DI ALEXANDER COCKBURN
Counterpunch.org
Gli Americani, questo mercoledì, vedranno
finalmente la fine di una delle svariate forme con cui si manifesta
la demenza nazionale. In questo caso ha preso la forma del certificato
di nascita del tipo ‘long-form’ (Ndt: ci sono due tipi di
certificati di nascita, short-form
e long-form), firmato e archiviato nelle Hawaii l’8 agosto
1961, che attesta che l’attuale presidente è un legittimo occupante l’Ufficio
Ovale. Ma il rilascio del certificato da parte della Casa Bianca farà
cessare il movimento dei “birthers”? Certamente no. Abbiamo
a che fare con una dissonanza cognitiva.
Harold Camping, presidente del Family Stations Ministry, si è indirizzato per un periodo di tempo a un vasto pubblico a lui devoto, convincendoli che il piano di Dio fosse quello del Secondo Avvento e di far sparire il mondo per mezzo di un’inondazione il 21 maggio 2011 (raggiungendo in questo modo una fine del pianeta giudeo-cristiana precedente a quella dei rivali pagani, la fine del calendario Maya, fissata per il 21 dicembre del 2012).È una scommessa vincente in partenza
dire che Camping e i suoi discepoli il 22 maggio ci diranno che il calcolo
era sbagliato solamente di un anno o due e che la fine è ancora vicina.
La sua congregazione vedrà rafforzarsi la propria fede, il numero dei
membri probabilmente aumenterà come si verificò dopo il fallimento
dell’ultima predizione di Camping sul Secondo Avvento, che egli pronosticò
per il 6 settembre del 1994.
I sociologi definiscono dissonanza
cognitiva il fenomeno che colpisce le persone impegnate nella diffusione
di una teoria bislacca nell’ora della sua demolizione, a opera di
prove fornite dall’esterno. La teoria fu sviluppato da tre sociologi,
Leon Festinger, Henry Riecken e Stanley Schachter, che si erano infiltrati
in un gruppo guidato da Dorothy Martin di Chicago; questi affermava
di aver ricevuto messaggi dal Pianeta Clarion indicanti la distruzione
del mondo dovuta a un’inondazione nelle ore antecedenti l’alba del
21 dicembre del 1954. Un disco volante avrebbe salvato il gruppo, i
cui membri avevano abbandonato, spesso con spese considerevoli e un
gran tormento interiore, tutti gli impegni sulla Terra, dovendosi trasferire
su Clarion.
I sociologi teorizzarono che, quando
né l’astronave né l’alluvione si materializzarono, la miglior
strategia del gruppo per evitare una pubblica umiliazione sarebbe stata
quella di non accettare il fallimento della profezia in quanto dovuta
a piccoli errori di calcolo e in un secondo momento quella di proseguire
il proselitismo in modo vigoroso, rimettere in circolo un aggiornamento
dell’alluvione e del salvataggio interplanetario. La dissonanza tra
la teoria balzana e la realtà sarebbe diminuita proprio a causa della
crescente popolarità della stressa teoria. Tutti quelli che seguirono
la crescita della religione cristiana nei suoi primi decenni o la folla
a sostegno dei candidato Democratico ‘Meno Peggio’ ne riconosceranno
le dinamiche.
I tre sociologi, che più tardi
dovettero affrontare una sorta di censura etica per aver mancato di
chiarire le proprie motivazioni e le loro vere identità a Martin (che
rinominarono Keech) e al gruppo, descrissero una saga e la teoria in
“Quando una profezia fallisce: uno Studio Sociale e Psicologico su
di un Gruppo Moderno che Predisse la Distruzione del Mondo”, pubblicato
nel 1956.
Forse per mandare a monte l’imminente
pubblicazione di “Dov’è il Certificato di Nascita? Ecco perché
Barack Obama non può essere Eletto Presidente, Obama ha così divulgato
il tanto richiesto ‘long certificate’ a una conferenza stampa,
dove si rifiutò di rispondere alle domande, ma disse che il movimento
dei ‘birthers’ – tenuto in gran considerazione dagli “imbonitori
carnevaleschi” con cui evidentemente egli identificava Donald Trump
che ha condotto una campagna presidenziali con questi argomenti – era
solo un qualcosa che serviva per distrarre l’attenzione da argomenti
più seri.
Le parole erano appena uscite dalla
bocca di Obama e il documento appena comparso sul sito della Casa Bianca
che i capi dei ‘birthers’ stavano esprimendo scetticismo
sul certificato che sembrava photoshoppato, insistendo che, in ogni
caso, si trattava di una cosa secondaria rispetto alla questione centrale
del poter definire Obama come “cittadino effettivo” invece che un
in eleggibile trovatello scovato in un Terzo Mondo che va dal Kenya
all’Indonesia, come il 25 per cento di tutti gli Americani e il 50
per cento dei Repubblicani sono arrivati a credere.
Trump ha immediatamente proclamato
vittoria e annunciato vendetta dall’uomo che ha portato la causa dei
‘birthers’ sotto i riflettori.
La dissonanza cognitiva è divenuta
una dotazione standard per gli analisti politici e i giornalisti
a giro per l’America. Riportano giorno dopo giorno l’ipotesi che
il Partito Repubblicano è guidato da scaltri e sofisticati manipolatori
dell’opinione pubblica. Allo stesso tempo ci comunicano che lo scopo
dichiarato di questi manipolatori è quello di distruggere due dei principali
programmi del governo, Medicare
e Social Security. Medicare è in pratica una socializzazione
delle cure mediche per la popolazione anziana e Social Security
cerca di tenere lontane milioni di persone dalla fame e dal barbonaggio
nei loro ultimi anni di vita.
Sono ormai mesi che la stampa nazionale
plaude alla sensatezza e alla fattibilità delle proposte del senatore
del Wisconsin Paul Ryan, un riformatore del bilancio, che vuole chiudere
Medicare, affidandone la gestione al privato, avendo in mente attacchi
dello stesso tenore a Social Security.
Il blocco che molto probabilmente vota
sempre alle elezioni è costituito dalla gente più vecchia, che ha
le tessera dell’assicurazione di Medicare
nel proprio portafoglio e riceve gli assegni della Social Security
il secondo mercoledì di ogni mese. E allora non ci vuole molto a dire
che oggi i Repubblicani sono politicamente disturbati, come lo era George
Bush nel 2005, quando proclamò che la “riforma” di Social Security
sarebbe stata il primo compito del suo secondo mandato.
Tre mesi più tardi, malconcio
per le furiose proteste degli anziani – accompagnati da gente più giovane
che aveva l’ambizione di tornare agli anni ’70 per avere una dieta
migliore degli avanzi dai cassonetti e un tetto più duraturo di una
scatola di cartone -, Bush ritirò la proposta di riforma di Social
Security per sempre.
I Repubblicani sono politicamente disturbati
perché l’unica strada per “riformare” – ad esempio, tagliare
questi programmi – è giurare di fare esattamente l’opposto, la
tattica di Bill Clinton e, in prospettiva, di Obama. Ma i Repubblicani,
credendo ciecamente alle approvazioni della stampa d’élite, il
New York Times, il Washington Post e il Wall Street Journal,
che hanno centellinato gli apprezzamenti per l’approccio responsabile
sulla prudenza fiscale del Repubblicano Ryan, si sono scordati di dissimulare
e adesso Ryan e il suo compagno Repubblicano sono tornati nei loro distretti
e hanno scoperto con somma sorpresa che i votanti hanno scarsa fiducia
nella capacità di Obama di aiutare l’economia, ma ancora meno nelle
proposte dei Repubblicani.
In una storia pubblicata mercoledì
dal titolo “I parlamentari Repubblicani della Camera di fronte alla
rabbia degli elettori per i tagli al bilancio”, che verrà sicuramente
letta con allarme da quei pochi Repubblicani ancora dotati del potere
derivante da un’analisi razionale, i corrispondenti del New York
Times hanno descritto sommessamente che “dopo dieci giorni passati
a cercare di convincere i costituenti della validità del loro progetto
di dismissione di Medicare, i Repubblicani della Camera in vari
distretti sono apparsi sulla difensiva, dovendo affrontare le domande
preoccupate e tese degli elettori e una schiera di nuovi attacchi dei
Democratici e dei loro alleati.”
La storia del New York Times
prosegue in Florida, riempita di pensionati: “Un meeting
di parlamentari si è trasformato giovedì in un quasi-delirio quando
i convenuti hanno accusato un legislatore Repubblicano di cercare di
smantellare Medicare quando, allo stesso tempo, concedeva tagli
alle imposte per le corporation
e per le persone agiate. Più o meno contemporaneamente nello Wisconsin,
il Representative Paul D Ryan, l’architetto della proposta di budget
del Repubblicani, ha dovuto partecipare un meeting cittadini
pieno di gente, con alcuni che rumoreggiavano e gli altri totalmente
scettici, quando aveva cercato di spiegare le motivazioni del suo partito
per la dismissione dei programmi assicurativi sulla salute per i pensionati.”
Ancora prima, durante questa settimana,
il governatore del Mississippi, Haley Barbour, ha annunciato che avrebbe
messo da parte la sua offerta di presentarsi alle nomination
dei Repubblicani per l’elezione del Presidente. Ha riferito di aver
compreso di ”non aver proprio lo stomaco per sostenere una campagna
prolungata e costosa. Barbour è un ragazzone del Sud in là con gli
anni, ampio di giro-vita e con un talento davvero speciale per le gaffe
a sfondo razziale. A Washington è anche un insider
di tutto rispetto per aver capito, solo cinque mesi dopo il trionfo
Repubblicano nelle elezioni di medio termine lo scorso novembre, che
la pubblica considerazione per il partito era crollata, oramai considerato
da milioni di persone un covo di ritardati.
Obama non è popolare. Il 67%
degli Americani pensa che la nazione è sulla strada sbagliata.
La contrarietà al suo lavoro arriva al 49%, quella espressa dal
Congresso, con una Camera da poco guidata dai Repubblicani, arriva al
71%. Gli attuali candidati Repubblicani alle presidenziali sono, in
ordine di considerazione del popolo per i propri candidati: il cristiano
evangelico Mike Huckabee, che guida il gruppo con un 17 per cento; l’imbonitore
da circo Donald Trump; il mormone, già fallito aspirante candidato
nel 2008, Mitt Romney; la stella svanita Sarah Palin; l’adultero Newt
Gingrich; il nemico di Social Security
e Medicare Ron Paul; il fuori di testa Michele Bachmann; e un
trio dalla popolarità marginale: Tim Pawlenty, Mitch Daniels e Rick
Santorum, del quale l’ex Senatore Bob Kerrey una volta disse, “Santorum?
Si chiama così uno stronzo in Latino?”
Questi non sono candidati notevoli
e nemmeno suscitano simpatia, eccetto forse Paul, grazie alle sue posizioni
contro la guerra e la Fed. È difficile solo pensare che uno qualsiasi
di questi possa costituire uno sfidante credibile per un candidato multiforme
e opportunistico come Obama, che ha già collocato l’uomo una volta
considerato un credibile candidato Repubblicano alle presidenziali,
il generale David Petraeus, a capo della CIA, mettendolo così fuori
dai giochi politici, almeno fino al 2012.
Sembra che l’uomo intervistato sul
Fox Biz Channel per prendere il posto di Beck
ha trascorso un’ora intera a cercare di analizzare i difetti del certificato
di nascita. Gingrich, giovedì, ha detto che la cosa puzza. Non la possono
lasciar correre, almeno fino a che la dissonanza cognitiva non riesca
a risolvere la situazione prima delle primarie.
Alexander Cockburn
Fonte: http://counterpunch.org/
Link: http://counterpunch.org/cockburn04292011.html
28.04.2011
Scelto e tradotto per www.comedonchisciotte.org da SUPERVICE