Di Danilo Fabbroni
Giusto ieri ero sceso di casa per fare una capatina al Dopo Lavoro ferroviario: fa un po’ ridere di questi tempi che esista vivo e vegeto questo fatiscente locale circondato, è proprio il caso di dirlo, dagli sfolgoranti più che glamour localini della movida meneghina, dove larve psichiche chiamate “esseri umani” recitano compuntamente la loro parte nella Società odierna degli Spettri.[1]
Nonostante ciò, mi sollazzo parecchio bighellonando lì dentro tra un tressette, un barbera (scadente) e 4 tiri alle bocce.
Mentre passo l’ultima mano di carte, ed inesorabile si manifesta la mia ennesima perdita, mi sento ticchettare sulla spalla e mi giro, devo dire, piuttosto infastidito.
Dietro di me c’è l’oste tutto-fare che mi indica perentorio: dietro di lui c’è un tizio con la chiara intenzione di parlarmi, al che, mi alzo tra le proteste degli altri giocatori che stavano assaporando la loro (misera) vincita a carte sul sottoscritto. Sbrigativo come sempre, l’omone-oste mi fa capire che c’è da racimolare qualche ghello – io sono sempre al verde come un cetriolo -: io non devo far altro che rispondere ad un po’ di domande dello strano tizio, venuto chissà da dove.
Questi, vestito come un camionista, giacca di pelle spessa, stazzonata, nera pece, su una faccia quadrata com il cubo di Rubik, incentrata su due baffi che più demodée non si può – alla mongola, si diceva una volta – mi fa cenno di accomodarci su un altro tavolino, più defilato.
Detto fatto e difronte al mio imbarazzo, mi allunga una ventina di euro, tanto per sciogliermi la favella e non vi annoio di più di quanto stia facendo e taglio corto: la domanda più strana che mi rivolge riguarda la chutzpah, volendo sapere cosa sta a significare.
Non ho tanta voglia di dilungarmi e non sono neanche davvero preparato sul tema, così imbrocco una scappatoia facile facile e gli dico: “Hai presente le battute di Woody Allen? Ebbene quelle sono costruite su una autentica linea di chutzpah!”. E poi, come a rimarcare la dose, aggiungo: “Seguisti le raccomandazioni diffuse all’unisono del signor Goldman Sachs alias Mario Draghi quando costui raccomandava le fumose ‘riforme’? Tradotte in parole povere voleva dire ‘privatizzare i profitti dei più a favore dei pochi;[2] socializzare le perdite dei pochi sul groppone delle spalle dei più’!”.
L’uomo, torvo, mi stava ascoltando, con mia sorpresa, molto attentamente e mentre faceva cenno col capo che era in sintonia con me, aggiunse sibillino: “Eh, sì, siamo oggi alla Chutzpah del IV Reich!”. Al che, questa volta, fui io ad interrogarlo per capire cosa voleva intendere con la paurosa parola di IV Reich.
L’enurgumeno che avevo dinnazi non si fece attendere e mi squadernò, papale papale, il suo pensiero niente affatto politicamente corretto e da lì capii perché fosse così curioso sul termine chutzpah: “Vede, noi dobbiamo, per esser chiari, tornar un attimo indietro di pochi anni, quando imperversava la Peste di Davos, il Morbo dei Morbi, così tanto caldeggiata dalle Elite Iniziatiche TecnoFinanziarie. Allora, se Lei ben si ricorda in quel frangente evaporarono come neve al sole tutti i bei propositi del Progressismo vigente al Potere. Le faccio uno o più esempi tra i tanti: dietro a certe vetture leggevi “Qui nessuno è straniero”, ma al contempo si faceva la spia mirando il runner che sgambettava sotto casa tua per farlo fermare, arrestare.
Quindi alcuni erano stranieri davvero, anzi, peggio, nemici nella comunità di allora! Ai balconi garrivano le bandieruole “Andrà tutto bene”, ma il “tutto bene” è andato a favore delle compagnie assicurative private come delle INPS di tutto il mondo che hanno visto levarsi di mezzo, leggi DECEDUTI, una messe di persone anziane e non a cui Lor Signori avrebbero dovuto corrispondere pensioni ed emolumenti per anni se non per decenni! Lo stesso concetto diffusissimo ad oltranza di relativismo,[3] indi per cui si sarebbe dovuto accettare ogni possibile istanza diversa dalla vulgata mainstream, quella en vogue, si sbiadì sino a divenire l’esatto contrario di se stesso: non vi fu lasciato nessun spazio a nessuna opinione contraria all’imperversare della Peste di Davos”.
Rimasi senza parole, di stucco touché dalle ragioni del tipo e mentre cercavo qualche parola per replicare, eccolo che mi stoppa e continua così: “Del resto non lo nota ora, ai giorni nostri? Dopo una sequela interminabile di make peace not war di sessantottina memoria, fino allo smantellamento delle leve obbligatorie più vicine ai giorni nostri ed ecco, voilà! il guerrafondaismo è tornato a ruggire a pieni polmoni in tutta Europa in barba ad ogni pacifismo di facciata, ad ogni garrula bandiera arcobaleno sventolata sui condomini!
Il fatto è che, come nella famosa lezione tenuta da san Tommaso, oramai tutti gli studenti dovrebbero lasciar l’aula in quanto nessuno di loro crede che la mela posta al cospetto di Tommaso sia davvero una mela in vera polpa, torsolo, semi e picciolo: anche la più semplicistica della realtà non viene più intravista né vista, il Re è nudo davvero ma nessuno lo scorge, questa è la vera deriva dell’Occidente”.
Rimasi atterrito, spiazzato dalle sentenze trancianti del cerbero in giacca di pelle: non mi dette nemmeno il tempo di salutarlo che era già sparito, ma mi ritrovai quasi a mia insaputa un bigliettino, pareva un pezzo di carta, tra le mani: era un santino votivo raffigurante una icona russa. Il personaggio era un prete ortodosso.
Mesto, svuotato da questo match di sentenze e di battute, presi la decisione di prender la via di casa, non solo per non pagare la perdita a tressette ma per rinfrancarmi tra me e me. Mentre guadagnavano la via di casa, implacabilmente pensieri mi si incrociavano nella mente – assillandomi – sulla scorta di quanto aveva asserito il prete ortodosso e per respingerli finii in un Bar dello Sport che aveva finalmente un buon Nebbiolo. Seduto al tavolino in fondo alla saletta, rifocillato con una brioche salata contorniata dal ballon di vino, aprii il taccuino – dopo avrei messo il pezzo nel word del pc – per segnarmi tracce e rizomi di quello che mi aveva sollecitato il prete ortodosso.
Pensai che il giornale – non mi avevano licenziato, mi stavano tenendo come collaboratore esterno e per ogni pezzo mi davano dei soldi mica male – avrebbe forse passato questo pezzo di colore e così iniziai freneticamente a buttar giù quello che sulla scorta dell’incontro potevano essere i caposaldi della Chutzpah del IV Reich: il lapis scorreva in fretta e furia sulle pagine biancastre della Moleskine a prova d’acqua. Finito il pezzo o quello che pomposamente si poteva chiamare tale, lo rilessi e capii che era, alla fin della fiera, farina del sacco del Pope, l’ortodosso prete. Eccone il contenuto, lapidariamente diviso in punti:
A.- il IV Reich strombazza il mantra “non possiederai nulla e sarai felice” ma Lor Signori posseggono fazenda e ranch in Sud America grandi come tutta la Val d’Aosta! Posseggono non yacht ma vere proprie navi il cui rifornimento di gasolio equivale a più di una intera autobotte! Mentre i minus habens, i quidam come noi siamo ridotti a non avere più una biblioteca (c’è il cloud!) non più una discografia (c’è Alexa!), non più un’auto (c’è il car-sharing!) e via di seguito!
B.- Decadi e decadi di imperio dei Centri di Pianificazione Familiare (alias abortifici), governi ed alta finanza a braccetto in questo perseguendo, il piano della de-natalizzazione forzata, del de-popolazionismo sfrenato, della De-crescita felice colgono il target della vecchiaia-decrepitezza di tutto l’Occidente: ecco che le prèfiche di questo incrancrenito Occidente – vedi la Emma Bonino in testa[4] – tessono le laudi dell’immigrazione di massa,[5] auspicano orde di Risorse riversarsi qua da noi, quali portatori di prole: prole bianche no, ma prole nere sì!
C.- Sfrenata apologia della società laica ma tutti ciechi muti stile tre scimmiette, quando nella terra dei Pompelmi e dei Datteri i Macellai di Gaza fanno strame di una intera popolazione in piena consonanza coi dettami delle Scritture religiose di là, in una perfetta osmosi tra Potere Politico e religioso.[6]
D.- Farisaica posa da animalisti ed ecologisti ma basta arrivare ad agosto, ed ecco riversare in ogni dove animali abbandonati, per non dire del locale spazzatura di qualsiasi condominio ove il penchant ecologista dei condomini è pressoché nullo!
E.- Tutti agnostici e tutti, o quasi tutti, a pendere dal labbro di una masnada oceanica di fattucchiere, maghi, guru, astrologi più o meno televisivi, cartomanti-parrucchiere.
F.- Tutti “umanisti”, ma nessuno vuole figli: tutti a far la coda all’Animal Zoo più vicino per protar a spasso il cagnolino deficiente addirittura posto sul passeggino!
G.- Tutti anti-CO2, ma tutti zitti pur sapendo che gli immensi hangar ospitanti i server che collezionano i dati dei stupid-social assorbono energia che dire vasta e’ nulla!
H.- Tutti a lodare lo spirito “animalista”, come il più fecondo ésprit, a cui dovrebbe tendere l’essere umano dimentichi che l’esser-animale non conosce sorta di morale né di etica ma solo la legge della più feroce giungla, la legge del Giaguaro, la legge delle Aquile: la Predazione pura e semplice. Così le metrosexual femministe femmine esibiscono senza pudore alcuno pudènde così in vista tanto da scorgere – le vedrebbe anche Ray Charles! – appena sotto i leggins, le grandi labbra della vulva o l’intero spacco del deretano abbacinano i maschi(animali), di cui non vogliono vedere la loro reazione prettamente animale, reazione invocata dall’apologia verso tutto il mondo animale.
Chiusi il taccuino e pensai che il Direttore avrebbe rifiutato l’articolo così ligio, anche lui, al politicamente corretto e sentii, certamente inventandomelo, un cenno di approvazione che mi perveniva dal Pope.
In fin dei conti, oggi, l’unica speranza proviene dalla Terza Roma:[7] per questo, l’avevo capito solo ora, s’era fatto vivo il “camionista” in giacca di pelle nera. Mi avviai a casa; chiusi la porta dietro a me e posai l’immagine dell’Icona Sacra sul tavolino: mi fece sentir bene.
Di Danilo Fabbroni
05.12.2024
Danilo Fabbroni compare a metà degli anni Cinquanta e sfiora tangenzialmente il ’68 mentre Gli Anni di Piombo lo vedono in pieno sobbollimento nel tentativo di esfiltrare dalla mediocrità della provincia da cui provenivano i suoi natali. Una serie di Pianeti disposti in circostanze favorevoli lo proietta in una cross-pollination intessuta di sfere e di interessi compositi, all’apparenza urticanti uno contro l’altro: velista agonista professionista; fotografo di interni professionista ma in primis raccattando argent de poche scrivendo della sua amata creatura da sempre, la Musica. Tre “costanti” che si imprimeranno per sempre nel suo DNA. Ha all’attivo decine e decine di articoli tra articoli, libri, interviste in video, oltre 2 medaglie al valore atletico. Vox clamantis in deserto.
NOTE
[1] Debbo il termine “società degli spettri” a Joe Fallisi e di ciò gliene sono grato in quanto definisce suprbamente la Barbarie dal Volto umano in cui (soprav)viviamo.
[2] Cfr. Stellantis illo tempore FIAT che ha goduto di prebende statali – leggi nostre, di tutti noi! – per dozzine e dozzine di anni (cassa integrazione strapagata da tutti noi mentre l’Avvocato di Panna Montata conservava un caveau pieno di lingotti d’oro!) per poi riparare nel paradiso fiscale olandese in barba a tutti noi! Che adorabile Chutzpah! Pensare che se fosse rimasto in vita il più che adorabile Edoardo col suo penchant scita avrebbe raddrizzato questi orrori …
[3] Sfolgorante e superba incarnazione del relativismo la serie di pubblicità-progresso delle campagne di Benetton all’insegna di un melenso ed epidermico “volemose bene” inframmezzate da facce multicolori delle varie razze umane. Peccato che nel vergognoso patatrac del Ponte Morandi il loro maître-à-penser, tale Toscani, abbia espresso il proprio dubbio su chi davvero avesse a cuore le sorti di quella carneficina…
[4] Purtroppo omaggiata dall’indefinibile Pietro odierno di Oltretevere!
[5] Immigrazione scatenata da quelle medesime Elite Iniziatiche Tecno-finanziarie che da un canto foraggiano (essendo un tutt’uno col complesso militar-industriale) le guerre perpetue del nord Africa e dall’altro le ONG, navi comprese, traghettatori delle Risorse.
[6] Per non dire della Gran Bretagna ove la ridicola Royal Family riveste cariche di alto significato religioso senza che nessuno osi obiettare alcunché: tutto il livore viene rivolto contro la Roma d’Oltretevere!
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Ogni riferimento a persone o fatti accaduti è puramente casuale, l’autore ricorre ad elementi narrativi per decodificare la realtà in cui viviamo.