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Nestor Halak per Comedonchisciotte.org

Oggi il mondo occidentale pare essere in netto declino, praticamente in tutti i sensi, da quello culturale, a quello militare, a quello economico, persino riguardo alla salute. L’origine di questa tendenza può essere fatta risalire abbastanza indietro nel tempo, ma direi che sempre, anche all’apice della potenza di una determinata civiltà o stato o gruppo di stati, guardando attentamente, è possibile rinvenire i primi avvisi di quelle che poi saranno le cause della decadenza ma, ahimè, il più delle volte i contemporanei non li notano, diventano evidenti solo col senno del poi.

Così, nelle attuali circostanze del nostro declino, ha certamente avuto un ruolo importante una serie di politiche scellerate che ha portato ad erodere il grande vantaggio che le società di derivazione europea, pur rappresentando una modesta percentuale della popolazione mondiale, avevano acquisito su tutte le altre.

Il “neo liberismo” di leader come Regan e la Thacher, mi paiono uno dei motori che ha innescato il processo che ha portato alle attuali condizioni. In fondo, l’ascesa dell’occidente maturo ed il fascino del suo “sogno” coincidevano in gran parte con la creazione della società del benessere e di quello che fu chiamato il “miliardo d’oro”, cioè una non trascurabile fetta dell’umanità che aveva raggiunto uno standard di vita senza uguali nei millenni precedenti ed era persino riuscito, senza nessuna delle terribili guerre tante volte ipotizzate, ma con la sua sola presenza ad eclissare i pur grandi risultati ottenuti dai regimi comunisti ed infine a provocarne la caduta.

Come non pensare che il progressivo smantellamento di questo miliardo d’oro e la sua riproletarizzazione e ritrasformazione in senso servile non dessero un colpo decisivo al dominio occidentale? Se ci pensate, è proprio questa in buona sostanza la conseguenza sociale del neoliberismo, il ritorno ad  una società dove l’uno per cento ha tutti i comfort disponibili e tutte le leve del potere, mentre il restante 99% deve vivere una vita stentata al servizio dell’élite, proprio come era stato per quasi tutta la storia.

Ciò nonostante, se condotta con un briciolo di cervello, questa progressiva distruzione del “sogno americano”, come lo chiamavano ad Hollywood, poteva durare decenni ed evitare quantomeno a quelli della mia generazione di vedere il tracollo finale del modello occidentale. Ma, a quanto pare, la qualità dell’élite che è andata al potere è talmente bassa  che nel giro di pochi anni tutto il vantaggio accumulato negli ultimi secoli dall’occidente è stato consumato da mosse talmente stupide da generare la credenza che ci siano sotto delle spiegazioni troppo sottili per poter essere comprese da una mente qualsiasi.

Quale altro esito poteva mai avere lo spostamento di gran parte della capacità industriale occidentale in paesi a basso salario, se non l’ascesa di altre potenze fuori dall’occidente? Non si aveva il sospetto che i governi locali avrebbero potuto mettersi in proprio? Era così certo il controllo della situazione a mezzo di rivoluzioni colorate, minacce e trucchi finanziari?

D’altra parte, il rapido stravolgimento della base etnica e culturale europea attraverso l’immigrazione di massa distruggerà certamente i “welfare states” così come si desidera, ma siamo certi che non porterà anche alla sostituzione delle attuali élite con altre più consone al nuovo assetto?

Prendiamo la sconcertante vicenda mondiale che è passata sotto il nome di “pandemia”. In una ricostruzione credibile si può ipotizzare che un virus, probabilmente modificato artificialmente a seguito di studi di “guadagno di funzione” (studi di cui nessuno è mai stato in grado di giustificare l’utilità, ma di cui tutti percepiscono il pericolo), sia “sfuggito” nell’estate del 2019 da un laboratorio cinese (dove però lavoravano  gli americani e mezzo occidente) e abbia dato origine ad una sindrome parainfluenzale che nelle persone vecchie e/o malate, poteva portare a gravi complicazioni con rischio per la vita.

Nonostante sindromi influenzali simili occorrano di tanto in tanto alzando la mortalità ma suscitando infinitamente meno clamore, questa volta i governi mondiali, in primis quello cinese, si sono immediatamente allarmati iniziando da subito a prendere misure di contenimento draconiane e senza precedenti.  Forse perché sapevano che il virus era stato ingegnerizzato? Non è dato saperlo con certezza.

Subito dopo in tutto il mondo, ma in particolare in occidente, è partita una isterica campagna di terrore mediatico senza alcun paragonabile precedente e sono stati adottati provvedimenti legislativi e amministrativi di limitazione della libertà personale nei confronti della maggioranza della popolazione, mai tentati prima neppure dalle più feroci dittature novecentesche. L’insieme di queste misure ha portato a conseguenze economiche e sociali devastanti e di gran lunga più gravi delle conseguenze della sindrome para influenzale medesima.

Alcuni provvedimenti, come l’obbligo di indossare in pubblico una pezza di stoffa o di plastica sulla faccia, hanno superato largamente la soglia del grottesco e del ridicolo senza che la gente in generale se ne rendesse pienamente conto. Del resto, che le persone abbiano la capacità di credere e rispettare le regole più stupide, scomode e contro produttive purché caldeggiate dall’autorità è cosa evidente: non si capirebbe altrimenti come sia stato possibile per secoli imporre tabù alimentari o di vestiario con motivazioni metafisiche evidentemente risibili.

Altri provvedimenti, oltre che incredibilmente stupidi, sembravano francamente criminali, come il divieto di cure mediche sostituite da “paracetamolo e vigile attesa”, ma ciò che più colpisce è che i medici stessi, oramai assuefatti ad un sistema dove l’ospedale si chiama “azienda sanitaria”, sottolineando così la sua funzione non di cura, ma di generatore di “profitto” lecito o meno, non sembravano trovarci nulla da ridire.

Ma per quali motivi alla fine questo disastro mondiale provocato più dalle politiche di “contrasto” alla pandemia che dalla pandemia stessa è stato voluto e portato avanti dai governi, dalle istituzioni internazionali e dal potere economico, in altre parole dalle élite? A quanto sembra, la risposta è sconcertantemente semplice: per due scopi, entrambi molto terra terra, consolidare il governo dei globalisti neocon che hanno preso il potere in America e conseguentemente in Europa rendendo  accettabili politiche di stretto controllo ideologico e repressivo sulla generalità della popolazione (nei fatti quelli che la Clinton chiamava i “deplorevoli” perché avevano avuto l’ardire di disobbedire agli ordini di voto dei media) e, contemporaneamente, fare un sacco di soldi attraverso la vendita forzata di preparati medici di dubbia efficacia e sicurezza tanto in fretta costruiti che per chiamarli “vaccini” hanno dovuto cambiare la definizione tecnica di vaccino. Tutto qua. Niente Savi di Sion, Templari o Rosacroce.

La plateale scorrettezza dei contratti con cui i governi hanno acquistato i vaccini (già peraltro ampiamente finanziati con i soldi dei cittadini che sono stati quindi costretti a comprarli due volte e poi, come se non bastasse, anche ad iniettarseli), è talmente palese che i contratti stessi sono stati secretati. In condizioni del genere la corruzione e il conflitto di interessi non sono una possibilità, sono una certezza.

Voi mi direte che questa non è stupidità, ma avidità e sete di potere portate all’estremo. Sì, è certamente vero, ma osserverei che non si può guidare uno stato o un intero gruppo di stati con la stessa mentalità con cui si guida una banda di gangster, occorre una visione un poco più ampia, un minimo di lungimiranza nel concepire piani politici, non ci si può limitare al taglieggiamento. Persino le organizzazioni criminali più serie impongono il pizzo in una misura tale da non distruggere la fonte di reddito. Persino il virus tende ad evitare di uccidere l’ospite perché “sa” che così facendo finisce per uccidere se stesso.

L’attuale élite occidentale non pare avere questi limiti: purché ci sia qualcosa da guadagnare, i danni collaterali diventano irrilevanti. Pare che la spinta ideologica sia tale che se anche si trattasse di morire personalmente, purché un poco più in la nel tempo, non sarebbe importante, l’unica cosa importante è fare profitto, perché ovviamente è il denaro che fa girare il mondo!

Ed infatti, subito dopo aver devastato l’occidente con le politiche dirette a combattere la pandemia, non hanno trovato di meglio che raddoppiare la posta e costringere una riluttante Russia a combattere una guerra in Ucraina preparata a lungo come una trappola che dovrebbe consentirgli di rimettere le mani sulle enormi risorse russe, come già accaduto negli anni novanta. Tranne che si sono accorti a metà della via che le sanzioni a lungo architettate mica funzionano tanto bene. Ma non riescono a farsene davvero una ragione: come è possibile che noi, con una economia così gigantesca e sofisticata, padroni della finanza e dei media, non riusciamo a stroncare una stazione di benzina travestita da nazione? Di certo si tratta di un fraintendimento, di certo stanno per crollare, per finire le munizioni. Anzi, le hanno già finite e sono costretti a sparare petardi.

O siamo noi a finire le munizioni? Di colpo si scopre che l’immenso apparato industriale dell’occidente non è attualmente in grado di produrre in un mese le munizioni che i russi sparano in un giorno: eppure il PIL sembra parlare chiaro: dove sono finite mai le sterminate industrie che inondavano di carri armati i fronti della seconda guerra mondiale? Sono andate in Cina? Come vengono impiegati i fondi stanziati per la “difesa” degli Stati Uniti, superiori da soli a quelli di tutti gli altri stati sommati? Vengono usati in maniera efficiente ed efficace, come piace dire agli aziendalisti o semplicemente rubati? Davvero pensate che l’Ucraina sia lo stato più corrotto del mondo? Davvero questa guerra è stata ben preparata dagli onniscienti “think tank”? O forse non sono stati troppo scaltri? Dopo tutto non sembra che il geniale meccanismo ideato dagli esperti di Russia stia girando troppo bene.

E allora che fare? Tirare i remi in barca? Cercare per il momento un accordo mentre ci rischiariamo le idee? Sia mai! Se gli Ucraini non bastano, gli manderemo contro anche i polacchi, se non bastano i polacchi, anche i rumeni e l’Europa la strizzeremo fino a cavare sangue da una rapa. E se occorre gli mandiamo anche i veterani homeless mezzo avvelenati di Los Angeles  ed anche i marines bisex, le drag queen e tutti i nostri super eroi obesi e diabetici. Siamo o non siamo i più grandi dell’universo? Tutti hanno paura di noi, tutti ci invidiano, tutti ci riconoscono superiori e vorrebbero essere come noi! Stermineremo questi impudenti e, se non stiamo vincendo facile con la Russia, allora provochiamo anche la Cina: chi si credono di essere codesti musi gialli? Inviamo le portaerei! Costringiamoli a combattere con Taiwan mentre noi guardiamo da lontano i fumi delle pire dei cadaveri (gialli) e stiamo a vedere cosa succede!

In sostanza, se qualcosa va male, se i piani non funzionano, la soluzione è sempre la stessa: si raddoppia la posta contando che nessuno abbia il coraggio di venire a vedere le carte. Forse mi sfugge qualcosa, ma a me non sembra una strategia ragionevole per conservare l’egemonia, mi sembra piuttosto il marasma senile di un occidente confuso e canagliesco senza più un piano preciso e una giustificazione di essere: si attacca e si stermina alla giornata, per difendere i diritti umani e la democrazia, poi si vedrà. I burocrati di Bruxelles non hanno dubbi: se le armi non ci sono, le compreremo poffarbacco! Dopo tutto siamo noi che stampiamo i soldi! Sembra che oramai si confonda la produzione di beni reali con la rappresentazione della ricchezza, cartacea o elettronica che sia. Chi era quel tizio che diceva che gli economisti esistono per dare un poco di credibilità agli astrologi?

Invero il presidente Biden pare un’allegoria piuttosto accurata di questo occidente.

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