Il vero Papa era Benedetto XVI?

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Con dolore informo che il Papa Emerito, Benedetto XVI, è deceduto oggi alle ore 9:34, nel Monastero Mater Ecclesiae in Vaticano“. (1)

Con questa nota, stamane la Santa Sede ha comunicato la morte di Joseph Ratzinger, “dimessosi” da pontefice nel 2013. “Dal prossimo 2 gennaio, il corpo sarà nella Basilica di San Pietro in Vaticano per il saluto dei fedeli” (2). Fa sapere la Sala stampa vaticana.

Vi proponiamo questa recentissima intervista (uscita due giorni fa) al giornalista Andrea Cionci, secondo cui, il vero Papa sarebbe stato quello appena scomparso.

Comunque sia, se fino a questa mattina alle 9:33 la Chiesa Cattolica aveva ben 2 Papi, qualcosa non torna. O meglio, qualcosa significa.

Buona lettura.

Di Gloria Callarelli, fahrenheit2022.it

 

“Il vero Papa è Benedetto XVI”: la squarciante tesi proposta nel libro del giornalista Andrea Cionci “Codice Ratzinger”, ammesso e non concesso che sia vera, alla luce dell’attualità che vede papa Benedetto molto malato, apre a scenari importanti e sconvolgenti rispetto al prossimo futuro. Soprattutto perchè solo pochi giorni fa Bergoglio ha fatto sapere: “In caso di impedimento medico o altro ho già firmato le mie dimissioni”. Non si capisce “altro” cosa sottintenda, certo è che la rivelazione precede solo di pochi giorni l’altro sconvolgente annuncio: “Le condizioni di Ratzinger sono gravi, occorre pregare per lui”. Annuncio che, ovviamente, getta nella tribolazione la già tribolata Chiesa Cattolica. Lungi da noi la pretesa di avere la verità in tasca o piuttosto di giudicare questa come altre tesi. Anzi importante ribadire la necessità sempre e dovunque del rispetto, del dialogo e della dovuta carità cristiana. La missione del giornalismo è quella di informare e di capire. Per questo motivo, pur nel rispetto di Santa Romana Chiesa, abbiamo chiesto ad Andrea Cionci di spiegarci le sue tesi.

 

  1. Da molto tempo questa faccenda dei due papi lascia perplessi. Come e perché si è avvicinato alla questione? 

Nel 2020 fui messo in contatto con il latinista italo americano Fra Alexis Bugnolo che, per primo, mi espose una teoria rivoluzionaria: gli errori di sintassi latina e le frequenti imperfezioni nella Declaratio dell’11 febbraio 2013, con cui, per il mondo, papa Benedetto aveva abdicato, erano stati inseriti apposta da Ratzinger per attirare l’attenzione sull’invalidità canonica del documento intesa come rinuncia al papato. Dopo alcuni mesi, venne fuori l’intervista di Massimo Franco a papa Benedetto sul Corriere, nella quale, come ebbi modo di scoprire, per l’ennesima volta in otto anni, Ratzinger affermava che “il papa è uno solo”, ma non spiegava quale. Le incoerenze cominciavano a diventare davvero troppe, così mi sono messo di buona lena a indagare la questione con l’aiuto di diversi specialisti: teologi, latinisti, canonisti, giuristi, psicologi, storici della Chiesa etc. In due anni di inchiesta, con il contributo anche di tanti lettori, abbiamo ricomposto questo straordinario mosaico fino a inquadrare un panorama unico e incredibile.

  1. Che cosa ha scoperto? 

La Declaratio non potrebbe mai essere una rinuncia al papato perché, per l’abdicazione, c’è un articolo specifico  del diritto canonico, il 332.2, che impone la rinuncia al munus petrino, il titolo, l’investitura divina. Questa deve essere ovviamente fatta “rite”, cioè in modo formalmente corretto e deve essere simultanea, dato che è Dio stesso a concedere o a ritirare il munus, e certo al Signore non si può dare un incarico a scadenza. Benedetto ha fatto l’opposto: ha rinunciato al ministerium, in modo differito, senza peraltro ratificare nulla dopo le 20.00 del 28 febbraio, ora X in cui sarebbe entrata in vigore la rinuncia (si veda lo studio di Carlo Maria Pace). Infine, come ha scoperto l’avvocato tedesco Arthur Lambauer, Benedetto parla di “Sede di Roma”, di “Sede di san Pietro”, due espressioni inesistenti nel diritto canonico e che non hanno alcuna personalità giuridica per essere lasciate “vacanti”. (Solo la Sede Apostolica può esserlo). Quindi il verbo vacet latino doveva essere tradotto come “sede lasciata vuota, libera”. Infatti, il 28 febbraio, papa Benedetto prende l’elicottero alle 17.00 e per le ore 20.00 la sede fisica di Roma era stata lasciata vuota. In sostanza, la Declaratio che siamo abituati a considerare da 9 anni come una Renuntiatio, non lo era affatto, ma era una candida dichiarazione di rinuncia all’esercizio del potere pratico e di conseguente autoesilio in sede impedita, situazione canonica in cui il papa o il vescovo è prigioniero, confinato e non libero di esprimersi. Non basta: il papa ricordava anche come il prossimo conclave avrebbe dovuto essere composto da “coloro a cui compete”, e non genericamente da cardinali. Un monito: sapeva benissimo che avrebbero usurpato la Sede apostolica. Quindi lui stava riferendosi al prossimo vero papa che deve ancora venire.

  1. La sede impedita cosa comporta? Quali sono gli scenari futuri?

La sede impedita fa sì che il papa resti papa a tutti gli effetti (per quanto confinato) e che non decada dalla sua investitura divina, il munus. In breve: se il papa rinuncia al munus in modo formalmente corretto, c’è l’abdicazione e decade anche il ministerium, ovviamente. Se c’è una rinuncia solo fattuale al ministerium, il munus non decade e c’è una sede impedita. Ora, dato che nel febbraio 2013 Benedetto non aveva abdicato, ma si era ritirato in sede impedita, il conclave che ha eletto Bergoglio era del tutto nullo, inesistente, dato che un conclave si può convocare solo a papa morto o abdicatario. Bergoglio non ha il munus, quindi teologicamente non offre alcuna garanzia di infallibilità o di assistenza da parte dello Spirito santo. “Francesco” ha una spiritualità tutta sua: neoluteranesimo, neoarianesimo, neognosticismo, neo paganesimo etc. e, con sottili quanto devastanti cambiamenti dottrinali, vedansi quelli nel messale, sta lentamente rovesciando il Cattolicesimo, in modo impercettibile. Un esempio? Il Gloria: prima era “e pace in terra agli uomini di buona volontà”, ora è, “pace in terra agli uomini, amati dal Signore”. Si passa da una selezione meritocratica a un “sei politico escatologico” dato che tutti gli uomini sono amati dal Signore anche se solo alcuni rispondono alla Sua chiamata. E’ il tipico misericordismo bergogliano che non è niente di nuovo, ma l’eresia detta Apocatastasi del III secolo.

  1. Cosa si intende per Codice Ratzinger? 

Questa realtà canonica della sede impedita, ormai fissata nella storia, è confermata dallo stesso papa Benedetto in decine, se non centinaia, di messaggi da lui lasciati nell’arco di nove anni in un particolare stile comunicativo che si ispira a quello di Gesù con i suoi nemici. Ratzinger parla per “anfibologie” (espressioni con due significati diversi), fraintendimenti, parabole, riferimenti alla Scrittura in modo che solo chi ha orecchie intenda. Ovviamente, usa questo linguaggio sottile perché è in stato giuridico di prigionia. Tuttavia, il vero papa ha anche lanciato una quantità di messaggi facilissimi, evidentissimi che non necessitano di alcuno sforzo, come quando rispose a una signora, per lettera: “Gentile Signora, il Papa emerito Benedetto XVI ha accolto la lettera con la quale ha voluto indirizzargli espressioni di filiale affetto. Riconoscente per i sentimenti di devozioni manifestati, il Sommo Pontefice incoraggia a rivolgere con sempre maggiore fiducia lo sguardo al Padre celeste”. Visto? Non c’è nulla da capire. Il papa emerito è il Sommo Pontefice, infatti non esiste alcun istituto canonico per l’emeritato del papa. Questo viene dal verbo latino emereo, colui che merita, che ha diritto di essere papa. Un mero aggettivo per distinguerlo dal papa illegittimo: infatti, emerito è scritto minuscolo, al contrario del Vescovo Emerito che ha un suo chiarissimo istituto canonico. Spiegava infatti Mons. Gaenswein in un famoso discorso del 2016: “Come nei primi tempi della Chiesa, c’è un solo papa legittimo, ma due successori di San Pietro viventi”. Ergo, uno è legittimo e l’altro illegittimo. 

  1. Perché la necessità di un Codice Ratzinger?

E’ in linea con la sede impedita, nella quale il papa non è libero di esprimersi. Ma a un livello molto più alto, papa Benedetto vuole selezionare i “figli del Logos”, coloro che hanno “occhi per vedere” e capiscono. Gli altri, che siano bergogliani o tradizional-sedevacantisti, si autoescludono dalla comprensione in quanto i primi vittima dell’”incantesimo” emozionale bergogliano, i secondi vittima dell’effetto collaterale di questo incantesimo: sono talmente accecati dalla rabbia che produce in loro Bergoglio che hanno cominciato a odiare Benedetto accusandolo di “modernismo”. Ma il piano del vero papa sta riuscendo perfettamente: sempre più persone stanno capendo, mentre gli altri, invece, finiscono come quei filosofi che attaccavano Galileo e venivano così descritti dallo scienziato: “coloro che, colmi dell’ostinazione dell’aspide, nonostante più di mille volte io abbia offerto loro la mia disponibilità, non hanno voluto vedere né i pianeti, né la luna, né il cannocchiale”.

  1. Questa inchiesta è notissima ma è come se tutti fingessero di non conoscerla. Come mai? 

Gli editori mainstream, in gran parte, afferiscono a poteri ben noti. Il fatto che l’argomento sia un tabù assoluto è del tutto eloquente. Ci sono, poi, certi intellettuali cattoconservatori che, per vari motivi (interessi privati con istituzioni ecclesiastiche, od arroccamenti ideologici/emotivi) si rifiutano persino di confrontarsi sulla questione del Codice Ratzinger, pur essendo stati sollecitati dal sottoscritto con lettere pubblicate a mezzo stampa. Un atteggiamento davvero inspiegabile, una responsabilità storica che, dal punto di vista della fede, potrebbe evocare quella famosa “potenza d’inganno di cui parlava l’Apostolo Paolo nella II Lettera ai Tessalonicesi.

7. E’ consapevole che questa tesi potrebbe sconvolgere, in particolar modo in queste ore, il mondo cattolico?

Sono stato molto prudente e molto cauto, oggi posso affermare certe cose con assertività in base alla documentazione oggettiva raccolta. Peraltro, la sede impedita fa quadrare tutti i conti sotto ogni profilo, storico, teologico, profetico, canonico, morale, documentale. La scoperta di tale situazione produce serenità, forza e coraggio, a differenza di certe teorie, per esempio quella dei sedevacantisti o dell’”errore sostanziale” di Benedetto XVI, che presuppongono l’angoscioso e tetro abbandono della Chiesa da parte di Dio.   

Ad ogni modo: se questa tesi fosse mai confermata potrebbe aprire a scenari inaspettati per la Chiesa dei prossimi mesi, soprattutto se Benedetto dovesse tornare alla casa del Padre e Bergoglio non dovesse (o dovesse) dare seguito nei fatti al suo annuncio sulle future dimissioni. La Chiesa cattolica, come il mondo intero, appare ad una svolta oltre che in piena tribolazione. Lo notiamo nella divisione tra fedeli, data da tutta questa poca chiarezza, e dalle situazioni susseguitesi a partire dal Concilio Vaticano II. Forse, più di ogni altra cosa, occorre preghiera. Preghiera innanzitutto per Benedetto, poi per Francesco e infine per far sì che sia fatta sempre la volontà di Dio. Sappiamo che “non praevalebunt”, per cui, comunque la si pensi, vale la pena ribadire una questione fondamentale: non dimentichiamoci mai di avere sempre fede in Lui.

Di Gloria Callarelli, fahrenheit2022.it

29.12.2022

Gloria Callarelli. Nata a Vittorio Veneto (TV), si è laureata in “Scienze della comunicazione e produzione multimediale” all’Università di Padova. Ha esordito come giornalista televisiva per poi dedicarsi per un periodo al cartaceo e infine all’online, dove scrive stabilmente dal 2011 per un quotidiano nazionale e per diverse realtà dell’informazione indipendente. Frizzante, forte e battagliera difende da sempre i valori della vita, della famiglia, della fede e delle libertà contro la piaga del mondialismo: temi che l’hanno convinta a più riprese anche a partecipare attivamente alla vita sociale e politica del proprio Paese. Appassionata di arte, storia, letteratura, politica, è costretta ad avere sempre a portata di mano un taccuino o un cellulare per appuntare le sue poesie. E’ moglie e mamma.

Ultimo aggiornamento ore 17:35

NOTE

(1) = https://www.ansa.it/sito/notizie/speciali/2022/12/31/e-morto-il-papa-emerito-benedetto-xvi-i-funerali-il-5-gennaio-diretta_cc0ed54f-a89b-4e41-8c62-897e8fe08f27.html

(2) = Ibidem


link fonte: E se Benedetto XVI avesse ancora il munus? | Fahrenheit 2022

Titolo originale: E se Benedetto XVI avesse ancora il munus?

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