IL TRATTATO EUROPEO DI LISBONA E LA FINE DEGLI STATI-NAZIONE EUROPEI

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DI PHILIP JONES
The TruthSeeker

Le nazioni dell’Europa dovrebbero essere guidate verso il superstato senza che i loro popoli sappiano cosa sta accadendo. Ciò si può ottenere tramite passi successivi, ognuno mascherato da uno scopo economico, ma che porterà alla fine e irreversibilmente alla federazione“. Jean Monnet, padre fondatore dell’Unione Europea

Il 12 giugno 2008 il destino di circa 500 milioni di persone sarà deciso da un paese con un totale di solo 4, 2 milioni di abitanti. Gli abitanti della Repubblica irlandese saranno i soli ‘cittadini’ dell’Unione Europea a cui sarà stata data l’opportunità di esprimere il proprio parere su quello che è potenzialmente il pezzo di legislazione più fondamentale nella storia del vecchio continente. Tutti gli altri Stati membri hanno semplicemente ignorato i desideri delle loro popolazioni e lasciato la ratifica a un ‘timbro’ dei loro rispettivi Parlamenti. Però, è necessario che tutti i 27 Stati membri completino la ratifica prima che il ‘Trattato’ diventi legalmente vincolante.

Perciò se il voto irlandese sarà `NO` allora il trattato non potrà essere implementato, almeno al presente. Ma se il popolo irlandese ingoierà la massiccia propaganda ‘Pro Trattato’ e voterà ‘SI’ allora il destino e l’inevitabile morte degli Stati nazionali dell’Europa saranno segnati. Non rimarranno più seri ostacoli alla Federalizzazione. Così gli Stati uniti d’Europa tanto sognati dei federalisti diventeranno una realtà.

Molti, se non la maggioranza delle persone da entrambi i lati dell’Atlantico sono stati per decenni ingannati a credere che la Comunità Economica Europea-Unione Europea riguardi una zona di libero commercio. Non è affatto così come mostra chiaramente la citazione qui sopra del signor Monnet. Vediamo perciò quali sono le ramificazioni di un eventuale voto favorevole da parte degli irlandesi.

A seguire: Il trattato di Lisbona reintroduce la pena di morte (H. Zepp-Larouche) e Il trattato di Lisbona devve essere respinto (Liliana Gorini)L’Unione Europea è stata fondata su bugie e inganni ai più alti livelli del governo. Questa scia di inganni è continuata sin dall’inizio e si è momentaneamente fermata giovedì 13 dicembre 2007 a Lisbona, Portogallo, dove i ‘dignitari’ degli Stati membri di questo ‘blocco commerciale’ hanno firmato il ‘Trattato di Riforma dell’Unione Europea’ [il testo integrale si trova a questo indirizzo N.d.t.].

Questo trattato sostituisce la Costituzione UE respinta nel 2005 sia dalla Francia che dall’Olanda. Angela Merkel, il cancelliere tedesco, e l’ex presidente francese Giscard D`Estaing sono tre i tanti ministri europei che hanno confermato che il Trattato non è altro che la Costituzione sotto un altro nome. Le uniche differenze sarebbero l’abbandono dal nuovo documento di quegli articoli relativi alla bandiera, all’inno e al motto dell’Europa unita. Eppure solo due giorni prima dell’evento storico a Lisbona 16 Stati membri sono usciti allo scoperto e hanno chiesto un emendamento del trattato e il reinserimento di quei tre articoli, trasformando perciò il trattato nell’originale costituzione. Essi vogliono anche imporre la moneta unica a tutti quegli Stati membri che ancora mantengono le loro monete nazionali e suggeriscono che una Giornata Europea diventi una vacanza celebrativa.

Il leader dello United Kingdom Independence Party Nigel Farage ha detto: “Il totale inganno che viene imposto è alla fine pienamente visibile. I tentativi patetici di affermare che questa non era la Costituzione sono stati spazzati via. Ritornano la bandiera, l’inno e il motto. Significa che quello che era il 96% dell’originale Costituzione è ora il 100%. Non sentiremo più parlare del Trattato di Riforma. Questa è la Costituzione UE respinta che torna in tutta la sua magnificenza”.

Il primo ministro danese Anders Fogh Rasmussen ha deciso contro qualunque referendum sul trattato, lasciando la sua ratifica al Parlamento danese. Egli ha detto ai giornalisti che il trattato era una “cosa buona per la Danimarca”. La Danimarca aveva pianificato un referendum sulla Costituzione nel 2005, ma in seguito ai voti negativi di Francia e Olanda il voto era stato annullato. Il ministro della giustizia danese ha concluso che il trattato non minaccia la sovranità danese. Rasmussen avrebbe detto: “Quando si perde sovranità è necessario un referendum, ma quando non si perde alcuna sovranità sarà il Parlamento a ratificare il testo”. Ha anche confermato i piani di tenere un altro referendum sulla moneta unica, l’euro, e sull’opportunità di porre termine alle ‘rinunce’ relative a difesa, giustizia e affari interni, decise a Maastricht.

Dunque, nessuna minaccia alla sovranità? Bene, consideriamo le implicazioni; se uno Stato nazione sovrano non controlla più la sua economia, difesa, sistema di giustizia e politica interna, può essere davvero ancora chiamato uno Stato nazione sovrano? La risposta è piuttosto semplice: no.

L’elite finanziaria e politica d’Europa ha lavorato per questo momento sin dalla fine della seconda guerra mondiale. In ogni Stato membro le personalità possono differire, ma la retorica è sempre la stessa: ‘Nessuna perdita di sovranità, è buono per la gente, è buono per l’economia eccetera eccetera’.

Bene, diamo un’occhiata a cosa veramente significhi questo trattato. Qual’è la differenza tra questo documento e l’originale Costituzione? L’avvocato tedesco Klaus Heeger, ricercatore e consulente legale del gruppo Democratico Indipendente del Parlamento europeo ha tracciato le seguenti conclusioni a riguardo dei due documenti:

Secondo la sua analisi la Costituzione garantiva alla UE 105 nuove competenze. Anche il trattato garantisce 105 nuove aree di competenza. Rimangono fuori i simboli UE (bandiera, inno e motto) ma entra il cambiamento climatico. Le rimanenti 104 aree rimangono le stesse.

La sua conclusione: si tratta della Costituzione UE sotto un altro nome.


[I leader europei riuniti a Lisbona]

Il sesto e finale trattato è la campana a morto per la sovranità degli Stati membri della Ue. Non facciamoci ingannare su questo, non importa cosa obiettino i vostri ‘leader’ eletti, e così. Questa è la combinazione di anni di complotto, inganno e cospirazione contro la gente d’Europa. Dunque cosa c’è sotto, chiederanno molti? Leggete e lo scoprirete.

Il Trattato è il documento UE più segreto e più velocemente redatto ad oggi. L’opposizione e la comprensione sul fatto che la UE sia un nascente Stato di Polizia stanno crescendo e loro, i cospiratori, sanno che la velocità è vitale. Tony Blair lo sottoscrisse nel giugno 2007 come sua finale pugnalata nella schiena della Gran Bretagna. I ministri degli esteri si dichiararono d’accordo sui suoi termini nel settembre 2007 e, 2 mesi dopo, il 13 dicembre, i rappresentanti di ciascun Stato membro firmarono il documento, e ora, tutto ciò che rimane è la ratifica e il fatto sarà compiuto.

Perciò, se il risultato del voto irlandese sarà sì e tutti gli altri Stati membri fanno quanto indicato, ratificando questo traditore pezzo di infamia, come cambieranno le nostre vite?

I nostri Parlamenti nazionale diventeranno superflui dal momento che tutto il potere che rimane sarà trasferito a Bruxelles. Significherà la fine formale di tutte quelle storiche nazioni europee che sono stati membri della UE. Le ambasciate nazionali nel mondo saranno sotto il controllo dei burocrati UE. Le vecchie regioni e province saranno unite e combinate in ‘Regioni Amministrative UE’. La recente amalgamazione delle Kommunes danesi è un esempio preventivo di ciò, insieme con i Parlamenti ‘delegati’ di Scozia e Galles, che verranno presto raggiunti dallo sradicamento dell’Inghilterra e la creazione di simili assemblee regionali in tali luoghi.

La UE otterrà proprietà di polizia, esercito, armi nucleari, riserve monetarie e del petrolio del Mare del Nord come spiegato nel documento del trattato. Gli appartenenti alla nostra polizia e alle forze armate dovranno prestare giuramento di lealtà alla UE. Se si rifiuteranno verranno licenziati. La UE avrà il completo controllo di tutte le questioni militari, equipaggiamenti e stabilimenti.

I partiti politici saranno aboliti, aggiornati o riallineati. Saranno consentiti solo partiti pan-europei. Partiti indipendentisti saranno di fatto fuorilegge dal momento che, in base alla sentenza del 1999 della Corte Europea di Giustizia (caso 274/99), è illegale la critica alla UE. Persino prima del voto irlandese, le notizie da Bruxelles indicano che sono già a buon punto piani per eliminare ogni gruppo euroscettico all’interno del Parlamento europeo. La UE avrà il diritto legale di chiudere Parlamenti nazionali e assemblee.

Molta gente rimarrà disoccupata dal momento che diventerà universale il diritto UE di ‘riaddestrare’ qualcuno a proprie spese ad un nuovo lavoro (comprendente l’acquisto di un certificato che conferma tale riaddestramento). Centinaia di migliaia di piccoli negozi saranno costretti a chiudere a causa di un infinito numero di impraticabili e ingestibili regole UE.

Circa 107.000 leggi europee criminalizzeranno molti, dal momento che aderire a questa enorme quantità di legislazione è impossibile. Saremo sottoposti a frequenti multe e persino all’arresto come risultato della nostra inevitabile ignoranza. Considerate i seguenti esempi: dal gennaio 2006 è diventato illegale riparare le proprie tubature domestiche, apparecchi elettrici o persino la propria macchina. Se comprate una barca lunga più di 6 piedi costruita dopo il 1999 dovrete pagare l’equivalente di 4000 sterline o passare sei mesi in prigione. Mentre lo Stato di polizia UE flette sempre più i suoi muscoli ognuno di noi viverà nella paura e sotto la minaccia di arresto o processo per ognuna di una miriade di infrazioni, anche quelle minori.

Alle grandi aziende naturalmente le cose andranno bene, perché utilizzeranno una massiccia immigrazione dall’interno e dall’esterno della UE, pagando salari minimi agli immigrati a spese delle popolazioni indigene, forzando verso il basso i salari. Inoltre queste aziende avranno praticamente un monopolio sull’impiego, insieme al governo, e saranno capaci di dettare condizioni sui termini di impiego senza paura di un contraddittorio.

I maggiori impieghi governativi e l’inevitabile corruzione che accompagneranno questo monopolio creeranno una nuova divisione di classe che assicurerà che i ricchi e i loro compagni di viaggio diventeranno più ricchi, mentre la maggioranza della popolazione declinerà verso la povertà. Le tasse aumenteranno per pagare la massiccia crescita della burocrazia.

Non vi sarà correzione degli errori tramite canali democratici locali, perché non ci sarà più alcuna democrazia locale. O, per quel che conta, alcuna democrazia in assoluto. I Governi Amministrativi Regionali UE non saranno eletti (guardate il piano di regionalizzazione della UE sul sito ufficiale). Il nostro solo voto sarà per l’impotente Parlamento europeo. Saremo governati dei membri non eletti della Commissione Europea che non hanno, a nessun livello, alcuna responsabilità verso la gente.

Se faremo dimostrazioni o proteste potremo essere catturati e spostati verso un’altra regione europea. Il mandato di arresto europeo e una varia legislazione introdotta in tutt’Europa dall’11 settembre daranno alle autorità potere assoluto su di noi. L’uccisione degli innocenti Philip Prout e Jean de Menezes è completamente legale in base alla legge europea. L’intimidazione e le crescenti invettive anti islamiche in tutt’Europa ricordano il trattamento degli ebrei nella Germania precedente la guerra. Uno Stato Europeo Federale diventerà un posto molto spiacevole in cui vivere.

Dopo la federazione, nel corso dei successivi 15 anni, l’Europa potrebbe crollare sotto il peso della sua stessa burocrazia e corruzione. Ci sarà così poca produzione che nessuna tassazione sarà capace di supportare il macchinario governativo vasto, inetto, corrotto e inefficiente. Molti saranno ridotti alla povertà o sulla soglia della morte per fame. La completa mancanza di qualunque ‘bilanciamento e controllo’ lascerà aperta la porta a qualunque possibile dittatura.

L’Unione Europea, mostruosa come è, non è niente più che una pietra miliare verso un governo mondiale. Prima di accantonare questo articolo come allarmismo o teoria del complotto cercate quanti dei leader politici del vostro paese sono membri di organizzazioni segrete come il Biderberger, la Trilateral Commission, il Club Of Rome e il Royal Institute For International Affairs.

Ognuno di loro è totalmente dedito al Governo Unico Mondiale e vede un’Europa Federale come evoluzione necessaria verso questo scopo. Le loro appartenenze sono come un who’s who dei grandi protagonisti del pianeta. I lettori danesi per esempio potrebbero essere veramente sorpresi nello scoprire quali appartenenti all’elite finanziaria e politica del loro paese partecipano alle riunioni del Bilderberger, che è stato in prima linea nelle macchinazioni per portare avanti la fede e realizzazione europea. Per scoprire quali dei vostri rappresentanti eletti sono membri di uno qualunque dei gruppi citati sopra, cercate il nome dell’organizzazione su un qualunque motore di ricerca. Poi sedetevi e preparatevi a rimanere scioccati.

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[Un momento delle firme a Lisbona e, a destra, il discorso del Presidente della Commissione Europea Barroso]

Viviamo in un’età in cui la gente sembra avere abdicato in favore del governo a tutte le responsabilità riguardanti le proprie vite. Ciò è successo sin dalla fine della seconda guerra mondiale, ma il processo è significativamente accelerato dagli anni 80. Questa ‘irresponsabilità sociale’ ci ha portato a Lisbona il 13 dicembre 2007, dove i nostri cosiddetti leader hanno firmato per cedere i nostri antichi diritti e libertà in nome del loro ‘grande piano’. Se rimaniamo seduti senza far nulla il resto delle nostre vite diventerà un incubo per nostra stessa responsabilità, perché, in fin dei conti, saremo noi ad avere messo i nostri diritti e le nostre libertà nelle mani dei lupi.

Il futuro benessere di un intero continente è nelle mani del popolo irlandese. Hanno bisogno del nostro appoggio. Devono sapere che non siamo soli. È tempo di iniziare a scrivere ai vostri rappresentanti ‘eletti’, è ora di trovare il tempo per fare ricerche su cosa sia davvero questa unione europea. Tempo di spegnere la televisione e prendere un libro sull’Unione Europea, o dare un’occhiata ai molti siti Internet che riguardano questo superstato nascente. Fate qualcosa, parlate ai vostri amici, ai vostri vicini, alla vostra famiglia. Semplicemente fate qualcosa. Prima che sia troppo tardi, e quasi lo è già.

Post Scriptum: chiunque abbia a cuore la libertà dovrebbe visitare questo sito e firmare la petizione on-line e utilizzare il link e-mail per chiedere a un cittadino irlandese di votare no per vostro conto.

Titolo originale: “The End Of The Nation States Of Europe “

Fonte: http://www.thetruthseeker.co.uk
Link
04.06.2008

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di ALCENERO

IL TRATTATO DI LISBONA REINTRODUCE LA PENA DI MORTE

DI HELGA ZEPP-LAROUCHE
Movimento Solidarietà Tedesco

“Questo Trattato trasformerebbe quella che è un’alleanza di nazioni europee in uno Stato federale, che sarebbe governato per mezzo di un’oligarchia”. Intervento di Helga Zepp-LaRouche, presidente del Movimento Solidarietà tedesco (Buergerrechtsbewegung-Solidaritaet) alla conferenza di Roma.

«Col Trattato di Lisbona l’Europa si trova ad affrontare un pericolo più grave di quello che la persona media immagina. Nel novembre 2007 il presidente francese Sarkozy ha presieduto una riunione segreta con alcuni parlamentari francesi e, stando alla stampa inglese, ha dichiarato che se ci fosse stato un referendum sul trattato di Lisbona nei Paesi europei, sarebbe stato sconfitto.

Quindi il 13 dicembre, i capi di stato europei a riuniti a Lisbona hanno firmato il Trattato di Riforma Europea, che ha preso il nome di Trattato di Lisbona. Non c’è dubbio che l’intenzione era quella di dire “procediamo a ratificare questo trattato il prima possibile, senza un dibattito pubblico, senza un dibattito parlamentare, altrimenti saremo sconfitti”.

Ad esempio, in Germania il testo del nuovo trattato non è stato pubblicato, quello che è stato pubblicato è il testo della Costituzione bocciata dal referendum in Francia e in Olanda nel 2005. A questo è stato aggiunto un testo che dice “al trattato vecchio si applicano le seguenti modifiche… articolo 1, comma b… la frase tot sostituisce la frase tot…”
State sicuri che due parlamentari in tutto, forse un giornalista, hanno letto tutte queste modiche; ma nessun’altro. Perché il testo originario, quello del trattato originale, è già così impenetrabile che non si capisce, a meno che il lettore non sia un esperto giurista.

Solo perché un bravo studente di legge di Lipsia s’è preso la briga di leggere tutta questa roba, e poi a pubblicarlo sul sito di un parlamentare tedesco (l’on. Gauweiler), il Governo è stato costretto a far circolare la versione provvisoria del Trattato.
Nel frattempo, alcuni giuristi di fama internazionale hanno scritto delle perizie sul nuovo trattato, che io raccomando veramente a tutti di voi. Una è quella prof. Schachtschneider, che è uno dei giuristi tedeschi che ricorse in appello, alcuni anni fa, contro il Trattato di Maastricht, e contro l’euro. Un altro è il prof. Klecatzky, ex ministro della Giustizia, che è uno dei padri della Costituzione austriaca.

Io ho studiato il nuovo testo, sulla base delle perizie di questi professori, e ho scoperto delle cose che adesso vi spiegherò.

La cosa più importante è che questo Trattato trasformerebbe quella che è un’alleanza di nazioni europee in uno Stato federale, che sarebbe governato per mezzo di un’oligarchia. Ad esempio, la cosiddetta “clausola generale” prevede che il Consiglio d’Europa e la Commissione Europea legiferino su tutto quel che vogliono, tranne che sulla politica estera e sulla politica di difesa.

Il Parlamento Europeo verrebbe ascoltato, ma solo come opinione, non avendo alcun potere legislativo, decisionale, ecc. Lo stesso dicasi per i parlamenti nazionali. A quel punto le direttive che vengono da Bruxelles, che oggi costituiscono il 70-80% della legislazione europea (il resto spetta ai governi e ai parlamenti nazionali), diventerebbero il 100%.

Poi c’è la cosiddetta “clausola di solidarietà”: essa chiama in causa non meglio precisate “minacce terroristiche”, tutte da definire, in base alle quali si definisce un’azione militare, che può essere un’azione di “peace-keeping”, può essere un’azione militare difensiva, può essere un’azione militare offensiva. E nessun Paese ha la possibilità di veto, perché si decide a maggioranza, e se un Paese è contrario, è comunque tenuto a partecipare.

Quindi senza dibattito, senza dibattiti parlamentari o pubblici, l’Unione Europea verrebbe trasformata in un’alleanza militare, in cui si è obbligati a mantenere degli obblighi di riarmo, ad esempio.

Se, poi, teniamo in considerazione che dei 27 Paesi dell’Unione Europea, 22 fanno anche parte della NATO, si viene a creare un intreccio di quasi corrispondenza, di identificazione della nuova alleanza militare con la NATO: allora si capisce perché da questo punto di vista, da un po’ di tempo, la Russia e la Cina abbiano, nei loro attacchi alla NATO, parlato di una politica di accerchiamento della NATO con l’espansione ad oriente dell’Unione Europea.

I Russi, compresi alcuni leader con cui ho parlato, considerano la politica di accerchiamento della Russia da parte della NATO, come una potenziale causa di una guerra mondiale.
Il modo in cui questa nuova Europa viene venduta all’opinione pubblica è, ad esempio, con l’argomentazione che l’Europa deve diventare forte, deve assumere un ruolo forte, da protagonista nel mondo, per controbilanciare, magari contenere, la politica aggressiva americana.

Ma questa è un’altra delle menzogne che vengono raccontate, perché se ci sarà una coincidenza tra la possibile affermazione di Bloomberg negli Stati Uniti e una dittatura di Lisbona in Europa, io penso che ci avvicineremo a questa Terza Guerra Mondiale.

Si capisce da come l’Europa si è comportata di fronte alle pressioni americane, in special modo del ministro della Difesa americano Gates per un maggior coinvolgimento in Afghanistan. Oppure si pensi al modo precipitoso con l’Europa si è mossa nei confronti del Kossovo, quando ancora c’era un disaccordo tra i Paesi membri dell’Europa, eppure la burocrazia europea aveva già deciso, inviato 1800 persone, come personale di amministrazione, polizia, ecc. Tuttora c’è il disaccordo tra i Paesi dell’Unione Europea.

Il riconoscimento dell’indipendenza del Kossovo ha aperto un vaso di Pandora, perché adesso tutti vogliono la loro indipendenza, a cominciare dai Baschi, dai Curdi, passando per l’Ossezia, per ‘Abkazia, fino a Taiwan, e alla Lega Nord. E’ giusto quel che hanno detto alcuni leader russi, e cioé che con un colpo solo si è buttata a mare un’intera tradizione secolare giuridica, internazionale, che veniva dal Trattato di Westfalia.

Un altro punto indicato dal prof. Schachtshneider è che il Trattato di Lisbona reintroduce furtivamente la pena di morte, una pena di morte che soprattutto l’Italia ha fatto di tutto per abolire, guidando un movimento mondiale che si è affermato col voto alle Nazioni Unite lo scorso dicembre.
Naturalmente la pena di morte non viene reintrodotta ufficialmente, ma furtivamente, con una nota a pie’ pagina della Carta Europea, poiché il Trattato di Lisbona integra la Carta Europea. Sulla Carta Europea c’è scritto che la pena di morte è abolita. Questo lo riportano nel testo del trattato; però c’è una nota a pie’ pagina che dice “eccetto che in casi di guerra, di disordini, di insurrezioni, ecc.”

Ritengo che sia urgente un dibattito pubblico, su questo.

Ritengo che questo sia un cambiamento così grave delle costituzioni europee, che ci debbano essere un dibattito e un referendum.

Per cui chiedo a tutti voi di aiutarmi a mobilitare la popolazione europea per questo dibattito e per questo voto.»

Fonte: http://www.movisol.org/
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28.02.2008

IL TRATTATO DI LISBONA DEVE ESSERE RESPINTO

DI LILIANA GORINI
Movimento internazionale Diritti Civili Solidarietà

Il Parlamento italiano è chiamato a ratificare il Trattato di Lisbona, che conferirà poteri straordinari alla Commissione dell’Unione Europea in quasi tutti gli aspetti della vita dei cittadini, e soprattutto su questioni di politica economica e di difesa, privando il nostro Paese della propria sovranità e vanificando in questo senso la Costituzione italiana, a partire dall’Articolo 1 che recita “la sovranità appartiene al popolo”. In altri paesi, tra cui Francia e Germania, esso è stato ratificato benchè il testo non fosse ancora stato reso noto, e risultasse del tutto incomprensibile, inducendo molti parlamentari ad approvarlo senza neanche averlo letto. Il Presidente della Repubblica tedesco non ha firmato la ratifica perché sono immediatamente scattati tre ricorsi alla Corte Costituzionale. In Irlanda è previsto un referendum contro il Trattato che, secondo le previsioni, lo boccerà il 12 giugno esattamente come fecero i referendum contro la Costituzione europea in Francia e Olanda nel 2005. Lo stesso testo, con alcune modifiche, è stato riproposto col nome di Trattato, benchè si tratti di un progetto costituzionale, con l’intento di vanificare alcuna iniziativa referendaria in paesi come l’Italia che non prevedono referendum sui trattati. Negli ultimi mesi si sono tenute numerose manifestazioni contro la ratifica del Trattato a Vienna, Berlino, e in tutta la Francia, manifestazioni in cui eminenti costituzionalisti hanno sottolineato la violazione di numerose norme costituzionali, tra cui quella della neutralità prevista dalla Costituzione austriaca.

La politica di difesa del Trattato prevede infatti, oltre alle missioni di pace, anche missioni offensive, che violano l’Art. 11 della nostra Costituzione, che recita “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali. Attraverso il potenziamento delle forze militari messe a disposizione dell’Unione Europea, è in atto un tentativo di fare dell’Europa un braccio della NATO. Con la creazione di un gruppo ristretto di paesi a cui verrebbero demandate le iniziative militari, sarebbe più facile aggirare l’opposizione di chi vorrebbe evitare lo scontro strategico portato avanti da Londra e Washington nei confronti di Russia e Cina[1].

Ma è in politica economica che si sentiranno di più gli effetti nefasti di quella che molti definiscono una vera e propria “dittatura dell’Unione e della Banca Centrale Europea”. Grazie al Trattato di Lisbona, infatti, i burocrati dell’Unione Europea avranno pieno titolo a bocciare qualunque misura decisa dal nostro governo, e dagli altri governi europei, per difendere la propria economia, l’occupazione, i redditi, l’industria e l’agricoltura, ed intervenire sui prezzi.

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La crisi alimentare è un esempio del problema, che verrà aggravato dal Trattato di Lisbona. Mentre in tutto il mondo si moltiplicano gli appelli a intervenire per frenare la corsa al rialzo dei prezzi delle derrate alimentari, e mettere fine alla folle politica di sussidi ai “biofuels” che ne è tra le cause, l’Unione Europea, nella persona del Commissario Agricolo Mariann Fischer Boel, continua ad insistere nell’abolire la PAC (Politica Agricola Comune) che difende gli agricoltori, e nel mantenere l’obiettivo del 10% di consumi energetici coperti dai biocarburanti, il che significa che riceveranno sussidi solo gli agricoltori che producono per i biofuels, e non per nutrire il mondo, benchè da più parti (il Ministro dell’Agricoltura francese Michel Barnier, il ministro Tremonti e l’ex ministro del Commercio Estero Emma Bonino) questa sia stata definita una politica “criminale” che aumenterà le carestie in tutto il mondo e provocherà rivolte non solo nei paesi poveri ma anche in quelli “intermedi”, quali Egitto, Indonesia e Pakistan. Nel nome del “mercatismo” e del “libero commercio”, Unione Europea e WTO impediscono ai governi di intervenire contro la speculazione finanziaria sui prezzi, non solo delle derrate alimentari, ma anche del petrolio, su cui si arricchiscono i grandi speculatori, mentre la gente comune non arriva a fine mese. Interventi come quello del ministro dell’Agricoltura francese Barnier in difesa dei pescatori, o del governo italiano in difesa dell’Alitalia, potranno essere vietati dalla burocrazia di Bruxelles nel nome del Trattato di Lisbona, che dà la precedenza a delibere europee.

Ci sono almeno 2 articoli della Costituzione italiana che prevedono tali interventi dello Stato, e che dovrebbero avere la precedenza sul diktat europeo:

Art. 3.

È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

Art. 43.

A fini di utilità generale la legge può riservare originariamente o trasferire, mediante espropriazione e salvo indennizzo, allo Stato, ad enti pubblici o a comunità di lavoratori o di utenti determinate imprese o categorie di imprese, che si riferiscano a servizi pubblici essenziali o a fonti di energia o a situazioni di monopolio ed abbiano carattere di preminente interesse generale. (enfasi nostra)

Il Presidente Schifani ha annunciato che il voto sul trattato è prioritario. Ma anche da noi si levano autorevoli voci di critica. L’ex ministro e insigne giurista Giuseppe Guarino, ordinario di diritto amministrativo all’Università di Roma, ha diffidato dal ratificare il trattato così com’è, perché esso codificherebbe un sistema di “governo di un organo” o “organocrazia”. Il prof. Guarino ha esposto la sua critica in una conferenza pubblica a Firenze il 19 maggio, alla presenza di costituzionalisti, esperti e amministratori. Il trattato viola almeno due articoli della Costituzione italiana, l’Art. 1 (“La sovranità appartiene al popolo”) e l’Art. 11 (L’Italia “consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie”). Riguardo a quest’ultimo, le condizioni di parità sono violate dal fatto che paesi come la Gran Bretagna e la Danimarca, membri del trattato, sono esonerati dalla partecipazione all’Euro. Così essi possono, ad esempio, fissare il tasso d’interesse in modo vantaggioso per loro ma svantaggioso per gli altri firmatari del trattato.

Inoltre, osserva Guarino, il Trattato di Lisbona aumenta sensibilmente i poteri della Commissione Europea. Ad esempio, nel caso della procedura di infrazione del Patto di Stabilità, stabilita dall’Art. 104, la Commissione finora aveva solo il potere di notificare l’avvenuta infrazione al Consiglio dei Ministri dell’EU, che poi decideva se avviare la procedura o meno. Nella nuova versione, sono stati introdotti tre piccoli cambiamenti che spostano quei poteri in seno alla Commissione. Non sarebbe saggio approvare il trattato, riproponendosi di cambiare in seguito le sue parti sbagliate, ha osservato il prof. Guarino. Ciò sarebbe di fatto impossibile, dato che occorre l’unanimità.

Un altro eminente costituzionalista tedesco, il prof. Schachtschneider, ha sviluppato una lezione dal titolo “La legittimazione della pena di morte e dell’omicidio” in cui sostiene che il Trattato di Lisbona nel suo continuo sostenere una cosa e rimandare ad altra contraria attraverso il richiamo alle “Spiegazioni della Carta dei Diritti Fondamentali” legittima la pena di morte e l’omicidio “per reprimere, in modo conforme alla legge, una sommossa o un’insurrezione” e “per atti commessi in tempo di guerra o in caso di pericolo imminente di guerra” (ben 14 Stati dell’Unione europea sono impegnati nella guerra in Iraq). A queste tesi ovviamente se ne contrappongono di contrarie. Ma mentre la “battaglia delle opinioni” incalza, la politica deve decidere.

Ci appelliamo dunque al Parlamento italiano affinchè eviti approcci settoriali, e veda il contesto generale in cui si inserisce il Trattato di Lisbona: una crisi sistemica in cui si è pronti a scelte anti-democratiche pur di tenere in piedi una bolla speculativa destinata comunque ad esplodere. Se il dato giuridico è importante, esso deve essere contestualizzato al particolare momento storico. La considerazione del momento storico non può prescindere dalla lettura economica intesa come capacità relazionale dell’umanità con la biosfera.

Se già dalla semplice lettura e contestualizzazione storica del Trattato di Maastricht, era comprensibile che il processo avviatosi nel ’92 non era altro che una tappa di un sovraprocesso oligarchico-imperiale, oggi, a distanza di 16 anni, abbiamo l’evidenza della tardiva percezione dei sensi a dimostrarcelo. E pensare che avremmo evitato alla popolazione europea 16 anni di progressive difficoltà, rimettendoci alla lungimirante luce della ragione piuttosto che attendere il tardivo verdetto della percezione sensoria!

Come sostiene giustamente il Prof. Guarino, occorre distinguere tra euromercato (nel senso di mercato europeo) ed eurosistema (nel senso di sistema composto di istituzioni europee). L’euromercato esisteva già prima dell’eurosistema. L’euromercato non necessitava dunque dell’eurosistema. Questo eurosistema è una costruzione evidentemente oligarchica. Il cuore dello stesso non è la Corte di Giustizia europea, tanto meno il Parlamento europeo o il Consiglio d’Europa. Il cuore e dominus della Costituzione materiale europea, dei processi all’interno della quale si sviluppano, è la Banca centrale europea (Bce).

Non ci si deve confondere. La Bce non è un ente democratico. La Bce è formalmente un ente di diritto pubblico, ma nella sostanza è un ente dominato dalle banche private. La Bce decide la politica monetaria e finanziaria, e conseguentemente decide la politica economica dell’Europa. Guarino mette al centro del suo discorso il trattato stesso con i suoi meccanismi. Tuttavia Guarino stesso riconosce che dei due parametri fondamentali della struttura dell’Unione monetaria europea, si è prestato attenzione al rapporto defitic/pil ma non a quello debito pubblico/pil. Quest’ultimo è di anno in anno progressivamente peggiorato non solo per l’Italia, ma anche per la Germania e la Francia; le violazioni di questo europarametro non sono state sanzionate in alcun modo. Dunque è subentrato nella Costituzione materiale un elemento discrezionale. Questa discrezionalità è esercitata appunto dalla Bce[2].

Ratificare il Trattato di Lisbona rappresenterebbe un’ulteriore legittimazione di questo sistema oligarchico che già troppo a lungo è durato ed i cui disastrosi risultati, in termini di tenore di vita reale della popolazione europea, sono sotto gli occhi di tutti. Ratificare il Trattato di Lisbona vorrebbe dire rafforzare ancor più un eurosistema oligarchico.

Il disegno dei padri fondatori dell’Europa, De Gasperi, De Gaulle e Adenauer, era quello di un’Europa dei Popoli non di un’Europa delle banche.

Facciamo dunque appello al Parlamento italiano ed al Presidente Napolitano affinchè non ratifichino il Trattato di Lisbona, e promuovano piuttosto presso le sedi internazionali un nuovo sistema monetario e creditizio, una Nuova Bretton Woods, che metta fine alla speculazione e rilanci l’economia reale, come viene ormai chiesto a viva voce da più parti.

NOTE

[1] In questo contesto Helga Zepp-LaRouche, presidente del Movimento Solidarietà tedesco (BueSo) fa riferimento ad un documento politico sul conto dell’Alleanza che circola in ambienti neo-conservatori transatlantici. Il documento è intitolato “Verso una grande strategia per un mondo nell’incertezza” ed è stato redatto da cinque generali in congedo che espongono una nuova strategia per la NATO, secondo cui la nuova struttura di difesa composta da USA, UE e NATO ha il compito di affrontare una serie di sfide, tra cui: crescita demografica (!), cambiamento del clima, sicurezza energetica, aumento dell’irrazionale e declino della ragionevolezza (!), indebolimento degli stati nazionali e delle istituzioni mondiali (come l’ONU, l’UE, la NATO), terrorismo internazionale, crimine organizzato, proliferazione di armi di distruzione di massa, “abuso della leva finanziaria ed energetica”, migrazioni, HIV/AIDS e SARS. I firmatari sono: gen. Klaus Naumann (Germania), feldmaresciallo lord Inge (Regno Unito), gen. John Shalikashvili (USA), amm. Jacques Lanxade (Francia), e gen. Henk van den Bremen (Olanda).

[2] La Bce ha puntato ad essere rigida sul primo rapporto e non sul secondo, perché è la spesa che di anno in anno uno stato può effettuare che potrebbe distrarre troppe risorse finanziarie dal costante rifinanziamento della bolla speculativa globale ed arrestare quel processo di distruzione controllata dell’economia. Ed è proprio perché si è rigidi su questo rapporto che il secondo rapporto è sempre più non rispettato. Impedire la spesa pubblica annuale come massicciamente orientata ai processi produttivi, fa sì che l’economia reale si impoverisca sempre più e che conseguentemente i saldi finanziari peggiorino.

Fonte: http://www.movisol.org
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29.045.2008

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