Che fareste se foste i soli a decidere del destino dell´umanità?
DI JOHN KAMINSKI
Una notte, molto tempo fa – quando ancora ero un giornalista alle prime armi che lavorava sessanta ore a settimana e viveva in un paese con neve per la maggior parte dell´anno – feci questo sogno strano.
Era una notte pungente e chiara e me ne stavo avviluppato con mia moglie sotto diversi plaid in una casa colonica piena di spifferi.
Nel sogno mi trovavo di fronte a fantasmi bianchi dalle sembianze umane che mi ricordavano vagamente i Sette Nani di Bianca Neve. Erano seduti con grande impazienza attorno ad un lungo tavolo, che sembravano impazienti che io testimoniassi.
Vestita di un lungo abito blu notte, con un cappello a punta in testa e una scopa in una mano, una donna dai capelli bianchi il cui nome mi torna ora in mente come Bibidibobidibu, mi benedì con polvere di stelle con la sua bacchetta magica dicendomi che avrei sempre lavorato per mia madre, perché era lei l´unico mezzo attraverso il quale ero venuto al mondo, e che mi sarei dovuto sforzato di mantenere quell’impegno qualsiasi impresa avessi deciso di intraprendere.
Eppure le bianche figure nebbiose sedute dietro il lungo tavolo ricoperto da una tovaglia bianca sembravano ridere delle raccomandazioni della donna ed iniziarono con tutta fretta il loro interrogatorio.
“Si considera un giovane ed intrepido esploratore, non è forse vero?” mi chiese un tale meschino in un corpo da gnomo, urlando con voce roca dal fondo del tavolo. “Mi dica allora, che farebbe se scoprisse che tutta la vita della specie umana è una minaccia letale per tutta quell’altra vita che c´è nell’universo, e che va distrutta per preservare la più vasta civiltà galattica? Cosa sceglierebbe, sapendo che la sua specie potrebbe scomparire in questo stesso momento per il capriccio, nient´altro che il capriccio, delle sue sole percezioni distorte?”
Risposi, sulla base del principio di non avere mai paura di qualcosa che si deve per forza affrontare: “Prima chiederei di vedere le prove a carico…”
Con un ruggito e uno stridio di denti una voce imponente che pareva di Zeus in persona risuonò sulla nebbiosa assemblea riunita.
“La prova è che la razza umana, per colpa della sua stessa paura di vivere, ha mentito alla sua consapevolezza, permettendo così al timore dell’ignoto di penetrare come metastasi nel coro infernale di voci malate, secondo cui gli uomini stanno distruggendo la vita del loro stesso pianeta.
E cosa ancor peggiore, secondo il nostro punto di vista, questa piaga di impauriti assassini sta già strisciando al di fuori della Terra, verso il suo sistema solare. Il contagio deve essere evitato, per la salvezza di molti altri”.
Pietrificato, iniziai subito a pensare: mi fido di quello che conosco? La coscienza in me rispose: “Come sono arrivato a questo sogno?”
Perché non mi fido di ciò che so? Forse perché credo nel fatto di controllare sempre due volte, per vedere se le decisioni importanti sono state quelle giuste e per risolvere errori correggibili. Nella mia vita ho imparato di più da quello stratagemma psicologico che da qualsiasi altra cosa. Sii sicuro di ciò che fai. Ed ogni volta che mi sono guardato alle spalle, ho corretto errori che, pur non accorgendomene, mi facevano male.
Ma decidere il destino dell’umanità con un semplice sì o no richiede un ragionamento ben più sofisticato di quello che può dare un misero vecchio uomo quale sono. Per questo la mia arma segreta è sempre stata quella di porre la domanda a qualcun altro, perché non possiamo vivere al di fuori del gregge e perché il bello della vita sta sempre nell´amare il prossimo. Solo certi tizi che voi tutti conoscete fin troppo bene trascorrono la loro vita non facendo altro che arraffare.
Ma in questa situazione, la cosa migliore che potei fare fu di richiamare alla mente ciò che mi insegnarono i maestri. Sperai di poter usare le classiche fonti di questo mondo –specialmente quelle che non si insegnano nelle scuole (dove si cerca sempre di smorzare il pensiero libero con una scorta sufficiente di opinioni a sostegno del vezzeggiato status quo, che ingrassa sul paradigma del servo-padrone), per controbattere a queste potenze celesti alle quali mi trovavo di fronte.
Così tentai di rispondere alla domanda dello gnomo meglio che potei.
“Vivi sicuro della tua stessa verità e sii un esempio di ospitalità e giudizio per gli altri. Placa la paura ma non scordare di ascoltarne il messaggio. Solo così potrai vedere le cose come stanno e valutarle correttamente. In questo modo l’umanità potrebbe diventare uno splendido esempio di rettitudine e ospitalità verso il prossimo, un faro di libertà e amore che splende nel nostro sistema solare e non solo”.
Qualcosa di molto grosso, con un ingegno meccanico che sembrava un sistema di registrazione (ehy, aspetta un attimo, era uno stereo portatile con una memoria di otto brani) gracchiò dall’altra parte del tavolo. “Non fare il furbo con noi, stupido ciarlatano! Stiamo parlando della razza umana, di quella che si fa a pezzi e si massacra e si uccide e banchetta sul sangue versato. Il vampirismo è la sua religione, poiché beve del sangue del suo salvatore e si rotola orgogliosa nelle bandiere che svolazzano sopra i corpi dei suoi figli annientati. I tuoi tanto vantati Stati Uniti d’America creano virus nei laboratori per spedirli in Africa e decimare così decine di tribù, e ora quegli stessi demoni spargono dagli aeroplani batteri su tutte le città d’America.
“La specie umana sta ora diffondendo radiazioni mortali attraverso sonde che esplorano il tuo sistema solare; pertanto, il Cosiglio Galattico ha deciso di stabilire il destino del mondo e delle sue specie basandosi sulla scelta di un singolo uomo. E poiché hai fatto così tanto vano baccano parlando a destra e a manca di una società basata sulla pace, la giustizia e l’onesta, sei tu quell’uomo!”
“Tempo scaduto. Cosa risponde?”
E’ come se stessi salendo su un areo blindato. La prima cosa da fare? Cercare la luce. Chiunque può automaticamente redimersi. Chiunque ha un biglietto per il paradiso nello stesso momento in cui lo cerca. Naturalmente non è quello che dicono i preti. Se lo dicessero, sarebbero disoccupati.
Ma quel moto istintivo verso la luce non è così semplice come si crede, perché dopo un paio di anni passati su quello splendido aeroplano chiamato Terra si è uniti a legami che anche da morti è impossibile sciogliere. Voglio dire, se si dice a una persona cara che la si ama, è fatta. È quella di fatto la forza imbattibile nell’universo. Neppure il calore di un milione di soli riuscirà a scioglierla.
Una voce delicata e pacata da centro tavola mormorò appena: “Gli umani non hanno imparato la lezione che esiste solo una vita, che viene divisa per ciascuno di loro per tempo limitato. Il vero motivo per cui impilate ninnoli di poco valore è per nascondervi dietro la falsa convinzione che siete immortali, quando la scienza ha invece dimostrato al cento per cento che nulla dura in eterno, neppure l’universo, probabilmente originatosi come buco bianco da un altro universo.”
Prega quanto vuoi, mi dissi sotto voce. Niente dura per sempre, neppure la goffa e distorta immagine che l’uomo ha di Dio. Poi, quando capirai che sei mortale, riuscirai a vedere meglio tutte le persone che hai ucciso. Ne rimarrai terrificato, se sei un uomo.
Una bianca alta figura con una minacciosa voce effeminata irruppe impaziente: “La questione, signori spiriti, è capire se la vita umana sia una minaccia insormontabile per le altre vite nell’universo e se debba essere sterminata per quella massa di parassiti primitivi e ignoranti quale è.”
“Sembra chiaro a tutti qui riuniti che il fallimento umano nell’avere una fede cieca nella divinità e rispetto degli arcaici processi dell’universo si sia rivelato nella paura della morte, concepita come un posto misterioso che solo pozioni magiche e il mormorio di qualche frase pia riescono ad evitare. L´insanità sta nel cercare di evitare qualcosa che nulla nell´universo può evitare”.
A quel punto ripresi il controllo della situazione.
“Gli esseri umani sono animali impauriti dalla loro stessa ombra perché non possono spiegare né chi sono né da dove sono arrivati. È quasi come se ci svegliassimo da un sogno e fossimo catapultati nella storia, che – badate bene – altro non è che la composizione metaforica di proiezioni frutto della nostra immaginazione.
“Nella lotta per la sopravvivenza, i riflessi incontrollati servono. Ma ciò che speravamo di creare era un santuario fiorito dove poter vivere. Non è esattamente quello dove ci troviamo ora, e questo perché neghiamo di diventare animali avidi a un certo punto della catena alimentare. Tanto più siamo in cima a questa catena, tanto più bramiamo.”
Un´altra voce si alzò dagli spiriti bianchi seduti attorno tavolo.
“Così Lei sta affermando che per gli esseri umani la giustizia è secondaria alla sopravvivenza. Questa è una regola che vale d´altronde per tutti gli animali sulla Terra. Ed è proprio questa la domanda che Le abbiamo posto all´inizio: dal momento che sa che l´umanità è un puntino in mezzo a milliardi di altre specie viventi; che esiste per una dimenticanza basata su una fragile simmetria, che alternativa ci propone a un programma di estinzione funzionale?”
Risposi:
“A questo punto, l´unica possibilità di salvare la nostra specie dalla collera generalizzata di tutte le piu´evolute civiltà nella nostra parte di galassia è quella di riconoscere consapevolmente gli effetti che esercitiamo su cose di cui ignoriamo l´esistenza. E lo possiamo fare solo attraverso una filosofia che davvero dovrebbe farci da maestra: amore, saggezza ed esperienza”.
Una voce dal coro di spiriti rispose pronta:
“Proprio quello che gli uomini si sono ben visti finora dal fare né sembrano capaci di fare. Non si può agire in tal modo senza prima capire che tutti i popoli, tutte le nazioni, tutti i mondi devono cercare pace, giustizia e onestà. Gli esseri umani sono noti come una specie che spreca il dono della vita perché ha una paura folle di morire. È evidente che non ha il coraggio, il realismo né la rettitudine di diventare parte di una più vasta società galattica. Pertanto la decisione le dovrebbe essere semplice. Prema il bottone”.
Me ne stavo lá in piedi, sforzandomi di difendere la razza umana ma essendo anche consapevole che esiste una vita più grande e più importante nell´universo, il vero proprietario di tutto ciò che possediamo, il creatore di tutto ciò che ci è dato. Mi rattrista pensare che dobbiamo buttare via questo bel potenziale, mentre la nostra specie umana sul pianeta Terra continua a affondare nei meandri della pazzia, della malattia e dell´estinzione.
“È lei il portavoce – ringhiò una voce dal tavolo. “E il tempo sta per scadere. Glielo dica.”
“Prometto che glielo dirò” risposi.
Fonte: http://www.thetruthseeker.co.uk/
Link: http://www.thetruthseeker.co.uk/article.asp?ID=3866
28.11.2005
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di R’N’B
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