La CIA, la NATO e il grande golpe dell’eroina

Perchè Miami era diventata il centro del fascismo internazionale e del complotto per l'assassinio del presidente Kennedy

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Cynthia Chung
cynthiachung.substack.com

Questa è la quarta parte di una serie di cinque parti. Nella Parte 1 spiegavo come mai vi sono tanti nazisti in Ucraina; la Parte 2 invece illustra come il movimento nazionalista ucraino del secondo dopoguerra sia stato comprato e pagato dalla CIA. La Parte 3, che passa in rassegna gli elementi chiave dell’Operazione Gladio della NATO, andrebbe letta prima di questo articolo.

L’Operazione Underworld e l’Office of Naval Intelligence (ONI)

Charles “Lucky” Luciano (1897-1962) è stato il gangster più influente e di successo della storia americana. Negli Stati Uniti è considerato il padre del moderno crimine organizzato, e questo perché, nel 1931, aveva fondato la Commissione. Nel 1936 Luciano era stato condannato per sfruttamento e gestione del racket della prostituzione. Era stato condannato ad una pena da 30 a 50 anni di carcere, ma, durante la Seconda Guerra Mondiale, l’Office of Naval Intelligence (ONI) della Marina degli Stati Uniti gli aveva fatto un’offerta.

A Luciano era stata promessa la libertà definitiva in cambio dell’arruolamento della mafia del Sud Italia come quinta colonna a sostegno della causa alleata contro Mussolini. Questo sarebbe stato il seme che avrebbe generato le potenti famiglie mafiose dell’Italia meridionale, incaricate dagli Stati Uniti di fungere da guardie pretoriane all’interno degli eserciti stay-behind.

Con l’incarico a Meyer Lansky, capo della mafia ebraica, di fare da tramite tra Luciano e l’ONI era nata l’Operazione Underworld. Luciano aveva ordinato ai suoi uomini di obbedire a Lansky, mettendolo in questo modo al vertice di gran parte della mafia italo-americana.

Nel 1946 Thomas Dewey (allora governatore di New York), che a suo tempo aveva mandato Luciano in prigione, lo graziò per il suo servizio alla causa alleata e Luciano fu deportato in Italia insieme ad alcuni dei suoi luogotenenti, non prima però di aver incontrato gli agenti dell’OSS (Office of Strategic Services).

Nel giugno del 1973, Le Monde aveva svelato la parte americana del legame tra intelligence e mafia:

“Istruito dalla sua esperienza di collaborazione con i servizi segreti americani, Lucky Luciano era solito raccomandare ai suoi onorevoli corrispondenti sparsi da Beirut a Tangeri, passando per Ankara e Marsiglia, di comportarsi come lui aveva fatto. Era stato così che spacciatori e corrieri erano diventati informatori dell’MI5 [britannico], della CIA [americana], dello SDECE [francese], dell’organizzazione Gehlen [tedesca occidentale] e persino del SIFAR italiano.” (1)

Questa relazione speciale tra la mafia e queste agenzie di intelligence sarebbe rimasta salda per diversi decenni e si è protratta fino ad oggi.

L’impero cubano di Meyer Lansky

Meyer Lansky (1902-1983) insieme a Lucky Luciano aveva creato il Sindacato Nazionale del Crimine, conosciuto semplicemente come “il Sindacato.” Lansky era stato la mente finanziaria del Sindacato e il suo presidente dal 1947 circa.

All’inizio degli anni Cinquanta, aveva iniziato a costruire il suo impero cubano, con sede all’Avana. Lansky governava letteralmente Cuba scavalcando il dittatore Fulgencio Batista. Quando nel 1944 le elezioni libere avevano cacciato il suo caro amico e dittatore cubano Fulgencio Batista, anche Lansky aveva abbandonato Cuba, affidando il suo impero alla famiglia Trafficante, guidata dal vecchio Santo (Santo Trafficante era l’erede della rete di Luciano a Cuba).

Lansky e Batista si erano stabiliti a Hollywood, in Florida, a nord di Miami. In breve tempo, Lansky era arrivato a gestire una rete di casinò illegali sulla costa orientale, ampliando il traffico di stupefacenti iniziato da Lucky Luciano. I mafiosi più anziani consideravano il traffico di stupefacenti un tabù, così l’ala di Lansky del Sindacato aveva affidato il mercato al figlio maggiore di Trafficante, Santo Jr, che supervisionava il traffico di eroina. Quando, nel 1954, era morto il vecchio Santo, il giovane Trafficante era diventato il braccio destro di Lansky e il gestore dei suoi interessi cubani.

Nel 1950, dopo la chiusura dei suoi casinò illegali in Florida, Lansky aveva promosso il ritorno al potere a Cuba di Batista. E così, probabilmente non a caso, Fulgencio Batista, che era stato presidente eletto di Cuba dal 1940 al 1944, era ritornato a Cuba come dittatore militare sostenuto dagli Stati Uniti dal 1952 al 1959, finché non era stato rovesciato dalla Rivoluzione cubana guidata da Fidel Castro.

Con Castro al potere a Cuba, Lansky e Trafficante si erano ritrovati nei guai: Castro aveva mandato loro il chiaro messaggio che non erano più i benvenuti nell’isola. Negli anni successivi, insieme a Lansky e Trafficante, mezzo milione di Cubani aveva lasciato l’isola e 250.000 si erano stabiliti in Florida, sede del nuovo quartier generale di Trafficante.

Dopo essere stato cacciato da Cuba e aver chiuso i suoi casinò in Florida, Lansky aveva creato un altro paradiso del gioco d’azzardo a Nassau, nelle Bahamas.

Oltre ai proventi del gioco d’azzardo, la maggior parte dell’incredibile bottino dei traffici di narcotici statunitensi, compresa la quota dei Corsi, veniva riciclata attraverso la Miami National Bank di Lansky, a Nassau e su conti cifrati in Svizzera e in Libano. (2)

Lansky sarebbe diventato il re mondiale senza corona degli stupefacenti. Le sue decisioni avevano ripercussioni su tutti, compresi i pezzi grossi di Francia e Italia. Le connessioni di Lansky passavano per Las Vegas, Roma, Marsiglia, Beirut e Ginevra.

Miami come nuovo centro dell’Internazionale Fascista

All’inizio del 1980, Alan Pringle, capo dell’ufficio della DEA di Miami, aveva riferito ad un giornalista dell’Associated Press che le banche di Miami costituivano “la Wall Street” degli spacciatori. (3)

Era stato Henrik Kruger a denunciare per primo questo fatto nel 1980 con il suo libro avvincente e meticoloso “The Great Heroin Coup: Drugs, Intelligence & International Fascism,” in cui Miami veniva delineata come il nuovo centro di questo fascismo internazionale conseguente al “grande colpo di stato dell’eroina.”

Non è compito di questo saggio analizzare la cosa in dettaglio; tuttavia i punti importanti dimostrati da Kruger sono che la mafia corsa (con la Turchia e il Libano come produttori grezzi) era stata sostituita come principale produttore e spacciatore di eroina di alta qualità dalla mafia siciliana – insieme al Sud-Est asiatico e al Sud America. Questa transizione era stata sostenuta e attuata dalla CIA, che controllava la DEA. La “guerra alle droghe” di Nixon aveva fatto chiudere alcuni produttori e alcuni canali di eroina, ma, in ultima analisi, era stata progettata per aprire il mercato a nuovi fornitori, che sarebbero stati sotto un più stretto controllo americano. Proprio come in Vietnam, i Francesi sarebbero stati estromessi dagli Americani da ogni posizione di potere e, d’ora in poi, avrebbero dovuto sottomettersi a questo nuovo re della giungla.

Il sindacato di Lansky era stato determinante nel guidare questa transizione in modo sicuro nelle mani della CIA e delle agenzie di intelligence alleate, in gran parte affiliate all’Operazione Gladio della NATO. Miami era divenuta il centro operativo non solo per Meyer Lansky, ma anche per la CIA per tutto ciò che riguardava l’eroina e, col tempo, anche per Cuba.

Henrik Kruger scrive:

L’”Internacional Fascista di Madrid era stata il risultato di molti anni di pianificazione da parte del defunto nazista Otto Skorzeny che, negli anni Cinquanta, aveva lavorato per la CIA. Tra i suoi membri c’erano ex agenti delle SS, terroristi dell’OAS, scagnozzi della temuta polizia segreta portoghese (PIDE), terroristi della Fuerza Nueva spagnola, fascisti argentini e italiani, esuli cubani, gangster francesi della SAC ed ex agenti della CIA induriti dalle campagne di terrore nell’Operazione 40, in Guatemala, Brasile e Argentina.

Oltre al CORU, tra i militanti dell’Internacional Fascista vi erano stati, in vari momenti, l’Esercito di Liberazione del Portogallo (ELP) e il suo contingente Aginter Press guidato da Yves Guerin-Serac, l’italiano Ordine Nuovo guidato da Salvatore Francia e Pierluigi Concutelli; la Guerriglia di Cristo Re, l’Associacion Anticommunista Iberica e l’Alianza Anticommunista Apostolica (AAA), da non confondere con l’AAA argentina, rappresentata anche nell’Internacional Fascista e nel gruppo Paladin.”

[Nota: il CORU era un’”organizzazione ombrello” dei Cubani in esilio; Coordinacion de Organisaciones Revolucionarias Unidas. La sede del CORU era a Miami].

L’importanza di Miami nel mondo del fascismo internazionale rimane uno dei segreti meglio custoditi d’America. Le sue propaggini si estendevano oltre l’Atlantico, fino all’operazione Aginter, originariamente a Lisbona, e a Skorzeny, tranquillamente insediato a Madrid, al centro della sua rete di contrabbando di armi. Per Kruger, l’asse Miami-Lisbona-Madrid-Roma era la logica continuazione dei risultati ottenuti dalla CIA nello stringere alleanze con gli alti funzionari nazisti.

Il gruppo neofascista Paladin e l’agenzia di intelligence spagnola La Dirección General de Seguridad (DGS) erano entrambi gestiti dal colonnello Otto Skorzeny, criminale di guerra nazista.

Miami era uno snodo internazionale e, a tutti gli effetti, una stanza di compensazione per il lucrosissimo racket degli stupefacenti della CIA e per molto altro ancora, compreso il terrorismo internazionale o, come aveva scritto Kruger, “la fusione del fascismo europeo e americano aveva avuto il battesimo a Miami.”

La stazione della CIA di Miami JM/WAVE era una delle principali stazioni statunitensi per le operazioni segrete e la raccolta di informazioni, attiva dal 1961 al 1968. Aveva sponsorizzato una serie di attacchi “mordi e fuggi” contro obiettivi strategici cubani che avevano coinvolto un numero di uomini e mezzi superiore a quello della Baia dei Porci. Circa 300 agenti e 4600 esuli cubani avevano partecipato alle azioni di JM/Wave.

Kruger scrive:

“Come si era scoperto in seguito, una delle sue ultime operazioni è stata chiusa perché uno dei suoi aerei era stato sorpreso a contrabbandare narcotici negli Stati Uniti… Nel periodo di attivatà di JM/Wave si era verificata una grande espansione delle connessioni tra la lobby cinese [Kuomintang], Trafficante, gli esuli cubani e la CIA.”

Kruger scrive:

“Con l’inizio della sua guerra segreta, la nuova stazione era divenuta la più grande dell’agenzia e il posto di comando per le sue operazioni anticastriste in tutto il mondo. Il suo budget annuale di 50-100 milioni di dollari finanziava le attività di 300 dipendenti permanenti, la maggior parte dei quali erano agenti che controllavano altre migliaia di agenti cubani in esilio. Ogni stazione principale della CIA aveva almeno un agente assegnato alle operazioni cubane, che in ultima analisi riferiva a Miami. In Europa tutte le questioni cubane passavano attraverso la stazione di Francoforte [in Germania], che, a sua volta, riferiva a JM/Wave.

…Nel 1963 l’agenzia aveva organizzato una rivoluzione in Honduras, un’altra nella Repubblica Dominicana e una terza in Guatemala. Nel 1964 aveva favorito il colpo di Stato militare del generale Branco in Brasile. Nel 1965 le Forze speciali si erano unite ai Marines statunitensi per reprimere la guerra civile nella Repubblica Dominicana e, nel 1966, la CIA aveva aiutato e favorito il colpo di Stato militare del colonnello Ongania in Argentina.

… Nello stesso periodo, organizzazioni di attivisti esuli cubani erano sorte in tutta la Little Havana di Miami, dando origine, a loro volta, a sottogruppi terroristici, come Alfa 66 e Omega 7, i cui leader più noti… erano stati addestrati dalla CIA…

Quando JM/Wave era stata smantellata, Shackley e il suo staff avevano lasciato Miami per il Laos, lasciandosi alle spalle un esercito altamente addestrato di 6.000 Cubani fanaticamente anticomunisti, alleati del crimine organizzato e di potenti elementi dell’estrema destra statunitense…” [enfasi aggiunta].

JM/Wave si occupava di tutto ciò che era cubano, in qualsiasi parte del mondo si trovasse. La CIA manteneva la sua grande stazione JM/WAVE e gestiva una fitta rete di basi di addestramento paramilitare e di case sicure.

Howard Hunt e Bill Harvey, che conosceremo tra poco, lavoravano entrambi per JM/Wave.

I Cubani di Miami si erano uniti ai terroristi dell’Aginter Press in Guatemala. Un centinaio di Cubani residenti in Florida si era arruolato nell’esercito fascista dell’Aginter Press-ELP in Spagna, dove erano stati coinvolti in atti di terrorismo. [Nota: Aginter Press era la base di addestramento e distribuzione dei paramilitari fascisti francesi dell’OAS che avevano operato in gran parte per la Gladio della NATO, vedere Parte 3].

A questo punto, dovremmo vedere un quadro raffigurante la NATO/CIA/la mafia italo-americana/gli esuli cubani/e i fascisti, compresi i nazisti, che lavorano tutti per lo stesso apparato ed essenzialmente per lo stesso obiettivo: rovesciare i leader democraticamente eletti e sostituirli con dittatori e governi fascisti di destra, con i profitti del traffico di stupefacenti utilizzati a loro volta per finanziare attività terroristiche di destra a livello globale, sul modello di Gladio. Il “grande colpo di stato dell’eroina,” denunciato da Henrik Kruger, prevedeva il controllo completo dei profitti dell’eroina proprio a questo scopo.

Gli “Idraulici” della Casa Bianca di Nixon e la “guerra alla droga”

La storia del coinvolgimento di Nixon nel Watergate si intreccia con quella del suo coinvolgimento personale nella lotta alla droga. La dichiarazione pubblica di Nixon, nel giugno 1971, della sua guerra all’eroina aveva riunito gli Idraulici della Casa Bianca, gli esuli cubani e persino le “squadre di sicari” con lo scopo dichiarato di combattere il traffico internazionale di stupefacenti.

Kruger scrive:

“Il 17 luglio 1972 James McCord, Frank Sturgis, Bernard Barker, Eugenio Rolando Martinez e Virgilio Gonzalez, guidati da [E. Howard] Hunt e [G. Gordon] Liddy, avevano fatto irruzione negli uffici dei Democratici nel Watergate, a Washington. Di questi sette uomini, quattro erano di Miami, quattro erano agenti attivi o ex della CIA, quattro erano stati coinvolti nell’invasione della Baia dei Porci e tre erano strettamente legati alla mafia cubana dei narcotici.”

[Nota: Frank Sturgis (nome originale Frank Fiorini) era uno dei contatti CIA di Trafficante. Alla fine degli anni ’60, Sturgis dirigeva la Brigata Internazionale Anticomunista (IACB) di Miami, che si dice fosse finanziata dal Sindacato di Meyer Lansky. (4)]

Le credenziali di E. Howard Hunt risalgono alla Seconda Guerra Mondiale, quando era di stanza a Kunming, nella Cina meridionale, nella provincia dello Yunnan, e lavorava per l’OSS. L’OSS sosteneva Chiang Kai-shek e il suo esercito del Kuomintang (KMT), che si supponeva combattessero contro i Giapponesi fascisti e, allo stesso tempo, portassero avanti una guerra civile con i comunisti cinesi di Mao Zedong.

Lo Yunnan, sotto Chiang Kai-shek (con la supervisione di una fazione dell’OSS), era diventato il centro della coltivazione dell’oppio in Cina e Kunming il centro delle operazioni militari, in cui operavano la 14a Forza Aerea di Claire Chennault e il Distaccamento 202 dell’OSS (il predecessore della CIA). [Per saperne di più sull’alleanza del KMT con la CIA ed altri nel traffico globale di eroina, si veda un prossimo articolo].

È qui che Hunt aveva incontrato Lucien Conein, capitano della Legione straniera francese diventato agente dell’OSS.

Kruger scrive:

“E. Howard Hunt era chiaramente l’uomo della lobby Cina/Cuba/America Latina. Il fatto che fosse legato anche alla WACL è suggerito dal fatto che William F. Buckley, amico intimo di Hunt da vent’anni e padrino dei suoi figli, era uno dei principali sostenitori della WACL negli Stati Uniti. Agli stessi gruppi di pressione erano legati anche Lucien Conein e l’ex capo dell’intelligence del Dipartimento di Stato, Ray S. Cline, che continuava ad essere un ospite frequente della roccaforte WACL di Taiwan.”

Hunt e Conein erano stati le forze vitali dietro il grande golpe dell’eroina della Casa Bianca. Hunt aveva assicurato agli esuli cubani il necessario appoggio…”.

Per essere chiari, Kruger, quando parla della lobby Cina/Cuba/America Latina, non si riferisce ai loro leader comunisti, ma piuttosto ai caporioni fascisti: Chiang Kai-shek, Batista e ai dittatori fascisti latinoamericani.

Nel secondo dopoguerra, l’Indocina era rimasta la base operativa di Conein, quando, come Hunt, era passato dall’OSS al suo successore, la CIA. Aveva quindi operato in tutto il Vietnam del Sud e del Nord, in Cambogia e in Birmania, diventando il massimo esperto statunitense della zona e della mafia corsa che contrabbandava l’oppio.

Peter Dale Scott ha scritto nella sua prefazione a “Il grande golpe dell’eroina” di Kruger:

“Ma alcuni dei vecchi faccendieri cinesi connessi alla rete avevano iniziato a passare alla nuova DEA. Come abbiamo visto, Hunt aveva assicurato un posto in quella che, alla fine, sarebbe diventata la DEA al suo vecchio amico dell’OSS-Kunming Lucien Conein e Conein, a sua volta, aveva raccolto in Deacon I la sua banda di Cubani della CIA, almeno uno dei quali, secondo i rapporti della CIA, aveva già preso parte ad un’operazione degli squadroni della morte.

… una serie di recenti rivelazioni… collega i membri della Aginter-CORU all’assassinio del presidente John F. Kennedy. Sembra, dalle recenti pubblicazioni della House Select Committee on Assassinations, che almeno tre Cubani di spicco nel caso Letelier, nel 1963 facevano parte di un’organizzazione di esiliati cubani, cosa che, secondo il Comitato, avrebbe giustificato una “indagine approfondita” nel caso dell’assassinio Kennedy. Le attività di Lee Harvey Oswald a New Orleans lo avevano messo in contatto con un gruppo anticastrista sostenuto finanziariamente da questa organizzazione e con Americani legati alla futura comunità Aginter e forse con l’OSA. E, il 23 novembre 1963, Jean Rene Souetre, un terrorista dell’OAS e futuro agente dell’Aginter, secondo rapporti della CIA recentemente declassificati, sarebbe stato “espulso dagli Stati Uniti a Fort Worth o a Dallas 18 ore dopo l’assassinio [di Kennedy].” [enfasi aggiunta]

Kruger scrive:

“Quando Lucien Conein era diventato capo della Sezione Operazioni Speciali della DEA, dopo aver creato il Gruppo Operazioni Speciali della DEA (DEASOG), sotto la copertura della BR Fox Company e con sede nella Connecticut Avenue a Washington, avrebbe portato avanti un programma di uccisioni mirate. I dodici membri del DEASOG – la “Sporca Dozzina” – erano agenti della CIA di origine latina, con grande esperienza, trasferiti all’agenzia antidroga per l’occasione. Prima del DEASOG, Conein aveva messo in piedi un’altra operazione di “intelligence” della DEA, Deacon I, impiegando esuli cubani veterani dei campi di addestramento della CIA, supervisionati da altri trenta cubani, tutti provenienti dai servizi clandestini della CIA… La nascita della DEA era stata successiva al golpe dell’eroina. Gli agenti della CIA di Hunt e Conein si erano trasferiti nell’intelligence e nelle operazioni della DEA...” [grassetto aggiunto]

Nel 1952, il presidente guatemalteco Arbenz aveva fatto approvare un’importante legge di riforma agraria che mirava a ridistribuire il 70% della superficie agricola del Paese al popolo togliendola dalle mani del 2% di proprietari terrieri. Tra quel 2% c’era la United Fruit Company, che aveva molteplici legami con Washington DC e la CIA, tra cui Walter Bedell Smith (ex direttore della CIA) che sarebbe entrato nel suo consiglio di amministrazione dopo il colpo di stato, i capitali della famiglia di Henry Cabot-Lodge, dalla parte dei Cabot e lo studio legale Sullivan & Cromwell di Allen e Foster Dulles. (5)

Nel 1954, la CIA aveva orchestrato un colpo di Stato per conto della United Fruit per rovesciare il presidente del Guatemala Arbenz e E. Howard Hunt era il responsabile dell’azione politica dell’agenzia. (6)

Kruger scrive:

“Alcune persone facevano praticamente parte dell’intero spettro dell’alleanza. Tra queste vi erano Howard Hunt e Tommy Corcoran, l’uomo che aveva fatto il lavoro sporco per la United Fruit. La United Fruit era un cliente della Double-Chek Corp. con sede a Miami, una copertura della CIA che forniva aerei per l’invasione della Baia dei Porci. Corcoran era l’accompagnatore a Washington della vedova del generale Chennault, Anna Chen Chennault, ex capo della Lobby cinese [Kuomintang], la chiave per l’oppio del Sud-Est asiatico.”

Alla nuova politica ufficiale della CIA in materia di droga si era affiancata quella non ufficiale. Il lavoro sporco di quest’ultima era svolto da un’ampia fazione all’interno della DEA che tollerava, se non addirittura incoraggiava, un esercito numeroso e apparentemente indipendente di terroristi esuli cubani (addestrati dalla CIA), disponibili ad agire in America Latina su richiesta dei dittatori in carica.

Tuttavia, tutto questo sarebbe dovuto accadere quasi un decennio prima.

Secondo un articolo del New York Times del 2 giugno 1964:

“L’ex vicepresidente Richard M. Nixon voleva che l’invasione della Baia dei Porci a Cuba avvenisse prima delle elezioni nazionali dell’8 novembre 1960… Nixon sperava in un’invasione prima dell’8 novembre perché “sarebbe stato facile vincere” le elezioni se l’amministrazione Eisenhower avesse rovesciato Fidel Castro negli ultimi giorni della campagna presidenziale.”

Nixon era stato vicepresidente di Eisenhower per 8 anni, dal gennaio 1953 al 1961; avrebbe dovuto vincere le successive elezioni, lo sapevano tutti, ma Kennedy (che era a conoscenza di questo piano d’invasione segreto) era riuscito a sfilargli la vittoria da sotto il naso grazie alla sua calcolata e dura posizione contro Castro e al suo sostegno ad una ribellione a Cuba in tutto il dibattito pre-elettorale, mentre Nixon aveva ritenuto fosse meglio fingere di opporsi ad una cosa del genere perché pensava che avrebbe compromesso il vero piano, che mirava allo stesso obiettivo.

E così, decenni di pianificazione erano andati in fumo, Nixon era fuori e Kennedy era dentro.

Il Piano Northwood, la Baia dei Porci e l’operazione “Eliminazione per illuminazione”

Kennedy non era stato l’unico a rovinare la festa. Il rovesciamento di Batista e l’espulsione dell’impero cubano di Lansky, compreso il suo commercio di eroina, da parte di Fidel Castro nel 1959 era stato a dir poco problematico per questi piani a lungo termine.

Fidel Castro che, come de Gaulle, era un maestro nello sventare tentativi di assassinio e colpi di stato, avrebbe governato Cuba dal 1959 al 2011.

La Cuba di Castro era considerata inaccettabile per il semplice motivo che stava sconvolgendo lo status quo di come si sarebbero dovuti fare gli “affari.” Con la presa di potere di Castro, le grandi imprese avevano perso molto denaro, non solo per il sindacato di Lansky, ma anche per parecchie aziende di Fortune 500 ,come la United Fruit Company, la U.S. Steel, la DuPont e la Standard Oil (tra le tante), e questo la dice lunga su quale fosse il vero tipo di affari in cui erano coinvolte quelle aziende. (7)

Quindi, Castro doveva andarsene. E la CIA e il Pentagono erano venute in soccorso, o almeno questo doveva essere il copione…
Kennedy si era insediato il 20 gennaio 1961. Oltre ad ereditare la responsabilità del benessere del Paese e del suo popolo, avrebbe ereditato anche una guerra segreta gestita dalla CIA con Cuba comunista.

Il fiasco della Baia dei Porci, o più giustamente chiamato tradimento, era durato dal 17 al 20 aprile 1961 e aveva portato al licenziamento del direttore della CIA Allen Dulles, del vicedirettore della CIA per la pianificazione, Richard M. Bissell Jr., e del vicedirettore della CIA Charles Cabell (per maggiori dettagli su questo argomento si veda qui).

Kruger scrive:

“Non era mai esistito un gruppo di cospiratori più rimarchevole e fanatico di quello riunitosi per creare, finanziare e addestrare la forza di invasione della Baia dei Porci. Le figure di spicco della CIA erano il protetto di Lansdale, Napoleon Valeriano, il misterioso Frank Bender e E. Howard Hunt, a sua volta coinvolto in almeno uno degli attentati alla vita di Fidel Castro. Erano supportati da un piccolo esercito di agenti della CIA provenienti da quattro società sotto copertura di Miami.”

Peter Dale Scott scrive nella sua prefazione a “Il grande golpe dell’eroina” di Kruger:

“… Per la Baia dei Porci la CIA aveva rimesso insieme la vecchia squadra del Guatemala (compreso Hunt… che supervisionava il reclutamento dei Cubani). Con il fallimento della Baia dei Porci, Cuba era divenuta per l’America ciò che l’Algeria era stata per la Francia. L’esplosiva controversia politica aveva fatto sì che migliaia di esuli cubani, molti dei quali con un passato nell’ambiente dell’Avana, venissero addestrati dagli Stati Uniti come guerriglieri e/o terroristi, per poi essere lasciati in un limbo politico… Un progetto della CIA nato dall’Operazione 40 (l’elemento di controllo della forza d’invasione della Baia dei Porci) aveva dovuto essere interrotto, quando il traffico di droga dei suoi membri era diventato troppo imbarazzante. Nel 1973 Newsday aveva riferito che “almeno l’8% della forza d’invasione della Baia dei Porci, composta da 1500 persone, era stata successivamente indagata o arrestata per spaccio di droga.” [enfasi aggiunta]

In realtà, l’operazione della Baia dei Porci era destinata a fallire. Il suo scopo era quello di suscitare la protesta dell’opinione pubblica per un’invasione militare diretta di Cuba. È di dominio pubblico un incontro (o più giustamente descritto come un intervento) in cui il vicedirettore della CIA per la pianificazione, Richard Bissell, il presidente dello Stato Maggiore Lyman Lemnitzer e l’ammiraglio Burke, capo della Marina, avevano praticamente cercato di forzare il presidente Kennedy ad approvare un attacco militare diretto a Cuba. L’ammiraglio Burke si era già preso la libertà di imbarcare due battaglioni di Marines su un cacciatorpediniere della Marina al largo delle coste cubane, “prevedendo che alle forze statunitensi potesse essere ordinato di entrare a Cuba per salvare un’invasione mal riuscita” (per maggiori informazioni su questo argomento, fare riferimento qui).

Ci sarebbero stati molti altri tentativi di assassinare Castro e diversi tentativi di colpo di stato. Uno dei piani più bizzarri sarebbe venuto, non a caso, dall’esperto di operazioni segrete Edward Lansdale, capo della Missione militare di Saigon e protetto del generale Lemnitzer, che voleva inviare un sottomarino sulla costa al largo de L’Avana dove avrebbe creato intensi effetti luminosi. Allo stesso tempo, secondo il piano di Lansdale, gli agenti a Cuba avrebbero avvertito i nativi religiosi della seconda venuta di Cristo e dell’avversione del Salvatore per Fidel Castro. Il piano era stato chiamato “Eliminazione tramite illuminazione,” ma, alla fine, era stato accantonato. (8)

Sarebbe divertente se piani del genere rimanessero sulla carta, ma questi uomini sono stati responsabili della tortura e della morte di innumerevoli persone in progetti che sono diventati realtà.

Nel 1959, non appena divenuto Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, il generale Lemnitzer aveva messo Lansdale dietro ad una scrivania nell’ufficio del vice segretario alla Difesa Gilpatric, al Pentagono. Lansdale era stato messo a capo dell’Operazione Mangusta sotto il diretto patrocinio di Lemnitzer, con l’obiettivo principale di eliminare Castro in aperta violazione delle leggi federali che vietavano gli omicidi politici. L’Operazione Mangusta era una vasta campagna di attacchi terroristici contro i civili e di operazioni segrete condotte dalla CIA ed era gestita da JM/Wave a Miami. Lansdale avrebbe partecipato a molte operazioni segrete, tra cui raid e bombardamenti a Cuba e contro altri obiettivi in tutta l’America Latina.

Nel marzo 1962, il generale Lyman L. Lemnitzer, non avendo capito cosa era successo a Dulles, Bissell e Cabell, aveva deciso che sarebbe stata una buona idea sottoporre l’Operazione Northwoods al presidente Kennedy per l’approvazione.

L’Operazione Northwoods era una proposta per un’operazione false-flag contro i cittadini americani, che prevedeva che gli agenti della CIA inscenassero e commettessero effettivamente atti di terrorismo contro obiettivi militari e civili americani, incolpando poi il governo cubano per giustificare una guerra contro Cuba. Il piano era stato specificamente redatto dal generale Lemnitzer e presenta una notevole somiglianza con l’Operazione Gladio della NATO (vedi Parte 3).

La logica di Northwoods era quella di Gladio. Lo stato maggiore propendeva per la violenza pianificata perché riteneva che i benefici ottenuti dallo Stato contassero più dell’ingiustizia contro i singoli. L’unico criterio importante era il raggiungimento dell’obiettivo e l’obiettivo era un governo di destra.

Memorandum dell’Operazione Northwoods 13 marzo 1962.

Non c’era una sola voce nel manuale Northwoods che non fosse un palese atto di tradimento; eppure l’establishment militare statunitense aveva inviato il documento “Top Secret – Giustificazione per l’intervento militare degli Stati Uniti a Cuba” direttamente sulla scrivania del Segretario alla Difesa Robert McNamara, perché lo trasmettesse al Presidente Kennedy.

Inutile dire che il presidente Kennedy aveva rifiutato la proposta e, pochi mesi dopo, il generale Lemnitzer era stato estromesso dalla direzione dello Stato Maggiore, dopo essere stato in carica dal 1° ottobre 1960 al 30 settembre 1962.

Tuttavia, la NATO non aveva perso tempo e, nel novembre 1962, Lemnitzer era stato nominato comandante del Comando Europeo degli Stati Uniti e Comandante supremo alleato per l’Europa della NATO, incarico che avrebbe ricoperto dal 1° gennaio 1963 al 1° luglio 1969.

Lemnitzer era perfetto come supervisore delle operazioni Gladio in tutta Europa. Nel 1952 era stato uno dei principali fautori della creazione del Gruppo Forze Speciali a Fort Bragg, dove i commando venivano addestrati alle arti della guerriglia in caso di invasione sovietica dell’Europa. In breve tempo questi uomini, che indossavano con orgoglio i caratteristici berretti verdi, avrebbero collaborato con discrezione con le forze armate di una serie di Paesi europei e partecipato a operazioni militari dirette, alcune delle quali estremamente delicate e di dubbia legalità.

Una di queste operazioni di dubbia legalità era la coalizione NATO/CIA che aveva sponsorizzato almeno due tentativi di assassinare il Presidente de Gaulle. Come tutta risposta, de Gaulle aveva espulso dalla Francia il quartier generale della NATO, fatto uscire la Francia dalla NATO e impartito a Lemnitzer l’ordine sommario di lasciare la NATO (vedi Parte 3). Anche Permindex e il World Trade Center (WTC) erano stati coinvolti in questi attentati alla vita di de Gaulle ed erano stati costretti a chiudere le loro sedi in Svizzera, come da ordini di de Gaulle, di cui parleremo tra poco. Se gli ordini di de Gaulle non fossero stati rispettati, il presidente francese avrebbe potuto anche scatenare una guerra e la cosa aveva quindi causato un po’ di confusione, ma, in pratica, il gioco era continuato come prima.

Per la CIA e il Pentagono, Kennedy era il classico toro nel negozio di cristallerie. L’insistenza di Kennedy nel voler supervisionare gli atti di guerra non ortodossi all’interno del Paese, la sua marcia indietro nella crisi missilistica tra Stati Uniti e Unione Sovietica, la rimozione dei missili di prima linea dalla Turchia, l’essersi adoperato in tutti i modi per porre fine alla guerra del Vietnam, l’aver sconvolto le operazioni degli esuli cubani e l’aver riportato l’America in tempo di pace quando era perfettamente ovvio che il Pentagono pensava che la minaccia sovietica e cinese non fosse mai stata così grande. E l’insulto finale, il licenziamento del padrino della CIA Allen Dulles e del primo capo di stato maggiore, il generale Lemnitzer, spedito in esilio.

La CIA, il Pentagono e la NATO erano d’accordo. Kennedy doveva andarsene.

Gladio, Permindex, World Trade Centre e l’OAS come strumenti della MURDER INC.

Ferenc Nagy era stato per breve tempo premier dell’Ungheria, fino all’arrivo dei comunisti, che lo avevano costretto a lasciare l’incarico nel maggio 1947. Nagy aveva ottenuto l’asilo politico dagli Stati Uniti e, nel 1948, si era insediato nell’area di Washington DC e aveva iniziato a lavorare per l’FBI, legandosi a Frank Wisner, vicedirettore dei piani speciali della CIA (e braccio destro di Allen Dulles e della sua operazione canaglia OPC).

La Permindex (Permanent Industrial Expositions), era un’organizzazione di facciata della CIA, costituita a Basilea nel 1956, con Nagy come presidente, alla vigilia della rivolta ungherese. Nagy era anche direttore del World Trading Centre (alias CMC o Centro Mondiale Commerciale) di Roma e presidente del suo consiglio di amministrazione americano.

Richard Cottrell scrive nel suo “Gladio: Il pugnale della NATO nel cuore dell’Europa“:

“Entrambe le organizzazioni erano canali per le attività commerciali segrete della CIA a livello mondiale, tra cui il traffico di armi e di droga, il riciclaggio di denaro, i contatti con le organizzazioni estremiste vicine a Gladio e la gestione degli affari con i gangster europei. Permindex aveva una filiale in Italia, nel cui consiglio di amministrazione sedeva il burattinaio della P2 Licio Gelli. L’uomo d’affari di New Orleans Clay Shaw, arrestato e interrogato in relazione all’assassinio di JFK, per un certo periodo aveva fatto parte del consiglio di amministrazione della Permindex americana… Come aveva fatto notare il quotidiano politico italiano Paese Sera, che, negli anni ’60, aveva condotto indagini dettagliate sulle attività del WTC a Roma.”

Secondo Paese Sera, Ferenc Nagy avrebbe finanziato l’OAS attraverso il World Trade Centre (WTC) e Permindex, che, a sua volta, era finanziata dalla CIA. Nessuna di queste società sembra aver mai svolto attività commerciali visibili.

Jim Garrison era stato procuratore distrettuale di New Orleans dal 1962 al 1973 ed è stato l’unico procuratore a portare avanti un processo sull’assassinio del Presidente Kennedy. Durante le sue indagini, Garrison si era imbattuto in numerosi collegamenti, anche se, all’epoca, non ne sapeva abbastanza per collegare tutti i puntini.

Un puntino importante era Guy Banister, ex capo dell’ufficio dell’FBI di Chicago e vice sovrintendente della polizia di New Orleans, che aveva iniziato la sua carriera nella Seconda Guerra Mondiale con l’Office of Naval Intelligence (ONI). Lavorando da “pensionato,” Banister aveva creato una sua piccola agenzia investigativa, situata, guarda caso, proprio di fronte agli uffici dell’ONI e dei Servizi Segreti. Inoltre, dall’altra parte di Lafayette Park e a pochi passi da St. Charles Avenue si trovava la sede della CIA.

Garrison scrive in “Sulle tracce degli assassini“:

“L’operazione di Banister comprendeva anche il trattamento e la gestione delle reclute anticastriste che transitavano in città. Molti degli esiliati erano reclute che arrivavano dall’Ovest e che venivano addestrate alla guerriglia nel campo a nord del lago Pontchartrain. Altre venivano inviate in Florida per un addestramento simile condotto dalla CIA. Occasionalmente, un gruppetto di diplomati del programma di addestramento in Florida si fermava da Banister, una fermata che forniva loro vitto e alloggio prima di riprendere la via del ritorno verso le loro case nei dintorni di Dallas…”

Garrison aveva scoperto l’attività di Banister, che faceva parte di una linea di rifornimento che correva lungo il corridoio Dallas-New Orleans-Miami. Questi rifornimenti consistevano in armi ed esplosivi da usare contro la Cuba di Castro.

David Ferrie, ex OSS, aveva lavorato per Guy Banister e Clay Shaw (anche lui ex OSS). Ferrie era uno dei leader del Fronte Rivoluzionario Cubano locale.
Garrison durante le sue indagini aveva scoperto che Banister era impegnato nell’addestramento e nell’equipaggiamento di unità di commando per azioni paramilitari all’interno di Cuba.

Jack Ruby aveva un rapporto speciale con l’ufficio di Dallas dell’FBI. Nel 1959 Ruby si era incontrato almeno nove volte con uno degli agenti del Bureau di Dallas. In quel periodo aveva anche acquistato un orologio da polso dotato di microfono, un fermacravatte con microspia, una cimice telefonica e una valigetta con microspia. Questi fatti indicano che Jack Ruby era probabilmente un informatore regolare dell’ufficio locale del Bureau. (9)

Garrison prosegue:

“… rivedendo la testimonianza del tenente colonnello Allison G. Folsom, Jr. (che leggeva ad alta voce dal registro di addestramento di Oswald. Aveva descritto il voto che Oswald aveva ricevuto in un esame di russo alla base dei Marines di El Toro, in California, poco prima della sua tanto pubblicizzata defezione in Unione Sovietica…): nel 1966… ero ancora in servizio militare – con il grado di maggiore – e non ricordavo che ad un solo soldato fosse mai stato richiesto di dimostrare quanto avesse imparato il russo… Lee Oswald – almeno nel 1959 – aveva ricevuto un addestramento di intelligence. Sapevo, come chiunque avesse un passato militare, che l’attività di intelligence dei Marines era guidata dall’Office of Naval Intelligence (ONI).

… nell’estate del 1963. La Commissione Warren aveva concluso, sulla base di queste e altre prove, che Oswald era un comunista convinto e che si era unito al Comitato Fair Play per Cuba per sostenere Fidel Castro.

A causa di diverse incongruenze, questa comoda spiegazione non mi era mai piaciuta… Oswald aveva stampato l’indirizzo 544 Camp… sui suoi volantini propagandistici… Volevo vedere il posto di persona.”

Garrison aveva scoperto che sia l’ingresso al 544 di Camp che il 531 di Lafayette (l’indirizzo dell’agenzia investigativa di Banister) conducevano allo stesso posto. In questo modo Oswald, che la Commissione Warren aveva prontamente etichettato come comunista filo-castrista, era direttamente collegato a Banister e alle sue operazioni di esiliati cubani.

Garrison aveva anche scoperto che George de Mohrenschildt era il “baby-sitter” (10) di Oswald. Durante la Seconda Guerra Mondiale, de Mohrenschildt aveva lavorato per i servizi segreti francesi e tra i suoi amici intimi c’era Jean de Menil, presidente della Schlumberger Corporation, che aveva stretti legami con la CIA. (11)

Garrison scrive:

“La Schlumberger Corporation era un’enorme azienda di proprietà francese, che forniva servizi ai produttori di petrolio di tutto il mondo utilizzando esplosivi e dispositivi di misurazione geologica… L’azienda aveva sostenuto l’organizzazione controrivoluzionaria segreta francese dell’esercito (OAS), che aveva tentato di assassinare il presidente Charles de Gaulle diverse volte alla fine degli anni ’50 e all’inizio degli anni ’60 per il suo ruolo nella liberazione dell’Algeria, in Nord Africa. La CIA, che sosteneva anche i generali francesi dell’OAS, aveva fornito a Schlumberger munizioni antiuomo…”

Garrison prosegue:

“Per quanto riguarda la Permindex, di cui Clay Shaw era anche direttore, la stampa italiana ha rivelato che aveva, tra l’altro, finanziato segretamente l’Organizzazione dell’Esercito Segreto Francese (O.A.S.) che si opponeva al Presidente de Gaulle, favorevole all’indipendenza dell’Algeria, compresi i suoi presunti tentativi di assassinio di de Gaulle. Questa osservazione, se ne fossimo stati a conoscenza nel 1967, ci avrebbe riportato indietro fino alla base per dirigibili di Houma, in Louisiana, dove David Ferrie e gli altri dell’operazione di Guy Banister avevano recuperato dal bunker di Schlumberger le munizioni che la C.I.A aveva fatto avere all’O.A.S. Sarebbe stato certamente utile per il nostro caso contro Shaw il poterlo collegare definitivamente alla C.I.A. Purtroppo, però, con il nostro personale e le nostre finanze limitate, e con molte piste da seguire, la nostra indagine non era stata in grado di scoprire nessuna di queste cruciali informazioni di base quando ne avevamo più bisogno.”

Tra i membri del consiglio di amministrazione del World Trade Centre, secondo l’articolo pubblicato da Paesa Sera nel 1967, c’era Gutierrez di Spadafora, principe italiano e membro di Casa Savoia, che era stato Sottosegretario all’Agricoltura per il Duce, Benito Mussolini. Tramite la nuora, Spadafora era imparentato con il ministro delle Finanze [della Germania] nazista Hjalmar Schacht. Un altro membro del consiglio di amministrazione era Giuseppe Zigiotti, che era anche presidente dell’Associazione Nazionale Fascista per le Armi e la Milizia. E, come già detto, Ferenc Nagy era il presidente del consiglio di amministrazione americano.

Le Devoir aveva scritto all’inizio del 1967: “Nagy… mantiene stretti legami con la CIA che lo collegano alla colonia cubana di Miami.” In seguito Nagy era emigrato negli Stati Uniti e si era stabilito a Dallas, in Texas. (12)

Paese Sera aveva riferito che:

“Tra i suoi possibili coinvolgimenti (suffragati dalla presenza in posti direttivi di uomini profondamente impegnati in organizzazioni di estrema destra)… c’è quello che il Centro [World Trade Centre] sia stato una creatura della CIA… creato come copertura per il trasferimento di fondi della CIA… in Italia per attività illegali di spionaggio politico. Resta ancora da chiarire la presenza nel Consiglio di amministrazione del Centro di Clay Shaw e dell’ex-maggiore (dell’OSS) Bloomfield.”

Secondo Garrison, a George de Mohrenschildt probabilmente non era stato dato alcun indizio su ciò che lo attendeva, ma ci sono ora pochi dubbi sul fatto che egli operasse sotto copertura come agente della CIA.

Oswald era stato convinto da De Mohrenschildt a trasferirsi a Dallas, poi era stato mandato a New Orleans, dove era stato “ripulito” (fatto passare per un comunista filocastrista) per gentile concessione di Guy Banister ed era stato poi presentato a Ruth Paine tramite de Mohrenschildt. Paine è la persona che aveva aiutato Oswald ad ottenere un lavoro al Texas School Book Depository. (13)

George de Mohrenschildt si sarebbe “suicidato” il 29 marzo 1977, poche ore dopo aver organizzato un incontro con un investigatore della House Select Committee on Assassinations.

* * *

E. Howard Hunt, tristemente famoso per essere stato uno degli Idraulici della Casa Bianca di Nixon coinvolto nello scandalo Watergate e per aver scontato 33 mesi di carcere, non era proprio il pazzo imbranato che era stato dipinto, anche se aveva certamente rovinato la propria vita e quella della sua famiglia; le figlie lo avevano incolpato (a ragione) per la morte della madre e i suoi due figli erano diventati tossicodipendenti e spacciatori.

Hunt, pensando di essere in punto di morte, aveva infatti confessato al suo primo figlio, che aveva chiamato Saint John, di conoscere i segreti dell’omicidio di Kennedy. In realtà, sarebbe vissuto altri quattro anni e avrebbe voltato ancora una volta le spalle al figlio, criticandolo per la sua condotta di vita, che riteneva senza scopo, e pretendendo che gli venissero restituiti tutti i memo di JFK che aveva dato a Saint. Saint, che temeva che questi segreti sarebbero stati sepolti insieme al padre, aveva cercato di farlo parlare il più possibile prima della sua morte; alcune di queste informazioni erano state pubblicate in un’intervista alla rivista Rolling Stone.

Tra i nomi citati da E. Howard Hunt, implicati nell’omicidio di Kennedy, c’era Bill Harvey.

Harvey era entrato a far parte della CIA nel 1947 (ai suoi esordi) e aveva diretto la stazione di Berlino della CIA negli anni ‘50. Mentre era in Germania, Harvey aveva lavorato a stretto contatto con la famigerata organizzazione di Reinhard Gehlen e Gehlen stesso era arrivato a considerarlo un “amico molto stimato [e] davvero affidabile.” (14)

Nel novembre 1961, Harvey era stato messo a capo dell’operazione top-secret della CIA per uccidere Castro, denominata in codice ZR/RIFLE. (15) Aveva iniziato a lavorare direttamente con l’ambasciatore della mafia in libertà, Johnny Rosselli (con cui collaborava anche E. Howard Hunt).

David Talbot scrive in “La scacchiera del diavolo“:

“Nel 1962, Helms – che insieme ad Angleton aveva sostituito il “pensionato” Dulles come principale protettore di Harvey all’interno dell’agenzia [CIA] – aveva promosso il duro dell’agenzia [Bill Harvey], nominandolo capo dell’intera operazione della CIA a Cuba, la Task Force W. Helms e Harvey avevano tenuta segreta al Presidente Kennedy gran parte dell’operazione, compresi gli sforzi per assassinare Castro…”

Dopo Cuba, Bill Harvey era stato nominato capo della stazione di Roma per supervisionare le operazioni di Gladio in Italia. Secondo quanto riferito, Harvey stava partecipando con Mark Wyatt (un altro agente della CIA di stanza in Italia) ad una riunione nella base di Gladio in Sardegna quando avevano sentito la notizia che il Presidente Kennedy era stato ucciso. (16)

Tuttavia, Bill Harvey si trovava a Dallas nel novembre 1963, secondo quanto dichiarato da Wyatt al giornalista investigativo francese Fabrizio Calvi in un’intervista sull’Operazione Gladio. (17)

L’investigatore della Commissione per gli Assassinii della Camera Dan Hardway, incaricato dalla commissione di indagare su possibili connessioni della CIA con l’omicidio di JFK, aveva osservato anni dopo: (18)

“Abbiamo considerato Harvey uno dei nostri principali sospetti fin dall’inizio. Aveva tutte le connessioni chiave: con il crimine organizzato, con la stazione della CIA a Miami dove si svolgevano i complotti contro Castro… Abbiamo cercato di ottenere dalla CIA i voucher di viaggio e il dossier di sicurezza di Harvey, ma ci hanno sempre bloccato. Ma ci siamo imbattuti in molti promemoria secondo cui avrebbe viaggiato molto nei mesi precedenti l’assassinio.”

Talbot scrive:

“Mentre Hunt raccontava la sua storia al figlio, si manteneva comunque vago circa il suo coinvolgimento nel complotto. Alla fine, [Hunt] aveva detto di aver avuto solo un ruolo periferico di ‘scalda panchina’ nell’uccisione di Kennedy. Secondo Hunt, il quarterback [il vero organizzatore] era Bill Harvey… Mentre assemblava la sua squadra per l’assassinio di Castro, Harvey aveva contattato una serie di professionisti della malavita, tra cui (con il permesso di Helms) il famigerato assassino europeo con il nome in codice di QJ-WIN, che la CIA aveva reclutato per uccidere Patrice Lumumba. E Harvey, in qualità di capo della stazione di Roma, era ben posizionato per scandagliare ancora una volta la malavita europea in cerca di una squadra di assassini per Dallas.”

Non deve quindi sorprendere che tra gli strani e pericolosi personaggi che erano confluiti a Dallas nel novembre 1963 ci fosse un famigerato killer francese dell’OAS di nome Jean Souetre, collegato ai complotti per l’assassinio del Presidente de Gaulle. Souetre era stato arrestato a Dallas dopo l’assassinio di Kennedy ed espulso in Messico. (19)

Ricordiamo dalla terza parte di questa serie che l’OAS era un’unità terroristica fascista di primo piano, composta da ex ufficiali dell’esercito e dei servizi segreti francesi, che aveva svolto un ruolo di primo piano nelle operazioni Gladio in tutta Europa, in Sud America e oltre.

Kruger conclude:

“…Oltre, o meglio, dietro la nuova politica ufficiale della CIA ce n’era anche una non ufficiale. Si manifestava in questioni come la manipolazione della DEA per farle fare quello che, in precedenza, era il lavoro sporco della CIA e nella tolleranza, se non nell’incoraggiamento, di un grande esercito, apparentemente indipendente, di terroristi esuli cubani, disponibili ad agire in America Latina su richiesta dei dittatori in carica.
…Naturalmente non possiamo scartare la possibilità che la politica non ufficiale fosse, in realtà, eseguita da ex agenti che erano stati epurati dall’agenzia o che l’avevano lasciata per protesta contro la sua linea più moderata. Tuttavia, ciò implica che una fazione rinnegata della CIA gestisse ora un servizio segreto indipendente…”

La quinta parte concluderà la serie e inquadrerà il contesto dell’Ucraina di oggi.

Cynthia Chung

Note:
(1) Le Monde, 17-18 June, 1973, p. 11.
(2) Henrik Kruger. (1980) The Great Heroin Coup: Drugs, Intelligence & International Fascism. South End Press: pg. 89
(3) Ibid. pg. 203
(4) Ibid. pg. 145
(5) David Talbot. (2015) The Devil’s Chessboard: Allen Dulles, the CIA, and the Rise of America’s Secret Government. Harper New York: pg. 279
(6) Henrik Kruger. (1980) The Great Heroin Coup: Drugs, Intelligence & International Fascism. South End Press: pg. 130
(7) David Talbot. (2015) The Devil’s Chessboard: Allen Dulles, the CIA, and the Rise of America’s Secret Government. Harper New York: pg. 459
(8) Henrik Kruger. (1980) The Great Heroin Coup: Drugs, Intelligence & International Fascism. South End Press: pg. 143
(9) Jim Garrison. (1991) On the Trail of the Assassins. Warner Books: pg. 254
(10) “Baby sitter” è un termine usato dalle agenzie di intelligence americane per descrivere un agente incaricato di proteggere o di provvedere in altro modo al benessere generale di un particolare individuo..
(11) Jim Garrison. (1991) On the Trail of the Assassins. Warner Books: pg. 61
(12) Ibid. pg. 102
(13) Ibid. pg. 72
(14) David Talbot. (2015) The Devil’s Chessboard: Allen Dulles, the CIA, and the Rise of America’s Secret Government. Harper New York: pg. 470
(15) Ibid. pg. 471
(16) Ibid. pg. 476
(17) Ibid. pg. 477
(18) Ibid. pg. 477
(19) Ibid. pg. 502

Fonte: cynthiachung.substack.com
Link: https://cynthiachung.substack.com/p/cia-nato-and-the-great-heroin-coup?s=r
10.05.2022
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org

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