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blankDI WILLIAM KOTKE
CarolynBaker.net

Un piano per salvare la vita della terra e la
specie umana creando una cultura umana interamente
nuova…

Nei discorsi si sente spesso il ritornello “Oh,
non possiamo uccidere la terra. La terra
sopravviverà dopo di noi”, come se questo facesse
svanire l’enorme distruzione della vita sul pianeta.
Beh forse le formiche e gli scarafaggi
sopravviverarnno, ma va presa in esame la moralità
del genere umano che distrugge la vita sul pianeta
fino agli scarafaggi.
Questi tipi di commenti vengono fatti da persone
civili, membri della società industriale che hanno
poca relazione con la vita della terra. A causa
della vita che siamo costretti a vivere per la
struttura della società industriale, non abbiamo
familiarità con la vita più grande che ci sostiene.

Il denaro è il nostro sistema di sostegno vitale
che usiamo per comprare cibo e un tetto. Non siamo
come i nostri antenati raccoglitori/cacciatori che
sapevano riconoscere svariate centinaia di piante e
spiegarne gli usi per la cucina, la medicina o
l’artigianato. La vita della terra forniva i loro
sistemi di sostegno vitale.Adesso i nostri sistemi di sostegno vitali
industriali sono minacciati anche se abbiamo denaro.
Quando il topsoil [strato più superficiale del
terreno n.d.t.], il petrolio o l’acqua potabile finiranno,
finiranno davvero e non ce ne saranno più. In molti stiamo
diventando consapevoli che il nostro pianeta si
dirige verso la morte in massa del genere umano e di
altre specie. Alcuni, vicini ai primi centri
commerciali non ne hanno ancora idea, ma molti nei
paesi del terzo mondo stanno già vedendo gli inizi
della “fine del mondo”.

Non c’è bisogno di citare le cifre. Sappiamo che
sono enormi. Il macchinario della civiltà industriale
divora gli ultimi brandelli di carne della terra. Le
riserve oceaniche di pesce si riducono
precipitosamente, la deforestazione è epidemica,
aggiungiamo a questo l’esaurimento del topsoil, la
desertificazione, l’inquinamento dell’acqua
potabile, le specie in estinzione e molti altri
indici, aggiungiamo poi i nuovi effetti del global
warming e la diminuzione delle riserve di petrolio e
chiunque dovrebbe essere capace di vedere il quadro
generale. Una popolazione che esplode
esponenzialmente, con un crescente consumo materiale
basato su risorse in diminuzione e un pianeta che
muore non funzioneranno!

Quando la persone osservano questa situazione si
fanno dapprima prendere dal panico e pensano a dei
modi per salvare tutto. Salvare tutto proprio così
com’è. La gente cerca la parola magica che
risolverà i nostri problemi in maniera tale da non
dover pensare di cambiare stile di vita in alcun
modo. Molta gente crede che la “tecnologia ci
salverà “, non rendendosi conto che la tecnologia ci
ha portato al punto dove siamo.

Noi viviamo nella società industriale ereditata dai
Babilonesi, cinquemila anni fa. La base energetica
di Babilonia era la fertilità delle praterie, le
foreste e i suoli profondi. In effetti questo tipo
di cultura babilonese ricompensa l’uomo per essere
riuscito ad estorcere la fertilità dalle carni della
terra. Oggi la base energetica della coltivazione
industriale è il compromesso topsoil/combustibili
fossili – fertilizzanti chimici e pesticidi
applicati a suoli sterili; e piante coltivate
specificamente per questa applicazione industriale.
Invece della fertilità nel lungo termine della
comunità di milioni di vite diverse del suolo, sia
macroscopiche che microscopiche, l’industria produce
sostanze chimiche dai combustibili fossili. Questo è
successo in appena un attimo della storia
dell’umanità di molti milioni di anni. La tecnologia
e i combustibili fossili hanno aiutato questo tipo
di cultura nel catturare più pesce, deforestare
più terreni, scavare più miniere e generalmente nel
trasformare in contante tutto ciò che si potesse
trovare. Nessuno si interroga sulla moralità del
succhiare la vita fuori dal pianeta terra, la madre
biologica. Olograficamente, siamo vite all’interno
di vite. Viviamo in un organismo planetario e stiamo
mangiando tutto quello che ci nutre. Siamo al punto
in cui il parassita succhia tutto il sangue
dell’ospite e il parassita muore.

Stiamo parlando di stili di vita che praticano
l’agricoltura su ampia scala che esaurisce la
fertilità del terreno e danneggia il paesaggio con
il troppo pascolo. La moltitudine di “fienili più
grandi e spazi più grandi” si estende in una linea
che ci riconduce indietro fino alla Babilonia, la
cui ecologia è ora essenzialmente finita. Questa è
una cultura che non riflette attentamente
sull’estinzione di ecosistemi climax intatti [Un ecosistema climax è un ecosistema in cui tutte le popolazioni di tutti gli organismi sono in equilibrio tra loro e con i fattori esterni N.d.r.]. Una
prateria troppo sfruttata dal pascolo diventa un
deserto semi arido; la famiglia “Barone del
Bestiame” si ritira con il proprio malloppo nella
città capitale. Questa è la storia
dell’imperialismo. Possiamo rintracciare i “surplus”
sottratti alla terra nel corso della sordida storia
ecologica degli imperi dai tempi dell’antica Cina,
della valle dell’Indo e della Babilonia.

Vista complessivamente, questa è una cultura umana
pre-adolescenziale. La specie umana ha prodotto
molti tipi di cultura, ma l’estrazione della
fertilità della terra per gonfiare il corpo sociale,
accrescere il potere, la produzione e il profitto
dell’elite che ruota intorno all’imperatore è stata
un disastro. Questo accaparrarsi di oggetti materiali e
il bisogno disperato di esercitare il potere sugli
altri esseri umani è una risposta immatura alla
vita. In una società industriale lo scopo più alto
della vita è produrre beni industriali.

Se fossimo membri maturi di una specie matura

Nella nostra maturità noteremmo che sono i
processi biologici vitali a fornirci il
sostentamento. La perdita di anche un solo banco
corallino con la sua incubazione di numerosi gruppi
di pesci ha ripercussioni su di noi. La perdita di
una foresta significa per noi la deprivazione di
acqua pulita. Non possiamo distruggere quello che ci
nutre. Nella nostra maturità comprendiamo che
piuttosto che succhiare energia biologica dalla
terra dobbiamo ripristinare la salute delle ecologie
della terra e vivere grazie al loro incremento. Una terra viva e
salubre si rifletterebbe sulla salute della specie
umana.

Nella nostra maturità noteremmo che la lotta per
i prodotti industriali non è certo uno scopo
sofisticato per l’esistenza della specie umana. Una
visione più matura sarebbe di aiutare la vita di cui
siamo parte. Se fossimo una specie matura, non
vorremmo forse una cultura umana che incoraggiasse
il massimo sviluppo di ciascun membro della società, dall’ utero alla vecchiaia, lo sviluppo del nostro
pieno potenziale umano? Piuttosto che il “progresso”
di ammassare denaro, la manifestazione sarebbe di
una sempre crescente creatività umana nell’affinare
la cultura e nell’aiutare il processo della vita. La
proposta è che le abilità notevolmente inconsuete
possedute da rare persone sono abilità latenti nella
specie e che tutte le persone possono svilupparle
pienamente – in piena fioritura – mentre la cultura
e la creatività umana diventano sempre più affinate.
Poiché viviamo in una società di macchine e le
nostre vite sono plasmate dalle necessità del
processo della
macchina, non riusciamo a riconoscere che possiamo
plasmare e creare il modo in cui siamo in relazione
biologicamente l’uno con l’altro e con la terra. Ma
per discostarci dal sistema industriale dobbiamo
avere qualche altro modo di procurarci cibo, un
tetto, e di crescere i nostri figli senza danni
emotivi.

Il moltiplicatore biologico

La vita della terra è composta da comunità
biologiche all’interno di comunità biologiche.

L’ importantissima comunità del suolo è composta
da un enorme numero di diverse specie. Il cibo di
questa comunità sono i rifiuti organici che ci
cadono sopra. Questo è un sistema di flusso
energetico, una catena alimentare, in cui l’energia
solare arriva all’albero, le foglie morte ed altri
rifiuti organici cadono per terra e vengono
consumati dalla comunità del suolo.
L’escremento della comunità del suolo riposa in
soluzione e viene riassorbito dalle radici
dell’albero. L’albero s’innalza dalla terra nel
proprio gruppo di specie di piante, in una foresta o
come un perno in una comunità circostante di piante
più piccole. (E in realtà anche sotto la terra dove
le specie di fungo mycelium spargono vasti intrecci
fibrosi che si collegano alle radici dell’albero
simbioticamente). Tutto è nutrimento e tutto è
escremento nel sistema ciclico di flusso. Non c’è
spreco. Questo è il processo della creazione di un
suolo dove possono vivere le piante. Ci vogliono da
trecento a mille anni per creare pochi centimetri di
topsoil in ecosistemi ottimali.

Se la biologia viene ferita, ad esempio da un
terremoto o una tempesta, la salute viene
ripristinata in successione biologica. Prima di
tutto, le piante più forti (ora comunemente dette
erbacce) vengono a coprire il suolo scoperto esposto
all’ossidazione. In seguito quando queste piante
depongono il loro corpo, più topsoil e la chimica
del suolo alterato preparano [le condizioni per] la
nuova successione di piante, che preparano la
successiva, arrivando infine alla salute originaria
dell’ecosistema climax, che potrà essere una foresta
di “vecchia crescita” o una prateria primaria.
Mentre procede la successione, la diversificazione e
il numero delle specie crescono fino al climax che
ha il massimo numero di specie e pertanto il massimo
guadagno fotosintetico. L’ecosistema climax è il
normale stato di salute della terra- ovunque e
dappertutto sulla terra! Al presente, mentre la
terra viene spogliata della sua copertura vegetale
il nutrimento solare della terra vivente è
ridotto – con le ovvie conseguenze.

La possibilità umana

Poiché l’uomo ha mobilità e intelligenza, può
ripristinare gli ecosistemi ed aumentare la
diversità di molte aree su cui vi sarebbe il climax.
L’uomo può potenziare gli ecosistemi e vivere
stabilmente della loro crescita. Ora rendendocene conto
qualsiasi cosa, eccetto le esistenti terre
selvatiche, sarebbe il tessuto cicatriziale che
rinnova la carne della terra. Il metodo
preferenziale di ripristino sarebbe la pratica della
Permacoltura [Sulla “permaculture” ci sono molte risorse a disposizione sul web. Vedi ad esempio, in italiano, questo link N.d.r.]. Questo metodo di coltivare cibo e
ripristinare gli ecosistemi si è diffuso in tutto il
mondo tra le persone con cognizione di causa.

La spinta tecnologica è di semplificare i sistemi
viventi. Possiamo raggiungere la media di un
determinato numero di chili di carne rossa facendo
pascolare il bestiame su un ecosistema di terra da
pascolo. Il bestiame si nutre prevalentemente di
erba, ma se guardiamo alla molteplicità di specie
erbivore vedremo che potremmo ottenere una
produzione ben maggiore di carne rossa per acro di
terreno con i conigli, i pronghorns, i cervi, gli
alci ed altre specie, poiché ciascuna specie bruca
tipi diversi di piante come l’erba, le erbacce, i
cespugli eccetera, dando un pascolo continuo e non
distruttivo per l’ecosistema. E’ in virtù della
facile gestione delle mucche che il sistema
industriale ignora ed elimina le altre specie che
sarebbero in realtà più produttive. Questo viene
fatto per l’ “efficienza” risultante in surplus
(profitti). La produzione industriale di massa di
monocolture ha prodotto una dieta semplificata. Al
supermercato vediamo un’ampia diversificazione delle
confezioni ma il cibo di base è costituito da
grano, granoturco, patate e riso.
Con la Permacoltura aumentiamo notevolmente la
diversità dei nostri cibi che aiuterà il nostro
stato di salute, l’abbondanza e la sicurezza del
cibo della nostra comunità. Nell’ambito di un
sistema decentralizzato con controllo locale,
possiamo produrre molto più cibo per la gente
rispetto al sistema industriale, che produce cibo
per avere “surplus”.

Questo è lo spartiacque della logica. Per la
sopravvivenza dell’uomo e del pianeta deve essere
creata una cultura umana completamente nuova. Non si
tratta di film e libri. Questa è la visione
d’insieme del mondo e di tutto il contenuto mediante
cui ci mettiamo in relazione l’uno con l’altro e con
la terra nella credenza, nella pratica e nel
rituale. Questa sarà un’avventura davvero
meravigliosa. Se abbiamo il cuore e il coraggio e
sapremo muoverci fuori dalla realtà virtuale e verso
la realtà del pianeta vivo, il nostro futuro ci
riserverà una delle sfide più entusiasmanti che
l’uomo abbia mai affrontato, con i massimi benefici,
se avremo successo. In precedenza la cultura
procedeva con il condizionamento di ciascuna nuova
generazione. Ora constatiamo che c’è poca cultura
umana rimanente a parte quello che ci viene
richiesto di fare per tenere in movimento il
processo della macchina. Nell’arco della storia noi
esseri umani non siamo mai stati nella situazione di
creare
la nostra propria cultura artificialmente. Dobbiamo
invertire i valori sociali della “civiltà”.
L’alienazione, l’isolamento e l’individualismo
diventano clan e tribù, l’attenzione è rivolta a
ciascun individuo piuttosto che all’idealizzazione
dei leader e del potere, la vita e la sua
celebrazione diventano la cosa di primaria
importanza anziché l’accumulo degli oggetti
materiali. Quando diventeremo una parte matura,
legittima e potenziativa della biologia terrestre
avremo la base per esplorare e sviluppare il nostro
potenziale umano, piuttosto che concentrare le
nostre vite sulla produzione e l’acquisizione di
oggetti materiali.

Il grande potere degli uomini non è il petrolio,
sono la creatività e l’adattabilità. Possiamo
creare il mondo futuro. Gli esseri umani hanno
bisogno di cibo, di una dimora e di amore. Con la
Permacoltura possiamo ripristinare gli ecosistemi,
costruire terreno e produrre più cibo per acro
[coltivato] del sistema industriale. Questi progetti
esistono ora. Possiamo andare a vederli. Una dimora
esiste. Si possono vedere esempi di case
“alternative” che si riscaldano e raffreddano da sé
senza bisogno di fornitura di energia dall’esterno.
Esistono comunità intenzionali che si imperniano su
valori positivi di cooperazione, mutualità e amore.
Che altro dobbiamo sapere?

Non cercheremmo di salvare il mondo così come lo
conosciamo, guarderemmo il mondo futuro e ci
impegneremmo a raggiungerlo. Ci sarà un’enorme
apocalisse. La “civiltà ” ha oltrepassato il limite
dei suoi sistemi di sostegno vitale fino al punto di
essere irrecuperabile. L’agricoltura tradizionale
consuma la fertilità del suolo a meno che grandi
quantità di materia organica vengano aggiunte alla
comunità del suolo per rimpiazzarla. Nella nostra
cultura abbiamo una tradizione di terre “adibite
alla coltivazione”. Il sistema industriale ha
aumentato la produzione di cibo iniettando
fertilizzanti artificiali in suoli sterili. Ora
oltre la metà della popolazione mondiale si nutre in
virtù dell’aumento della produttività generato dai
fertilizzanti che derivano dai combustibili fossili.
Ora raggiungiamo il picco della produzione di
combustibili fossili mentre la popolazione continua
ad esplodere. Questo è solo uno dei fattori del
fenomeno generale di aver oltrepassato i limiti.

Il piano è di fondare ovunque sia possibile
comunità seminali autosufficienti e demograficamente
stabili, con l’aspettativa che parte o gran parte di
esse sopravvivano all’apocalisse. Queste diverranno
allora il seme del futuro della specie umana. La
gran parte delle specie devolgono molta energia a
preparare un futuro per i loro piccoli. Affinché la
nostra specie sopravviva, noi esseri umani civili
dobbiamo raggiungere quel livello di maturità .

Sebbene la nostra immagine sia orientata verso il
futuro, possiamo godere dei benefici di questo tipo
di vita [anche] adesso. Questo è un progetto
grandioso di una specie che cerca di cambiarsi. Non
potremmo chiedere una sfida maggiore alla nostra
creatività. Abbiamo le risorse. Abbiamo ora la
comunicazione mondiale attraverso vari mezzi.
Abbiamo migliaia di persone in migliaia di
eco-villaggi in tutto il pianeta. Questo disastro
sta svegliando la gente. La popolazione mondiale sta
cercando di capire il global warming e le sue
origini; in tutto il mondo la gente diventa “verde”.
La specie sta iniziando a riorientarsi. Questo non è
un centro commerciale. Non ci verrà data una
soluzione semplice preconfezionata. Ma possiamo
indicare la direzione per aiutare le cose viventi.
Possiamo rifiutare la cultura della morte e creare
una cultura della vita.

Di Wm. H. Kötke, autore di “Garden Planet: The
Present Phase-Change of the Human Species” che può
essere visto su http://www.gardenplanetbook.com/ e
del classico “The Final Empire: The Collapse of
Civilization and the Seed of the Future” che è ora
in fase di ristampa e sarà disponibile su
http://www.finalempirebook.com l’ottobre prossimo.

Titolo orignale: “The Plan”.

Fonte: http://carolynbaker.net/
Link
28.08.2007

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di MICAELA MARRI

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