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La Redazione

 

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L' IRAN E LE BARRE DI URANIO SCOMPARSE DAL CONGO

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A cura di Das schloss
Il 19 Marzo 2007
97 Views

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Global Research

E’ emerso un misterioso incidente che ha riguardato la scomparsa di barre d’uranio dal Congo, che è coinciso con un decisivo meeting dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica a Vienna dal 5 all’8 Marzo incentrato sul programma nucleare Iraniano.

Secondo l’edizione del 7 Marzo del giornale di Kinshasa “Le Phare”, “sono scomparse dal centro nucleare di Kinshasa come parte di una vasta operazione di traffico internazionale oltre 100 barre di uranio oltre ad una non precisata quantità di uranio contenuta in casse di forma semiovale. (Le Phare, 8 Marzo 2007 , Le Phare, 7 Marzo 2007 .]

Il Commissario per l’energia atomica della Repubblica Democratica del Congo, il Professor Fortunat Lumu, e un suo collega, sono stati arrestati a fronte delle accuse di aver contrabbandato uranio. Il procuratore generale Congolese Tshimanga Mukeba ha dichiarato che Lumu sta “venendo interrogato a proposito di non meglio specificate quantità di uranio che sono scomparse in anni recenti.” E’ accusato di “aver orchestrato contratti illeciti per produrre e vendere uranio.” (BBC, 8 Marzo 2007.)
Anche l’IAEA si dice stia “studiando la situazione”. Mentre i nomi dei presunti acquirenti non sono stati rivelati, il crescente consenso all’interno dei mass-media Occidentali, basati su un “autorevole” rapporto dell’Agosto 2006 del Sunday Times, che viene citato continuamente in rapporti stampa tutti uguali, è che dietro l’operazione di contrabbando di uranio ci potrebbe essere Tehran.

Iraq, Iran, Niger, Congo, yellow cake [l’ossido giallo di uranio, n.d.t.], le barre d’uranio 238 scomparse.

Una sensazione di dejà vu.

Richiamate alla memoria la storia dell’uranio del Niger, che fu usata come pretesto per sferrare guerra all’Iraq.

Ironicamente, mentre il Professor Lumu veniva arrestato il 6 Marzo per presunto contrabbando di uranio 238 (uranio naturale) a Kinshasa, lo stesso giorno negli Stati Uniti l’ex capo di gabinetto di Cheney, Lewis “Scooter” Libby, veniva dichiarato colpevole da un giudice federale di multipli capi d’accusa e per ostruzione della giustizia in relazione all’operazione dell’uranio del Niger.

Secondo rapporti di stampa Statunitensi, furono coinvolti anche il consigliere di Bush Karl Rove e l’ex Vice Segretario di Stato Richard Armitage.

Com’è stato confermato nelle udienze del processo, la storia dell’uranio era una balla originata da documenti falsificati che dicevano che Saddam stava acquistando uranio dal Niger presumibilmente per la produzione di una bomba nucleare. Libby agiva agli ordini del Vice Presidente Dick Cheney, che è ampiamente ritenuto essere stato l’istigatore di quella operazione psicologica.

Dejà vu ?

Stiamo avendo a che fare con una simile operazione psicologica creata ad arte nel caso delle barre d’uranio scomparse del Congo, che potrebbero venir denunciate più avanti per essere usate come pretesto diretto contro l’Iran?

Lo scorso Agosto, nel periodo più pesante dei bombardamenti criminali Israeliani in Libano durante i quali sono state sganciati ordigni bunker buster radioattivi, il Britannico Sunday Times, citando un documento delle Nazioni Unite datato 18 Luglio 2006, riportò che l’uranio 238 era stato smerciato dalle miniere di Lubumbashi in Congo. Secondo gli ufficiali della dogana Tanzaniana citati dal Sunday Times, la spedizione era “destinata al porto Iraniano di Bandar Abbas.” La spedizione del carico radioattivo era stata apparentemente intercettata a Dar Es Salaam nell’Ottobre del 2005 “durante un controllo di routine.”

Secondo il rapporto del Sunday Times intitolato “il piano Iraniano per estrarre uranio in Africa”, “non vi è alcun dubbio”che siano state contrabbandate dal Congo grandi quantità di uranio 238. Nello stesso articolo, il Sunday Times assicura senza addurre a sostegno alcuna prova che l’Iran supportava cellule terroristiche in Inghilterra che “sarebbero potute essere pronte a sferrare attacchi contro le centrali nucleari in Inghilterra. Informazioni di intelligence che sono circolate in Parlamento suggeriscono che cellule in sonno collegate a Tehran potrebbero star conducendo operazioni di ricognizione presso alcuni siti nucleari come fase preparatoria per un possibile attacco.” (grassetto aggiunto)

Ufficiali della dogana [Tanzaniana], che hanno parlato al Sunday Times ponendo come condizione quella di restare anonimi, hanno aggiunto: “Il container [con le barre di uranio contrabbandate] fu collocato in una parte sicura del porto e fu poi portato via, dagli Americani, io credo, o quantomeno col loro aiuto. A tutti ci è stato detto di non parlarne a nessuno.”

Il rapporto del team investigativo della Nazioni Unite fu sottomesso al Presidente del comitato ONU per le sanzioni, Oswaldo de Rivero, alla fine di Luglio e verrà esaminato presto dal Consiglio di Sicurezza.

La miniera è stata chiusa ufficialmente nel 1961, prima dell’indipendenza del paese dal Belgio, ma gli investigatori delle Nazioni Unite hanno detto al Consiglio di Sicurezza che hanno trovato delle prove che sarebbe ancora in corso sul posto l’attività mineraria.

Nel 1999 ci furono dei rapporti che le autorità Congolesi avevano riprovato a riaprire la miniera con l’aiuto della Corea del Nord. Negli anni recenti i minatori si dice siano riusciti ad accedervi e ad estrarre minerali preziosi dai pozzi mentre la polizia e le autorità locali chiudevano un occhio.

A Giugno una commissione parlamentare avvisò che l’Inghilterra sarebbe potuta essere attaccata da terroristi Iraniani se le tensioni fossero aumentate.

Una fonte vicina all’MI5 ha dichiarato: “C’è una grande preoccupazione a proposito di cellule dormienti Iraniane presenti in questo paese. I servizi di intelligence stanno prendendo questa minaccia molto sul serio.” (Sunday Times, 6 Agosto 2006)

Secondo il Sunday Times: “La rivelazione aumenterà i timori dell’Occidente sulla portata del presunto programma militare Iraniano e le conseguenze strategiche del costante supporto Iraniano ad Hezbollah durante la guerra con Israele.”

All’interno dello stesso articolo, sono stati dosati con cura tutti gli ingredienti necessari a “collegare i puntini” per delineare il furtivo piano Iraniano: il copione includeva l’uranio 238 contrabbandato e destinato all’Iran, il coinvolgimento di Iran e Corea del Nord nell’economia Congolese dell’uranio, cellule terroriste dormienti Iraniane in Congo, terroristi Iraniani in Inghilterra, il comitato per le sanzioni della Nazioni Unite che prende nota dell’uranio contrabbandato, una commissione parlamentare Inglese che avverte il Governo di Tony Blair che sarebbe potuto accadere in Inghilterra un attacco terroristico sponsorizzato dall’Iran.

Il presunto “collegamento Iraniano” del Sunday Times faceva affidamento su una Lettera del 18 Luglio 2006 del Presidente della Commissione del Consiglio di Sicurezza, che è selettivamente citato erroneamente e distorto. Il documento delle Nazioni Unite citato ed il rapporto del Gruppo di Esperti sulla Repubblica Democratica del Congo, nell’esaminare il contrabbando di uranio, non facevano neanche menzione dell’Iran. (Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, si veda la sezione C del Rapporto del Gruppo di Esperti, 18 Luglio 2006, pdf)

Riguardo al rapporto che citava gli ufficiali della dogana Tanzaniana, la spedizione era relativa ad un carico relativamente piccolo di uranio (100kg che contengono circa 70 grammi di Uranio 235 fissile) destinato al Kazakistan, che quasi completamente non ha sbocchi sul mare, attraverso il porto Iraniano di Bandar Abbas. “Il contenuto della spedizione stava venendo inviato nell’ex repubblica Sovietica del Kazakistan per essere fusa, e sarebbe passata per il più grande porto Iraniano, quello di Bandar Abbas.” (Sunday Times, op. cit.)

La lettera delle Nazioni Unite datata 18 Luglio 2006 del Presidente del Comitato del Consiglio di Sicurezza, riconosceva l’esistenza di casi di contrabbando avvenuti nel corso di un periodo di sei anni da e verso Kinshasa anche in relazione a consegne sequestrate dalle autorità Tanzaniane. Tuttavia il documento delle Nazioni Unite dichiara che non era stata fornita alcuna informazione dalle autorità Tanzaniane a riguardo delle quantità coinvolte. (Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, 18 Luglio 2006, op. cit. Si veda anche armscontrolwonk.com )

Riguardo al presunto collegamento nordcoreano, fu presente una delegazione di ingegneri Nord Coreani nel 1999. Ma non ci fu nessuna pressione esercitata su Kinshasa da Washington come confermato in un precedente rapporto del London Times. (27 Marzo 2004)

La Brinkley Mining

L’estrazione e l’esplorazione mineraria di uranio nella Repubblica Democratica del Congo (che contiene significative risorse non sfruttate) è, praticamente, sotto il controllo delle multinazionali Occidentali. La relazione principale non è con l’Iran ma con una compagnia Anglo-Sudafricana registrata in Inghilterra: la Brinkley Mining PLC con una sua sussidiaria nelle Seychelles. (Riserve d’uranio in Africa.) Il conglomerato Anglo-Sudafricano Lonrho Africa possiede il 10% della Brinkley. Mentre il principale azionista della Brinkley è l’Australiana Atomaer, il Presidente della Brinkley è Gerard Holden che è il Direttore Esecutivo della Lonhro Africa PLC.

Nel 2006, il centro per l’energia nucleare diretto dal Professor Fortunat Lumu firmò un’intesa di ampio respiro con la Brinkley Mining. Secondo questo accordo, Brinkley avrebbe “sfruttato e supervisionato la totalità delle risorse di uranio in Congo.” (brinkley-mining.com)

L’accordo stabilito con l’autorità per l’energia atomica del paese, Le Commissariat General a l’Energie Atomique (CGEA), includeva la creazione della Brinkley Africa Ltd, che supervisiona “la gestione interna delle risorse nucleari” nella Repubblica Democratica del Congo. I diritti esclusivi sulla futura esplorazione e produzione dell’uranio sono stati passati alla Brinkley Africa, che è una sussidiaria della Brinkley Mining che ne possiede il 70%, e che di contro è un’affiliata della Lonrho Africa.

La Brinkley Mining PLC riconobbe in un rapporto rilasciato il 7 Marzo che essa “perse, nell’anno 2006, 2,747 milioni di stg,” le azioni della Brinkley affondarono momentaneamente il 7 Marzo di circa il 20%. Tuttavia, nonostante l’analisi finanziaria coincideva con l’annuncio dell’arresto di Fortunat Lumu, il valore delle azioni della Brinkley alla Borsa di Londra schizzarono in alto (8 Marzo, un aumento del 50% in relazione al suo basso valore del 7 Marzo 2007.) (si veda il grafico in basso.)

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Nel frattempo, un altro membro di primissimo piano della cerchia neocon, il Presidente della Banca Mondiale Paul Wolfovitz, arrivò a Kinshasa l’8 Marzo. Dopo un incontro col Presidente Congolese Joseph Kabila, Wolfovitz annunciò un aiuto finanziario di 1.4 miliardi di dollari per la ricostruzione della Repubblica Democratica del Congo post-conflitto. Mentre vengono formalmente definiti dei programmi per la lotta alla povertà, parte di questi stanziamenti della Banca Mondiale saranno utilizzati per supportare gli interessi minerari Anglo-Americani e Sudafricani in Congo.

Traffici organizzati

Venerdì 9 Marzo, in concomitanza con la visita ufficiale di Paul Wolfowitz, il governo della Repubblica Democratica del Congo senza fare esplicito riferimento alla Brinkley Mining PLC, annunciò di aver “smantellato un’organizzazione illegale che stava cercando di vendere uranio illegalmente a compagnie registrate in Inghilterra, Sud Africa e alle Seychelles.” (Associated Press, 9 Marzo, grassetto aggiunto.)

Il Ministro Congolese della Ricerca Scientifica, Sylvanus Mushi Bonane, ha accusato il Professor Fortunat Lumu e il suo collega di aver creato “compagnie fittizie per vendere uranio” e che erano stati arrestati in flagrante:

“[Così] ha detto Bonane, aggiungendo che stavano per vendere i materiali radioattivi quando furono arrestati. Gli ufficiali non hanno voluto confermare un eventuale collegamento tra l’arresto e la presunta spedizione del 2005” che secondo il Sunday Times era destinato all’Iran.
(Link)

Non c’era alcuna menzione dell’Iran nel comunicato ufficiale. In realtà era l’opposto: il governo stava puntando l’indice contro un gruppo Anglo-Sudafricano. Secondo Le Phare, l’arresto di Fortunat Lemu ha una relazione con gli affari della Brinkley Mining, a cui erano stati garantiti i diritti esclusivi dell’esplorazione ed estrazione dell’uranio.

Inoltre, il presunto contrabbando di uranio ha avuto luogo prima dell’assunzione dei due funzionari all’autorità per l’energia atomica del paese. Come avrebbero potuto questi funzionari arrestati essere coinvolti quando al tempo non lavoravano neanche per il Commissariat Général à l’Energie Atomique?
(Le Phare, 8 Marzo 2007)

Mentre i media Occidentali hanno sottolineato un presunto “collegamento Iraniano”, il traffico illegale descritto dalle autorità della Repubblica Democratica del Congo si riferisce a vendite a “compagnie registrate in Inghilterra, in Sudafrica ed alle Seychelles.” (grassetto aggiunto) La Brinkley Mining è registrata in Inghilterra e le sue sussidiarie in Sudafrica ed alle Seychelles:

“Siamo felici per questo contratto,” Gerald Holden, presidente della Brinkley, ha dichiarato a Bloomberg News. “Siamo convinti che in Congo andrà tutto bene,” ha detto.

Bloomberg News ha riferito che Fortunat Lumu, capo della Commissione all’Energia Atomica del Congo, non avrebbe potuto lasciare la capitale Kinshasa prima di aver risposto ad alcune domande riguardanti la concessione alla Brinkley Mining.”
( Link , grassetto aggiunto)

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[Sinistra: il presidente della World Bank Paul Wolfowitz e il presidente del Congo Joseph Kabil. Destra: Gerard Holden, presidente della Brinkley Mining
e della Lonrho Africa]

Disinfomazione mediatica

La copertura che il Daily Telegraph ha dedicato all’evoluzione dello scandalo dell’uranio nella Repubblica Democratica del Congo, ha qualcosa di familiare: mentre “non è stato provato” che l’Iran vi possa essere dietro, ci sono state “una serie di accuse” che implicavano sia l’Iran che la mafia siciliana:


Si è temuto a lungo che materiali radioattivi stoccati lì si sarebbero potuti rivelare utili a paesi che cercano di sviluppare il combustibile necessario per un programma nucleare segreto. Tuttavia nessuna della serie di accuse portate, tra cui pretese che l’uranio sarebbe stato venduto all’Iran e alla Mafia, sono mai state provate ed il governo Congolese ha negato qualsiasi spedizione illegale.

Ma ora è diventato chiaro che un’investigazione governativa sui due carichi mancanti dell’uranio altamente radioattivo ha prodotto prove sufficienti per arrestare i due sospetti.” (Daily Telegraph, 8 Agosto 2007, grassetto aggiunto.)

Mentre il rapporto del Luglio 2006 delle Nazioni Unite fa riferimento alla mafia Italiana, l’Iran non viene menzionato. (Si veda il già citato Rapporto del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite)

Usa Today in un articolo intitolato “Le Nazioni Unite sventano un contrabbando di uranio collegato al nucleare Iraniano” va ancora oltre. Esso dice senza mezzi termini che l’uranio fu smerciato in Iran, e che la sospensione degli aiuti tecnici della IAEA all’Iran deciso dal meeting dei governanti a Vienna (5-8 Marzo 2007) fu il diretto risultato del presunto coinvolgimento Iraniano nello scandalo dell’uranio Congolese:


L’agenzia nucleare dell’Onu ha deciso il taglio degli aiuti all’Iran, sospendendo circa due dozzine di programmi come parte delle sanzioni Onu. Nessuna, tuttavia, era in diretto collegamento con le attività di arricchimento dell’uranio di Tehran.

L’azione dell’IAEA viene in concomitanza coi rapporti che è stato contrabbandato uranio dalla Repubblica Democratica del Congo fino in Iran e che il principale scienziato nucleare del paese e un suo collega sono stati arrestati. Secondo la BBC, l’IAEA ha dichiarato oggi che sta investigando le accuse, riportate da un giornale di Kinshasa. (Usa Today, 9 Marzo 2007)

La BBC in una notizia intitolata “sgominato un giro di traffico di uranio dal Congo” cita il Ministro per la Ricerca Scientifica, il Signor Mushi Bonane,


“è stato smantellato un vasto traffico che mirava allo sfruttamento fraudolento dell’uranio del Congo.”

“Era un giro criminale,” ha detto, senza fornire altri dettagli. (grassetto aggiunto)
Facendo riferimento a rapporti precedenti che i due ufficiali erano stati arrestati su sospetto contrabbando di uranio, il Signor Mushi ha detto che la prospezione e lo sfruttamento dell’uranio Congolese non erano ancora iniziate. (BBC, Marzo 2007)

Con un’ironia amara, il rapporto della BBC è stato confutato dal corrispondente Africano della BBC Arnaud Zajtman, (BBC Afrique in Francese), che ha fornito i “dettagli mancanti.” Riportando da Kinshasa, Zajtman cita la stessa dichiarazione del Ministro per la Ricerca Scientifica Mushi Bonane.


[I due funzionari] “s ono stati arrestati per aver negoziato un accordo con una compagnia straniera relativo all’esplorazione ed alla produzione.” (BBC Afrique, 9 Marzo 2007, grassetto aggiunto)

Essi sono anche accusati di corruzione:


“Le autorità della Repubblica Democratica del Congo accusano gli ufficiali del centro nucleare di aver raggiunto un accordo con una compagnia Inglese, senza aver prima ottenuto l’avallo del governo.” (Les autorités congolaises accusent les responsables du centre nucléaire d’avoir passé un partenariat avec une entreprise britannique sans obtenir l’aval du gouvernement.” BBC Afrique, 9 Marzo 2007, grassetto aggiunto)

Dov’è il collegamento con l’Iran ? O c’è forse un collegamento con l’Inghilterra?
Quello che è in gioco nello scandalo dell’uranio del Congo è la concessione ad una compagnia mineraria Britannica (senza l’approvazione del governo del Congo) dell’ “opzione per l’esplorazione e lo sviluppo di tutti i progetti relativi all’uranio nella Repubblica del Congo.” (AP, 9 Marzo 2007)

Michel Chossudovsky, autore del best-seller internazionale America’s “War on Terrorism” (Seconda Edizione, Global Research, 2005), è docente di economia all’università di Ottawa e direttore del Center for Research on Globalization.

Parte del materiale citato può essere trovato già tradotto al seguente link

Michel Chossudovsky
Fonte: http://www.globalresearch.ca/
Link
11.03.2007

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di GOLDSTEIN

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