DI KURT NIMMO
Another day in the empire
Secondo il sito di News Israeliano Yedioth Internet, l’esercito Israeliano ha iniziato a costruire un centro di detenzione temporanea ideato per incarcerare i prigionieri Libanesi che verranno catturati durante le operazioni dell’esercito nel Sud del Libano… Il fatto che all’esercito sia stato rilasciato un permesso speciale dal Rabbinato Militare per continuare con i lavori di costruzione per tutta la giornata di sabato [altrimenti giorno festivo, NdT] dimostra l’urgenza attribuita al progetto.
In altre parole, la detenzione e la tortura di Sciiti Libanesi (che sono considerati tutti essere membri di Hezbollah) ha ricevuto l’imprimatur della più alta autorità religiosa d’Israele. Come queste persone riescano a dormire la notte è un mistero.
Durante la scorsa occupazione del Sud del Libano, Israele usò la prigione di Khiam per concentrare e torturare i Libanesi [una descrizione della prigione, con numerose testimonianze di ex detenuti e loro parenti, si può trovare a questo link n.d.t.], una chiara violazione della “Convenzione contro la tortura, crudeltà e trattamento disumano o degradante di prigionieri”, un accordo di cui Israele fa parte.
“Da quando la struttura aprì nel 1985, centinaia di Libanesi sono stati detenuti arbitrariamente a Khiam senza accusa e per periodi di tempo indefiniti. Molti dei detenuti, donne incluse, sono stati torturati durante le interrogazioni e soggetti a pessime condizioni di reclusione,” riportò Human Right Watch nel 1999, un anno prima che Hezbollah cacciò l’esercito Israeliano fuori dal Libano.
Nessun dubbio che la nuova “struttura di detenzione” Israeliana rispecchierà le stanze della tortura a Khiam.
“Le deposizioni dei prigionieri e le celle testimoniano cosa succedeva lì dentro,” spiega Arjan El Fassed, scrivendo per Electronic Intifada. “I prigionieri venivano stipati in minuscoli, sudici spazi dove mangiavano e dormivano. A quelli che non erano reclusi da soli veniva permesso di uscire una volta a settimana per 15 o 30 minuti per andare nella ‘stanza del sole’ ed in uno spazio all’aperto circondato da mura”.
I prigioneri venivano torturati di routine, 3 volte al giorno. La tortura includeva le percosse, il venir colpiti con cavi elettrici nelle parti sensibili del corpo ed il dover rimanere immobili in posizioni dolorose…
Ai detenuti venivano date razioni di cibo inadeguate e venivano picchiati quando pregavano, fino ad una rivolta nel 1989, durante la quale due prigionieri, Bilal al-Salman e Ibrahim Abu ‘Azz, furono uccisi…
Tra i prigionieri ci fu la giornalista Libanese Cosette Ibrahim, rapita mentre lavorava nel Sud del Libano. Alcuni dei detenuti erano ragazzini, come il quindicenne Ali Tawbeh, che fu trascinato via da casa insieme ai genitori dalle forze di occupazione nel 1997. Altri ostaggi, come Abdeh Malkani, avevano più di settant’anni. Hussein Awada, di anni 65, era stato detenuto sin dal giugno del 1999. Aveva seri problemi al cuore e poteva muoversi solo col bastone…
Tra il 1987 ed il 1995 a Khiam non fu permessa l’entrata alle famiglie dei prigionieri. Fu loro negato il diritto di richiedere una verifica della legalità della loro prigionia. Alcuni detenuti sono morti a Khiam, alcuni dopo esser stati torturati, altri a causa della mancanza di trattamento medico. Altri prigionieri sono stati rilasciati dopo anni di torture e di isolamento con seri disturbi fisici o mentali.
Per quanto riguarda la giornalista Cosette Ibrahim [foto a sinistra], il Center for Media Freedom[Centro per la Libertà dei Media n.d.t.] ha scritto: “Il 2 Settembre 1999, durante un raid presso Rmeish, un villaggio situato vicino alla zona occupata del Libano Mediorientale, l’Esercito Sud-Libanese (SLA) arrestò Cosette mentre stava facendo visita ai suoi genitori. Venne arrestata insieme al cognato, De Gaulle Abu Tass, e ad un altro uomo, Samir Khiam. Non venne fornita alcuna ragione per il suo arresto. Rapporti dei gruppi Libanesi per i diritti umani suggeriscono che Cosette fu arrestata per essersi rifiutata di collaborare con il filo-israeliano esercito Sud-Libanese del Generale Antoine Lahad. Altri rapporti attestano che Cosette fu arrestata per i suoi articoli che attaccavano l’occupazione Israeliana del Libano Mediorientale… Cosette… non fu processata [e] forse fu tenuta come ostaggio per negoziare con Hezbollah. Questo è illegale secondo la Sezione 34 della Quarta Convenzione di Ginevra ratificata da Israele.”
Tuttavia Israele e gli Stati Uniti non rispettano le Convenzioni di Ginevra.
“Il centro di detenzione sarà basato sul modello delle precedenti prigioni costruite in Israele come quella di Ktziot nel Sud e la base Ofer a Gerusalemme,” continua Ynet. “Durante la Guerra del Libano, migliaia di prigionieri Libanesi furono incarcerati nella prigione Al-Hiyam [Khiam] situata in territorio Libanese. Ufficiali dell’esercito hanno spiegato ad Ynet che mettere in piedi un centro di detenzione di tale grandezza è prova dei piani del Governo Israeliano per un’operazione su larga scala che potrebbe durare mesi.”
Nel 2002, un Palestinese di nome Abed Khalili ha raccontato all’Inter Press Service Newswire della sua permanenza nella prigione di Ketziot.
Ketziot era una prigione nel mezzo del deserto. Era nel Sud di Israele, vicino al confine con l’Egitto. Nessuno poteva accederci. Non erano permesse le visite. Nemmeno gli avvocati potevano accedervi perchè i prigionieri venivano chiamati detenuti amministrativi, che significa che erano dentro senza aver subito un processo né senza aver ricevuto alcuna accusa.
I soldati usavano i bulldozer per alzare le dune come montagne tutto intorno. Il sole li sembrava come se qualcuno ti stesse dando fuoco. Era un posto senza edifici, solo tende con celle.
Avevo 14 anni quando mi mandarono a Ketziot. Mi misero lì durante la prima intifada per 6 mesi poichè tirai pietre ai soldati che vennero nel nostro accampamento. Non penso che sia possibile soffrire di incubi peggiori.
I pavimenti delle celle a Ketziot non poggiavano sul cemento ma direttamente sul deserto. Durante la notte mentre dormivi, gli scorpioni ed i serpenti neri entravano dentro passando attraverso la sabbia. Non c’erano luci cosi non potevi vederli ed ucciderli. La cella era cosi piccola che non potevi neanche scappare.
Se non davi informazioni relative alle persone nel tuo campo, i soldati ti picchiavano. Se davi informazioni, dicevano che cosi provavi di essere un terrorista, cosi ti trattenevano più a lungo. E ti picchiavano.
[Manifestazione per la liberazione di prigionieri detenuti da Israele]
In una deposizione fornita ad Al-Haq (parte del Comitato Esecutivo del Network per i Diritti Umani Euro-Mediterraneo), la prigione di Ofer fu descritta come segue:
Questa prigione è situata a Betounya, solo pochi chilometri ad Ovest di Ramallah. Nasce originariamente come un campo militare, dove è stato messo in piedi un centro di detenzione. Si stima che vi siano imprigionati 720 Palestinesi. Ottantacinque di loro sono detenuti amministrativi. Molti altri sono Palestinesi con passaporto Giordano.
Le condizioni in questa prigione non sono migliori di quelle di Ansar 3 [Ketziot]. I prigioneri sono rinchiusi in tende ripartite in sezioni. In questa prigione sono stati riportate molte violenti percosse. Il sovraffollamento, cibo scadente, pessimi servizi sanitari, abbondanza di insetti e rettili sono le caratteristiche distintive di questa prigione. Ai detenuti serve anche un cambio di vestiti, in particolare di biancheria intima.
Inoltre, in questa prigione ci sono alcuni prigionieri malati. Questi vengono privati di cure mediche. In una deposizione scritta del prigioniero Murad Abu Gharbeyyeh egli ha fatto menzione di aver sofferto di instabilità mentale dopo che sua moglie è stata uccisa davanti ai suoi occhi. Ha perso coscienza molte volte. Il dottore della prigione ha diagnosticato il suo caso, ma non gli è stato dato il trattamento appropriato.
In breve, Israele pianifica di invadere il Sud del Libano ancora una volta, rapire i Libanesi, e di inserirli in un sistema illegale di prigionia e tortura sulla base della famosa prigione di Khiam e dei campi di tortura dove i Palestinesi vengono imprigionati per aver resistito all’occupazione.
In Israele, con i Sionisti razzisti e sociopatici al comando, sarà lo stesso per i Libanesi, che vengono considerati poco più che untermenschen [”subumani”, termine usato dai nazisti n.d.t.].
Fonte: http://kurtnimmo.com/
Link: http://kurtnimmo.com/?p=475
22.07.2006
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di GOLDSTEIN