LA CRESCITA SI STA SCONTRANDO CON PROFONDI LIMITI FISICI

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blankDI D. MURALI
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Chennai, 2 luglio: una volta con la stessa pietra si potevano colpire due uccelli, chiamati Ancora e Migliore, appollaiati sullo stesso ramo. Ora non più, perchè “Migliore si è spostato qualche albero più in là per fare il nido.” Il risultato è che “se avete in mano la pietra della vostra vita, o della vostra società” dovete scegliere tra i due, dice Bill McKibben in “Economia Profonda” (www.landmarkonthenet.com).

La crescita non rende più la maggior parte della gente più ricca, osserva McKibben, genera invece disuguaglianza ed insicurezza. “E la crescita si sta scontrando con limiti fisici così profondi – come il cambiamento climatico ed il peak oil – che potrebbe essere impossibile continuare ad espandere l’economia: anche solo il tentativo potrebbe rivelarsi pericoloso.

Ogni azione compiuta nella vita moderna consuma combustibili fossili, scrive McKibben. “Prima del carbone la produzione economica era limitata dagli input energetici, i quali erano tutti dipendenti dalla produzione di biomassa: cibo per gli esseri umani e gli animali domestici, e legna da ardere per alcuni processi industriali” dice una citazione di Jeffrey Sachs riportata nel libro. Un punto di svolta nella storia del genere umano fu l’invenzione del “primo motore a vapore” da parte di Thomas Newcome nel 1712. “Bruciava carbone ed usava la pressione del vapore accumulata nel boiler per operare una pompa che drenava acqua dalle miniere di carbone, permettendogli di operare in maniera più economica ed efficiente… Il suo motore rimpiazzò una squadra di 500 cavalli che camminavano in cerchio.” L’attuale richiesta di energia, alimentata dagli imperativi della “crescita”, non è limitata da ciò che possiamo coltivare. Ci affidiamo all’energia fossile, o a ciò che è cresciuto in ere precedenti, “su tutti quei milioni di anni di biologia antica schiacciati dal peso del tempo finchè non si sono trasformati in strati e giacimenti di idrocarburi, in attesa che noi li scoprissimo.”

La minore disponibilità di combustibile fossile non è l’unico limite che dobbiamo affrontare, dice l’autore. Infatti “ancora prima di esaurire il petrolio, esauriremo il pianeta.” Stiamo arrecando danni all’ambiente in mille modi diversi, ci avverte. “Dispersione dell’azoto, inquinamento da mercurio, distruzione delle foreste pluviali, estinzione delle speci e scarsità d’acqua sono solo alcuni esempi. Il pericolo incombente è il cambiamento climatico causato dal riscaldamento globale – ” dovuto all’azione isolante dei rimasugli gassosi di pozzi petroliferi e giacimenti di carbone.”

Sempre di più è veramente meglio solo fino ad un certo punto, dice McKibben, “I soldi invariabilmente comprano la felicità fino ad un reddito di circa 10.000 dollari annui” scrive citando una ricerca “Al di sopra di questo limite la correlazione scompare.” Superato il punto dove vengono soddisfatti i bisogni primari, i dati sulla “soddisfazione” si sviluppano caoticamente lungo trend incomprensibili. In un sondaggio sulla qualità della vita quasi tre quarti delle risposte erano non-materialistiche.

“Il fattore che maggiormente porta felicità risultò essere la salute, seguita da cose come essere sposati. Il reddito sembrava non importare affatto in Francia, Olanda o in Inghilterra, ed era solo il settimo o ottavo fattore in Italia, Irlanda e Danimarca.

Più vicino a casa nostra, i senza tetto di Kolkata si collocavano tra gli ultimi in “soddisfazione della vita”; tuttavia sorprendentemente la loro soddisfazione è raddoppiata quando si sono trasferiti in una baraccopoli, raggiungendo lo stesso grado di soddisfazione con la propria vita di quello di un campione di studenti preso da 47 paesi.”

Da studiare approfonditamente.

Le sei ‘C’ spingono il “pulito”

Energia solare, eolica, biocombustibili e biomateriali, case ecologiche, trasporti personali, elettricità intelligente, applicazioni mobili e filtraggio dell’acqua. Questi sono 8 settori che Ron Pernick e Clint Wilder discutono ne “La rivoluzione della Tecnologia Pulita” (www.harpercollins.com).

Gli autori sostengono che alla stregua della rivoluzione del computer, di Internet e delle biotecnologie, ora sia la tecnologia pulita che “sta portando opportunità senza precedenti nella creazione di ricchezza, sviluppo della carriera, e soluzioni innovative ad una varietà di problemi globali.”

Fino a poco tempo fa, la tecnologia pulita era vista come “alternativa”, troppo costosa, ad uno stadio di sviluppo iniziale, e così via. Ora è una “impresa fabbrica-soldi che si sta imponendo all’attenzione generale.” Ad esempio le macchine ibride sono tra i settori che crescono più rapidamente, e si prevede che l’industria del fotovoltaico continuerà ad espandersi più del 30%. La Sharp, azienda leader nella produzione di moduli fotovoltaici solari, “ha accresciuto la propria capacità produttiva dai 54 MW (megawatt) del 2000 ai 710 MW previsti per il 2007.”

Che cosa sta alimentando la rivoluzione della tecnologia pulita? Sei ‘C’, dicono Pernick e Wilder: costi, capitale, competizione, Cina, consumatori e clima. La forza più potente è semplicemente l’economia, in quanto i costi dell’energia pulita scendono costantemente mentre quelli dell’energia dei combustibili fossili salgono. “Il futuro della tecnologia pulita è in larga parte basato sulla crescita produttiva e la riduzione dei costi” prevedono gli autori.

Propongono un piano di azione in sei punti per costruire un “robusto futuro per la tecnologia pulita”. Questi includono: maggiori investimenti, per fornire la spinta finanziaria; la creazione di aree regionali di tecnologia pulita, con programmi e politiche appropriate; ed il reindirizzamento di sovvenzioni. A volte però le sovvenzioni possono essere insostenibili; ad esempio in Germania, “il rimborso solare arriva a circa 60 centesimi per kilowatt-ora, notevolmente più che il costo prevalente dell’elettricità.”

Il sistema di quote di emissioni di carbonio, un esempio di “meccanismo di sviluppo pulito”, promette di divenire una “area di crescita finanziaria enorme fino al 2020” perchè offre “una diretta, tangibile, e prevedibile penale per la produzione di emissioni di anidride carbonica, ed un incentivo economico immediato per la loro riduzione.” Questa è la logica di “più di 800 progetti sull’energia pulita in tutto il mondo”, come centrali eoliche in India e centrali alimentate con i prodotti di scarto della lavorazione della canna da zucchero in Brasile.

Il Segretariato delle Nazioni Unite per il Cambiamento Climatico spera che il meccanismo dello sviluppo pulito possa “aiutare ad ottenere una riduzione di un miliardo di tonnellate di gas ad effetto serra, cioè l’attuale emissione annuale di Spagna e Regno Unito insieme, entro il 2012.”

Una lettura interessante anche per i novellini del “pulito”.

**

Zanzare metalliche giganti

Approfondite la “sporca politica del petrolio africano” in “Pozzi Avvelenati ” di Nicholas Shaxson (www.palgrave.com). Lo sapevate che “Nel 2005 gli USA hanno importato più petrolio da questo continente che dal Medio Oriente”? O che “entro il 2008 la ExxonMobil produrrà più petrolio in Angola che negli USA”, o che “Negli ultimi 5 anni più di un quarto dei nuovi giacimenti petroliferi scoperti nel mondo si trova in Africa e questa percentuale è destinata a crescere”?

Shaxson vi porta lungo la costa occidentale dell’Africa a vedere i pozzi petroliferi che si accendono “come zanzare metalliche giganti, aggrappate alla pelle della terra con lunghe gambe sottili mentre la perforano con proboscidi d’acciaio per risucchiarne il fluido che è il sangue vitale dell’economia mondiale.”

Come i fastidiosi insetti, i pozzi possono causare irritazioni nella zona circostante a quella di estrazione, distruggendo comunità locali o inquinando terra coltivabile, racconta l’autore. La vera minaccia, come la malaria, è la maledizione delle risorse, “il pagamento nascosto e ritardato che accompagna l’estrazione….”

Una descrizione agghiacciante.

Titolo originale: “Growth is bumping against profound physical limits”

Fonte: http://BookPeek.blogspot.com
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02.07.2007

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di DANIEL MONTI

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