DI JERRY MAZZA
Online Journal
Quando ero un adolescente che cresceva a Brooklyn, i miei genitori mi avvertivano ogni estate di stare alla larga dalle piscine pubbliche o dal rischiare correndo sotto la fonte d’acqua degli idranti aperti per strada per rinfrescarsi dal caldo accumulato da cemento e mattoni. Avevano paura dell’epidemia di poliomielite che colpiva gli Stati Uniti: 52.000 casi solo nel 1952. Credevano che il “germe” della poliomelite si nascondesse nelle molto usate e abusate acque pubbliche.
Eppure nell’aprile 1955, quando avevo 17 anni, eccolo qui! Il Dr. Jonas Salk, un divertente ragazzo di Pittsburgh, annunciò dall’ Università del Michigan che aveva scoperto un vaccino per la poliomelite. Eureka. Migliaia di famiglie come la mia inondarono i medici locali, le cliniche e gli ospedali. Sembrava che tutti i rosari detti per la Madre Santa da mia madre e dalle madri timorose di dio dei miei amici avessero avuto effetto. Ma era così?Come riporta William Carlsen nel suo articolo su SFGATE “Il virus canaglia nel vaccino:” Il vaccino di Salk era prodotto facendo crescere il virus nel tessuto renale delle scimme asiatiche. Il virus veniva poi ucciso con formaldeide. Di questo modo, quando il vaccino veniva iniettato negli umani, la morte del virus generava anti corpi in grado di sconfiggere la polio. Che idea semplice e meravigliosa! O così sembrava.
Quello che milioni di persone vaccinate non sapevano, neanche volendolo fino al 1959, fino a quando Bernice Eddy, guardando nel suo microscopio nell’Istituto Nazionale della Salute (NIH), trovò che le cellule dei reni delle scimmie, le stesse usate per fare i vaccini, morivano per cause sconosciute. Così cominciò a sperimentare.
Preparò estratti da reni di 8 – 10 scimmie rhesus. Poi ne iniettò piccolissime quantità sotto la pelle di 23 porcellini d’india appena nati. Entro nove mesi furono riscontrati “tumori grandi, maligni e sottocutanei” in 20 degli animali– e il mondo rimase traumatizzato. O no?
Eddy cerca di spargere la voce
Sconvolto che un virus delle scimmie potesse contaminare il famoso vaccino contro la poliomelite, il 6 Luglio 1960, Eddy condivise le sue scoperte con il Dr. Joseph Smadel, capo della divisione biologica del NIH, che licenziò sommariamente i tumori come “accumuli” inoffensivi. Nel frattempo al laboratorio Merck della Pennsylvania, il Dr. Maurice Hilleman e il Dr. Ben Sweet isolavano il virus. Lo chiamarono Simian Virus 40 o SV40 perchè era il quarantesimo virus trovato nel tessuto renale. Un po’ troppo per una medicina miracolosa.
Nonostante tutto, sembrava che avessimo vinto la guerra contro la poliomelite. Il 60% della popolazione americana, qualcosa come 98 milioni di persone, aveva preso almeno una dose del vaccino di Salk e il numero dei casi era notevolmente diminuito.
Intanto, un vaccino orale per la poliomelite sviluppato dal virologo Albert Sabin affrontava le prove finali in Russia e in tutto l’Est Europa. Era già stato preso da decine di milioni di persone ed era pronto per essere distribuito negli USA. La sua grande differenza era che, al contrario del vaccino di Salk, la versione di Sabin conteneva una forma viva ma indebolita del virus della poliomielite così da “promettere” l’immunità a vita.
Fortunatamente, il Servizio per la Salute Pubblica Americano (PHS) ufficiale condusse test e trovò il virus SV40 in entrambi i vaccini. Il PHS stimò che un terzo dei vaccini di Salk fosse contaminato e che il virus SV40 causava il cancro negli animali di laboratorio. Immaginate il panico delle aziende e del governo a questa notizia, che non condivisero neanche lontanamente con il pubblico.
All’inizio del 1961, gli addetti del PHS cominciarono a venire incontro alle principali case farmaceutiche che distribuivano i vaccini. Stranamente, queste ultime non avevano trovato nessuna prova che il virus potesse essere pericoloso per gli uomini. Nel marzo dello stesso anno, il PHS ordinò ai produttori di eliminare il virus SV40 da tutti i futuri vaccini. Sarebbe stato adottato un nuovo piano per neutralizzare il ceppo attivo della poliomelite, utilizzando, per creare il vaccino, scimmie verdi africane libere dal Virus SV40 invece delle scimmie precedenti. Incrementando ancora il traffico di scimmie.
Sorprendentemente, il personale del PHS non ritirò i vaccini già presenti sul mercato da più di un anno. Tutto era nelle mani dei medici e questi generalmente non raccontavano ai pazienti degli effetti del vaccino sui piccoli. Il loro discutibile ragionamento era che qualsiasi informazione circa la pericolosità del vaccino avrebbe scatenato il panico tra la gente e messo in pericolo la campagna di vaccinazione. E i milioni di persone che prendevano il vaccino? Non erano forse messe in pericolo?
La prima rivelazione
La storia della contaminazione del vaccino di Salk uscì con poco scalpore il 26 Luglio 1961, a pagina 33 del New York Times. Veniva riportato che Merck e altri produttori avevano interrotto la produzione fino a quando non fossero riusciti a eliminare il “virus della scimmia” dal vaccino. Chiamato in causa, il PHS disse che non c’erano prove che il virus fosse pericoloso. Eccetto naturalmente i 20 piccoli porcellini d’india infettati.
Nel 1962, uno studioso di epidemie di Harvard, il Dr. Joseph Fraumeni, entrò nell’Istituto Nazionale sul Cancro e gli fu assegnato il compito di verificare se ci fossero stati degli aumenti di tumori tra i pazienti che avevano utilizzato il vaccino di Salk. Con due colleghi, Fraumeni testò campioni del vaccino da maggio a giugno 1955, i primi mesi della campagna nazionale per l’immunizzazione. Poi divisero i risultati in “assente,” “basso” o “alto” secondo l’ammontare di virus SV40 riscontrato.
Fu l’unica volta che le autorità americane vollero misurare questo livello nei vaccini tra il ’55 e il ‘62. Gli altri campioni immagazzinati vennero poi distrutti. Fraumeni individuò casi dove la contaminazione era distribuita nei mesi chiave. La California ricevette un vaccino con basso livello del virus. Lo studio prese in considerazione anche la fascia di morti per cancro dai 6 agli 8 anni vaccinati durante questo breve tempo analizzando il gruppo per 4 anni.
I risultati, pubblicati nel giornale dell’Associazione Nazionale Medici, non mostravano una reale differenza tra il numero di morti per tumori tra gli Stati con alto o basso livello del virus SV40 nel vaccino e quelli negli Stati dove il virus era assente.
Eppure dopo poco più di un anno, dopo “reportage isolati” che collegavano il virus con il cancro nell’uomo, Fraumeni riconsiderò che poteva essere creato un altro gruppo di pazienti che avevano usato il vaccino per tenerli sotto osservazione. Questo gruppo sarà oggetto delle prove condotte nei primi anni ’60 all’Ospedale Generale Metropolitano di Cleveland. Per vedere i differenti effetti causati dalla differente presenza del virus SV40 nei vaccini, i ricercatori dell’ospedale iniettavano ai neonati delle famiglie nere più povere dosi che oscillavano intorno alle 100 volte le dosi consigliate agli adulti. Non proprio una bella azione verso questi bambini.
Gli esperimenti durarono 3 anni, coinvolgendo 1.073 bambini, alla maggioranza dei quali fu dato il Sabin per via orale, dopo che è stato dimostrato che contiene il virus SV40. Un reportage del 1982 minimizza le limitazioni dello studio dicendo che la maggioranza dei bambini ha dato esito negativo e che comunque i tumori connessi con il virus SV40 possono impiegare dai 17 ai19 anni per manifestarsi e che oltretutto c’era ancora meno probabilità di contrarre il virus con il vaccino per via orale.
Nonostante il campanello d’allarme delle critiche, tutto viene insabbiato dicendo che le scoperte erano “rassicuranti e coerenti nel determinare che il virus SV40 non è cancerogeno per l’essere umano”. Poi fermarono gli studi, reclamando “grosse difficoltà ed ostacoli nel tracciare il particolare gruppo dai risultati negativi”. Nessuna menzione però al al comportamento distruttivamente razzista con il quale è stato condotto lo studio e che ha segnato anche la posizione del governo per anni.
BOOM, 1988
A Boston, il Dr. Robert Garcea e il suo assistente, il Dr. John Bergsagel, usarono un nuovo strumento, la reazione a catena di polimerasi, PCR, per cercare un paio di virus comuni nel cervello di bambini con tumori. In più della metà dei tumori risultò un DNA alterato e finalmente si accorsero che si trovavano di fronte al SV40.
La PCR era capace di amplificare piccole parti del DNA, facendo indagini molto più credibili delle prime che venivano fatte con test primitivi. I risultati furono inquietanti, indicando che i bambini erano troppo giovani per avere assunto i vaccini contaminati e che in qualche maniera il virus li aveva infettati, trasferendogli il cancro.
Nello stesso anno, il Dr. Michele Carbone trovò qualcosa molto simile a un tumore nei laboratori dell’Istituto Nazionale della Salute (NIH) a Bethesda. Carbone fece vari esperimenti che dimostrarono che il 60% dei porcellini d’india, dopo che gli era stato iniettato del SV40 nel cuore, contraevano un tumore letale: mesotelioma. Stava accadendo qualcosa di terribile .
Carbone usò infine la PCR per testare 48 pazienti affetti da mesotelioma ricoverati al NIH. Quando scoprì che 28 di essi risultavano positivi al virus SV40 rimase esterrefatto. La PCR stava scatenando un’ondata di scoperte su questo virus. Dalla fine del 1996, dozzine di scienziati collegano il virus SV40 con una varietà di tumori alle ossa e un ampio ventaglio di quelli al cervello, un incremento del 30 per cento rispetto a 20 anni prima.
Al NIH di Bethesda, gli addetti diventavano sempre più preoccupati per le scoperte sul virus SV40. E questi risultati erano particolarmente interessanti per Fraumeni, che fu promosso a direttore della Divisione Epidemiologia e Genetica del Cancro all’Istituto Nazionale sui Tumori (NCI). i suoi primi studi lanciavano una sfida a chi sosteneva che il virus SV40 non fosse rischioso.
Qualcosa in più sul NCI, National Cancer Institute
La verità è che il National Cancer Institute (NCI-Frederick) e le 37 organizzazioni partners hanno sede a Fort Detrick, a circa 20 minuti da Bethesda, nel Maryland. Fort Detrick è di proprietà del United States Army Medical Research and Materiel Command [Ricerca medica e materiale di controllo dell’esercito degli USA, USAMRMC n.d.t]. Tra gli obiettivi primari c’è la ricerca e lo sviluppo biomedico. Qui è dove è stato sviluppato il virus dell’AIDS, non dalle scimmie.
In un mio articolo nell’ Online Journal nel 2005, The AIDS virus: Made in the USA?, scrivevo che il “Dr. Robert Strecker indicava che il virus dell’AIDS fosse stato svilppato dal NCI, in cooperazione con l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), in un laboratorio a Fort Detrick in Maryland. Dal 1970 al ‘74, queste strutture erano parte dell’Unità di Guerra batteriologica degli Stati Uniti, conosciuta come l’Unità Malattie Infettive dell’Esercito, o Divisione Operazioni Speciali, anche ricordato come il laboratorio della guerra chimica e batteriologica dell’esercito. Dopo il 1974, la struttura fu rinominata National Cancer Institute (NCI). D’accordo con i ricercatori William Cooper (ex ufficiale della Marina Militare), citato nell’articolo di Larry Jamison’ Is The AIDS Virus Man Made? [L’AIDS è stato inventato dall’uomo? n.d.t.], ”questo lavoro fu supervisionato dalla CIA sotto il progetto chiamato MK-NAOMI”. [Per andare a questo sito clikkare il link, poi “All News”, poi “Next page”].
“Il Dr. Strecker ha anche rintracciato ricerche e ricercatori del Fort Detrick/NCI di un gruppo di scienziati giapponesi catturati alla fine della Seconda Guerra Mondiale e a cui è stata concessa l’amnistia in cambio di informazioni su bio-armamenti razziali ed etnici, visto che la loro ricerca era attiva dagli anni ’30. E inoltre, gli scienziati russi espatriati furono anche di grosso aiuto.
“Il Dr. Strecker, uno degli esperti più autorevoli riguardo al virus dell’AIDS, trova che la creazione del virus è stata condotta sotto la direzione del Dr. Robert Gallo, che più tardi reclamò di aver scoperto il virus. Il Dr. Gallo e il suo team crearono il virus dell’AIDS combinando il virus della leucemia bovina con il virus visna degli ovini e iniettandolo nella coltura di tessuti umani.
“Scoprirono, come fece Strecker, che il virus della leucemia bovina è letale per i bovini, ma non per l’essere umano e lo stesso vale per il virus visna per gli ovini. Una volta combinati però, producono un retro-virus che è in grado di cambiare la composizione genetica delle cellule in cui entrano. Infatti, come indicò Larry Jamison, i primi test nelle prigioni portavano alla malattia e poi alla morte, il che ispirò Gallo e i suoi amici per fare cose ogni volta più orrende, incluso infettare fratello e sorella per vedere chi fosse morto prima. Questo fu fatto per studiare l’HLA (human leukocyte antigen processing, processo antigenico del leucocita umano), per vedere come le persone tra loro parenti reagissero. Angosciatamente, tutte le famiglie stettero male nello stesso momento. E il peggio doveva ancora venire.
“Il retro-virus dell’AIDS funziona, come afferma il Dr. Strecker, causando la distruzione del sistema immunitario, fondamentalmente dei globuli bianchi o cellule T essenziali per l’efficienza del sistema immunitario particolarmente contro le malattie infettive. Le cellule B hanno a che fare con infezioni benigne e batteriche. AZT, il farmaco che è una specie di cibo spazzatura che lascia il virus affamato, spesso uccide anche il paziente. Procura dunque dubbie consolazioni. . . .”
Come aggiornamento da sottolineare, cito l’articolo del Dr. Alan Cantwell del 11/4/04 su Rense.com, The Man-Made Origin Of AIDS — Important Notes . . . nel quale afferma che: “IL VIRUS VISNA SI E’ SEMPRE MOSSO TRA SUINI, BOVINI E UMANI CAUSANDO INFEZIONI GIA’ MOLTO PRIMA DELL’AVVENTO DEL VIRUS HIV.
“ . . . Il maiuscolo è incontestabile, è un dato di fatto.”
Il virus della poliomelite deriva dale scimmie, ma quello dell’Aids no . . .
Ripeto quanto detto sopra e cioè che l’idea che una scimmia mordesse il culo di un africano o che il virus Simian 40 sia il colpevole del HIV-AIDS non è credibile. C’è il desiderio di arrendersi a questa idea perché sembra conveniente. La popolazione africana vive nella giungle, è a maggioranza nera e può entrare in contatto con le scimmie. Sfortunatamente, in minor modo il virus ha colpito anche le comunità bianche americane, oltre a nere, latine o omosessuali, (in quanto minoranze sacrificabili da parte dell’elite). La domanda è: c’è sempre la CIA/NCI dietro il virus della poliomelite? Perchè scorre puntuale e parallelo con il virus dell’AIDS.
Ancora, il virus dell’AIDS è stato armato al Fort Detrick. Come riporta Cantwell, “Io credo, basandomi in ormai 16 anni di investigazione a tutto campo che il virus dell’HIV è un’arma biologica strategica creata per uccidere miliardi di persone in un lento e inesorabile olocausto che sarà diviso in due programmi distinti: a) il programma di vaccinazione contro la varicella in Africa alla fine degli anni ‘60, b) il programma di vaccinazione contro l’epatite B negli Stati Uniti nella seconda metà degli anni ‘70.
“Oltretutto, perchè rimanga ben chiaro, la contaminazione non è stata accidentale. E’ stata fatta di proposito con l’obiettivo di “sfoltire il gregge” con un atteggiamento Nazista che governa la popolazione e controlla la politica da dietro il sipario dagli anni ’70 del 1800. Questa stessa politica ha pervaso l’Organizzazione Mondiale della Sanità e la maggior parte degli scienziati medici occidentali durante il ventesimo secolo. E, per essere precisi: la stessa ideologia politica è ancora allo stesso posto. I non-bianchi [e i gay bianchi] sono dannosi all’evoluzione del pool genetico, questo dice la filosofia politica. Per vedere degli spezzoni di storia, date un’occhiata qui:
http://members.aol.com/Pantheism0/haekrace.htm
http://www.islamdenouncesantisemitism.com/thesocial.htm
http://emporium.turnpike.net/C/cs/hsneg.htm
http://serendip.brynmawr.edu/biology/b103/f00/web1/hossain.html
http://womenshistory.about.com/library/bio/blbio_margaret_sanger.htm
http://blackgenocide.org/sanger04.html
http://www.cwfa.org/library/life/2001-05_pp_n-project.shtml
http://www.scils.rutgers.edu/~lyonsm/tuskegee.html
http://www.press.uillinois.edu/f02/tucker.html
http://www.ferris.edu/isar/Institut/pioneer/forbes.htm
http://www.pioneerfund.org/speak2.html
http://www.lrainc.com/swtaboo/stalkers/jpr_rghrs.html
http://www.beloit.edu/~biology/genethics/eugenics.html
http://www.interactivist.net/housing/war_2.html
http://directory.google.com/Top/Society/Philosophy/Ethics/Applied/Bioethics/Eugenics/
http://www.jhu.edu/~jhumag/0997web/tenure.html
http://members.aol.com/_ht_a/lillithsrealm/myhomepage/Eugenics/HistoryEugenics.htm
http://www.breggin.com/Mehlerart.html
http://www.zmag.org/ZMag/articles/sferiosjune98.htm
“Questo sistema di credenze è penetrante nelle scienze molecolari, così com’è dritto al cuore della clonazione, evoluzione ed ereditabilità.”
Eppure poco la mia famiglia di Brooklyn, amici, io stesso e l’America intera conoscevamo cosa le forze oscure ci stavano nascondendo negli anni ‘50 e ‘60, specialmente nel secondo dopoguerra con l’aumento improvviso dell’economia, forza militare, servizi segreti e la fiducia che l’America sia il migliore, più sicuro e nobile posto dove crescere, e da difendere fino all’ultimo.
Infatti, fu sull’esempio del vaccino creato contro la poliomelite sin dall’inizio con il virus SV40 che l’Organizzazione Mondiale della Sanità corresse il vaccino contro la varicella per infettare milioni di africani con il virus dell’AIDS? O fu il virus della poliomelite il vaso di Pandora aperto da un ben intenzionato Salk? In questo caso, perchè ci ha messo tanto a fare marcia indietro e non si è mai realmente corretto? E quanti milioni di americani hanno pagato con le loro stesse vite con un cancro causato dal virus SV40? Qui c’è la risposta di un medico, ancora da un mio articolo . . .
“Anche, per quanto concerne le scimmie verdi, il Dr. William Campbell Douglass, MD, scrive nel 1987 in W.H.O. Murdered Africa [W.H.O. ha assassinato l’Africa? dove who significa “chi” ma è anche la sigla americana che indica l’Oraganizzazione Mondiale della Sanità n.d.t.]: “Questa è l’origine della teoria sulle scimmie verdi. Il vaccino contro la poliomelite cresceva nelle cellule renali delle scimmie verdi e i geni che ci hanno portato il vaccino dissero: ‘L’abbiamo fatta franca una volta cosicché possiamo rifarlo.’ Ma non l’avevano fatta franca e malgrado il fatto che la poliomelite stava velocemente scomparendo senza nessun intervento medico straordinario, 64 milioni di americani furono vaccinati negli anni ’60 con il vaccino infettato dal virus SV-40. Un incremento di tumori al cervello, possibili sclerosi multiple e solo Dio sa che cos’altro ne sono il tragico risultato. Il ritardo tra la vaccinazione e la manifestazione del cancro con questo virus è di circa 20–30 anni. 1965 più 20 uguale 1985. Capito?”
Sfortunatamente, è un quadro abbastanza oscuro, ma più vicina è la verità meglio si può affrontare questa situazione terribile. Vi suggerisco di leggere interamente il mio primo articolo sull’AIDS, inclusi tutti i link. Sapere è potere, come dicono loro. E nel 2005, ho riportato il coinvolgimento del club Bilderberger in tutto ciò, il potere oltre il potere che comanda, seguendo i suoi affari mortali.
Jerry Mazza è uno scrittore freelance che risiede a New York. Puoi contattarlo all’indirizzo [email protected].
Titolo originale: “The polio vaccine, AIDS, and their US-made viruses”
Fonte:http://onlinejournal.com/
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11.01.2008
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di EPICUREO