani dell’11 Settembre, l’amministrazione Bush ha ricordato agli Americani il pericolo di un “Secondo 11-9.”


“Gli attacchi imminenti… saranno pari o supereranno quelli dell’11 Settembre… Ed è piuttosto chiaro che la capitale della Nazione e New York City saranno in ogni lista…” (Tom Ridge, Segretario del Dipartimento della Sicurezza Nazionale, Dicembre 2003)

“Voi chiedete, ‘E’ serio [l’allarme]?’ Si, ci potete scommettere la vita. Le persone non prendono simili precauzioni se la situazione non è davvero pericolosa.” (Segretario alla Difesa Donald Rumsfeld, Dicembre 2003)

“… Rapporti credibili indicano che Al Qaeda sta per completare i suoi piani di mettere a punto un attacco su larga scala negli Stati Uniti allo scopo di distruggere il nostro processo democratico…” (Segretario Tom Ridge, 8 Luglio 2004)

“Il nemico che ci ha colpito l’11 Settembre è più debole e diviso al suo interno ma è ancora mortale e sta pianificando di colpirci ancora.” (Vice Presidente Dick Cheney, 7 Gennaio 2006)

“Siamo ancora una nazione a rischio, parte della nostra strategia, naturalmente, è rimanere all’offensiva contro i terroristi che vorrebbero farci del male. In altre parole, è importante sconfiggerli all’estero così che non dovremo mai affrontarli qui. Nondimeno, sappiamo che dobbiamo essere in massimo stato di prontezza [anche] qui nella madrepatria.” (Presidente George Bush, 8 Febbraio 2006)

“Il nostro principale nemico è al Qaeda e le sue ramificazioni. I loro alleati scelgono le loro vittime indiscriminatamente. Uccidono gli innocenti per far avanzare una precisa e chiara ideologia. Aspirano a fondare un califfato Islamico radicale, così che loro possano imporre un brutale nuovo ordine su gente che non lo desidera, in modo molto simile a come tentarono di fare i Nazisti ed i Comunisti nello scorso secolo. Questo nemico non accetterà nessun compromesso con il mondo civilizzato…” (Presidente George Bush, Conferenza del Comando Centrale [CENTCOM], 1 Maggio 2007.)

“Stiamo combattendo una guerra al terrore perché è stato il nemico ad attaccarci per primo, e ci ha colpito in modo pesante. Gli alti vertici di al Qaeda hanno detto che si ritengono in diritto di ‘uccidere quattro milioni di Americani’… Per quasi sei anni ormai, gli Stati Uniti sono stati in grado di sventare i loro tentativi di attaccarci qui in casa nostra. Nessuno può garantire che non verremo colpiti un’altra volta…” (Vice Presidente Dick Cheney, alla Cerimonia Annuale dell’Accademia Militare degli Stati Uniti, 26 Maggio 2007)

Nel periodo immediatamente successivo all’invasione dell’Iraq (Aprile 2003), furono messe in atto varie procedure per la sicurezza nazionale che si concentravano sull’eventualità di un “Secondo 11-9.” Queste iniziative nell’area del Dipartimento della Sicurezza Nazionale delineavano le precise circostanze sotto le quali potesse venir dichiarata la legge marziale in caso di un secondo grande attacco terroristico in America.

Sotto la legge marziale, l’esercito prenderebbe il controllo di molte funzioni del governo civile, incluse il mantenimento della legge e della giustizia.

Un attacco terroristico su suolo Americano della natura e della portata dell’11 Settembre, porterebbe – secondo l’ex Comandante del Comando Centrale [CENTCOM] Tommy Franks – al rovesciamento della democrazia in America. In un’intervista rilasciata nel Dicembre del 2003, che è stata a malapena menzionata nei media Statunitensi, il Generale Franks delineò uno scenario, che avrebbe portato alla sospensione della Costituzione e all’installazione della legge militare in America.


“Accadrà nel mondo Occidentale – forse negli Stati Uniti – una grande strage terroristica che porterà la nostra popolazione a mettere in discussione la nostra stessa Costituzione, ed all’inizio della militarizzazione del nostro paese allo scopo di evitare che possa ripetersi un altro evento terroristico su larga scala.” (Intervista al Generale Tommy Franks, Cigar Aficionado, Dicembre 2003)

Franks stava ambiguamente riferendosi ad un “Secondo 11 Settembre” che potesse venire sfruttato per galvanizzare l’opinione pubblica Statunitense in supporto di un governo militare e di uno stato di polizia.

La “grande strage terroristica” fu presentata da Franks come un cruciale punto di svolta politico. La crisi risultante ed i disordini sociali derivanti dalle perdite civili sono considerate funzionali ad una fondamentale svolta nelle strutture politiche, sociali ed istituzionali Statunitensi, che causerebbero la sospensione del governo costituzionale.

E’ importante comprendere che il Generale Franks non stava dando una sua personale opinione sul ruolo di una “grande strage terroristica.” Questo concetto è parte degli strumenti dell’intelligence Statunitensi, implementati tramite operazioni coperte. La dichiarazione di Franks riflette in modo molto accurato sia il punto di vista dominante sia al Pentagono che al Dipartimento della Sicurezza Nazionale, sulla natura e la funzione di una “grande strage terroristica”, così come sugli eventi che potrebbero seguire nel caso di una “Emergenza Catastrofica.”

La dichiarazione viene da un uomo che è stato attivamente coinvolto nella pianificazione militare e di intelligence ai massimi livelli. In altre parole, la “militarizzazione del nostro paese” è un impegno operativo in sviluppo. E’ parte del più ampio “consenso di Washington.” Essa coincide con la “roadmap” dell’amministrazione Bush sui temi della guerra e della difesa della madrepatria.

La “Guerra Globale al Terrorismo”, che costituisce la pietra angolare della dottrina della Sicurezza Nazionale di Bush, fornisce la giustificazione richiesta per abrogare il principio di legalità, apparentemente allo scopo di “preservare le libertà civili”.

Comando Settentrionale degli Stati Uniti

Le procedure dell’amministrazione in caso di una “Catastrofica Emergenza” sono strettamente collegate alla pianificazione militare del Pentagono. A questo proposito, la creazione del Comando Settentrionale degli Stati Uniti (NORHTCOM) nell’Aprile del 2002 (con base in Colorado alla Base di Difesa Aerea di Peterson) costituisce un importante pietra miliare nella relazione che si sta sviluppando tra l’Esercito ed il Dipartimento della Sicurezza Nazionale.

Il NORHTCOM è stato creato come una nuova struttura di comando con l’esplicito mandato di difendere la madrepatria contro terroristi stranieri.

Questo mandato è delineato nella “Dottrina Congiunta per la Sicurezza Nazionale (JP-26) del Pentagono.” Anche nel caso in cui un “nemico esterno” sia inventato (e questo è noto ai più alti livelli dell’apparato militare e di intelligence), un colpo di stato militare caratterizzato da dettagliati provvedimenti per la gestione dell’esercito e la sicurezza diventerebbe operativo praticamente immediatamente.

La “Missione di Comando” del NORTHCOM include un certo numero di “funzioni non militari” tra cui “la gestione emergenze” e “il supporto interno civile”. Sotto la giurisdizione del NORTHCOM, quest’ultima implica il processo del “supporto militare alle autorità federali, statali e locali nel caso di un attacco terroristico.”

Il NORTHCOM ha il mandato di “difendere la madrepatria” contro uno sfuggente “nemico esterno” (al Qaeda), che viene descritto minacciare la sicurezza dell’America. Secondo Frank Morales, “si sta delineando lo scenario di una presa militare dell’America”. Ed il NORTHCOM è l’entità militare chiave in questa presa e militarizzazione delle istituzioni civili.

Il “Piano di Contingenza” di Dick Cheney

Dopo la creazione del NORHTCOM nel 2002, le funzioni di “Difesa della madrepatria” – inclusi l’antiterrorismo interno e le procedure di emergenza nazionale – sono diventate via via sempre più integrate nel più ampio processo di pianificazione militare del Pentagono.

Questa integrazione dovrebbe essere compresa come parte della dottrina di guerra preventiva del Pentagono, dove un ideato o presunto attacco alla madrepatria da parte di “terroristi Islamici” diventa una giustificazione per sferrare una guerra “offensiva” (definita come difensiva) in Medio Oriente.

Gli attacchi terroristici dell’11 Settembre 2001 furono usati per sferrare guerra all’Afghanistan, usando il pretesto (senza l’ombra di una prova) che il governo Afghano dei Talebani era uno “Stato sponsor” degli attacchi dell’11-9.

E’ stato riportato che nell’Agosto del 2005 il Vice Presidente Dick Cheney ha dato istruzioni all’USSTRATCOM [Il Comando Strategico Statunitense, n.d.t.] localizzato in Nebraska presso la Base di Difesa Aerea di Offutt, di redigere un “Piano di Contingenza”, “da venire attuato in risposta ad un altro attacco terroristico in stile 11-9 su suolo Statunitense.” (Philp Giraldi, Attacco all’Iran: Guerra Nucleare Preventiva, The American Conservative, 2 Agosto 2005)

Il “Piano di Contingenza” di Dick Cheney si è basato sulla dottrina della guerra preventiva. Nel “Piano di Contingenza” è stato insinuata la presunzione che dietro un simile attacco ci sarebbe l’Iran.

Le istruzioni del Vice Presidente sono state date allo USSTRATCOM, che è in carica della pianificazione centrale e della coordinazione delle grandi operazioni di guerra all’estero, e non al NORHTCOM, il cui mandato consiste nel difendere la madrepatria Nord Americana contro attacchi terroristici.

Il “Piano di Contingenza” di Cheney sotto la giurisdizione dello USSTRATCOM, delineerebbe la possibilità di un “Secondo Attacco in stile 11-9” per preparare una grande operazione militare diretta contro l’Iran, mentre al contempo verrebbe anche esercitata della pressione su Tehran nei corridoi nelle Nazioni Unite, in relazione al suo (inesistente) programma di armamento nucleare.

Quello che è diabolico in questa decisione presa nel 2005 dal Vice Presidente Statunitense è che la giustificazione per sferrare guerra all’Iran si basa sul presunto coinvolgimento dell’Iran in un ipotetico attacco terroristico in America, che non è ancora accaduto.

Il piano per attaccare l’Iran è basato sul principio dell’autodifesa. Esso “include un grande assalto aereo contro l’Iran che faccia uso sia di armi convenzionali che di nucleari tattiche.” (Philp Giraldi, Attacco all’Iran: Guerra Nucleare Preventiva, The American Conservative, 2 Agosto 2005)


E’ stato riportato che molti ufficiali anziani delle Forze Aeree coinvolti nella pianificazione sarebbero sgomenti delle implicazioni di quello che stanno facendo – che l’Iran sta venendo preso a bersaglio per un attacco nucleare non provocato – ma nessuno è pronto a rovinarsi la carriera per porre qualche obiezione. (Ibid.)

Il “Secondo 11-9” del Pentagono

All’inizio del 2006, il (precedente) Segretario Don Rumsfeld ha approvato un piano per una campagna militare di lungo respiro per combattere il terrorismo in giro per il mondo, nell’ottica di una rappresaglia nel caso di un secondo grande attacco terroristico all’America. Questo piano del Pentagono è, fondamentalmente, un’estensione dell’agenda del “Piano di Contingenza” per un Secondo 11-9 annunciato da Cheney nel 2005.

Il piano anti-terroristico del Pentagono è stato delineato in tre documenti segreti, di cui estratti sono stati spifferati al Washington Post.
Questi tre documenti consistono di un “piano operativo” generale più due “piani secondari.” Il secondo “piano secondario” si concentra esplicitamente sulla possibilità di un “Secondo 11-9” e su come un secondo grande attacco su suolo Americano possa fornire “un’opportunità” per estendere la guerra Mediorientale condotta dagli Stati Uniti verso nuove frontiere:


Esso stabilisce come l’esercito possa sia sventare che rispondere ad un secondo grande attacco terroristico negli Stati Uniti. Esso include dei lunghi allegati che offrono una gamma di opzioni per l’esercito per una pronta rappresaglia contro specifici gruppi terroristici, individui o stati-sponsor a seconda di chi sia ritenuto essere dietro l’attacco. Un altro attacco potrebbe creare sia la giustificazione che l’opportunità che manca al momento per attaccare alcuni obiettivi noti, secondo correnti o ex ufficiali della Difesa che sono familiari col piano. (Washington Post, 23 Aprile 2006, grassetti aggiunti)

La presunzione di questo documento militare è che un Secondo attacco in stile 11-9 “che oggi manca” sarebbe utile per creare “sia la giustificazione che l’opportunità” per sferrare guerra contro “alcuni obiettivi noti [Iran e Siria]”.

La Direttiva Presidenziale per la Sicurezza Nazionale del Dipartimento della Sicurezza Nazionale, NSPD 51 / HSPD 20

Nel Maggio del 2007, è stata emanata una importante Direttiva per la Sicurezza Nazionale. (Direttiva Presidenziale per la Sicurezza Nazionale ed il Dipartimento della Homeland Security, NSPD 51 / HSPD 20).

L’NSPD 51 / HSPD 20 è una Direttiva combinata per la Sicurezza Nazionale emanata dalla Casa Bianca e dal Dipartimento della Sicurezza Nazionale. E’ fatta su misura per soddisfare le premesse sia del “Piano antiterrorismo” del 2006 del Pentagono sia del “Piano di Contingenza” di Cheney del 2005.

La direttiva stabilisce le procedure per la “Continuità di Governo” (COG) nel caso di una “Emergenza Catastrofica”. Quest’ultima è definita nel NSPD 51 / HSPD 20 (da qui in poi NSPD 51), come “qualsiasi incidente, in qualsiasi posto, che porti a livelli straordinari di vittime, danni, o distruzione che colpiscano duramente la popolazione Statunitense, le infrastrutture, l’ambiente, l’economia o le funzioni governative.”

La “Continuità di Governo”, o “COG”, viene definita nel NSPD 51 come “uno sforzo coordinato all’interno del ramo esecutivo del Governo Federale per assicurare che le Funzioni Nazionali Essenziali continuino a funzionare durante una Emergenza Catastrofica.”

L’NSPD 51 è stato a malapena citato nei media mainstream. Non c’è stata una conferenza stampa della Casa Bianca o del Segretario del Dipartimento della Sicurezza Nazionale Michael Chertoff, che sarebbe stata normale routine, data la rilevanza e le implicazioni del NSPD 51. Il testo del NSPD 51, annunciato dalla Casa Bianca, non è neanche citato nel sito web del Dipartimento della Sicurezza Nazionale.

Questa Direttiva Combinata NSPD 51 / HSPD 20 fornisce poteri senza precedenti alla Presidenza e al Dipartimento della Sicurezza Nazionale, calpestando le fondamenta del governo Costituzionale. L’NSPD 51 permette al presidente in carica di dichiarare una “emergenza nazionale” senza l’approvazione del Congresso. L’adozione del NSPD 51 porterebbe di fatto al termine della Legislatura ed alla militarizzazione del mantenimento della legge e della giustizia.


Il Presidente dovrà dirigere le attività del Governo Federale per assicurare il [funzionamento del] governo costituzionale. Per consigliare ed assistere il Presidente in questa funzione, l’Assistente al Presidente per la Sicurezza Nazionale e l’antiterrorismo (APHS / CT) è da qui in poi indicato come il Coordinatore per la Continuità Nazionale. Il Coordinatore per la Continuità Nazionale, in coordinazione con l’Assistente del Presidente per gli Affari di Sicurezza Nazionale (APNSA), senza esercitare autorità direttiva, dovrà coordinare lo sviluppo e l’implementazione della politica di continuità per i dipartimenti e le agenzie esecutive. Il Comitato per il Coordinamento della Politica di Continuità (CPCC), presieduto da un Direttore Anziano dallo staff del Consiglio della Sicurezza Nazionale, designato dal Coordinatore per la Continuità Nazionale, dovrà essere la sede dove discutere giorno per giorno tale politica di coordinamento. (Direttiva Presidenziale per la Sicurezza Nazionale del Dipartimento della Sicurezza Nazionale, NSPD 51 / HSPD 20, grassetti aggiunti)

Il NSPD 51 fornisce straordinari poteri da Stato di Polizia alla Casa Bianca ed al Dipartimento della Sicurezza Nazionale (DHS), nel caso di una “Emergenza Catastrofica.” L’Assistente al Presidente per la Sicurezza Nazionale e l’antiterrorismo (APHS / CT), che è destinato a giocare un ruolo fondamentale in caso di legge Marziale, è un consigliere chiave della Casa Bianca, Frances Fragos Townsend.

Implicazioni del NSPD in Politica Estera: il ruolo del Vice Presidente

Mentre il NSPD 51 ha le sembianze di una decisione rivolta alla sicurezza nazionale interna, esso è, nondimeno, parte integrale della politica estera degli Stati Uniti. Esso fa parte dell’agenda di vecchia data della sicurezza nazionale militare. Se l’NSPD venisse invocato, il Vice Presidente Dick Cheney, che costituisce il vero potere dietro l’esecutivo, assumerebbe di fatto poteri dittatoriali, scavalcando sia il Congresso Statunitense che la Magistratura, mentre continuerebbe ad utilizzare il Presidente George W. Bush come un prestanome.

Il NSPD 51, mentre scavalca la Costituzione, delinea inoltre delle procedure molto precise che garantiscono i poteri al Vice Presidente Dick Cheney in relazione alle funzioni relative alla “Continuità di Governo” sotto la legge Marziale.

Questa direttiva dovrà essere implementata in un modo che è coerente con, e facilita l’effettiva implementazione dei, provvedimenti della Costituzione che riguardano la successione alla Presidenza o l’esercizio dei suoi poteri, e il Presidential Succession Act [Legge per la Successione alla Presidenza, n.d.t.] del 1947 (3 U.S.C. 19), con il consulto del Vice Presidente e, come d’uopo, degli altri coinvolti. I Direttori dei dipartimenti e delle agenzie esecutive dovranno assicurare che al Vice Presidente ed agli altri coinvolti sarà disponibile il supporto necessario per essere pronti in qualsiasi momento ad implementare quei provvedimenti.” (NSPD 51, op.cit.)

Nel caso di una “Emergenza Catastrofica”, il NSPD 51 potrebbe teoricamente venire usato per giustificare l’implementazione di una azione militare di rappresaglia contro l’Iran in conformità al “Piano di Contingenza” di Dick Cheney del 2005. Se l'”Emergenza Catastrofica” dovesse venir scatenata da un attacco terroristico, l’NSPD 51 potrebbe venire invocato come “la giustificazione e… l’opportunità… per attaccare alcuni obiettivi noti” come delineato dal Pentagono nel suo piano antiterrorismo del 2006.

Sul piano generale, ci si chiede se l’occorrenza di questa “Emergenza Catastrofica” stia in realtà venendo pianificata dal Pentagono, con l’obiettivo di giustificare un attacco all’Iran.

Il ruolo dell’Esercito Statunitense in caso di una “Emergenza Catastrofica”

L’NSPD 51 installerebbe la legge Marziale sotto l’autorità della Casa Bianca e del DHS. Sospenderebbe il governo costituzionale secondo i provvedimenti sulla Continuità di Governo (COG.)

I provvedimenti del NSPD 51 sono coerenti con un corpo legislativo e regolatore già esistente e relativo a presunti attacchi terroristici contro la madrepatria ed alla dichiarazione della legge Marziale.

Dal 2003, dopo l’invasione dell’Iraq, il Dipartimento della Sicurezza Nazionale (DHS) ha contemplato molto spesso la possibilità di un cosiddetto “scenario” da allarme rosso – usando un potenziale o possibile attacco terroristico di al Qaeda su suolo Americano come pretesto per implementare la legge Marziale. (Per ulteriori dettagli, si veda “La guerra al terrorismo dell’America”, Michel Chossudovsky, Global Research, 2005).

Dal 2003, il DHS ha condotto molte “esercitazioni antiterrorismo” sotto il programma TOPOFF (top officials) [ alti ufficiali, n.d.t.]. Quest’ultimo consisteva nell’organizzazione della prontezza antiterrorismo con un’esercitazione in stile militare che ha visto la partecipazione del governo federale, Statale e locale. Erano stati immaginati svariati “scenari” d’attacco ad opera di terroristi stranieri con armi di distruzione di massa.

Il codice d’Allarme Rosso fu stabilito inizialmente sotto i provvedimenti della Direttiva Presidenziale – 3 del DHS di Marzo 2002. Secondo la legislazione esistente, un allarme rosso darebbe l’avvio alla sospensione “temporanea” delle normali funzioni del governo civile. Molte funzioni dell’amministrazione civile verrebbero interrotte, altre potrebbero venir trasferite alla giurisdizione dell’esercito. Più in generale, la procedura interromperebbe [il funzionamento di] uffici governativi, attività commerciali, scuole, servizi pubblici, trasporti e così via.

Secondo il (precedente) Segretario alla Sicurezza Nazionale Tom Ridge (22 Dicembre 2003):


“Se si arriva al [l’allarme] rosso… praticamente si ferma il paese.”

Nel qual caso, dichiarata l’emergenza nazionale, il NORTHCOM dispiegherebbe le sue forze d’aria, terra e mare. Molte funzioni del governo civile verrebbero trasferite al quartier generale del NORTHCOM, che possiede già le strutture che lo metterebbero in grado di supervisionare e oltrepassare le istituzioni civili.

L’allarme rosso sospenderebbe le libertà civili, incluse la possibilità dei cittadini di riunirsi in pubblico e di protestare contro la decisione dell’Amministrazione di dichiarare la legge Marziale.

Le autorità d’emergenza avrebbero anche il potere di esercitare una stretta censura sui media e senza dubbio paralizzerebbero i media di informazione alternativa su Internet.

Di contro, l’allarme rosso avvierebbe il sistema di risposta “civile” del DHS, incluse le disposizioni Ready.Gov del DHS, gli orwelliani Citizen Corps, per non parlare dei Programmi USAonWatch e Neighborhood Watch che hanno il mandato di “identificare e riportare attività sospette nei quartieri” di tutti gli Stati Uniti.

La Militarizzazione delle Istituzioni Civili

Il NSPD 51 è, in linea di principio, una direttiva civile emanata dalla Presidenza e dal DHS.

Quale sarebbe il grado di coinvolgimento dell’Esercito una volta istituita la legge Marziale, in ossequio all’attivazione del NSPD 51 ?

In teoria, il Posse Comitatus Act del 1878, adottato dopo la guerra civile Statunitense, previene l’esercito dall’intervenire nelle attività di tutela dell’ordine e nelle funzioni giudiziarie. Questa legge è stata centrale per il funzionamento del governo costituzionale.

Anche se il Posse Comitatus Act esiste ancora, in pratica la legislazione non è più effettiva nel prevenire la militarizzazione delle istituzioni civili. (Si veda Frank Morales, Global Research, Settembre 2003.)

La legislazione ereditata dall’amministrazione Clinton, per non menzionare i Patriot Acts 1 e 2 post 11-9, “sfoca la linea di confine tra il militare ed il civile,” permette all’esercito di intervenire in attività di mantenimento della legge e della giustizia anche in assenza di una situazione d’emergenza.

Nel 1996, passò della legislazione che permetteva all’esercito di intervenire nel caso di un’emergenza nazionale (esempio un attacco terroristico.) Nel 1999, il Defense Authorization Act (DAA) di Clinton estendeva quei poteri (della legislazione del 1996) creando una “eccezione” al Posse Comitatus Act, che avrebbe permesso all’esercito di venir impiegato in affari civili “non importa se ci sia un’emergenza o meno”. (Si veda il sito dell’ ACLU)

Secondo questo provvedimento del 1999, “il solo pericolo di un atto di terrorismo giustificherebbe il chiamare unità militari. Questo rappresenta una scappatoia grande abbastanza per farci passare un esercito di carrarmati.” (Ibid.)

In altre parole, la legislazione dell’era Clinton aveva già fondato le basi ideologiche e legali della “guerra globale al terrorismo.”

Mentre il NSPD 51 è una pietra miliare significativa e che arriva al momento giusto, è ampiamente coerente con la legislazione preesistente, con una importante eccezione. Il NSPD 51 conferma che la “Continuità del Governo” (COG), mentre sospende la Costituzione, sarebbe attuata sotto il controllo della Presidenza.

Questa distinzione è importante, nell’ottica della crescente opposizione all’interno delle Forze Armate verso il possibile uso di un attacco terroristico “false flag” come giustificazione per il lancio di una più ampia guerra in Medio Oriente, nella quale potrebbero venire usate armi nucleari contro l’Iran.

Il NSPD 51 conferma ampiamente la “legittimazione” della legislazione e delle procedure preesistenti, mentre accorda anche un ruolo critico e centrale alla presidenza in caso di una “Emergenza Catastrofica”. Infatti, il NSPD 51 contrasta la possibilità di azioni discrezionali prese unilateralmente dall’Esercito in caso di una emergenza nazionale. In poche parole, il NSPD 51 rafforza il controllo esercitato dalla Casa Bianca, dal suo apparato civile così come dai suoi gruppi lobbistici corporativi.

Mentre il COG porterebbe alla militarizzazione delle istituzioni civili, questo processo sarebbe sotto il controllo dei civili che prendono le decisioni a livello politico, che agirebbero per conto dei loro sponsor corporativi. Questo apparato politico civile, costituito dagli alti consiglieri neo-conservatori, con collegamenti ai think-tanks di Washington, a Wall Street ed ai giganti petroliferi, è destinato a giocare un ruolo chiave in caso di legge Marziale.

Mentre avanzerebbe la militarizzazione del mantenimento della legge e della Giustizia, tuttavia l’Esercito resterebbe subordinato ad una “dittatura civile.”

Giochi di guerra e la Militarizzazione della Prontezza alle Emergenze Nazionali

Un altro significativo aspetto della militarizzazione delle istituzioni civili è la collaborazione trasversale tra la Federal Emergency Management Agency (FEMA) [L’Agenzia Federale per la Gestione delle Emergenze, n.d.t.] ed il Pentagono nella conduzione di esercitazioni in stile militare per la “risposta alle emergenze catastrofiche.”

Questa “collaborazione trasversale” fu appoggiata nel 2006 dal Congresso Statunitense. Alla FEMA (sotto la giurisdizione del DHS) furono assegnati poteri eccezionali. Una parte significativa del budget fu poi assegnata per il finanziamento di una partnership in corso tra la FEMA e l’Esercito Statunitense.

Il NORTHCOM era responsabile per l’istituzione dei collegamenti con le agenzie civili coinvolte nel programma di prontezza in caso di emergenze (operando sotto il Defense Support of Civil Authorities (DSCA) [Supporto di Difesa delle Autorità Civili, n.d.t.]

Quella che si è delineata è una prospettiva integrata militare e civile sulla prontezza in caso di emergenze. Un certo numero di agenzie civili partecipano ai giochi di guerra condotti dal Pentagono. Nel 2006, l’esercitazione della FEMA per la “risposta in caso di disastri catastrofici” fu integrata nella “Operation Vigilant Shield [Operazione Scudo Vigile, n.d.t.]” condotta dal NORTHCOM.


“[In una] attività di esercitazione congiunta, la FEMA ed il NORTHCOM si sono esercitati alla risposta in caso di un disastro catastrofico durante Vigilant Shield 07, un’esercitazione che mirava ad un attacco terroristico ed ad un incidente causato da armi nucleari.” (David Paulison, Amministratore della FEMA, dichiarazione al comitato della Camera per i Trasporti e le Infrastrutture, Sottocomitato allo Sviluppo Economico, agli Appalti Pubblici ed alla Gestione Emergenze, Congresso Statunitense, 19 Maggio 2007.)

Vigilant Shield 07 è stata un’esercitazione di giochi di guerra di vasta portata in stile “Nuova Guerra Fredda”, diretta contro Irmingham (Iran) ed i suoi nemici dell’era della Guerra Fredda: Ruebek (Russia), Churya (Cina), e Nemazee (Corea del Nord). (Per ulteriori dettagli, si veda Teatro Iran e Breve Termine, di Michel Chossudovsky, Global Research, 21 Febbraio 2007)

Nell’Aprile e nel Marzo del 2007, la FEMA, insieme ad un certo numero di agenzie civili incluse FBI, organizzazioni locali, Statali e private, partecipò all’esercitazione di guerra Ardent Sentry-Northern Edge 07 [d’ora in poi AS NE 07, n.d.t.] del Pentagono, sotto la direzione dello Stato Maggiore delle Forze Armate Statunitensi.

Parte dei giochi di guerra AS NE 07 erano diretti contro la Russia. Sono stati tenuti nei pressi dello Stretto di Bering, proprio ai confini con l’Estremo Oriente della Russia. Queste esercitazioni congiunte in Alaska denominate “Alaska Shield” includevano anche la partecipazione delle forze Canadesi. (Per ulteriori dettagli, si veda il NorthCom.mil Fact Sheet)

Prontezza Ininterrotta alle Emergenze

Nei mesi precedenti così come in quelli successivi al rilascio del NSPD 51 da parte della Casa Bianca il 9 Maggio 2007, sono state tenute esercitazioni ad emergenze in molte città Statunitensi, con il supporto della FEMA.

Si sono tenute sessioni di brainstorming che hanno visto coinvolti ufficiali delle agenzie locali, statali e federali per esaminare il da farsi in caso di un attacco terroristico o di un “Evento Catastrofico.”

Il 2 Giugno, gli Stati Uniti sono stati “dominati da titoli a caratteri cubitali e copertura mediatica sensazionalistica di un presunto piano a New York per far saltare in aria l’Aeroporto Internazionale John F. Kennedy” (Si veda Bill van Auken, 7 Giugno 2007). Nel frattempo, l’opinione pubblica Statunitense è diventata sempre più scettica dei ripetuti falsi allarmi terroristici.


C’è ogni ragione per credere che la successione di casi di “terrore”, ognuno più debole del precedente e virtualmente tutti generati da “informatori” che sembrano aver giocato più il ruolo di agenti provocatori, mira a raggiungere precisamente quell’effetto. Questi servono come metodi per intimidire l’opinione pubblica con la paura, per giustificare gli attacchi ai diritti democratici e deviare l’attenzione dalla debacle che si sta delineando in Iraq.

Il problema affrontato dal Governo è che l’opinione pubblica sta diventando sempre più scettica di questi casi, con una considerevole porzione della popolazione che ha concluso che questi episodi stiano venendo inventati per motivi politici. (Ibid.)

Nuove nomine militari: il licenziamento del Capo di Stato Maggiore

Negli ultimi mesi sono state fatte molte nomine chiave nell’Esercito. Una importante è stata quella dell’Ammiraglio William J. Fallon a Comandante del Comando Centrale Statunitense (CENTCOM) a Marzo da parte del Segretario alla Difesa Robert M. Gates.

Nel frattempo, è stata decisa un’altra importantissima nomina militare, che è direttamente collegata con i preparativi di guerra in relazione all’Iran. L’Ammiraglio Timothy J.Keating, Comandante del NORTHCOM, è stato designato il 26 Marzo come Capo del Comando Statunitense del Pacifico, di cui fanno parte sia la 5° che la 7° flotta. La 7° flotta del Comando del Pacifico è la più grande unità Statunitense da combattimento. Keating, che prende il posto dell’Ammiraglio Fallon, è anche un deciso sostenitore della “guerra al terrore”. Il Comando del Pacifico giocherebbe un ruolo chiave nel contesto di un’operazione militare diretta contro l’Iran. ( http://www.pacom.mil/about/pacom.shtml )

E’ significativo notare che l’Ammiraglio Keaton fu coinvolto anche nell’attacco all’Iraq del 2003 come comandante del Comando Centrale delle Forze Navali così come della Quinta Flotta.

L’Ammiraglio Fallon è del tutto condiscendente verso i piani di guerra Statunitensi relativi all’Iran. Rimpiazza il Generale John P. Abizaid, che è stato spinto a ritirarsi dopo un apparente disaccordo col successore di Rumsfeld, il Segretario alla Difesa Robert Gates. Mentre Abizaid ha riconosciuto sia il fallimento che la debolezza dell’Esercito Statunitense in Iraq, l’Ammiraglio Fallon è fortemente schierato sulle posizioni del Vice Presidente Dick Cheney. E’ anche fermamente impegnato nella “Guerra al Terrore.” Sarebbe il CENTCOM a coordinare un attacco all’Iran nel teatro di guerra Mediorientale.

Inoltre, la nomina di un Ammiraglio è indicativa di un cambiamento nell’importanza delle funzioni del CENTCOM nei teatri di guerra. L’importanza “nel breve termine” è l’Iran piuttosto che l’Iraq, e richiede la coordinazione delle operazioni navali e aeree nel Golfo Persico.

L’instaurazione del NSPD 51 nel Maggio del 2007 è stata seguita solo alcune settimane dopo dall’annuncio della “non riconferma del Capo di Stato Maggiore (CJCS), il Generale Peter Pace che, nei mesi recenti, ha indicato il suo disaccordo con l’Amministrazione in relazione all’Iran.

Il Generale Pace ha dichiarato (Febbraio 2007) di non aver visto prove solide per l’ipotesi che Tehran stesse fornendo armi alle milizie Sciite all’interno dell’Iraq, un fatto che è stato annunciato dall’Amministrazione Bush come giustificazione per muovere guerra all’Iran:


“Forse è questo il motivo per il quale se ne va. Forse è questo il motivo per cui non gli hanno rinnovato la nomina. Perché… non ha visto prove che l’Iran starebbe fomentando la rivolta in Iraq che sta costando vite Americane… (Alan Colmes a Fox News, 13 Giugno 2007)

Il Generale Peter Pace termina il suo mandato come Capo di Stato Maggiore nel Settembre 2007. Il Segretario alla Difesa Gates ha già annunciato che l’Ammiraglio Michael Mullen, Capo delle Operazioni Navali degli Stati Uniti, è stato nominato per rimpiazzare il Generale Peter Pace come Capo di Stato Maggiore.

Il discorso dell’Ammiraglio Mullen è in netto contrasto con quello del Generale Peter Pace. Mullen, che era in carica della coordinazione dei giochi di guerra navali al largo delle coste Iraniane, ha espresso una decisa accondiscendenza verso i concetti di “sferrare e vincere guerre asimmetriche” contemporaneamente “proteggendo gli Stati Uniti”:


“dobbiamo assicurarci che abbiamo le Forze per la Battaglia, il popolo dalla nostra, e la prontezza al combattimento che necessitiamo per vincere le guerre che la nostra nazione ha davanti…

La nostra Marina sta combattendo la Guerra Globale al Terrore mentre allo stesso tempo rappresenta una Riserva Strategica in tutto il mondo per il Presidente ed i nostri Comandanti Unificati e Combattenti… Reagire solamente ai cambiamenti non è più una strategia accettabile se la nostra Marina deve sferrare con successo guerre asimmetriche e contemporaneamente prevenire le minacce regionali e transnazionali. (Dichiarazione al Comitato del Senato per i Servizi Armati, 7 Maggio 2007)

La posizione dell’Ammiraglio Mullen è in linea con quella degli ideologhi neo-conservatori chiave dell’Amministrazione Bush. Per quanto riguarda l’Iran, ripetendo praticamente alla lettera la posizione della Casa Bianca, l’Ammiraglio Mullen considera “inaccettabile che l’Iran stia dotando i nemici degli Stati Uniti in Iraq ed Afghanistan di capacità [offensive] che stanno danneggiando ed uccidendo le truppe Statunitensi.” (Inside the Pentagon, 21 Giugno 2007). Ma sulla questione Iran, i Democratici sono a bordo. C’è un consenso bipartisan, espresso dal Senatore Joe Lieberman:


“Voglio mettere in chiaro che non sto parlando di una gigantesca invasione di terra dell’Iran… [ma di] un attacco lungo il confine dalla parte dell’Iran, dove abbiamo prove solide che hanno una base dove stanno addestrando questa gente per tornare in Iraq ad uccidere i nostri soldati”

(AP, 11 Giugno 2007)

Armi Nucleari Statunitensi nel Teatro di Guerra Mediorientale

L’utilizzo di armi convenzionali e nucleari fa ora parte della stessa struttura di comando integrata.

L’amministrazione Bush ha confermato che sta contemplando il possibile uso di armi nucleari tattiche di tipo “bunker buster” per “far fuori” le inesistenti strutture Iraniane per la produzione di armi nucleari. Un piano operativo per sferrare attacchi aerei contro l’Iran è in “stato di prontezza” sin dal Giugno 2005. Sono state dispiegate le attrezzature utili a sferrare questo genere di operazione. (Per ulteriori dettagli si veda Guerra Nucleare contro l’Iran, di Michel Chossudovsky, Gennaio 2006).

Il “Piano di Contingenza” del Vice Presidente Dick Cheney “include un assalto aereo su larga scala contro l’Iran che impieghi sia armi convenzionali che nucleari tattiche.” (Philip Giraldi, Attacco all’Iran: Guerra Nucleare Preventiva, The American Conservative, 2 Agosto 2005.)

L’USSTRATCOM avrebbe la responsabilità di dirigere e coordinare questo dispiegamento militare così come di lanciare l’operazione militare. (Per dettagli, si veda Guerra Nucleare contro l’Iran, op.cit.)

L’amministrazione Bush ha il pieno supporto dei suoi alleati NATO e di Israele.

I bombardieri nucleari tattici B61 di produzione Statunitense sono già stati dispiegati in cinque stati Europei non nucleari, membri della NATO, inclusi il Belgio, l’Olanda, l’Italia, la Germania e la Turchia. Le testate nucleari tattiche dei B61, sotto la giurisdizione di questi cinque stati non nucleari, con l’aggiunta dell’Inghilterra, sono destinate all’Iran.

Mentre l’Iran, che possiede un programma genuino destinato alla produzione di energia nucleare, è oggetto di una potenziale rappresaglia militare, questi cinque paesi non nucleari (per non menzionare Israele), non sono considerati dalla “comunità internazionale” come una minaccia alla sicurezza globale, in una lampante manifestazione di un duplice metro di valutazione.

Il Generale Pace è noto per essersi opposto all’utilizzo di armi nucleari contro l’Iran:


Il piano del regime Bush di attaccare l’Iran con armi nucleari mette l’allontanamento del Generale Pace sotto una luce diversa. Come può il Presidente Bush riuscire ad ordinare un attacco nucleare quando l’ufficiale Americano di più alto rango sostiene che un simile ordine sia “illegale ed immorale” e che chiunque nell’esercito ha una “assoluta responsabilità” a disobbedirvi? (Paul Craig Roberts, Global Research, Giugno 2007)

Sarebbe difficile sferrare guerra all’Iran senza il deciso appoggio del Capo di Stato Maggiore. Secondo Paul Craig Roberts, “[il Generale] Pace doveva andarsene così che potessero essere installati al suo posto dei servitori più malleabili “


La partenza di Pace rimuove un noto ostacolo ad un attacco nucleare all’Iran, avanzando così questa possibile strada. Un piano per attaccare l’Iran con armi nucleari potrebbe anche spiegare la altrimenti inspiegabile “Direttiva Presidenziale per la Sicurezza Nazionale del Dipartimento della Sicurezza Nazionale” (NSPD 51 / HSPD 20) che Bush ha emanato il 9 Maggio…

L’utilizzo di armi nucleari desta la massima preoccupazione. Un attacco nucleare Statunitense provocherebbe lo stato di massima allerta dei missili balistici intercontinentali Russi e Cinesi. Potrebbero venire messe a punto operazioni “false flag” negli Stati Uniti. I propagandistici media Statunitensi gonfierebbero al massimo dei simili sviluppi, prospettando pericoli in ogni dove. La paura dei nuovi centri di detenzione del regime [Bush] farebbero tacere la maggior parte delle voci di protesta dopo che il regime avrà dichiarato la sua “emergenza nazionale.” (Ibid)

Considerazioni conclusive

L’11 Settembre e la minaccia di un secondo grande attacco all’America fanno marcatamente parte della componente basilare della dottrina della Sicurezza Nazionale Statunitense. Mentre la minaccia di un imminente attacco sullo stile di quello dell’11-9 da parte di “terroristi Islamici” è un’invenzione, la costante propaganda mediatica, supportata dalle operazioni segrete di intelligence, ci ha assicurato che la “Guerra Globale al Terrore” (‘Global War On Terror’, GWOT) è ampiamente condivisa sia dai sostenitori che dagli oppositori dell’amministrazione Bush.

Visibilmente basata su una bugia bella e buona, la GWOT ha nondimeno guadagnato legittimazione tra i partner Europei e tra gli alleati Americani, che hanno adottato le loro procedure (copia e incolla) antiterrorismo.

Nonostante montagne di prove, gli attacchi dell’11-9 continuano ad essere appoggiati dagli Stati Uniti e dai suoi alleati NATO come un genuino atto di guerra da parte di una potenza straniera. Dall’11 Settembre, la GWOT è sostenuta dai governi di oltre 90 paesi. (Presidente George Bush alla conferneza del CENTCOM, 1 Maggio 2007)

Ironicamente, la GWOT è anche appoggiata da molti prominenti e autorevoli intellettuali “progressisti”, che condannano la politica estera degli Stati Uniti e la guerra in Medio Oriente, mentre appoggiano la legittimazione della campagna dell’America contro il “terrorismo Islamico.”

Una parte significativa del movimento contro la guerra negli Stati Uniti ha una simile posizione. Mentre chiedono il ritiro delle truppe dall’Iraq, negano l’esistenza di un movimento nazionale di resistenza all’occupazione guidata dagli Stati Uniti. “Siamo contro la guerra in Iraq condotta dagli Stati Uniti, ma supportiamo la guerra al terrorismo.” Non sorprende che la Direttiva in caso di “Emergenza Catastrofica” (NSPD 51) non sembra aver destato molta preoccupazione all’interno del movimento Statunitense contro la guerra.

Dall’11-9, sono stati diffusi a profusione nei circuiti mediatici numerosi articoli ed editoriali in prima pagina che delineavano la natura di una “Guerra Globale al Terrorismo”. E’ emersa in tutto il mondo la leggenda di al Qaeda.

Ripetuta fino alla nausea ogni giorno, la GWOT è anche diventata parte di un traballante consenso politico bipartisan. Nonostante le vistose contraddizioni e le bugie politiche, in particolare in relazione all’11-9 ed alla possibilità di un secondo attacco terroristico su larga scala, la GWOT è nondimeno accettata da una pubblica opinione Statunitense [tuttavia] sempre più scettica.

Dietro questo diabolico scenario da “Catastrofica Emergenza”, che fondamentalmente si regge sulla bocca da fuoco della disinformazione e dell’inganno dei media, c’è una guerra dettata da ragioni di profitto.

Il vertiginoso e multimiliardario budget della “difesa”, che secondo stime indipendenti ha raggiunto il traguardo del trilione di dollari (più del doppio delle cifre ufficiali), è a malapena riconosciuto, così come la stessa privatizzazione delle guerra.

Il complesso militare-industriale Statunitense che produce le numerose “armi umanitarie” incluse le mini-atomiche e gli ordigni di tipo “bunker buster” usati per andare a caccia dei terroristi, sarebbe il diretto beneficiario di una guerra all’Iran, insieme a Wall Street ed ai giganti petroliferi Anglo-Americani, che gareggiano per appropriarsi e privatizzare le estese riserve di petrolio e gas della regione.

Questa guerra non è guidata solo dai militari ma dagli interessi corporativi civili che si nascondono dietro l’amministrazione Bush. L’esercito prende ordini dai civili che agiscono per conto dei suddetti interessi economici dominanti.

L’establishment finanziario di Wall Street, il complesso militare-industriale, guidato dalla Lockheed Martin, i cinque grandi appaltatori della difesa nel settore aerospaziale e degli armamenti, i giganti petroliferi Texani ed i gruppi dell’energia, le compagnie delle costruzioni, dell’ingegneria e della pubblica utilità per non menzionare i conglomerati della biotecnologia, sono indelebilmente dietro a questa militarizzazione dell’America.

Di contro, la demonizzazione mondiale dell’Islam fa parte di questa guerra guidata da ragioni di profitto.

Tre quarti delle riserve di petrolio mondiali si trovano in terre Musulmane. (World Oil 2004, si veda anche La demonizzazione dei Musulmani e la Battaglia per il Petrolio, Global Research, Gennaio 2007)

La denigrazione dei nemici dell’America, ritratti come fanatici “terroristi Islamici”, fa parte della Battaglia per il Petrolio. Se il petrolio si fosse trovato in paesi occupati in maggioranza da Buddisti o Indù, si potrebbe immaginare che l’intera agenda della Sicurezza Nazionale di Bush, inclusa la recente Direttiva NSPD 51 per una “Catastrofica Emergenza”, sarebbe stata diretta contro i Buddisti e gli Indù.

Com’è possibile capovolgere il corso degli eventi?

La minaccia di un secondo “Attacco all’America” da parte di al Qaeda sta venendo sfruttato a profusione dall’amministrazione Bush per galvanizzare l’opinione pubblica in supporto di una agenda globale militare.

Com’è noto e documentato, il “network del terrorismo Islamico” è una creazione dell’apparato di intelligence Statunitense.

La “guerra al terrorismo” è una finzione. La narrativa dell’11 Settembre come descritta nel rapporto della Commissione 11-9 è una invenzione.

L’amministrazione Bush è coinvolta in atti di insabbiamento e complicità ai più alti livelli dell’esecutivo.

Rivelare le bugie dell’11 Settembre servirebbe a minare la legittimazione della “guerra globale al terrorismo” poichè costituisce la principale giustificazione per sferrare guerra in Medio Oriente.

Senza l’11 Settembre, i criminali di guerra nelle alte sfere non avrebbero gambe su cui appoggiarsi. Tutta la loro dottrina della Sicurezza Nazionale crollerebbe come un castello di carte.

Titolo originale : “Bush Directive for a ‘Catastrophic Emergency’ in America: Building a Justification for Waging War on Iran?”

Fonte: http://www.globalresearch.ca/
Link
24.06.2007

Scelto e tradotto per www.comedonchisciotte.org da GOLDSTEIN

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