LA COMPOSIZIONE DELLE RISERVE DI VALUTA ESTERA

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DAL “SEMIANNUAL REPORT” DELLO US DEPARTMENT OF TREASURY

Alla fine del 1999, i paesi avevano $ 1,8 trilioni [migliaia di miliardi n.d.r.] di riserve in valuta estera. Dalla metà del 2008 lo stock di riserve di valuta estera era quasi quadruplicato raggiungendo i $ 7,0 trilioni. Nel corso di tale periodo, la quota di riserve in valuta estera detenute in dollari è scesa dal 71 per cento a 62,5 per cento mentre la quota delle riserve in euro è salita dal 18% al 27% (vedere figura)[1].

Questo cambiamento nella composizione, tuttavia, non riflette un cambiamento di preferenza tra i titolari di riserve in valuta estera (in primo luogo le banche centrali) passando dai dollari verso l’ euro, piuttosto, il cambiamento nella composizione è il risultato degli effetti relativi alla valutazione del tasso di cambio. In poche parole, il deprezzamento del dollaro tra l’inizio del 2002 e la metà del 2008 ha aumentato il valore in dollari dell’euro facendolo apparire come se i paesi si fossero impegnati ad accumulare riserve in euro ad un ritmo sempre più rapido rispetto al dollaro.

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[Composizione delle riserve in valuta estera nel 1999 e nel 2008]

Tre sono i fattori che influenzano l’utilizzo della valuta di un paese nelle riserve internazionali: le dimensioni dell’economia di quel paese, il livello delle sue attività, la liquidità e la sua apretura verso i mercati finanziari e la stabilità del valore della moneta (in particolare un basso tasso di inflazione).Una grande economia, con un mercato di capitali molto sviluppato ed un basso tasso di inflazione avrà una moneta che viene spesso utilizzata frequentemente nelle transazioni internazionali, che conserva il suo valore e può essere facilmente scambiata con altre valute (utilizzata per intervenire quindi sui mercati valutari). Un altro fattore che influenza la scelta diella riserva è il suo regime di cambio. Un paese la cui moneta è ancorata al dollaro ci si potrebbe aspettare che tenga la maggior parte delle sue riserve in dollari, in quanto potrebbe utilizzarli, intervenendo sul mercato dei cambi, per mantenere il valore della valuta locale.

Tutti questi fattori favoriscono un uso sempre maggiore dell’euro come valuta di riserva. L’area dell’euro è la seconda più grande economia al mondo (quasi il 90 percento rispetto al livello dell’ economia USA), con mercati di capitale ben sviluppati ed un basso tasso di inflazione
Inoltre, dalla creazione dell’euro 10 anni fa, molti paesi (in particolare quelli che sperano di ottenere l’ingresso nella zona euro) hanno ancorato. le loro monete a quella europea. Nella misura in cui questi paesi sono state accumulate riserve tendono probabilmente a preferire l’euro.

Variazioni dei tassi di cambio e la composizione per valuta delle riserve

I cambiamenti nella composizione per valuta delle riserve risultano non solo dagli acquisti e dalle vendite di valuta estera, ma la composizione di tali riserve viene influenzata anche dalle variazioni dei tassi di cambio. La quota in dollari è risultata relativamente stabile tra il 1999 e il primo trimestre del 2002, nel quale oscillava tra il 71 e 73% del totale delle riserve. Per quanto riguarda l’euro, la quota di riserva è leggermente aumentata, raggiungendo quasi il 20 per cento nel primo trimestre del 2002. Tra il primo trimestre del 2002 e il secondo trimestre del 2008, la quota relativa al dollaro è scesa di 9 punti percentuali, mentre qeulla dell’euro è aumentata di 7 punti percentuali. Durante questo periodo il dollaro si è deprezzato del 45% rispetto all’euro, del 29% per cento sulla sterlina, del 20% contro lo yen e del 40% nei confronti del franco svizzero. Il deprezzamento del dollaro rispetto a queste altre valute di riserva avrebbe provocato un abbassamento della quota relativa in dollari anche in assenza di eventuali cambiamenti nelle riserve. I dati reelativi alle valute di riserva sono riportati in dollari. Un deprezzamento del dollaro (o un apprezzamento dell’euro) farebbe aumentare il valore in dollari dello stock in euro nonché il totale del valore delle riserve in dollari.

Un modo per esaminare l’effetto delle variazioni del tasso di cambio sulla composizione per valuta delle riserve è quello di vedere cosa sarebbe successo nella composizione delle riserve, se i tassi di cambio non fossero cambiati. La tabella seguente mostra la composizione delle riserve in valuta tra il 2002 e il 2008 mantenendo fissi i tassi di cambio ai valori del II° Trimestre del 2002 Nel primo trimestre del 2002, quasi il 72% delle riserve erano in dollari ed il 20% in euro. Se i tassi di cambio fossero rimasti costanti, nel corso del secondo trimestre del 2008 il 73 per cento delle riserve sarebbe stato in dollari e il 17% in euro.


[Composizione delle riserve considerando tassi di cambio costanti tra il 2002 e il 2008]

Questi dati indicano che non vi è stata alcun tendenza nel preferire una diminuzione delle riserve in dollari. Invece sembra che nel corso degli ultimi sei anni la massa delle riserve in dollari abbia superato quelle espresse in euro Sul lungo periodo è probabile che la quota nelle riserve relativa all’euro debba aumentare, tuttavia vi sono scarse evidenze empiriche che mostrano una tendenza al cambiamento nella composizione delle riserve dopo la creazione dell’euro.

NOTA

[1] Le percentuali relative alle valute si basano su dati provenienti dal FMI COFER database. La segnalazione delle valute di riserva non è obbligatoria. Tutte le economie avanzate riportano la composizione delle loro riserve di valuta. Le segnalazioni dei mercati emergenti e dei paesi in via di sviluppo sono state tra 80 e 90 rapporti (su 160 paesi) e rappresentavano tra il 51 ed il 66 % del totale delle riserve di questo gruppo. Il FMI non rivelare l’elenco dei paesi che inviano i loro rapporti al database del COFER

Titolo originale: ” Semiannual Report on International Economic and Exchange Rate Policies
(Appendix I)”

Fonte: http://www.ustreas.gov
Link
12.2008

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di ANTONIO PAGLIARONE

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