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La Redazione

 

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Israele si sposta a destra

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A cura di Markus
Il 7 Novembre 2022
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Israel Shamir
unz.com

La gente non ama i liberali, i liberali benpensanti e velleitari. Preferisce i coccodrilli mangia-uomini. Gli Israeliani hanno votato contro il loro premier liberale Lapid e hanno riportato a Balfour Street Bibi Netanyahu. Bibi era rimasto fuori dall’incarico per un anno e mezzo, e in quel periodo gli Israeliani illuminati (soprattutto Ebrei ashkenaziti) avevano votato e rivotato per capire chi dovesse prendere il suo posto. Avevano deciso che volevano chiunque ma non Bibi. Si potrebbe pensare che ci fossero stati molti candidati, invece no!

Nonostante le cinque tornate elettorali, non si era formato nessun governo stabile. I politici sono creature molto egoiste e non riescono ad accordarsi facilmente. Ora, alla fine, non solo hanno nuovamente mandato Bibi al potere, ma, insieme a lui, anche due terribili razzisti reazionari che credono nella supremazia ebraica, Smotrich e Ben Gvir. Questi due tizi, o meglio il loro partito chiamato Sionisti Religiosi, hanno ottenuto l’incredibile numero di 14 seggi in Parlamento (Knesset). Il loro partito non aveva mai avuto così tanti seggi.

Meir Kahane era stato il loro predecessore. Aveva ottenuto un seggio alle elezioni del 1984; alle elezioni successive gli era stato vietato di candidarsi e una legge antirazzista aveva proibito di candidarsi anche ai suoi seguaci. I parlamentari non volevano ascoltarlo e, quando parlava, lo faceva in un’aula vuota.

All’epoca esisteva un partito sionista religioso, il MAFDAL, ma, rispetto a Kahane, era morbido e liberale. C’erano partiti nazionalisti estremisti ed agguerriti, come Moledet, ma erano insignificanti e non religiosi.

Il Nuovo Partito Sionista Religioso ha abbracciato il Kahanismo puro e, nel 2022, è diventato il terzo partito. Si dice che il suo leader, Ben Gvir, abbia appeso in salotto un ritratto di Baruch Golstein, il responsabile di una strage alla moschea di Hebron. Ha anche chiesto l’espulsione da Israele di un politico arabo, Ayman Odeh, di Hadash. Ha una lunga lista di reati commessi come leader della gioventù dei coloni ed è stato incriminato più volte per incitamento all’odio. È Ebreo orientale di nascita e avvocato di professione. Bibi Netanyahu ha sostenuto la fusione del suo partito con altri due gruppi radicali e ne ha assicurato la partecipazione alle elezioni. Già nel maggio di quest’anno gli Stati Uniti avevano rimosso i Kahanisti dalla loro lista dei gruppi terroristici.

Allo stesso tempo, i partiti di sinistra Labour e Meretz si sono schiantati. Meretz è completamente fuori, mentre il Labour è sceso sotto i 5 deputati. Entrambi i partiti erano guidati da femministe e tutti e due sostenevano la politica del gender, come i Democratici statunitensi. Questa si è rivelata una strada verso il disastro, poiché Israele ha problemi reali – relazioni tra Arabi ed Ebrei, alloggi costosi, stipendi bassi – e i problemi legati al gender non hanno molta importanza. Questa Knesset avrà meno rappresentanti femminili di quanti ne abbia avuti per anni, perché il Meretz è uscito con tutte le sue donne.

Quando Israele era stato fondato, i Laburisti e il MAPAM (il vecchio Meretz) erano i partiti maggiori, mentre l’Herut (l’ex Likud) era un partitino insignificante. Le cose sono cambiate ed ora la sinistra ha perso. E non vengono nemmeno compianti. I media americani hanno cercato di nascondere questi ambigui risultati. Mondoweiss ha riferito:

La notizia principale del New York Times – che è stata seppellita nell’edizione cartacea a pagina 10 invece di essere messa in prima pagina, come dovrebbe – ha in parte santificato il partito di Ben-Gvir definendolo “un’alleanza religiosa ultranazionalista” e “di estrema destra.”

In modo ancora più offensivo, l’articolo del Times ha poi insinuato che “molti elettori israeliani ebrei di destra” avevano sostenuto Ben-Gvir perché erano “turbati dalla partecipazione degli Arabi al governo uscente di Israele.” Si tratta di una sorprendente scorrettezza mediatica. L’implicazione è che gli Ebrei israeliani si sono orientati verso un estremista razzista principalmente perché erano “turbati” dal fatto che il governo precedente, guidato da Yair Lapid, fosse stato sostenuto da un piccolo partito che rappresentava alcuni cittadini palestinesi di Israele.

La verità traspare meglio in un’altra frase: “Molti elettori israeliani di destra sono ‘inquieti’ per il fatto che alcuni Palestinesi vivano in Israele o nei territori occupati.” Qualsiasi reporter avrebbe potuto recarsi ieri sera alla festa post-elettorale del partito di Ben-Gvir e ottenere in un paio di nano-secondi citazioni razziste da far rizzare i capelli – ma il Times ha una tradizione di lunga data nel nascondere tali efferatezze.

Il servizio del Times è poi migliorato. Il reporter Patrick Kingsley ha introdotto alcuni dettagli interessanti su Ben-Gvir, tra cui il fatto che “fino a poco tempo fa aveva appeso a casa sua un ritratto di Baruch Goldstein, che, nel 1994, aveva ucciso 29 Palestinesi in una moschea della Cisgiordania.”

La copertura della National Public Radio è stata anche peggiore. Il servizio di Daniel Estrin, della durata di 3 minuti, si è limitato a definire Ben-Gvir “un provocatore di estrema destra,” senza però menzionare il fatto che Netanyahu dovrà ora affidargli un ministero importante. Ancora peggio, Estrin ha descritto la campagna di Ben-Gvir come “un appello per una severa applicazione della legge contro i Palestinesi e i cittadini palestinesi di Israele.” L’insinuazione è chiara: sono i Palestinesi ad essere “senza legge” e non cittadini di seconda classe che vivono sotto quello che tutti i principali gruppi per i diritti umani hanno definito un sistema di “apartheid.”

Il Washington Post, invece, si è comportato molto meglio. La sua frase di apertura riportava in modo accurato che i risultati delle elezioni erano “una vittoria sbalorditiva per l’estrema destra israeliana – un movimento un tempo marginale, aggressivamente antidemocratico e fondamentalmente razzista che, in poche settimane, potrebbe occupare i posti di potere più influenti del Paese.”

Ma forse i redattori senior del Post si sono spaventati per l’onestà dei loro giornalisti. Perché alle 8:30 di questa mattina non si poteva trovare questa notizia da nessuna parte nella home page del giornale.

Ora l’amministrazione Biden dovrà lottare duramente per impedire a Ben Gvir di prendere posto nel governo. Ma non è detto che ci riesca.

Il quotidiano Haaretz è uscito con il titolo: Elezioni in Israele: Un governo quasi fascista e ultrareligioso per un Paese che merita di meglio. Non è vero: il Paese non merita di meglio. La Sinistra ha spinto per la comunità gay, mentre Arabi e Russi sono stati discriminati. Quando la Sinistra è stata al governo, ha tenuto metà della popolazione senza diritti. In Israele dominavano i monopoli, anche allora. Hanno avuto la possibilità di scegliere se legarsi ai Palestinesi o ai coloni. Non hanno scelto nessuno dei due e non hanno ricevuto nulla.

Questo fa parte di un modello globale. La Sinistra ha perso anche in Svezia. L’idea della Sinistra di poter bandire i partiti di destra è un errore. Ma l’idea di vietare l’estrema sinistra e l’estrema destra è un modo sicuro per perdere.

Israel Shamir

Fonte: unz.com
Link: https://www.unz.com/ishamir/israel-moves-rightwards/
05.11.2022
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org

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Israel Shamir è un pensatore spirituale e politico radicale di fama internazionale, editorialista e scrittore su Internet. I suoi commenti sull’attualità e sul suo significato più profondo sono pubblicati sul suo sito www.israelshamir.net e altrove.

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