DI GHALI HASSAN
All’inizio dell’Occupazione era chiaro che gli Stati Uniti avrebbero dominato in Iraq frantumando la nazione in mini-stati e regioni e dividendo la popolazione irachena sulla base delle differenze etniche e di appartenenza. La violenza fra iracheni orchestrata dalle forze di occupazione è servita per fornire un pretesto al fine di giustificare tale occupazione e deviare la rabbia della popolazione dalla brutalità e dalla violenza dell’invasione occidentale.
Durante la sua recente e non preannunciata visita a Baghdad (in totale segretezza), Jack Straw, Ministro degli Esteri inglese, ha riecheggiato le parole dell’ambasciatore statunitense in Iraq. Straw ha dichiarato: “Siamo desiderosi di vedere questi due dipartimenti (Difesa ed Interni) nelle mani di persone competenti, possibilmente tecnocrati” qualcuno come Ahmed Chalabi o Iyad Allawi. La dichiarazione non ha nulla a che vedere con l’intenzione di fermare la violenza in Iraq, bensì ha a che fare con la volontà degli Stati Uniti di esercitare il controllo sull’esercito e la polizia irachena. Quest’ultima potrebbe essere utilizzata contro gli oppositori ed i ribelli. Certamente coloro che praticano la violenza contro gli iracheni lavorano a stretto contatto con le forze di occupazione. Jack Straw è in Iraq per perpetuare lo spargimento di sangue e la violenza.Tutto è iniziato con la deliberata distruzione e lo smantellamento dello stato iracheno, seguito dalla nomina, il 13 luglio 2003, del cosiddetto Consiglio del Governatorato dell’Iraq da parte del funzionario Usa L. Paul Bremer. Gli investiti della carica, espatriati collaborazionisti, sono stati volutamente identificati e scelti secondo criteri etnici e di appartenenza. Sono stati incoraggiati e favoriti nel competere per le posizioni ed il potere. Inoltre, Paul Bremer ha intrapreso per primo il criminale processo di ostracismo del Partito Baath, che ha implicato l’eliminazione di chiunque fosse associato al partito come pure di chiunque avesse idee nazionaliste e si schierasse contro l’Occupazione. La “de-baathificazione” del paese è semplicemente uno strumento mortale per fomentare la violenza e distruggere così la società irachena.
Per consolidare queste divisioni all’interno della società irachena, gli Stati Uniti ed i loro alleati hanno inscenato delle elezioni truccate ed illegali. Le elezioni sono state progettate per instaurare il settarismo, non la democrazia, nonché per legittimare l’Occupazione. Gli iracheni sono stati spinti ed incoraggiati a votare secondo la propria appartenenza etnica e religiosa. Sia il sistema elettorale che i metodi di mobilitazione utilizzati dai principali candidati sono stati preparati per attizzare il fuoco del settarismo e delle divisioni, piuttosto che per contribuire all’unità nazionale ed alla liberazione. Non c’erano candidati o partiti politici che avessero una particolare ideologia, ma solo liste divise per etnia e religione. Per di più, la Costituzione redatta dagli Stati Uniti serviva a rinforzare e a giustificare tali divisioni. Qualcuno si chiede perché Stati Uniti e la Gran Bretagna non utilizzino lo stesso democratico sistema a casa loro.
Un’altra causa (di matrice Usa) della guerra civile e del caos presenti in Iraq è stato il deliberato e criminale atto di sciogliere l’esercito e le forze di polizia irachene e sostituirle con le milizie appartenenti alle varie etnie e ai diversi gruppi sociali. Le milizie addestrate rispettivamente dagli Stati Uniti, dall’Iran e da Israele (i Peshmerga curdi) costituiscono il cuore del nuovo esercito e della nuova polizia irachena. La mancanza di lealtà nei confronti della nazione come pure le rivalità e le ostilità fra le varie milizie, in definitiva, giovano agli interessi delle forze Usa.
Queste milizie paramilitari sono schierate per combattere i loro stessi fratelli iracheni appartenenti a differenti gruppi etnici. Quindi, l’operazione è servita per creare divisioni e tensioni etniche. Unitamente alle forze Usa, la milizia “Peshmerga” continua ad eseguire arresti arbitrari e ad essere coinvolta nel trattamento brutale dei cittadini, nella violazione dei diritti dei residenti e nel furto di beni e proprietà. Sono inoltre responsabili di deliberati atti di pulizia etnica nelle regioni di Tal Afar, Kirkuk e Mosul. Fa tutto parte di una politica statunitense tesa a creare violenza settaria che alla fine condurrà alla guerra civile e a circostanze tali che saranno utilizzate per giustificare la perdurante occupazione.
[I Peshmerga]
Per di più, gli squadroni della morte, addestrati ed armati dalla forze d’occupazione, stanno torturando ed uccidendo iracheni innocenti tra cui illustri uomini politici, leader nazionalisti, studiosi e professionisti. Sono stati presi di mira persino gli iracheni che negli anni ’80 parteciparono alla guerra per difendere l’Iraq dall’Iran. Questi criminali stanno eliminando tutti coloro che si oppongono all’Occupazione.
La violenza gratuita che imperversa da quando è iniziata l’Occupazione ha largamente contribuito alla disintegrazione della società irachena. La sanguinaria campagna è ispirata ad una strategia di controllo che Washington ha denominato “Opzione El Salvador”, una guerra civile causata e finanziata dagli Stati Uniti in El Salvador durante gli anni ’80. La strategia è stata replicata in Iraq sotto il comando di John Negroponte ed ha il pieno consenso della Casa Bianca. Il suo scopo è quello di spargere terrore fra la popolazione e rinforzare in tal modo la legittimità dell’Occupazione.
Migliaia di iracheni innocenti sono stati uccisi a sangue freddo. Un resoconto di un’organizzazione locale per i diritti umani, onitoring Net of Human Rights in Iraq, ha sottolineato:
“Fonti della polizia irachena hanno rivelato che dalla fine di marzo 2004 più di mille scienziati sono stati uccisi. Un rapporto precedentemente pubblicato dal Dipartimento di Stato Usa confermava l’uccisione di 350 scienziati specializzati nel settore nucleare e di 200 professori.
Dopo il recente attacco criminale al tempio Askariyah di Samarra – che non era mai stato assalito per secoli – tutti gli iracheni, senza alcuna eccezione, hanno condannato la viltà del gesto. “Questo è un atto di terrorismo che ha lo scopo di fomentare uno scontro tra fazioni” ha dichiarato Sheikh Ahmed Daye, membro della sunnita Associazione degli Studenti Musulmani. Il presidente designato in carica durante l’occupazione, Jalal Talabani, ha affermato “Stiamo affrontando una grande cospirazione che sta bersagliando l’unità irachena. Dovremmo tutti unirci e prenderci per mano al fine di evitare il pericolo di una guerra civile”. Altri membri del governo fantoccio hanno puntato il dito contro l’Ambasciatore Usa a Baghdad a causa delle ingerenze nella politica irachena e negli affari locali nonché per l’incitamento alla violenza. Migliaia di iracheni comuni sono scesi per le strade per protestare contro gli Stati Uniti ed Israele.
Samarra è come Fallujah. Le forze Usa hanno attaccato la città della Resistenza parecchie volte e Donald Rumsfeld ha minacciato di distruggerla a meno che non si fosse arresa. Gli iracheni credono che l’attacco al tempio sia stato un pretesto utilizzato dalle forze Usa per invadere la città. L’assalto delle forze d’Occupazione non ha rappresentato nulla di nuovo; nel passato simili attacchi sono stati perpetrati contro le altre città irachene. Queste operazioni erano sempre ben orchestrate per aizzare un gruppo contro l’altro e far poi intervenire l’esercito Usa in qualità di mediatore o “portatore di pace” (peace broker).
Immediatamente dopo l’assalto al tempio di Askariyah la violenza è esplosa in parecchie località irachene. Solo gli Stati Uniti e la Gran Bretagna sembrano beneficiare della violenza e degli eccidi. Fonti irachene sostengono che forze statunitense e britanniche ed i loro collaboratori sono dietro i principali massacri e rapimenti effettuati nel paese. Dopo ogni assassinio di civili una qualsiasi comunità irachena viene gratuitamente accusata della violenza. “Abbiamo prove e testimonianze diffuse che forze esterne stanno tentando di fomentare una guerra civile, ma gli iracheni ne sono consapevoli ed hanno fatto un grande sforzo per non reagire” ha dichiarato Saad Jawad, docente di scienze politiche all’università di Baghdad.
Lo scorso settembre, le forze di polizia irachene hanno arrestato due soldati britannici, membri delle forze speciali SAS, mascherati da arabi che progettavano di far esplodere una macchina nel centro di Bassora. Un altro caso del terrorismo di matrice occidentale.
Bush e Blair hanno spesso usato il pretesto di voler evitare una guerra civile per opporsi alle richieste irachene di ritiro delle truppe. E’ il trionfo del vecchio cliché coloniale: più gli indigeni sono divisi, più è semplice dominarli e sfruttarli.
Queste divisioni non sono endogene. Non abbiamo a che fare con una “questione interna”: è un problema causato dall’Occidente. La guerra all’Iraq è una atto di aggressione che è responsabile della morte di centinaia di migliaia di uomini, donne e bambini innocenti. E’ una guerra criminale messa in atto per rinforzare il dominio degli Stati Uniti e di Israele nel Medio Oriente ed impadronirsi delle riserve di petrolio irachene.
La violenza settaria in Iraq è stata deliberatamente causata dagli Stati Uniti e dalla Gran Bretagna. Gli Iracheni hanno sempre rifiutato la presenza di forze d’Occupazione straniere. L’unico modo per porre fine alla violenza è quello di rispettare la volontà della popolazione irachena attuando un totale ed immediato ritiro delle truppe straniere dalla nazione.
Ghali Hassan
Fonte: http://www.globalresearch.ca
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23.02.2006
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di FRANCESCO SCURCI