LA CRISI FINANZIARIA IRROMPE IN EUROPA

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blankDI DANNY SCHECHTER
Global Research

Gli americani si rendono conto di come la crisi nutra il caos globale?

KREMS, AUSTRIA. Ossessionati come siamo dalla nostra economia che cade a pezzi, è difficile, per molti tra noi americani, osservare e apprezzare la natura globale della crisi e il modo in cui sta impattando e impatterà altre persone nel mondo. Non riconosciamo quanta gente, in altre nazioni, considera un qualche ‘aiuto finanziario’ nato negli USA il colpevole della caduta delle loro economie.

Perfino mentre si diffondono le proteste, con la Gran Bretagna che mette in allerta il suo esercito per paura di sconvolgimenti organizzati dagli anarchici durante la prossima estate, i quali hanno una certa predisposizione alla lotta di classe che utilizza slogan come ‘brucia un banchiere’, le dimostrazioni di massa non danno segno di cedimento in Francia, Irlanda, Islanda, Grecia e altre nazioni dell’Unione Europea. Qui le persone hanno politicizzato i temi economici, probabilmente sia a causa di un più completo e differente sistema mediatico, sia grazie alle aspettative sul fatto che i loro governi abbiano il dovere di proteggere i cittadini.Quando arrivai a Vienna per partecipare ad un festival cinematografico alla Danube University, rimasi sorpreso di vedere prodotti e libri usati svalutati, ad un prezzo da mercato delle pulci, in mostra nelle solite bancarelle costose di un aeroporto, solitamente conosciute per l’esposizione di marchi di lusso.

Alcuni pensano che l’UE e la zona dell’euro non possano sopravvivere agli scossoni. Il Presidente della Commissione Europea Jose Manuel Barroso ha affermato venerdì: “L’Unione Europea sta affrontando un’insolita situazione dovuta alla crisi economica e necessita di lavorare su differenti livelli per ripristinare i flussi di credito”. Ha affermato che ci si aspetta una contrazione del due percento dell’economia del blocco europeo quest’anno.

La General Motors vuole che anche i governi europei contribuiscano al suo salvataggio e a quello di 32000 posti di lavoro a rischio.

L’Europa dell’est si trova in una situazione pessima con le sue valute vacillanti. L’Europa occidentale ha finora rifiutato di acconsentire alle richieste di salvataggio, ad esempio, provenienti dall’Ungheria, la quale è sempre stata considerata un modello per dimostrare come il libero mercato potesse rimpiazzare le economie del blocco sovietico.

Ci sono ondate di protesta in corso nell’Est. Pubblicazioni di sinistra riportano “migliaia di dimostranti in Lituania, Lettonia e Bulgaria hanno attaccato gli uffici del governo e chiesto le dimissioni dacché la disoccupazione è salita alle stelle nell’Est Europa. Gli esperti predicono un incremento tra i 15 milioni e i 18 milioni di disoccupati nei prossimi mesi, senza contare che i lavori per immigrati spariscono in Europa occidentale e negli Stati Uniti”.

Mike Whitney scrive: “L’economia globale sta decelerando ad un ritmo velocissimo. Il 40 percento della ricchezza globale è stato eliminato. Il sistema bancario è insolvente, la disoccupazione cresce a livelli altissimi, le entrate fiscali stanno crollando, i mercati si trovano sotto shock, l’industria immobiliare si sta distruggendo, i deficit aumentano e la fiducia dei consumatori è ai livelli più bassi della storia”.

Guardando alcuni numeri, si possono notare le bombe ad orologeria che stanno ticchettando. Secondo Ed Bonawitz, molte nazioni hanno debiti profondi: “ Il debito estero irlandese, pari a 1800 miliardi di dollari, equivale al 900 percento del PIL nazionale (200 miliardi di dollari). Il debito estero della Gran Bretagna, che consiste in 10500 miliardi di dollari, equivale al 456 percento del PIL ( 2300 miliardi di dollari). Il debito estero svizzero, che ammonta a 1300 miliardi di dollari, è pari al 433 percento del PIL ( 300 miliardi di dollari)”. Ora che i mercati creditizi sono bloccati, rinegoziare i termini di tali prestiti è virtualmente impossibile. Si dice che le banche statunitensi abbiano un rapporto di prestiti pari a 26 a 1, mentre quello delle banche europee si assesta sul 60 a 1.

F. William Engdahl scrive: “I problemi che stanno emergendo con tutta la loro forza nell’Europa dell’est sono, se volete, una conseguenza indiretta della politica monetaria libertina della Fed di Greenspan dal 2002 al 2006, il periodo in cui il sistema di cartolarizzazione delle azioni a schema di Ponzi, decollò.

La rischiosità di questi prestiti all’est europeo viene ora alla luce, in quanto la recessione economica sia in Europa occidentale che orientale sta forzando le banche occidentali a ritirare i prestiti, rifiutando il loro rinnovamento o la ‘rinegoziazione’ dei crediti, lasciando migliaia di persone con debiti impossibili da pagare. La dimensione della crisi dei prestiti nell’Europa orientale fa impallidire…

Secondo le mie ben informate fonti della City londinese, le nuove preoccupazioni riguardanti la vulnerabilità delle banche nell’est Europa definiranno la prossima ondata della crisi finanziaria globale, che si presume possa essere anche più devastante del collasso della cartolarizzazione dei subprime che ha innescato l’intera crisi di fiducia”.

A causa della globalizzazione e della natura interconnessa dell’economia globale, ciò che succede lì [in Est Europa, ndt] farà peggiorare le cose qui da noi [Occidente, ndt], riporta l’agenzia Reuters. “Un nuovo rapporto, che suggerisce come il crollo dell’economia dell’Europa orientale trascinerà le banche occidentali in una situazione di allarme rosso, ritiene che le economie emergenti renderanno più profonda la recessione in Occidente. Non c’è da stupirsi che le agenzie internazionali abbiano impugnato le armi”. Un tema su cui sta focalizzando l’attenzione l’Europa è l’attività sregolata svolta dagli hedge funds e il controllo di enormi quantità di denaro depositate in conti offshore. I leader europei hanno preso una decisa posizione nei confronti degli hedge funds, i prodotti altamente speculativi che molti accusano di esser stato la scintilla che ha causato l’instabilità dei mercati. Un problema maggiore coinvolge le banche svizzere. Il fisco statunitense chiede i nomi di 52000 americani, intestatari di conti segreti che permettevano loro di evadere le tasse.

Bloomberg afferma: “Nelle scorse due settimane, il ministro delle finanze Hans Rudolf Merz si è dichiarato voglioso di riscuotere le tasse dai conti nei paradisi fiscali e il ministro della giustizia Eveline Widmer-Schlumpf ha offerto la sua cooperazione per risolvere alcuni casi di evasione fiscale”.

“Tutto ciò in definitiva abolisce il segreto bancario”, ha affermato Regula Staempfli, una politologa svizzera residente a Bruxelles.

Alcuni rapporti evidenziano l’esistenza di una dimensione oscura, entro cui affari legittimi stanno rivolgendosi alla mafia e alla criminalità organizzata per ricevere i miliardi di cui necessitano per rimanere in carreggiata. Douglas Farah scrive nel blog dell’antiterrorismo: “C’è una forte evidenza di cartelli del Sudamerica, dell’Asia meridionale ed europei … che stanno entrando nella breccia del credito, intessendo relazioni con uomini d’affari disperati, i quali normalmente non si rivolgerebbero all’economia ‘informale’ per ottenere dei prestiti.

Tutto ciò contribuirà ad estendere ulteriormente i tentacoli della malavita nella società legale e nella struttura finanziaria. Come fatto notare da un articolo, “una criminalità organizzata forte equivale a uno stato debole”.

Un articolo del Washington Post “afferma che un nuovo rapporto ha stimato che il crimine organizzato italiano – che comprende la Camorra, Cosa Nostra e la ‘Ndrangheta – raccoglie circa 250 milioni di euro ogni giorno dai commercianti. Ciò significa circa un miliardo di dollari ogni tre giorni, o circa 122 miliardi all’anno succhiati dall’economia. E poi ci si meraviglia se l’economia italiana è costantemente in rovina?”

Se il trend continua, si avrà un tendenza che offrirà molte più opportunità alla classe criminale e, di conseguenza, una maggiore fusione tra il cosiddetto business legittimo e il supposto business illegittimo.

Tony Soprano, stai prestando attenzione?

I regolatori stanno monitorando anche il denaro mancante. Ecco un titolo dal Financial Times: “I liquidatori della Lehman Brothers hanno chiesto a Barclays spiegazioni in merito a ciò che è successo a circa 3 miliardi di dollari riservati a premi e altri vincoli che la banca inglese ricevette quando acquistò parte della compagnia di Wall Street in bancarotta lo scorso anno”.

Affari divertenti come questi sembrano parte del modo in cui vengono gestiti.

I boss delle banche sembrano sempre più persone qualunque. Ecco un intervento attribuito a Jimmy Caine, ex presidente della Bear Stearns, a riguardo di Tim Geithner, il quale gestì la vendita della sua banca a JP Morgan provocando una forte perdita: “L’audacia di quello s****** di fronte al popolo americano annunciando che stava decidendo se per una società di tale caratura tutto ciò era comunque sufficiente per chiedere un prestito… questo ragazzo pensa di avere un c**** grande. Invece non ha nulla, se non forse un fidanzato… Chi c**** te l’ha chiesto? Non sei un funzionario che è stato eletto… Sei un impiegato. Credimi, sei un impiegato. Voglio aprire il c*** a questo s******, questo è ciò che ti posso dire”.

Tutto si sta mettendo male. E’ ora di prepararsi per un lungo conflitto. Dato che l’economia crolla e il centro non tiene, come scrisse il poeta W.H. Auden, le cose cadono a pezzi.

Titolo originale: “The Financial Crisis Slams into Europe”

Fonte: http://www.globalresearch.ca/
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08.03.2009

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di MAURO SACCOL

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