FONTE: Breaking All The Rules
Ricordiamo il vero motivo per cui Moammar
Gheddafi è morto. Ha osato proporre e ha iniziato a creare una
moneta alternativa alla riserva mondiale del dollaro statunitense. La
lezione imparata in Libia è subito pronta per essere insegnata in Iran.
Dimenticate tutto il baccano fatto per il nucleare, il vero messaggio
è che comandano i bankster e le nazioni servono i loro nuovi
padroni. Comprendiamo meglio la pubblicità martellante e la disinformazione
che circonda corsa alla guerra, se esaminiamo la situazione dal punto
di vista del deputato iraniano Kazem Jalali. Il Tehran Times riporta la sua dichiarazione:
rendersi conto che non potrà mai costringere la Repubblica Islamica
a soccombere al suo volere e a minare la determinazione dell’Iran
a raggiungere la gloria, l’indipendenza, l’accesso alle tecnologie
moderne, e a salvaguardare i propri diritti.”
L’Unione Europea sta
cercando di politicizzare l’atmosfera delle trattative sul nucleare
con l’Iran, e sa che le sanzioni sull’esportazione di petrolio da
parte dell’Iran non possono essere implementate, dato che il mondo
non si limita a una manciata di nazioni europee.
Molti commentatori politici avvertono
che un embargo sarebbe un ultimatum. Riguardo al recente embargo di
petrolio contro l’Iran, Chris
Floyd osserva che:
L’embargo bandisce tutti i nuovi contratti con l’Iran e taglia fuori tutti i patti stipulati dallo scorso luglio in poi. L’embargo è accompagnato dal congelamento di tutti capitali della banca centrale iraniana. Imponendo queste misure draconiane a un paese che non è in guerra con nessuna nazione, che non invade o attacca un altro stato da secoli, e che sta sviluppando un programma di energia nucleare che non è interamente legale dal punto di vista del diritto internazionale, ma che è anche soggetto alle più severe ispezioni internazionali mai viste, l’Unione Europea sta “prendendo di mira l’ancora di salvezza economica del regime”, come afferma uno dei suo diplomatici con ammirevole candore.
L’aspetto più importante della risposta
dell’Iran la si può trovare nel modo in cui vanno a modificarsi gli
accordi sull’esportazione di petrolio e nel futile effetto che i dettami
imperialistici statunitensi, inglesi ed europei hanno sui mercati.
Debkafile segnala che l’India (e probabilmente la
Cina) pagheranno in oro per il petrolio iraniano.
Commerciando in oro, Nuova Delhi e Pechino permetterebbero a Teheran di bypassare il congelamento imminente dei capitali della sua banca centrale e l’embargo del petrolio che i Ministri degli Esteri dell’Unione Europea hanno accettato di imporre lunedì, 23 gennaio. Oggi, l’Unione Europea compra circa il 20% del petrolio iraniano esportato.
Un’analisi più dettagliata, presentata
dall’articolo “Tehran
Pushes to Ditch the US Dollar”
[“Tehran preme per scaricare il dollaro”, ndt], fornisce molte ragioni
del perché l’embargo fallirà.
Poi c’è la Cina. Le risorse energetiche dell’Iran rappresentano una questione di sicurezza nazionale per la Cina, dato che l’Iran fornisce ai cinesi almeno il 15% del petrolio e del gas naturale. Ciò rende l’Iran fondamentale per la Cina, più di quanto non lo sia l’Arabia Saudita per gli Stati Uniti. Non aspettiamoci che la Cina tenga conto delle sanzioni europee e statunitensi: troverà un modo per aggirarle, per proteggere il commercio bilaterale tra le due nazioni, che al momento raggiunge la cifra di 30 miliardi di dollari e ci si aspetta che raggiungerà i 50 miliardi entro il 2015. In effetti, la Cina probabilmente ci guadagnerà dalle sanzioni imposte dall’Unione Europea e dagli Stati Uniti, dato che potrà acquistare petrolio e gas dall’Iran a prezzi ribassati.
Allora perché l’Unione Europea
è così determinata ad applicare queste sanzioni? Possiamo trovare
la risposta a questa domanda nel video “Why
does the EU join in sanctions against Iran?”
[“Perché l’Unione Europea impone le sanzioni contro l’Iran?”,
ndt].
Ma queste sono solo una parte delle
motivazioni. Per l’intera storia, bisogna confrontare le opinioni
del video “Israel
pulling the strings for war with Iran”
[“Israele muove i fili per la guerra con l’Iran”, ndt] che possiamo
trovare su YouTube.
La cosa che confonde un osservatore
casuale è che qualunque discussione che possa essere critica per
Israele è un tabù per la buona società. Beh, quando si
tratta di affrontare la prospettiva imminente di un conflitto armato
in Medio Oriente, il collegamento tra l’influenza decisiva della politica
americana, che coincide con l’obiettivo principale di Israele, viene
zittita nella stampa e nei media conservatori. Perciò, l’elemento
chiave da esaminare è la relazione tra gli interessi sionisti e la
preservazione fondamentale del predominio della moneta della Federal
Reserve, come mezzo di pagamento per il petrolio.
Riflettete su questa equazione dal
punto di vista del controllo assoluto. Il petrolio è il carburante
che fa muovere il motore delle economie. Il denaro è il mezzo di scambio
che paga il petrolio. La guerra è il mezzo universale per evitare i
crollo del sistema di riciclaggio di denaro. Nel video “The Petro-Dollar and the
Euro” [“Il petroldollaro
e l’euro”, ndt] viene provata la natura di questa formula.
Chi può negare che l’interesse dello
stato di Israele avanza sotto il sistema dei petrodollari per il pagamento
del petrolio? La possibilità di permettere a un esportatore di petrolio
di essere pagato in oro disturba gli equilibri che sostengono una difficile
riappacificazione politica. Ancora più minaccioso per il monopolio
globale, è un regime provocatorio come quello della Repubblica Islamica
che gioca secondo regole diverse e bypassa l’approvazione delle banche
centrali.
Sembra che i neoconservatori cristiano-sionisti
non saranno contenti, finché non istituiranno una campagna di bombardamenti
per annientare molte altre risorse petrolifere. Con la produzione irachena
e libica ridotta in pezzi, è tempo di eliminare anche quella iraniana.
Bloccare il prezzo del petrolio a 200 dollari o più, attraverso un
altro intervento straniero farà solo aumentare i bilanci dei mercanti
di petrolio e gli interessi bancari. Non c’è dubbio che un aiuto
straniero a favore di Israele farà lievitare la cifra.
Il vantaggio è che le orde d’oro dell’Iran diventerebbero il bottino di guerra e troverebbero facilmente posto nei caveau dei bankster. È un bel giochino, finché c’è
un continuo rifornimento di mercenari fanatici che schiacciano il pulsante del terrore dall’alto dei cieli. Inoltre, lo spiegamento di forze militari soddisfa gli interessi di un inferno ancora più redditizio, il Partito della Guerra può richiedere un budget maggiore, annegato in un debito sempre più alto, poi comprato dalla Cina con i prodotti ottenuti dalle forniture petrolifere, che arrivano dalle esportazioni del
petrolio di scisto canadese.
Miracolosamente, questo schema innalza un impero sempre più vasto, se non più grande. Finché si troveranno nuove canaglie da comandare, gli Iran del mondo verranno
sempre soggiogati sotto la musica dell’inno nazionale americano.
Com’è che i nostri amici concittadini
sono diventati delle marionette, a un certo punto, nel secolo scorso?
Ricordiamo le parole di John D. Rockefeller: “La competizione
è un peccato” specialmente se uno dei contendenti è l’Iran.
I sacchi di plastica per trasportare
i resti delle vittime cadute in battaglia sono fatti con il materiale
di scarto del petrolio. Ironia della sorte, le guerre per il petrolio
si combattono per assicurarsi la sostanza da cui si ricavano i lenzuoli
funebri per i soldati usa e getta. Se l’America vuole davvero guardare
le spalle alle proprie truppe, il suo dovere è quello di prevenire
e opporsi alle guerre in Medio Oriente.
L’Iran non è una minaccia esistenziale
per gli Stati Uniti. Haaretz riporta che l’ex capo del Mossad, Meir Dagan,
durante un’intervista, disse in televisione che “se Israele attacca
l’Iran, diventerà una guerra regionale. Secondo Dagan, l’Iran,
Hezbollah e Hamas risponderebbero con massicci attacchi missilistici
su Israele. In questo panorama, la Siria potrebbe unirsi allo scontro,
ha affermato Dagan durante il programma televisivo
“Uvda”. […] Dagan ha aggiunto che una guerra del genere farebbe
molte vittime e paralizzerebbe la vita in Israele.”
Una politica estera da “America
first” [“Prima di tutto l’America, ndt.] non può fare un’altra
guerra per i bankster.
Fonte: Iran, Gold and Oil – The Next Banksters War
29.01.2012
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di MARILISA POLLASTRO