DI GILLES BONALFI
Mondialisation.ca
Questa nostra società dello spettacolo si basa su un pilastro fondamentale: i media. Internet però ci mostra ogni giorno che quello che ci viene propinato con l’etichetta di “informazione”, non ha niente a che vedere con la realtà.
È arrivato il momento di interessarsi a un caso particolare, quello dell’Iran.
Qualche giorno fa ho affermato che la guerra scoppierà tra non molto ed è importante condurre un’analisi precisa (e dalle fonti serie) degli annessi e connessi della futura terza guerra mondiale.
Innanzitutto, dovete sapere che la realtà assomiglia molto alle scatole cinesi. Infatti, dietro un “segreto”, spesso se ne nasconde un altro, molto più importante. Ecco perché capire il problema dell’Iran deve svolgersi su due assi: quello più evidente, il problema del petrolio, ma anche quello, più segreto, del nuovo ordine mondiale.
Tanto per cominciare, è importante precisare che l’Iran detiene il 10% delle riserve petrolifere mondiali attestate (si trova così al terzo posto dei fornitori), ma anche il 15% delle riserve di gas (secondo posto). Per meglio individuare il problema, vi consiglio di guardare sul mio blog il video “Réfléchir sur le 11 septembre” [Riflettere sull’11 settembre, NdT]: una conferenza di Daniele Ganser, (rinomato) storico specialista delle questioni del terrorismo e del petrolio.Democrazia o meno, l’Iran è così condannato a passare sotto il giogo dell’impero statunitense. Per capire meglio la politica statunitense nel mondo, vi consiglio di guardare anche l’eccellente video di Omar Aktouf (sempre sul mio blog). Per individuare il problema, bisogna guardare le cartine: ho infatti messo online la mappa dell’Armed Forces Journal del giugno 2006, che non viene dalla fantasia di un illuminato (anche se…), ma bensì da una realtà che voglio qui dimostrare.
Innanzitutto bisogna sottolinearlo (sul mio blog: “Iran, l’heure est arrivée” [Iran,l’ora è giunta!, NdT]. Qui di seguito) e voi stessi lo constaterete, l’Iraq è diviso in tre regioni diverse:
– Kurdistan libero
– Iraq sunnita
– Iraq sciita
La cosa più interessante riguarda quest’ultimo, che, come potete constatare, occupa la parte occidentale dell’odierno Iran. Per capire, basta guardare la collocazione delle riserve petrolifere iraniane (cfr. la cartina qui sotto): la maggior parte di esse si trovano in questa zona. La cartina dell’Iraq sciita si sovrappone in modo incredibile a quella delle collocazioni di petrolio e gas iraniani. In questo modo, privando l’Iran delle sue ricchezze naturali, si riduce a nulla la sua volontà di potenza. Insomma, derubato e distrutto alla stesso tempo!
Ma esiste anche un altro segreto e quando ve lo svelerò capirete anche ciò che facciamo in Afghanistan. Esiste infatti il progetto di un gasdotto (oleodotto) chiamato Tap [gasdotto Trans-Adriatico, NdT] che passando per l’Afghanistan collega il Turkmenistan al Pakistan, per far passare il petrolio e il gas dal Mar Caspio all’Oceano Indiano. C’è anche il progetto di un gasdotto (oleodotto) Iran-Pakistan che passi per Gwadar. Troverete la prova di ciò che dico (una cartina) sul sito dell’Assemblé Nationale (http://www.debats-parlementaires.fr/12/rap-dian/dian99-2006.asp) o qui sotto: Progetto TAP e Baluchistan. Ecco una rinfrescata per tutti quelli che ancora pensano che parli al vento.
Come potete vedere voi stessi, questo progetto passa per il Pakistan, zona molto instabile, che ben presto diventerà completamente esplosiva. Anche in questo caso, la cartina dell’Armed Forces Journal del 2006 ci è utile. Infatti, si nota la creazione di un nuovo stato: il Baluchistan libero (Free Baluchistan). E, come “per caso”, ci sono stati numerosi attentati in questa provincia (più precisamente nella provincia iraniana del Sistan e Baluchistan).
Questi attentati, perpetrati dagli Jundollah (gruppo armato beluco sunnita), sono cominciati cinque anni fa con l’assassinio di un ufficiale dei Guardiani della Rivoluzione, ma soprattutto con il tentato omicidio di Mahmoud Ahmadinejad il 14 dicembre 2005. Il 2 febbraio 2007 hanno attaccato un autobus dei Guardiani della Rivoluzione causando 11 morti, a cui seguì l’attentato suicida contro il quartier generale dell’esercito a Zaravan il 28 maggio 2009. (“Le Point: Les Jundollah, des sunnites qui combattent Téhéran depuis 2005” ; [“Gli Jundollah, sunniti che dal 2005 combattono Teheran” NdT]).
Un articolo importante sull’argomento è inoltre consultabile a questo indirizzo: http://contreinfo.info/article.php3?id_article=569.
C’è anche l’eccellente articolo di Jean-Michel Vernochet, uno specialista delle relazioni internazionali, che dà davvero delle informazioni (cosa rara!), dal titolo “Attentato al Sistan e Baluchistan… un atto di guerra decisivo…” disponibile su http://www.geostrategie.com/.
I Beluci sono dei musulmani sunniti dal carattere anti-persiano e anti-sciita esacerbato e rappresentano i tre quarti della popolazione del Sistan e Baluchistan. La dottrina di Sun Tzu (L’arte della guerra) viene quindi qui applicata alla lettera e la divisione si fa sempre su due assi: l’asse religioso e quello etnico. L’agenzia Stratfor, un think-tank americano specializzato negli studi strategici, ha studiato a fondo il problema, così come la società Hicks and Associates, incaricata dall’esercito americano di effettuare delle ricerche sul problema etnico della regione per poter organizzare l’indipendenza del Baluchistan. Ecco come vanno le cose!
Il Sistan e Baluchistan è la più grande regione dell’Iran (11% del paese), ma soprattutto, è la via d’accesso all’oceano Indiano con il porto di Gwadar (in Pakistan). Non bisogna dimenticare che Gwadar ha anche un aeroporto internazionale, un porto in acque profonde e un terminal petrolifero. Questa città diventerà quindi la più importante del nuovo stato e il terminal petrolifero del progetto TAP dovrà essere ribattezzato TAB (Turkmenistan, Afghanistan, Baluchistan).
Ma questi obiettivi di controllo sul petrolio del Medio Oriente nascondono un altro fine: la “regionalizzazione del mondo”. Infatti, come ho già dimostrato nell’articolo “Crisi sistematica – Le soluzioni (n°4: regioni e monete complementari)”, la costruzione del Nuovo Ordine Mondiale passa per la tappa fondamentale della distruzione delle nazioni e, quindi, il glocale (cfr. “régions et monnaies complémentaires” sul mio blog). Il mondo arabo non farà eccezione e il “ritaglio” dell’Iraq, e ben presto del Pakistan e dell’Iran, rientrano in questa strategia.
Flagrante è il divario tra l’informazione su Internet e quella dei media ufficiali. Alain Finkielkraut [opinionista molto noto in Francia. N.d.r.] può continuare a dire che internet è spazzatura, io suggerisco un’altra teoria: i media ufficiali non sono un’enorme macchina di omologazione degli spiriti? Tutti questi uomini che si dicono liberi, non sono altro che i servi di un sistema di cui non capiscono tutte le dinamiche, sono di una vigliaccheria banale, ordinaria, del tipo che tanto divertiva de Gaulle: “In generale, le persone intelligenti non sono coraggiose e le persone coraggiose non sono intelligenti”.
Zola aveva riassunto tutto questo nel “Sua eccellenza Eugène Rougon” pubblicato nel 1876: “La stampa è il ricettacolo di tutti i fermenti nauseabondi. Fomenta le rivoluzioni, resta il focolare sempre ardente da cui partono gli incendi. Diventerà utile solo il giorno in cui si sarà riusciti a domarla e a usarne la forza come strumento del governo!”
La stampa è ormai “domata”, la Rete resiste, ma per quanto ancora?
Gilles Bonafi è professore e analista economico. Il suo sito si trova all’indirizzo http://gillesbonafi.skyrock.com/
Titolo originale: “Iran, Pakistan et Baloutchistan “
Fonte: http://www.mondialisation.ca
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19.10.2009
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di MARINA GERENZANI