Nel Grande Gioco della corsa al Quirinale, maggiordomi e burattini annaspano nel mettere in pratica gli ordini ricevuti e trovare un assetto istituzionale gradito alla cupola del Vero Potere.
Il parto di una nuova repubblica (la quarta? la quinta?) caratterizzata dalla tecnocrazia autoritaria appare travagliato come non mai.
Da un lato, si fatica a trovare una quadra rispetto ai nomi da piazzare sui due scranni che stanno ballando, quelli di Capo dello Stato e di Capo del Governo; dall’altro, lo slittamento verso un presidenzialismo più o meno camuffato con l’ascesa del Drago al Colle non va giù a tutti, soprattutto a pezzi del nostrano “deep state” che stanno cercando un posto al sole nel Grande Reset che si prospetta. In tutto questo marasma, vi è una certezza: comunque vada, il Drago continuerà ad essere il dominus della politica italiana, qualunque sia la poltrona che si troverà ad occupare. Fino a qualche mese fa, la sua elezione a Presidente della Repubblica appariva una mera formalità: aveva speso parole di apprezzamento per lui pure Giorgia Meloni, cioè il capo della “opposizione” parlamentare al governo draghista. Oggi, invece, le certezze si vanno sgretolando: i nomi che circolano per la guida del prossimo esecutivo, quelli dei draghetti tecnocratici Cartabia, Colao e Franco, non riescono a mettere d’accordo tutte le forze della maggioranza. Ecco quindi l’uovo di Colombo: un Mattarella bis che permetterebbe di lasciare le cose come stanno, continuando a far melina in attesa di trovare soluzioni più efficaci. In questo senso, il secondo mandato mattarelliano sarebbe “a tempo” come quello del suo “illustre” predecessore Giorgio Napolitano, mettendo tutti d’accordo e permettendo una riorganizzazione delle forze di regime in vista delle elezioni politiche previste nel 2023. I nodi da sciogliere restano tanti, mentre sullo sfondo si prepara,come possibile soluzione d’emergenza, un commissariamento più spinto della Repubblica Italiana da parte delle “istituzioni europee”. In ogni caso, dopo essere stata opportunamente canalizzata, isterilita e usurpata. della volontà del popolo italiano non resta nulla in queste alchimie di dubbia origine.