Israele continua a bombardare
DI NORMAN GRIEBEL
Freace
Le notizie di martedì e mercoledì confermano ancora una volta l’atteggiamento di indifferenza da parte di Israele, nella sua guerra contro il Libano e la Palestina, nei confronti di accordi internazionali come le Convenzioni di Ginevra.
Così Human Rights Watch (HRW), un’organizzazione statunitense per i diritti umani, ha riferito che l’esercito israeliano in Libano ha lanciato bombe a grappolo (o a frammentazione) su zone altamente popolate. Un’indagine sul posto ha mostrato che il 19 luglio, durante un attacco sul villaggio Blida, sono state utilizzate bombe a grappolo [per una descrizione delle cluster bomb vedi qui, ndt]. È stata così uccisa una donna e altri 12 civili, tra cui 7 bambini, sono stati in parte feriti gravemente. Tra i feriti c’erano anche quattro persone, che oltre ad essere cittadini libanesi, hanno anche la cittadinanza tedesca.
In una postazione dell’artiglieria dell’esercito israeliano al confine col Libano, alcuni collaboratori di HRW sono riusciti a fare delle fotografie ai dispenser delle bombe a grappolo. Le foto non lasciano dubbi che si tratti di bombe a grappolo, perché si riconoscono chiaramente i segni che le contraddistinguono.
Secondo HRW l’utilizzo di armi del genere in zone abitate è presumibilmente una contravvenzione al divieto di fare attacchi indistinti, reso ancora più grave dal fatto che, in media, il 14 percento delle bombe a grappolo lanciate – il che significa circa 12 delle sub-munizioni o bombette contenute nel dispenser – non esplode come dovrebbe, creando quindi un campo minato.
Martedì anche l’inglese Guardian ha riportato che nella città di Tiro (Tyrus) due ambulanze della Croce Rossa sono state distrutte domenica da missili israeliani. Nell’attacco sono rimasti feriti 6 sanitari. 3 pazienti che venivano trasportati con l’ambulanza e che inizialmente riportavano solo lievi ferite, si trovano ora a combattere fra la vita e la morte.
Le ambulanze erano chiaramente distinguibili, sia i fari che la luce blu erano accesi e un ulteriore fanale illuminava la bandiera della Croce Rossa quando i razzi le hanno colpite. “Non credo che il bombardamento di due ambulanze possa essere un errore”, ha detto Kassem Shaalan, uno dei sanitari feriti. In effetti si tratta del primo attacco riportato su un’ambulanza della Croce Rossa, ma la settimana scorsa era già stato bombardato un centro dell’organizzazione nella località di al-Ansariya.
Martedì sera quindi l’esercito israeliano ha poi bombardato una postazione di osservazione delle truppe di pace delle Nazioni Unite in Libano (UNIFIL), e tutti e 4 i soldati ONU che vi si trovavano – un austriaco, un finlandese, un canadese e un cinese – sono stati uccisi. Mercoledì la CNN ha riportato che prima del colpo mortale per sei ore hanno continuato a piovere bombe a poche centinaia di metri intorno alla postazione di osservazione. Dopo ognuno dei circa 10 lanci i soldati ONU hanno contattato un ufficiale di collegamento israeliano, che ha assicurato loro una sospensione del fuoco, evidentemente una menzogna. Dal momento che i soldati ONU si trovavano in un bunker si deve almeno presumere che siano state utilizzate armi anti-bunker.
Il segretario generale dell’ONU Kofi Annan non ha celato la sua ira per questa aggressione e l’ha chiamata “chiaramente volontaria”, cosa che è stata contestata immediatamente da parte israeliana. Il primo ministro israeliano Ehud Olmert ha criticato l’affermazione di Annan dicendo che non si può definire azione volontaria un “errore”. L’ambasciatore israeliano in Germania, Shimon Stein, è addirittura arrivato ad esigere delle scuse da parte di Annan.
“Questo attacco coordinato aereo e di artiglieria su una postazione ONU a Khiyam, occupata già da molto tempo e chiaramente contrassegnata, è accaduto nonostante il primo ministro Ehud Olmert mi avesse personalmente assicurato che le postazioni ONU sarebbero rimaste escluse dal fuoco israeliano”, ha detto Annan. “Inoltre il generale Alain Pelligrini, comandante delle forze ONU nel sud del Libano, durante tutta la giornata di martedì ha avuto ripetuti contatti con ufficiali israeliani, nei quali ha sottolineato che questa postazione speciale ONU avrebbe dovuto essere protetta dagli attacchi.”
In effetti questo è stato finora quello con le conseguenze più gravi, ma in nessun modo il primo attacco israeliano contro una base ONU nelle settimane passate. Già il 16 luglio sono state bombardate due basi ONU e un soldato indiano è stato ferito gravemente.
Di gran lunga più grave era stato un attacco israeliano svoltosi il 18 aprile 1996 a Qana, dopo Tiro [Vedi anche Wikipedia: Qana Shelling, inglese, ndt]. A causa dell’operazione israeliana “Grapes of Wrath” nei giorni precedenti circa 800 civili libanesi erano scappati nella base ONU. Secondo un’indagine ONU Hizbollah ha sparato due missili Katyusha su alcuni soldati israeliani da una distanza di 350 metri dalla base. Circa 15 minuti prima dell’attacco israeliano i combattenti dell’Hizbollah hanno sparato numerose granate di mortaio da circa 200 metri di distanza. L’esercito israeliano quindi, secondo alcune affermazioni, ha sparato 38 granate d’artiglieria contro questo obiettivo, 13 delle quali sono esplose dentro o sulla base ONU. Nell’attacco sono morti 106 rifugiati e moltissimi altri sono stati feriti.
Se la popolazione israeliana, che secondo i sondaggi appoggia in maggioranza l’operato dell’esercito israeliano, pensa davvero che in tutti questi casi si sia trattato sempre di “spiacevoli incidenti”, dovrebbe anche cominciare a chiedersi quanti dei presunti missili di Hizbollah che in questo periodo colpiscono le loro città, in realtà sono solo “errori” dei propri soldati.
Norman Griebel
Fonte: http://www.freace.de/
Link: http://www.freace.de/artikel/200607/260706a.html
26.07.2006
Scelto e tradotto per www.comedonchisciotte.org da OLIMPIA BERTOLDINI
VEDI ANCHE: LIBANO, PIOGGIA DI CLUSTER BOMB