L’HYPERICUM PERFORATUM, comunemente conosciuto come erba di San Giovanni, sotto forma di estratto ha mostrato una potente attività antivirale contro SARS-CoV-2 e il merito principale sembra essere imputabile a ipericina e pseudoipericina, due dei suoi principali costituenti. Alcuni ricercatori tedeschi ne hanno riscontrato l’efficacia, non solo verso il virus originario, ma anche rispetto alle sue diverse varianti (alfa, beta, delta e omicron), che sono state tutte testate confermando un effetto diretto di blocco del virus da parte dell’iperico.
L’iperico è conosciuto più che altro come antidepressivo, ma in realtà la pianta ha molte applicazioni terapeutiche per le sue varie azioni: antiossidante, cicatrizzante, antinfiammatoria, antimicrobica e anche antivirale. Studi precedenti, infatti, hanno evidenziato la sua efficacia contro il virus dell’herpes simplex di tipo 1, il citomegalovirus umano, il virus dell’epatite b, il virus dell’influenza e alcuni virus animali come la diarrea epidemica suina. Questa recente ricerca ha, quindi, ampliato una già riconosciuta attività antivirale estendendola anche al nuovo coronavirus.
I coronavirus circolano continuamente da sempre. SARS-CoV-2, emerso due anni fa, causa una tipica malattia respiratoria che per lo più non dà sintomi o ne dà di molto lievi ma, in certi organismi più infiammati o vulnerabili a causa di altre patologie, può dar luogo a conseguenze più serie come polmonite, disregolazione delle citochine e insufficienza multiorgano che in alcuni casi possono avere un’evoluzione severa, soprattutto se la malattia non è curata subito adeguatamente.
È utile, dunque, diffondere questo recente lavoro scientifico perché presenta un ulteriore efficace strumento che può essere preso in considerazione sia in prevenzione che in terapia.
Scrivono a riguardo gli autori: “Potremmo concludere che Hypericum perforatum e i suoi ingredienti, ipericina e pseudoipericina, possiedono una forte attività antivirale contro SARS-CoV-2 e le varianti virali emerse bloccando le fasi iniziali dell’infezione da virus. Inoltre, l’inizio del trattamento dopo l’infezione da SARS-CoV-2 ha anche chiaramente bloccato la crescita del virus, il che non esclude la possibilità che questi composti possano avere un’ulteriore attività intracellulare secondaria”.
E aggiungono: “Per quanto riguarda l’uso di Hypericum perforatum come trattamento contro SARS-CoV-2, si presume che l’iperforina, un altro componente dell’estratto di Hypericum perforatum che non ha agito come antivirale, controlli le reazioni infiammatorie avverse e/o disfunzione delle citochine nei pazienti COVID-19, rendendo l’Hypericum perforatum potenzialmente benefico anche nella risoluzione della fase della malattia guidata dalla deregolazione immunitaria.”
La ricerca ha evidenziato che il trattamento con ipericina e pseudoipericina porta rispettivamente alla completa inibizione del virus (ipericina) o all’inibizione fino all’82% dello stesso (pseudoipericina).
Inoltre, non sono stati osservati effetti citotossici significativi dei due composti ai dosaggi utilizzati.
Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Pharmaceuticals ed è consultabile QUI.
P.S.
Attenzione ad assumere iperico se si stanno prendendo altri farmaci: interagisce con molte molecole poiché induce l’attività del citocromo P-450, un enzima importantissimo nella metabolizzazione di numerosi medicinali. Confrontarsi sempre con il proprio medico curante.
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VB