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La Redazione

 

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IRAN: VERSO L'ARMAGEDDON?

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A cura di Das schloss
Il 20 Novembre 2007
73 Views

DI FELICITY ARBUTHNOT
Global Research

Promemoria per i crociati, fautori dell’Armageddon… “Non uccidere” (Esodo 20,13)

Siamo alle solite. Ricordate quando Milosevic venne bollato come “il macellaio di Belgrado”, il nuovo Hitler?

E poi fu il turno di Saddam Hussein, “Il macellaio di Bagdad”, e ovviamente l’uomo più pericoloso dopo Hitler – in possesso di armi di distruzione di massa che potevano essere sganciate sul mondo “nel giro di quarantacinque minuti”.

Colin Powell mentì alle Nazioni Unite riguardo al pericolo che l’Iraq costituiva per il pianeta; George Bush mentì a chiunque lo avesse ascoltato; Tony Blair mentì al parlamento e collaborò a finti dossier talmente elusivi da risultare risibili, ma nonostante i milioni di persone che manifestarono, protestarono e che presero tali bugie per ciò che sono, ci fu altrettanta gente pronta a bersi queste fantasie come fossero verità.Ci risiamo. Il presidente dell’Iran Mahamoud Ahmadinejad (a breve “il tiranno di Teheran”) terrorizza il pianeta, fornisce armi alla resistenza irachena, sta destabilizzando la regione e quel luogo paradisiaco che è l’Iraq occupato.

Se è vero (come è vero) che oggi in Iraq ci sono molti iraniani e filoiraniani, è altrettanto vero che sono arrivati con l’occupazione. Nelle alte sfere del governo iracheno, un governo corrotto, fantoccio degli USA, ostaggio delle fazioni, sono in molti a parlare farsi, non arabo.

Le dichiarazioni sempre più deliranti riguardanti l’Iran, l’ultima minaccia alla vita, per come ci viene presentato, stanno giungendo alle nostre orecchie per mezzo degli stessi guerrafondai, di quel covo di avvoltoi, ovvero l’American Enterprise Institute (AEI) e i loro amici, che elaborarono la loro politica bifronte all’origine della decimazione omicida in Iraq.

Date uno sguardo ai nomi presenti sul sito web dell’AEI, che includono:

Paul Wolfowitz (“impresa e sviluppo”)

Michael Rubin (democrazia araba”)

Richard Perle (“difesa…intelligence”)

Joshua Muravchik (“democrazia globale”)

John Bolton (“politica estera”)

Lynne Cheney, il cui marito, come sempre, è ritenuto una delle forze dietro al piano di attacco, (“cultura ed educazione”)

Michael Ledeen (ultimo libro: “The Iranian Time Bomb: The Mullah Zealots Quest for Destruction” [“La bomba ad orologeria iraniana: la ricerca della distruzione da parte dei fanatici mullah”])

Daniell Pletka (“vice presidente per gli studi sulla politica estera e difesa”) il quale, in un articolo sul Wall Street Journal (28 settembre 2007) parlò di “armi nucleari illegali [iraniane]…(e) impotenza di Washington” e “chiara informazione di un collegamento al programma di armi di distruzione di massa”. E questo a dispetto del fatto che l’International Atomic Energy Authority non avesse trovato alcuna indicazione relativa a tali programmi.

Tutto ciò sembra terribilmente familiare.

Interessante notare che un punto sulla lista dell’Istituto di “Progetti di Ricerca” sia “Investimenti globali in Iran”. Si tratta certamente di nuove opportunità per l’Iran – o, piuttosto, L’AEI considera il petrolio iraniano e il patrimonio del paese come un bengodi fiscale a proprio uso e consumo?

L’orchestrazione continua di buon passo:

Anche se stiamo avendo successo in Iraq” (davvero?) “l’Iran ci rema contro… non riusciremo a portare la pace nella regione se ignoriamo tale minaccia”, scrive Ledeen. Più avanti, sono descritti piani precisi per l’emancipazione delle donne iraniane, nel solco dell’esperienza afghana: “Dal 1979 l’Iran, dove le donne potevano frequentare l’università e fare carriera, è passato ad essere una società che le considera cittadini di serie B… vendute come schiave…” scrive Diana Furchgott-Roth nel New York Sun (14 settembre 2007).

Ci devono essere due Iran: “L’alfabetizzazione è diffusa oltre il novanta per cento, anche nelle aree rurali e nel 2005 più del sessantacinque per cento degli studenti immatricolati all’università era costituito da donne. Le voci più forti che emergono dalla blogosfera iraniana appartengono proprio a questa generazione giovane e istruita.” Più del sessantacinque per cento della popolazione di questo paese di settanta milioni di persone ha meno di trent’anni.

Mi si gela il sangue quando penso ad una possibile guerra contro il mio paese”, scrive un blogger: “La mia idea della guerra non deriva dai film di Hollywood, ho visto il dolore, le lacrime dei bambini, il sangue nelle strade…” In una foto che ritrae un incontro della Teheran Photographers Association, si vede la sede piena di donne vestite di colori sgargianti e un solo uomo. (vedi: Inside Iran, New Internationalist, marzo 2007: www.newint.org)

L’Iran non è perfetto, ma quale paese lo è? Il Primo Ministro della Gran Bretagna Brown “rifiuta di escludere” di unirsi all’intervento militare americano, ossia di compiere una decimazione in nome della democrazia e di saccheggiare le risorse. Secondo il Sunday Telegraph (1 ottobre 2007) si sta stilando un dossier sulle violazioni della Legislazione Internazionale in Iran, come in Iraq. “Violazioni delle Leggi Internazionali”? Due paesi, la Gran Bretagna e l’America, non hanno solo violato, ma stravolto la Legislazione Internazionale. Ancora una volta, chi controlla i controllori?

Ci si può fidare di una nazione che nel 1983, (24° anniversario il 25 Ottobre) con la scusa che rappresentasse una minaccia, ha invaso Grenanda (che non ha forze armate e che esporta principalmente banane, noce moscata e macis – una guerra per la noce moscata?), la cui popolazione ammonta a 94.103 individui (1994) contro i 260.713.000 americani, distruggendo un ospedale psichiatrico!?

Ma i tamburi di battaglia stanno rullando: “DOBBIAMO bombardare l’Iran”, è l’incipit di un articolo di Josua Muravchik per il Los Angeles Times (19 giugno 2007).

Egli inizia con alcune citazioni tratte direttamente dal manuale di propaganda contro l’Iraq del Pentagono:

… da quando il programma nucleare segreto del paese è stato portato alla luce… il cammino della diplomazia e delle sanzioni non è arrivato da nessuna parte.” Tehran ha “respinto” una “serie di concessioni”; il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite non ha avuto scelta sul comportamento da adottare verso la minaccia iraniana.

Il completamento dell’arsenale nucleare iraniano cresce sempre di più di giorno in giorno, questo “Stato, principale sponsor del terrorismo” potrebbe “passare sottobanco materiale nucleare ai terroristi”. La bomba che l’Iran non ha, potrebbe, certamente, “costituire una terribile minaccia per 6 milioni di israeliani”. Nessuna menzione del fatto che Israele sia la quinta grande potenza nucleare al mondo, in barba al trattato di non proliferazione, o neanche un’ammissione di possesso di tali armi.

In ogni caso le non-armi iraniane: “segnerebbero la fine dell’intero sistema di non proliferazione.”

La “…guerra globale” con l’Iran “equivale” a quella di quarant’anni fa con l’Unione Sovietica, e a breve sarà definita “uno scontro di civiltà”.

Il solo modo per prevenire questi terrificanti sviluppi è mediante l’uso della forza…. Con una campagna aerea contro le strutture nucleari di Tehran. Siamo in possesso di considerevoli informazioni circa tali strutture; secondo alcune stime esse comprendono circa 1.500 obiettivi… quando dovrebbe avvenire un attacco simile? Se fosse il prossimo anno, la diplomazia delle Nazioni Unite farà in tempo a rivelare ulteriormente il suo fallimento…” è la conclusione di Murachik “ Deja vu, tutto da capo”.

Non è stata menzionata, comunque nella retorica demente riguardante l’attacco all’Iran, quella parola che inizia per “A”: Armageddon. “Probabile bersaglio del bombardamento a tappeto” (che sembra possibile coinvolga l’impiego di armi tattiche nucleari) “sono le potenti centrali nucleari di Bushehr” (dove sono presenti la Russia e tecnici di altri paesi stranieri) “un sito di estrazione di uranio a Saghad” (vicino alla principale città di Yazd), “l’impianto di Arricchimento dell’Uranio a Natanz, una centrale di acqua pesante e un impianto di Radioisotopo ad Arak, l’Unità di Combustibile Nucleare ad Arkedan, l’impianto di Arricchimento di Uranio e il Centro di Tecnologia Nucleare a Isfahan, Il Centro di Ricerca Nucleare di Tehran, l’Impianto di produzione del Molibdeno, dello Iodio e dello Xeno Radioisotopo di Tehran… una presunta centrale smantellata di Arricchimento dell’Uranio a Lashkar Abad e le Unità di deposito delle scorie radioattive a Karaj e Anarak”. (Wyne Madsen)

Molte di queste strutture sorsero dopo il rovesciamento nel 1953 da parte degli Stati Uniti e della Gran Bretagna del democratico Primo Ministro iraniano, democraticamente eletto, Mohammad Mossadegh, a seguito della sua decisione di nazionalizzare il petrolio del paese. Il colpo di Stato fu architettato dal membro della CIA Kermit Roosvelt, nipote di Theodore. Il padre del Generale Norman Schwarzkopf andò poi in Iran, per collaborare all’addestramento del Savak, la spietata polizia segreta dello Scià, alleato degli Stati Uniti.

Comunque, a parte la storia moderna, le conseguenze sarebbero disastrose: altro che riscaldamento globale.

Pensate all’enorme entità dell’attacco che sembrerebbe essere stato ventilato, oltre all’inimmaginabile orrore degli individui ustionati e irradiati nell’immediata vicinanza e nei paesi circostanti (inclusi gli “alleati”, le truppe presenti su tutta la regione).

Questa è una succinta descrizione delle conseguenze dell’esplosione di un’unica centrale nucleare a Chernobyl nel 1986: “le cellule umane irradiate si frantumano in frammenti chiamati micronuclei… un sicuro precursore del cancro. Durante il disastro del reattore nucleare a Chernobyl, la… radiazione sprigionatasi fu equivalente a quella di quattrocento bombe atomiche… i russi esposti svilupparono presto cellule-micronuclei sanguigne ” (The Radiation Poisoning of America, Amy Worthington, 9 Ottobre 2007: )

La condizione dei bambini e dei tumori nella regione di Chernobyl da 20 anni a questa parte è oggetto di uno studio continuo, tragico e globale sulla salute come avvenne per Hiroshima e Nagasaki, o gli abitanti delle Isole Pacifiche, dopo i test nucleari inglesi e francesi. Le radiazione di Chernobyl attraversarono il globo nel giro di pochi giorni. Nelle regioni montuose del Regno Unito, Galles e Cumbria, il bestiame capitato nelle zone colpite è tuttora inutilizzabile e non commestibile. Chernobyl venne cosparsa di una sostanza ritardante del fuoco per via aerea da una squadra di persone che, nonostante fosse protetta delle pareti di piombo della cabina del velivolo, a quanto pare, non sopravvisse ai tumori devastanti contratti in seguito all’azione svolta. Se l’esplosione di Chernobyl fu equivalente a quattrocento bombe atomiche, guardate l’elenco qui sopra e fate i conti. Non dimenticate di aggiungere le armi atomiche democratiche della “coalizione” fatte cadere su di loro.

Norman Podhoretz, un guerrafondaio, tra i padri fondatori del neo conservatorismo negli Stati Uniti, è un altro di quelli che a quanto pare sta facendo pressioni su Bush perché l’Iran venga bombardato. Disse a Bush: “Hai la terribile responsabilità di prevenire un altro olocausto. Sei il solo che ha il fegato per farlo” (Sunday Times, 1 Ottobre 2007). Un olocausto, comunque lo si voglia chiamare….

Mohammad Mossadegh e Saddam Hussein commisero un errore fatale: nazionalizzarono il petrolio del paese. Saddam Hussein alla fine si strinse il cappio al collo nel momento in cui nel 2000 decise di convertire i ricavi del petrolio da dollari in euro.

Anche Mahmoud Ahmadinejad ha annunciato la conversione dei petroldollari iraniani in una valuta “più a est”.

Come nel caso dell’Iraq, si tratta veramente di una minaccia nucleare?

I milioni di persone che credettero all’ultima grande bugia, verranno nuovamente ingannati? Se non lo saranno, ciò farà qualche differenza nello spazio illegale condiviso dal governo americano e da quello inglese?

Sul territorio del Medio Oriente (o in questo caso, sull’acqua) sembra di no. Qui di seguito riportiamo una comunicazione proveniente da un Landing Signal Officer[1] (un ufficiale che dirige la flotta aerea mentre atterra) circa un gruppo d’attacco di portaerei che sta pianificando e organizzando uno schieramento d’assalto nello Stretto di Hormuz, una delle vie del petrolio più importanti al mondo a livello strategico, controllata dall’Iran.

L’ufficiale è convinto che l’Iran verrà attaccato, commentando che: “… tutto il Piano delle Operazioni Aeree e l’Assegnazione delle Risorse sono terminati, il che significa che ogni obiettivo è stato scelto, messo in ordine di priorità e assegnato a uno specifico velivolo, base, flotta aerea, missile cruise…” Di seguito, l’ufficiale afferma che c’è un profondo disagio tra gli ufficiali più anziani riguardo a “organizzare un attacco massiccio contro l’Iran”. Comunque “ho visto più di un Comandante anziano sparire…” è strano, perché tutti coloro che sono “scomparsi” avevano espresso disappunto riguardo a questa missione.

Quanto sarà contenuto l’attacco?

“Non credo che sarà affatto contenuto. Stiamo caricando a bordo e assegnando ogni Tomahawk, abbiamo un inventario. Penso che sarà massiccio e improvviso, con centinaia di obiettivi. Credo che nessun americano saprà quando accadrà, se non dopo che sia già successo.” L’ufficiale riflette sul fatto che parlare di un attacco segreto è “un tradimento”, ma è talmente preoccupato che “qualcosa mi dice di parlarne comunque”.

“Sì, stiamo per colpire l’Iran in grande stile. Qualunque sia il dibattito politico che sta andando avanti è solo uno specchietto per le allodole… un depistaggio. Io vedo ciò che sta accadendo qui sottocoperta, nell’aviorimessa e nel reparto armi e ho un brutto presentimento riguardo a come si metteranno le cose.”

Davvero il Governo Americano metterà a repentaglio l’intero pianeta?

Ecco una storia che mi ha raccontato Bernard Lown, uno dei co-fondatori dell’International Physicians for the Prevention of Nuclear War (IPPNW) durante l’era di Regan. Lown ha lavorato a stretto contatto con un altro eminente ricercatore, il chirurgo cardiaco Yevgeny Chazov (dell’allora) URSS. Dal momento che gli uomini di scienza non conoscono confini, essi strinsero un’amicizia, trasformatasi in un movimento che andò oltre la guerra fredda, il nonsense dell’“Impero del Male” di Reagan (vedi l’Unione Sovietica) e nel giro di due anni dottori e chirurghi di tutto il mondo sparsero la notizia che l’arresto cardiaco era del tutto insignificante rispetto alla guerra nucleare.

Nel 1995 l’IPPNW vinse collettivamente il premio Nobel per la pace.

Da allora Lown si recò spesso in URSS dove tenne lezioni e durante gli anni conquistò fiducia a tutti i livelli, tanto che il Dipartimento di Stato Americano gli chiese se volesse assumere un ruolo diplomatico non ufficiale. Le relazioni tra i due paesi erano molto peggiori di quanto si potesse immaginare. Dopo una visita del genere a Mosca, ho incontrato Lown a Parigi. Ci sedemmo al sole screziato primaverile, in un cafè con i tavolini su strada, per consumare la colazione: succo d’arancia appena spremuto, caffè e cornetti.

“Tornai due giorni dopo e andai a parlare (al Dipartimento di Stato) degli affari di Mosca. Successivamente un ufficiale anziano, noto a tutti (egli non volle che fosse rivelato il nome) mi accompagnò all’uscita. Mentre ci avvicinavamo alla porta, egli mi mise il braccio attorno alle spalle:

Non si preoccupi, Professor Lown, se ci fosse una guerra nucleare noi saremmo i primi a innalzarci e a raggiungere Gesù in cielo‘.” Lown, solito ai deliri dei malati, rispose: “Mi dica, c’è nessun altro in questo palazzo che si sente come lei?

Oh, certo molti di noi

La schiera dei “soliti noti”, dall’epoca di Reagan, si trova ora nel Governo Bush e nell’American Enterprise Insitute.

I fautori dell’Armageddon sono tornati.

Il mondo dovrebbe iniziare a spaventarsi davvero, o deve intervenire la neuro?

Felicity Arbuthnot è una giornalista e attivista, che ha visitato il mondo arabo e musulmano in diverse occasioni. Ha scritto e fatto trasmissioni sull’Iraq, la cui trattazione è stata candidata a numerosi premi. È stata anche ricercatrice superiore per il documentario vincitore di premio di John Pilger, “Paying the Price: Killing the Children of Iraq

e autrice con Nikki van der Gaag di “Baghdad” della serie “Great Cities” per la World Almanac Book (2006).

Note

[1] A riguardo dell’LSO, di cui per ovvie ragioni non verrà divulgato il nome o ulteriori dettagli, le affermazioni provengono da una fonte secondaria, ma altamente attendibile.

Vedi anche:

Livni behind closed doors: Iran nukes pose little threat to Israel

Religious Extremists in America (Christian Zionists)

Kill Or Convert, Brought To You By the Pentagon

Military Religious Freedom Foundation

Al-Bushra

Christians be aware!

Titolo originale: “Iran: The Road to Armageddon?”

Fonte: http://www.globalresearch.ca
Link
27.10.2007

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di AGLAIA KOCHELKHOV

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