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La Redazione

 

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Il Sacrificio Rituale di Aldo Moro: quando la verità puoi dirla, ma soltanto in un romanzo

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A cura di Redazione CDC
Il 24 Novembre 2024
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Il Sacrificio Rituale di Aldo Moro: la verità puoi dirla, ma sotto forma di romanzo

Di Danilo Fabbroni

Questo ballon d’essai dell’ammazzamento di Moro causato dal paventato compromesso storico è la Gran Fuffa – alito sfiatato e basta – che sta bene in bocca agli allocchi.

Costoro – bontà loro – ci dovrebbero spiegare quale vera contrapposizione ci sia effettivamente stata tra URSS e mondo anglo-sassocentrico quando gli scambi economico-commerciali tra questi 2 fronti sono stati sempre, anche in piena Guerra Fredda, a livelli incredibilmente alti, folti.

Basterebbe studiare il seminale saggio di Charles Levinson, uno davvero informato dei fatti giacché fu alto esponente del sindacalismo internazionale, Vodka-Cola. Come se non bastasse basti pensare alle figure di tycoon come Armand Hammer che sono state la prova-provata, la prova vivente allora, di questi scambi mirabolanti tra USA ed URSS, quindi dove stava la contrapposizione?

Solo nella testa dei compromessaristorici! Cosa avrebbe provocato di sconvolgente il Compromesso Storico è solo Fanfulla: a quel tempo la Loggia Propaganda P2 contava un’adesione pressoché oceanica tra le schiere delle Forze Armate per non dire del resto dei Poteri Forti del Paese, quindi pur col PCI allo scranno governativo nessuna Unione Sovietica avrebbe mai potuto né comandare né invadere l’Italia!

A quel tempo si contavano in Italia innumerevoli basi americane disposte capillarmente sul territorio nostrano: chi mai avrebbe potuto condizionare geo-politicamente quanto militarmente il nostro suolo? Stay Behind-Gli Ossi-Gladio ammorbavano gli interstizi più reconditi della nostra Patria, vedi gli appoggi di questi al terrore neo-fascista: chi mai avrebbe azzardato di affrontare una rete così capillare?

Tentacoli spessissimi dati da una congerie di esponenti fascisti passati al servizio di Jesus James Angleton leggi OSS poi CIA si erano riciclati ferventi adoratori di quel … come lo chiamiamo politicamente corretto? gli Usurocrati che fanno oggi i Macellai a Gaza ad esempio? Che la fede fascista ab initio aveva tentato di combattere, davano man forte contro ogni minaccia soi disant comunista… Ma andiamo… cosa ci state raccontando con questa fregnaccia del Compromesso…

Vediamo un po’ un film al rallenti di quel periodo, sotto forma di romanzo giacché come dimostra Maurizio Blondet ne “Gli Adelphi della dissoluzione. Strategie del potere iniziatico” (Effedieffe, 2013), certe cose le puoi dire solo sotto forma di romanzo.

N.d.R.: Prologo: l’Italia di allora era quasi equamente suddivisa tra una fazione pro-Araba ed una anti-pro-Araba tanto che i due supremi capataz dei Servizi italici – Maletti e Miceli – militavano uno in un fronte e l’altro nell’altro, specchio ambedue, era evidentissimo, di due distinte schiere politiche. Scenario peraltro non dissimile da quello spagnolo e francese: pel primo Carrero Blanco e pel secondo de Gaulle costituivano una force de frappe non indifferente addirittura anti-Nato. Ambedue negarono le basi per far decollare gli aerei Nato durante la guerra dello Yom Kippur episodio antesignano di cosa sta accadendo da mesi a Gaza – mentre il secondo addirittura si volle distaccare dalla Nato creando una indipendenza nuclear-tattica mica da ridere! come ambedue pagarono un caro prezzo a ciò: il primo fu fatto saltare in aria dall’E.T.A. – sorta di Brigate Rosse in salsa spagnola – mentre il secondo scampò fortuitamente ad un severo attentato ma non ebbe scampo dalla tempesta del ’68. Alla fine di questi due “processi” tanto Spagna che Francia cangiarono da filo-arabe ad anti-filo-arabe come Nazioni: ma guarda un po’…   

 

Seguono estratti de “I cacodemoni. L’atroce agonia di Aldo Moro“, di Danilo Fabbroni (Youcanprint, 2024).

 

«Dal 1967 in poi l’aria si andò surriscaldando, divenne man mano bollente. Sarà l’anno della solidarietà al Vietnam, che gli studenti vorranno celebrare, nel mese di marzo, all’interno della facoltà, con una protesta civile in forme autogestite, ma che sarà interrotta d’autorità con sgombero e trascinamento non violento da parte della polizia e relative denunce. Poi sarà la volta dell’ondata contestataria del sessantotto, dopo la fine degli organismi studenteschi rappresentativi, con la terza e più lunga occupazione, dal 31 gennaio al 7 aprile, data non a caso fatidica che si riproporrà pari pari anni dopo. Sopra l’aula magna nell’ampio ufficio del Magnifico Rettore sono convenuti Culatta, Babbione, Aldo Malommi, Franco Tronco e Flaminio Grandi, uno dei capintesta della Balena Bianca in trentino: è quest’ultimo che prende la parola non notando una indispettita reazione a ciò del Rettore:

Abbiamo intercettato fortunosamente questa lettera, me l’ha invero consegnata uno studente in cambio di un trattamento speciale sugli esami, della pasionaria rossa Mariah Logach: è istruttivo che ve la legga. Eccone il contenuto: “Questa società fascio-capitalistica e paternalistica, fallofora, maschilista ci violenta ogni momento, togliendoci ogni cosa che possa in qualche modo emanciparci o farci sentire veramente quello che siamo (ci toglie la possibilità di coltivare la famiglia”. Capite cosa significa? Noi li abbiamo in mano! Li giochiamo tutti come perline di vetro come quando eravamo ragazzini!

Ma cosa vuoi dire? spiegati! [lo interruppe di scatto il Rettore]

Tronco non degnandolo neanche di uno sguardo (pensò: il solito democristiano che non capisce oltre il palmo del suo naso) continuò la perorazione come se niente fosse:

Questi ragazzi sono figli di una vera e propria espulsione, di un aborto spontaneo, voluto dalla società opulenta che nella fase in cui siamo ha raggiunto il culmine del suo sviluppo capitalistico richiedendo ferreamente l’inurbamento forzato di una massa enorme di persone proveniente dalle campagne. Insomma contadini veri e propri. Il grande esodo coinvolgeva certo tutti ma soprattutto la gioventù anelava ad affrancarsi dal giogo patriarcale della cascina, della casa rurale, guadagnarsi uno stipendio e quindi rendersi autonomo, magari in un primo tempo condividendo il tetto con altri affittuari di letti, di brandine, insomma vivendo in una baracca della fabbrica ma per poi, presto si sperava, affittando una camera e poi ancora perché no? un modesto appartamento. Con quella autonomizzazione la legge del padre andava a cadere e si apriva un capitolo di libertà assoluta i cui limiti andavano ancora marcati, in teoria non c’erano…

[Il Rettore]:

Veniamo al sodo per favore! Qui mica sei a recitare coi tuoi studentelli in aula! A gigionare come fai sempre! Con le tue puttanelle che per provocarti ti sbattono in faccia le loro tette prosperose e non te la danno mai o quasi mai! Perché sai che io so…

[Tronco]:

Arrivo al dunque presto ma ho bisogno che mi seguiate senza preconcetti marxisti-leninisti né tanto meno democristiani – al che il Rettore gli lanciò un’occhiataccia -. Il giovane in quella condizione che vi ho descritto in breve è una spugna assetata, un vuoto a perdere. In codesto individuo ci si può ficcare dentro di tutto e di tutto un po’, appena lo volessimo!

 

[Il Rettore, perdendo il controllo]:

Ma fammi il piacere! Ma chi te le mette in testa ‘ste teorie del casso! Gli americani, ci scommetto! Anzi, gli inglesi col loro Centro di Psichiatria Davistock, nevvero? Ma questi, la gioventù di oggi, è incassata nera! Adesso ci vieni a raccontare che vai tu e gli fai cambiar idea come soffiare su una banderuola e farla così girare! Ma via, che ci prendi per scemi?

[Tronco]:

A parte che il Davistock è da lasciar stare: hanno una esperienza sui traumi dei reduci di guerra che Lei Rettore neanche si immagina ma a parte questo, il punto è che il giovane in questo frangente da una parte è mesmerizzato dal sogno del voglio tutto e lo voglio ora, dal credo del vietato vietare ma dall’altro canto, tutto ciò gli fa una paura mostruosa come solo l’horror vacui di questa condizione genera! È sin troppo ovvio questo e voi non lo vedete perché tutto ciò sta proprio davanti ai vostri occhi che non riuscite a scorgerlo, come non si vedeva il re nudo! Questa doppia condizione che da una parte porta il giovane a tagliare ogni ponte con la propria famiglia e dall’altra invece lo fa sentire orfano, diseredato dalla terra madre, lo pone in una contraddizione della propria ragione permanente. In lui si scatena quindi la lotta continua con l’esistente, qualsiasi esso sia! La prova provata di ciò? Eccola! Anche i giovani della destra extraparlamentare pur avendo molte volte i padri fascisti o appartenenti alle forze dell’ordine, sono finiti ad odiare drasticamente le proprie famiglie ed il padre per primo! La famiglia dobbiamo tratteggiarla per questi poveri cojoncelli giovini giovini come un flagello storico! La famiglia deve divenire per loro una meta dispersa, divisa, senza alcuna ragione! Allora essi navigheranno simili a schegge portate via dalla corrente, frammenti scagliati nel vuoto di un’esplosione a mò di malattia sociale: non sapranno più riconoscersi l’un l’altro. Ciascuno parla di sé in un vuoto a perdere o non parla affatto. Ciascuno vive del proprio inutile, ingombrante faticoso egoismo. Ciascuno vanta ragioni taciute. Ma nessuna di queste ragioni e nessuno di questi egoismi ha uno scopo, tutte le loro vite sono fatte di passi sbagliati. Noi sappiamo che nel disfacimento delle loro certezze, nelle loro esistenze senza scampo, risiede quel mutamento che noi auspichiamo e vogliamo.

[Il Rettore]:

E con questo anche se fosse vero quello che tu dici cosa vorresti concludere? Il succo del discorso qual è?

[Tronco]:

Il succo è che questa orda d’oro è null’altro che un insieme di pedine in un Grande Gioco!

Al che il Rettore sbuffando abbandonò la sala, sibilando tra i denti:

Cassate!

Ma Tronco non si fece intimidire per nulla, anzi, replicò:

Basterebbe pompare a dismisura il concetto, anzi, i concetti che l’ordine costituito, la credenza nella fede cattolica, la famiglia in particolare ed in special modo il padre giocano un ruolo centrale nell’oppressione, nello schiavismo della giovane generazione essendo tutti questi fattori portatori di fascismo intrinseco, di repressione degli istinti sani primordiali, della libido in particolare ed avremmo i loro cuori in mano assieme alle loro menti ed alle loro palle od uteri! Li avremmo accesi come si accende la carbonella, pronti a buttarsi nella mischia, ad immolarsi come agnelli sacrificali non capendo nemmeno fino in fondo perché lo fanno! I Sacrifici Umani sarebbero, in fin dei conti, un prezzo che potrebbe aver un senso pagare se l’Umanità Tutta potesse alfine migliorare, indursi ad una palingenesi…ormai inevitabile dal mio punto di vista e quanto mai auspicabile…

Alcune settimane dopo, ore di lezione di sociologia, tenute da Tronco, il quale salta i preamboli di rito e parte in tromba declamando il verbo ma lo fa scendendo in mezzo a loro. Porta jeans scoloriti a dispetto di esser “diversamente giovane” ed una t-shirt Fruit of the Loom, per altro anche macchiata. La lezione verte sull’etica protestante e lo sviluppo del capitalismo:

Insomma – incalza Tronco – lo sviluppo capitalistico ha raggiunto la sua iperbole, il suo apice zenitale e niente si è opposto ad esso andando a travolgere come una valanga tutto e tutti. Ciò ha determinato il concretizzarsi degli stati imperialisti delle multinazionali, chiamiamole SIM per brevità da ora in poi, i quali hanno assoggettato tutti i proletari del mondo nelle loro catene! Non c’è liberazione possibile da queste catene!

Strillò uno studente inviperito dal fondo dell’aula, semi nascosto dalla caduta di luce di un proiettore che ne celava l’aspetto parzialmente:

Come non c’è liberazione? La liberazione la vogliamo qui ed ora, subito e tutto vogliamo!

Tronco lo guardò, tentò di farlo, ma l’aula di vaste dimensioni glielo impedì. Allora lo chiamò accanto a sé. Era uno non molto alto, con un fare che si capiva essere deciso. Quando lo studente arrivò di fianco a Tronco questi gli chiese:

Come ti chiami?

E lui:

Renato, Renato Lungo disse attaccando il nome al cognome in un tutt’uno. Indossava un eskimo grigioverde stazzonato. Tronco gli disse:

Vuoi dire qualcosa ai tuoi compagni?

Certo! O sarà la Rivoluzione o sarà la Morte!

Tronco pensò tra sé e sé: Be’, forse ambedue, la falsa rivoluzione è la vera morte! E rivolgendosi di nuovo allo studente gli disse:

Perché non passi da me dopo la lezione, su al mio ufficio?

Lungo non profferì parola ma Tronco era sicuro che sarebbe passato davvero da lui. Una mano però svettava dal di mezzo della platea: era quella di una donna, Mariah Logach. Tronco non vedeva l’ora di recepire qualsiasi cosa dagli astanti e le dette subito la parola:

Adesso lei ci viene a dire queste cose ma noi le sapevamo di già! Sta scoprendo l’acqua calda con noi! Piuttosto vorremo sapere come mandar a casa gli yankees, altroché! altro che le sue ciance!

[Tronco]:

Be’, non so… – ridendo ma mica poi tanto – se voi usaste le bombe, banale dirlo, quelli se ne tornerebbero a casa con la coda tra le gambe… certo che se voi pensaste ad un simil offensiva del Têt, come in Vietnam, allora le cose cambierebbero … ma voi non lo potete fare, nevvero?

…sorrise enigmaticamente con grande soddisfazione. La Logach rimase ammutolita dalla inaspettata risposta del Professore Tronco e tacque. Prese la parola allora l’altro sociologo, Aldo Malommi:

Potremmo concludere per oggi questa seminale lezione dicendo che il potere di certo nasce dalle canne del fucile e che mai più senza fucile starebbe bene in bocca a degli insorti come furono quelli della Comune parigini, o un Nestor Ivanovich Makhno per intenderci. Voi però non potete seguire quelle strade mortali. Però…

A porte chiuse, rimasti soli Malommi e Tronco, si affrettano a raggiungere la foresteria e lì, nella cucina arredata collo stile dell’epoca, all’americana, traggono dallo stipo della prima colazione, tra confetture, biscotti Savoiardi e marmalade very british un paio di zollette di zucchero – una a testa, democraticamente – cosparse di LSD. Era il momento di Turn on, tune in, drop out, accenditi, sintonizzati, abbandonati e si andava a tutta birra. I due dopo l’iniziale smarrimento inziarono a confidarsi e fu il secondo però a profondersi in un denso, lungo monologo, autistico in quanto si volgeva verso uno specchio piuttosto che verso di lui:

Caro Malommi, ti renderai conto che si necessita al più presto, nella misura in cui siamo immersi in questo clima, la messa in praxis di una autentica eggregora, ἐγρήγορος, forma-pensiero che può e deve emanarsi da un’entità incorporea, capisci a cosa mi riferisco? É chiaro? Dall’assemblea degli studenti in aula magna … in grado di influenzare i loro pensieri e attitudini … metodi di meditazione collettiva creati intenzionalmente da noi… dirigeremo determinate energie psichiche, scaturite durante arcane operazioni rituali… onde trasformarli, catalizzarli come larve psichiche aleggianti attorno al singolo individuo… agiremo con ogni tipo di assuefazione, dipendenza da droghe, alcool, lussuria, auto-convincimenti, coazioni a ripetere … essi muteranno in parassiti astrali che ricercano il proprio nutrimento… solo se questo venisse loro negato si provocherebbe la loro distruzione o allontanamento ed è quello che faremo. Vedrai che accadrà ciò… una Furia intestina e feroce guerra civile tartasseranno tutte le parti d’Italia … sangue e distruzione diventeranno così consueti, spettacoli orrendi così familiari … madri potranno solo … vedere i figli squartati … perché ogni pietà sarà soffocata … atti crudeli … lo spirito di Cesare, vagante in cerca di vendetta … uscito dall’inferno, chiamerà con voce di monarca lo sterminio … libererà i cani della guerra cosicché questo atto infame puzzerà per la terra intera di carogne umane imploranti sepoltura. Formeremo il loro pensiero in una veste egoica-egocentrica il quale vagherà costantemente intorno al suo animatore – noi! – sempre pronto a reagire su di lui ogniqualvolta egli si trovi in condizione di passività. Ogni individuo vincolato e legato a ciò si abbandonerà a pensieri impuri… potrà dimenticarli fintanto che è occupato nello svolgimento regolare delle sue occupazioni finto-rivoluzionarie, anche se le forme-pensiero da lui create gli aleggeranno costantemente intorno, come un brulichio in un termitaio, come una bruma densa, fitta perché la sua attenzione è diretta altrove ed il suo corpo astrale non è sensibile che a vibrazioni della medesima natura. Ma quando la tensione si rallenta e l’individuo, meglio dire la larva psichica, si riposa lasciando la mente libera da qualsiasi pensiero concreto e dunque si sentirà di nuovo assalito dall’insidia, dalla ciclotimia dell’angoscia… da vibrazioni fatte a immagine del soggetto stesso che le produce, che lo porterò ad immaginarsi di essere in qualche luogo straniante, terrificante. Le forme sonore, i concerti pop-rock in particolare, attirino esseri elementali della stessa frequenza, in grado di ripercuotersi sui pensieri umani… musica disarmonica e violenta è costituita invece da esseri mostruosi… suoni del linguaggio corrispondono a forme-pensiero… Questo uomo fisico diventa il centro di effluvi animici e spirituali.

Malommi assistette alla fuoriuscita da sé di Tronco come se fosse finita la sua trance, tanto che quest’ultimo distaccò lo sguardo che aveva avuto fisso verso lo specchio dalla cornice dorata. Malommi non riuscì a trattenere la repulsione quando scorse ribollire sulle labbra di Tronco una densa schiuma. Gli parve di vedere una lamia, non più un essere umano. Rabbrividì.[1]

 

N.d.R. Epilogo: Qui il romanzo si tronca con l’atroce fine di Aldo Moro, vera e propria agonia di un politico che aveva la caratura di Statista, “teleguidata” da Menti Raffinatissime che sortirono l’effetto di cangiare l’Italia da (parzialmente) filo-araba[2] ad essere in toto anti-filo-araba: ma guarda un po’ …

«2019, Luglio, Chiesa di Santa Maria presso San Satiro, Milano. Due voci:

Prima voce:

Una cosa così complicata, con decine e decine di persone coinvolte, complicatissima, una grande, grandiosa operazione, grande teatro, potenze geometriche di fuoco: che bisogno c’era di farla? L’Italia in fin dei conti già a quei tempi era già una colonia penale in cui marcivano i sudditi italiani, senza struttura ossea alcuna, senza colpi di rene autonomi. Sequestri, fai sparire delle persone, ne termini l’esistenza, tappi la bocca a tanti, tantissimi, ad una moltitudine: perché necessitava farlo fuori il Frezza? Il controllo era già in essere e quella cosa che è successa, così rischiosa, così inaudita, così complicata, così eclatante…

Seconda Voce:

Be’, vuoi mettere però?! La Dimensione del Sacrificio Umano te la dimentichi? E l’estrema umiliazione di quell’Italia, umile, cattolica, papalina, oltre-teverina che tutto il culturame da noi assoldato aveva dileggiato a josa attraverso la commedia italiana, giù giù fino all’irrisione suprema rappresentata dalla figura di Fantozzi?! L’italietta cattolica … oggetto della chutzpah suprema scandita dalle corazzate marxisteggianti feltrinelliane, einaudiane, l’italietta diccì, questo era il vero target, la mission da portare a termine da parte di quel culturame serve Arlecchino di mille padroni. Anche l’ala destroversa del culturame, Reghini, Evola, dette manforte a quel mondo che sprezzava quella particolare Italia. Abbiamo mostrato al mondo e l’abbiamo fatto che potevamo catturare come fosse un insignificante insetto, Aurelio-Cesare Frezza-Bianca, sotto la campana di vetro per torturarlo, per molestarlo a dovere e poi sacrificarlo spezzandogli le ali, facendo finire in quel misero fagotto nel bagagliaio di una macchina non per nulla francese. La gogna che ha subito sul suo Golgota si è riflessa sul dolore atroce del Papa che invano tentò di salvarlo ma la vera salvezza viene e può venire solo dal Popolo Eletto e non dall’Italia alle vongole, non dai lidi teverini bianco-gialli … Frezza era quell’Italia e qui Frezza doveva morire, scontare il suo calvario per essa, abbandonato come un sacco di letame nel retro vettura. Frezza erede di Mattei, l’Italia Sovrana che andava castrata, abbattuta, sconsacrata, dimidiata… R.I.P. Requiescant in Pace…».[3]

Di Danilo Fabbroni

24.11.2024

NOTE

[1] I cacodemoni. L’atroce agonia di Aldo Moro – Fabbroni, Danilo

[2] Mai si ricorderà abbastanza che il fil rouge filo-arabo fu inaugurato da Mattei che diede il 50% dei ricavi delle estrazioni petrolifere scaturite in territorio arabo al posto dell’usurocratica, miserrimo, percentuale “elargita” dal sozzo mondo anglo-sassocentrico et olandese come era di prassi allora. Fil rouge che si trasformò in un fiume di sangue sgorgato a forza da chi si oppose all’usura anglo-sassocentrica: Mattei, Moro, (in parte ed a suo modo) Craxi, (per altri versi e detto a sommi capi) Gardini …

[3] I cacodemoni. L’atroce agonia di Aldo Moro -Fabbroni, Danilo

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