DI LARRY CHIN
Global Research
Il Governo USA e Wall Street occultano le carenze di energia con un indicatore menzognero
Negli ultimi giorni, i titoli dei giornali hanno strombazzato ripetutamente ciò che è una contraddizione in termini, e un fatto semplicemente impossibile:
“Migliora l’inflazione reale, sale il prezzo della benzina” (Associated Press)
“Nonostante l’aumento del prezzo della benzina, l’inflazione migliora” (Boston Globe)
Queste frasi senza senso sono ormai alla base delle decisioni in materia economica, finanziaria e politica in America e nel resto del mondo.
Ovviamente sono tutte bugie. Ecco perché.L’aumento del costo dell’energia significa sempre inflazione. Non puoi avere uno senza l’altro. L’energia, e i materiali ad essa relativi, sono la spina dorsale della moderna vita industriale. Quando il costo dell’energia (ogni forma di energia inclusi petrolio, benzina, elettricità, e i tanti prodotti derivati dalla benzina, come la plastica) aumenta, il costo di tutto il resto fa lo stesso. Questa è l’inflazione. Quando l’energia si va esaurendo, mentre l’uso e la domanda relativi crescono, il prezzo dell’energia si alza alle stelle. E ad aumentare è ancora l’inflazione.
È un fatto che il mondo sia nelle fasi iniziali di un picco [della produzione] del petrolio e della benzina – il che significa una carenza permanente, e un esaurimento definitivo. Il picco mondiale della produzione di petrolio c’è già stato nel novembre del 2005, secondo rinomati scienziati, geologi ed esperti dell’industria.
È perciò un fatto che, con una permanente carenza di energia sommata a una domanda globale alta, insaziabile e continuamente in crescita, l’aumento dell’inflazione non sia solo un problema di adesso, ma una condizione permanente.
Perchè le autorità stanno nascondendo tutto ciò?
La Core Inflation nasconde la verità sulla crisi energetica
In due parole, l’inflazione è l’aumento del livello medio dei prezzi. Comunque, ci sono molti modi per misurare l’inflazione, e di come riportarla a seconda della propria convenienza, da parte del Governo USA (in particolare, dall’Ufficio delle Statistiche del Lavoro, in inglese Bureau of Labor Statistics, BLS ), dalla Federal Reserve Bank (FRB), dagli analisti di Wall Street, dagli economisti, e dai corporate media.
Ci sono, comunque, numerose altre definizioni di inflazione. In tempi recenti, il BLS e la FRB hanno enfatizzato una propria versione, la cosiddetta Core Inflation. Questo tipo di inflazione è una statistica che esclude i costi dell’energia e del cibo.
Dato che la vita di tutti i giorni richiede numerose forme di energia da idrocarburi, che una grossa percentuale di beni derivano dagli idrocarburi (come la plastica), e che il cibo e la produzione dello stesso dipendono dagli stessi idrocarburi (fertilizzanti, irrigazione e pesticidi, energia per far funzionare le macchine, ecc.), l’esclusione del costo del cibo e dell’energia dalla misura dell’inflazione diventa una bugia grottesca.
L’uso selettivo della Core Inflation è una copertura regolarmente supportata dai media governativi che, consapevolmente o meno, promuovono l’illusione di “un’economia in crescita con un’inflazione sotto controllo, o non esistente”.
Ma allora, qual’è la verità? Considerate questi titoli:
“L’inflazione incombe, mentre il prezzo del petrolio va alle stelle”
“Il prezzo di progetti riguardanti petrolio e benzina raggiunge nuovi picchi”
“La benzina costa all’ anno 1.000 $ in più che nel 2001”
Il prezzo di ogni forma di energia (petrolio, benzina, elettricità) sta aumentando a livelli altissimi, così come il costo di altri beni di prima necessità: medicine, abitazioni e istruzione.
In “The Peak Oil crisis: alarms are sounding” (17 maggio 2007), Tom Whipple del Falls Church News-Press scrive così:
“In tutto il mondo, un allarme rosso sta iniziando a suonare. Sopra ogni distributore di benzina un gran cartello proclama che i prezzi presto saranno così alti che la benzina diventerà un bene di lusso. A Parigi, l’International Energy Agency ha annunciato che quest’anno la domanda di petrolio ha ottime probabilità di superare l’offerta, a meno che, ovviamente, l’OPEC non aumenti la produzione. Nel Medio Oriente, il portavoce dell’OPEC ripete ogni volta che va tutto bene, che c’è un sacco di petrolio, e che non c’è bisogno di aumentare la produzione… i cinesi hanno appena annunciato che le loro importazioni di petrolio di aprile sono state superiori del 23% rispetto all’anno passato. Iraq, Arabia Saudita, Venezuela… ovunque si volga lo sguardo ci sono inequivocabili segni di crisi nel prossimo futuro.”
La gente viene imbrogliata e presa in giro. Non ci vuole una laurea in economia o finanza per capire come stanno le cose. Anche chi non presta attenzione ai notiziari conosce e percepisce intuitivamente i debilitanti effetti quotidiani dell’inflazione, dal benzinaio come dappertutto. La gente vede i propri soldi sparire. La crisi è palpabile.
[Le curve con i dati sulla produzione di diversi tipi di idrocarburi, e le estrapolazioni per il futuro: in base a questi modelli il picco della produzione totale viene raggiunto intorno al 2005 – 2010]
Per favore, la vera inflazione può farsi riconoscere?
Se la Core Inflation è una statistica ingannevole, allora dove se ne può trovare una misura più realistica? Questa si trova in quella che è nota agli economisti come Headline Inflation. La Headline Inflation include anche i costi dell’energia e del cibo.
Alcuni osservatori critici hanno indicato che la Headline Inflation spiega la verità in modo molto più convincente.
Charles Bean, capo economista della Bank of England, nell’agosto del 2006 affermò che la US Federal Reserve stava sbagliando a focalizzarsi su misure di Core Inflation che escludono i prezzi dell’energia. Come ha dichiarato Bean, “bisognerebbe focalizzarsi sulla Headline Inflation, che è molto più significativamente alta. Includendo i costi dell’energia e del cibo, l’inflazione dei prezzi al consumo in USA ha raggiunto un tasso annuale del 4,1%, contro il 2,7% calcolato con la Core Inflation”.
Bean ha anche indicato correttamente che i prezzi dell’energia stavano aumentando per la stessa ragione per cui i prezzi di molti beni industriali stavano crollando: l’avvento della Cina e di altre economie di mercato emergenti. Il controverso annuncio di Bean venne registrato al simposio annuale della Federal Reserve a Jackson Hole, nel Wyoming. (dall’annuncio di Bean, i prezzi dell’energia sono aumentati, e ciò significa che l’inflazione è ancora più alta delle sue stime del 4,1%).
In un articolo intitolato “I rapporti sull’inflazione continuano ad essere errati”, Barry Ritholtz conclude che il Bureau of Labor Statistics avrebbe “costantemente sottovalutato l’inflazione negli ultimi 8 anni.” Peggio, la discrepanza si è allargata in modo drammatico, con “il divario tra Core e Headline Inflation che è ancora più ampio di quanto lo era nei primi anni Ottanta, e – per quanto può essere duro da accettare – siamo appena poco al di sopra dei terribili anni Settanta.” Il BLS e la Federal Reserve, secondo Ritholtz, con le loro menzogne hanno operato un vasto scarto dalla realtà, anche se altri nel mondo vedono che c’è qualcosa che non va… “Il paniere di beni e servizi che viene misurato è così artefatto e aggiustano edonisticamente” che non riflette più la realtà.
Secondo Ritholtz:
“Il consumatore Americano si confronta con i costi in rapido aumento del cibo, dell’energia, della salute, dell’abitazione, e dell’istruzione. In realtà, anche se sono aumentate allo stesso tempo le spese per la sopravvivenza di ogni giorno (riparo, cibo, energia) e le più grandi spese famigliari (medicine, università, ecc.), c’è stata una scarsa correlazione tra questi dati di fatto e le informazioni fornite dagli economisti e dal BLS. Nonostante questa contraddizione, c’è poco spazio per l’inflazione negli annunci ufficiali. È come se gli economisti chiedessero ai consumatori, ‘A chi volete credere, a noi o ai vostri occhi mentitori?’”
“Se invece dovessimo giudicare l’inflazione su una scala più grande, arriveremmo senza dubbio alla conclusione che, come nel resto del mondo, gli USA hanno un problema di inflazione.”
Ritholtz annota anche che il rispettabile Bill Gross della PIMCO (il più importante manager di bond azionari negli Stati Uniti) la vede allo stesso modo. Gross afferma che:
“La più grande minaccia verso i mercati… non proviene dal rallentamento della crescita economica nel breve periodo, ma dalle spinte inflazionistiche della fine del nostro secolo. Dal 1967, le differenze generali fra Core e Headline Inflation erano state prossime allo zero, nonostante distinti periodi di variazioni cicliche. Ora invece, con una globalizzazione così dominante e l’insaziabile fame cinese e asiatica per beni come petrolio, soia e giacimenti di acciaio, è difficile prevedere un lungo periodo di scarsi aumenti di Headline Inflation negli USA.”
Ecco una discussione simile:
“A parte l’inflazione, non c’è inflazione”
In “Lies About Inflation”, Jack Douglas dimostra che la misura ufficiale dell’inflazione, l’Indice dei Prezzi al Consumo (CPI), non include i prezzi dell’abitazione, che sono aumentati nel corso di una bolla speculativa in tempi recenti, e che i costi dell’istruzione, delle pensioni, delle medicine e della salute sono sottovalutati in modo grossolano.
Ma cos’è che il governo americano e Wall Street stanno cercando di nascondere in tutti i modi, e perché lo stanno facendo?
Secondo Douglas:
“Il CPI include i crescenti costi del cibo e dell’energia, che la Federal Reserve e i grandi media hanno tagliato via riferendosi così alla ‘Core CPI Inflation,’ corrispondente a una cifra assolutamente ad hoc. Ma avete mai incontrato un americano, o qualsiasi essere umano, che può vivere senza cibo ed energia? La Federal Reserve giustifica il taglio delle parti più sensibili dell’inflazione, ciò cibo ed energia, in quanto queste parti sarebbero ‘variabili.’ Ma ovviamente tutti i prezzi sono variabili, e questa variabilità è la reale ragione per cui si vuole continuare a misurarli: se non fossero variabili, sarebbe assurdo volerli misurare più di una volta.
“Primo, non vogliono che i consumatori sappiano che l’economia americana è in condizioni disperate. Se le persone sapessero la verità, allora vorrebbero risparmiare e non spendere, e insisterebbero col governo perché smettesse di fare immensi debiti per pagare i suoi ricchi membri del partito, e di combattere guerre impossibili da vincere.
“Se la gente risparmiasse, secondo le teorie di Keynes, l’economia nazionale andrebbe incontro a una contrazione. La Federal Reserve dunque mente per far sì che la gente faccia debiti e spenda per rimpinguare l’economia. Negli ultimi sei anni il governo e la Federal Reserve hanno sprecato interi oceani di dollari in un disperato, keynesiano tentativo di rivitalizzare gli investimenti, le entrate, i consumi e la crescita, per far ripartire l’economia dopo il crollo della bolla speculativa del Nasdaq (creata dai precedenti tentativi della Federal Reserve di rimpinguare l’economia con tonnellate di dollari) che sei anni fa cancellò oltre 8000 miliardi di dollari.
“Secondo, l’inflazione viene occultata per tenere bassi gli stipendi (che si aggiustano in funzione dell’inflazione), e i benefit per le pensioni per decine di milioni di americani all’ultimo stadio della scala delle entrate, in modo da far risparmiare alle grandi corporation e al governo decine di miliardi di dollari all’anno.
La Federal Reserve e il resto del governo non sono riusciti a far ripartire efficacemente gli investimenti reali e la crescita. Producono un immenso carico di debiti, inflazione, bolle speculative, e distorsioni dell’intera economia globale. Ora tutto questo baraccone sta collassando sempre più velocemente: stiamo precipitando alla massima velocità in un vortice di contrazioni che produrrà sicuramente una caduta libera, un grande crash.”
[Nota: l’autore non supporta del tutto la tesi di questo autore, anche se ne riconosce la validità. LC]
Un onesto, accurato dipinto della realtà economica dopo il Picco del Petrolio, e le risultanti proteste pubbliche, causerebbero un crollo sistematico dell’economia globale, il collasso del mercato azionario, e la fine della cosiddetta fiducia del consumatore. Senza il consumatore a spendere e indebitarsi, la fragile economia perderebbe una delle sua rimanenti gambe su cui si trascina. Non ci sarebbe più ‘pump’ nel ‘pump and dump’ [termine usato per descrivere una frode finanziaria che riguarda l’inflazionamento del prezzo di uno stock tramite una promozione esagerata, in modo da creare una domanda artificiale e vendere lo stock ad un prezzo da inflazione n.d.t.], e il casinò di Wall Street chiuderebbe.
Giù dalla rupe, nel vuoto
I governi, le corporation e i politici in tutto il mondo sono stati consapevoli del Picco del Petrolio e della Benzina da moltissimo, e hanno cercato di attuare azioni disperate per prepararsi ai suoi molteplici effetti, fra cui l’inflazione. Il 28 febbraio del 2007 il General Accounting Office degli Stati Uniti (GAO) ha pubblicato un rapporto per il Congresso intitolato “Crude Oil: Uncertainty about Future Oil Supply Makes it Important to Develop a Peak and Decline in Oil Production” [ Greggio: l’Incertezza sulle Riserve Future di Petrolio Rende Cruciale lo Sviluppo di un Picco e di un Declino nella Produzione di Petrolio n.d.t.]. Semplicemente, le autorità non vogliono che il pubblico sia al corrente delle loro macchinazioni.
Gli architetti globali che gestiscono il vacillante sistema globale che trae i suoi profitti dalla criminalità e dagli assassini di massa – che hanno mentito sull’11 settembre, e mentono per finanziare illegali guerre di conquista in tutto il mondo – non esiterebbero per un secondo a mentire sull’inflazione. Nelle parole di Mike Ruppert, autore di “Crossing the Rubicon”, ci sono così tanti “impedimenti psicologici e morali che nessun leader politico, e pochi esseri umani, sono in grado di vedere oltre” per poter fare qualcosa.
La menzogna continuerà ad essere portata avanti. Ma è della massima importanza lo sviluppo della capacità di identificare le bugie, e di lottare con la realtà che ci viene detto di ignorare.
Come avverte Tom Whipple, ci sono problemi immediati:
“… in questo momento, in cima all’ agenda di ogni americano ci dovrebbe essere il dubbio se passeremo o no un’estate senza carenze di risorse e code ai distributori – le opinioni a tale proposito sono molteplici.
“All’inizio della settimana, Matthew Simmons di Twilight in the Desert ha suggerito che le prospettive per un’estate piena di problemi potrebbero essere peggiori di quanto i portavoce del governo abbiano ammesso.
“Dove ci porta tutto questo? In due parole, a una situazione sempre più grigia. Quando dei rispettabili analisti ci avvertono che la nostra situazione petrolifera è terribilmente critica, e che un po’ di persone hanno ottime probabilità di starsene sedute in coda dai benzinai prima del Labor Day, allora dovremmo dare ascolto a questo allarme. Volgendo lo sguardo al quadro internazionale, la situazione è parimenti grigia. Quando la normalmente stabile International Energy Agency inizia a produrre una serie di urgentissimi allarmi riguardo a carenze o prezzi molto più alti prima della fine dell’anno, allora dovremmo cominciare a pensare a un futuro diverso.”
Il futuro porta con sé un’inflazione in aumento permanente.
Larry Chin contribuisce frequentemente a Global Research. Altri articoli di Larry Chin su Global Research
Fonte: http://www.globalresearch.ca/
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19.05.2007
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di FYLO