Il nostro ministro delle difesa provoca la Russia – Medvedev: “uno sciocco (raro)”

Crosetto: "Se i carri armati russi entrano a Kiev, inizia la terza guerra mondiale" - Il vicepresidente del consiglio di sicurezza russo si scaglia contro il ministro italiano dopo le sue più che avventate dichiarazioni.

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di Megas Alexandros (alias Fabio Bonciani)

Se la traduzione dal russo, fatta dal giornalista David Parenzo , sull’esatto termine usato dall’ex presidente russo Dmitrij Medvedev, per definire il nostro ministro della difesa Guido Crosetto, risultasse fedele – beh, non possiamo certo non affermare, che colui attualmente ricopre la carica di vicepresidente del Consiglio di sicurezza della Federazione Russa, non abbia interpretato alla perfezione l’epiteto che molti di noi avrebbero voluto gridare a Crosetto, dopo le sue avventate e direi del tutto provocatorie dichiarazioni nei confronti della Russia: “sei un cogl***e!”. [1]

Provocare l’elefante russo sulle ragioni che lo hanno spinto ad invadere l’Ucraina, nel bel mezzo di una guerra dove muoiono persone vere e che per chiari interessi globali di pochi, dopo ancora un anno dal suo inizio, non accenna a finire; oltre a minacciare Putin ed il mondo di trovarsi di fronte ad una vera e propria terza guerra mondiale combattuta sul campo, qualora i carrarmati russi, dovessero entrare a Kiev – dovete convenire con me che come minimo il ministro Guido Crosetto è totalmente inadeguato per il ruolo che ricopre.

Pochi giorni fa, durante un convegno a Roma, al fine di giustificare il continuo e massiccio invio di armi sul fronte di guerra, che anche il suo governo sostiene con forza, il ministro Guido Crosetto, provocando certamente brividi freddi, in coloro dotati di un minimo di buonsenso che lo stavano ascoltando, ha dichiarato:

“La terza guerra mondiale inizierebbe nel momento in cui carri armati russi arrivassero a Kiev e ai confini d’Europa. Fare in modo che non arrivino è l’unico modo per fermare la terza guerra mondiale”.[2]

La risposta di Medvedev non si è fatta attendere, e dal suo profilo Telegram, con toni certamente non amichevoli ha etichettato la follia delle dichiarazioni di Crosetto, facendo chiaramente intendere, senza mezzi termini, quanto il nostro ministro sia inadeguato a ricoprire il delicato ruolo istituzionale che ricopre:

“Non ci sono molti sciocchi nelle strutture di potere europee”, scrive l’ex premier russo su Telegram ma “il ministro della Difesa italiano ha definito la fornitura di veicoli blindati e di altre armi all’Ucraina un modo per evitare la Terza Guerra Mondiale. Un raro eccentrico”. “Se dovesse scoppiare una terza guerra mondiale, non serviranno i carri armati e nemmeno i jet da combattimento. Sicuramente tutto sarà in macerie”, aggiunge Medvedev.[2-ibidem]

Nel post Medvedev se la prende anche con gli inglesi che “insistono sul fatto che tutti gli armamenti che la Nato ha a disposizione dovrebbero essere forniti a Kiev ‘subito’ come se questo fosse l’unico modo per evitare l’espansione russa e una nuova guerra mondiale”. E, tornando al ministro italiano, incalza: “Cosa aspettarsi da un imprenditore con un’istruzione superiore incompiuta e dai suoi vicini di casa dalla mente debole, che nella pandemia si sballavano proprio nel loro posto di lavoro, situato al numero 10 di Downing Street. Anche se lo spirito di W. Churchill sarebbe stato soddisfatto dei suoi successori”.

Guido Crosetto non contento del primo scivolone, ha avuto immediatamente la brillante idea di aggravare la situazione a livello diplomatico, con un tweet di risposta al quanto provocatorio, sulle ragioni di fondo che hanno spinto l’azione russa in terra ucraina. Un tweet che oltre ad infuocare ancor di più gli animi, ci mostra anche quanto i politici italiani siano sempre pronti a cambiare le loro posizioni in base alla convenienza personale ed al burattinaio di turno:

“Se è ‘sciocco’ aiutare una nazione aggredita a difendere la sua esistenza, lo sono. Lo avrei fatto anche a parti invertite. Medvedev pensi a metter fine alla guerra” – dichiarazioni, con le quali Crosetto pare dimenticare che le origini della guerra partono da lontano. Eppure, per l’uomo fidato della lobbies  delle armi, sarebbe stato sufficiente un po’ di sana memoria per salvare la faccia ed evitare di far arrabbiare ancora di più i russi:

Erano cinque anni fa esatti, quando Crosetto prendeva le difese delle ragioni russe sulla questione Ucraina e non si faceva remore allora nel stigmatizzare l’azione della NATO che schierava improvvisamente i suoi carri armati ai confini con la Russia.

Cambiano i tempi e gli interessi dei poteri e cambia anche Crosetto, il quale, accortosi del suo evidente ed ingiustificabile cambio di posizione ha tentato di rimediare, con la solita arroganza che i politici mostrano nel trattare gli italiani come degli stupidi intellettuali seriali:

Eh no, Caro Crosetto! non puoi permetterti di trattare il tuo popolo con una tale disonestà intellettuale. Se cinque anni fa eri cosciente che la questione Russia-Ucraina era partita da molto lontano, oggi non puoi identificare i russi come degli invasori!

Soprattutto perché come ministro di un paese esterno al conflitto, Crosetto, dovrebbe almeno usare tutta la diplomazia possibile per fare in modo che il conflitto finisca e non si allarghi, ahinoi, anche coinvolgendo il nostro paese.

Inviare armi e minacciare uno dei due contendenti, non si può certo identificare come una azione diplomatica che brilli per buonsenso e volontà di pace. E se allora se ne condividevano le ragioni, non possiamo certo oggi, definire i russi degli aggressori. Siamo nel campo della pura logica, che Crosetto con i suoi “balletti”, mostra con estremo spregio di non ritenere gli italiani di esserne dotati.

Insomma, dalla semplice e logica lettura dei tweet del nostro ministro, è chiaro che definirlo “sciocco” da parte di Medvedev (che mostra anche di conoscere alla perfezione le bugie sulla falsa laurea conseguita dal suo interlocutore), è il minimo che potesse meritarsi.

Dopo di che per chi volesse capire chi è Guido Crosetto e come il suo personaggio politico rappresenti un caso di studio da manuale di un problema che attanaglia la democrazia italiana, e quelle occidentali in generale, ovvero quello delle “porte girevoli”, consiglio vivamente la lettura di questo interessante articolo pubblicato recentemente su L’Indipendente. [3]

Ad articolo ultimato, poche ore fa, a conferma che Guido Crosetto l’ha combinata “grossa”, è stata pubblicata sul sito dell’Ambasciata russa in Italia una lunga lettera ufficiale, di tono non certo amichevole, che l’ambasciatore Sergej Razov ha indirizzato direttamente al nostro ministro della difesa.

Eccola:

Lettera aperta dell’Ambasciatore della Federazione Russa in Italia, Sergey RAZOV, al Ministro della Difesa della Repubblica Italiana, Guido CROSETTO

Egregio Signor Ministro,

Il 30 gennaio di quest’anno Lei ha rilasciato un’intervista al Corriere della Sera in cui, tra l’altro, ha affermato che l’Europa non deve chiudere le porte ai russi e percepire il popolo russo come un nemico. “Non ho mai condiviso chiusure verso gli artisti, gli sportivi, la popolazione civile. Dobbiamo lasciare dei canali di dialogo aperti” – ha detto. E ha aggiunto: “Perché negare i visti ai cittadini russi? Sarebbe meglio che le persone venissero in Europa anche per ascoltare una voce diversa”.

Concordiamo di rado con le Sue dichiarazioni e azioni soprattutto per quanto riguarda la fornitura di armi italiane all’Ucraina, ma credo che quasi tutti i cittadini russi sottoscriverebbero senza esitazione queste parole. E lo stesso farebbero, suppongo, anche in Italia. Ma in che misura tali parole corrispondono alla realtà? Esaminiamo i fatti concreti. Chi è che sta riducendo le opportunità di contatto e di dialogo tra i popoli dei nostri paesi?

La Russia, fondamentalmente per iniziativa del precedente governo italiano, è stata privata dell’accesso a 300 miliardi di dollari delle proprie riserve valutarie. Ora si discute della possibilità di  uno scippo definitivo. E stiamo parlando dei soldi dei contribuenti russi.

L’Italia continua a sequestrare immobili, proprietà e altri beni di uomini d’affari russi dichiarati “oligarchi”. Su questa base, giuridicamente traballante, viene discriminata un’intera categoria di cittadini del nostro Paese che ha investito i propri capitali nello sviluppo dell’Italia.

Con pretesti inverosimili e con la scusa della “solidarietà”, sono stati ingiustificatamente espulsi dall’Italia 30 dipendenti dell’ambasciata russa a Roma (con i familiari: 72 in totale), persone che tanto si erano adoperate per sviluppare e rafforzare le relazioni bilaterali. Tra questi, anche coloro che, nel periodo più difficile della pandemia di coronavirus, hanno contribuito a organizzare l’operazione militare-umanitaria russa svoltasi in Italia nel marzo-maggio 2020 per aiutare le popolazioni colpite del Paese amico. In segno di “gratitudine”, l’Italia ha riconosciuto  ai nostri diplomatici lo status di “persona non grata”.

Su impulso degli allora vertici del Ministero degli Esteri italiano, membri di spicco della società civile russa sono stati privati dei riconoscimenti statali italiani. Molti di loro erano stati premiati, tra l’altro, per la loro assistenza disinteressata nella ricostruzione della città dell’Aquila, colpita da un devastante terremoto nel 2009.

Su iniziativa della parte italiana, sono stati interrotti i collegamenti aerei diretti tra i nostri Paesi, riducendo così al minimo il turismo russo in Italia. I nostri connazionali che riescono a raggiungere il Belpaese devono affrontare complicate procedure di rilascio dei visti, il cui costo è più che raddoppiato, e una volta in Italia si scontrano con il rifiuto, da parte di alcune aziende, di vendere loro merci per un valore superiore ai 300 euro.

Il reale atteggiamento nei confronti degli esponenti del mondo culturale russo risulta evidente dai casi di annullamento delle esibizioni in Italia del direttore d’orchestra di fama mondiale V.Gergiev, della pianista V.Lisitza o del ballerino S.Polunin, annullamento determinato unicamente dalla loro posizione politica. L’atteggiamento nei confronti dei contatti  nel campo dello sport è illustrato in modo eloquente dal rifiuto delle autorità italiane, nel marzo 2022, di consentire l’organizzazione di un volo umanitario per trasportare una squadra di atleti paralimpici russi con disabilità, bloccati dalla chiusura dello spazio aereo.

Servizi bancari rifiutati senza motivo, chiusure forzate di conti correnti e altre restrizioni discriminatorie legate al possesso di passaporto russo o semplicemente all’indicazione sui documenti della Russia come luogo di nascita, sono diventati un fenomeno comune nella vita dei nostri connazionali presenti in Italia.

E questo non è assolutamente un elenco esaustivo dei passi compiuti dall’anno scorso da parte italiana per impedire unilateralmente i contatti, distruggere i canali di dialogo bilaterale attivi in precedenza. E qui, signor Ministro, sono sicuro che troverebbe molto difficile citare una qualsiasi iniziativa adottata nella stessa direzione da parte russa.

In Russia siamo abituati a giudicare in base ai fatti piuttosto che alle parole. E i fatti sono molto lontani dalle Sue parole, alla cui sincerità, pur volendolo, è difficile credere.

Rispettosamente,

S. Razov

Fonte: https://roma.mid.ru/it/press-centre/lettera_aperta_dell_ambasciatore_della_federazione_russa_in_italia_sergey_razov_al_ministro_della_di/

 

di Megas Alexandros

Fonte: Il nostro ministro delle difesa provoca la Russia – Medvedev: “uno sciocco raro” – Megas Alexandros

 

Note:

 

[1] Le parole choc di Medvedev: “Crosetto è un cogl***e” (la7.it)

[2] Ucraina, Medvedev attacca Crosetto, uno sciocco raro | ANSA.it

[3] Guido Crosetto: dalla Confindustria delle armi alla Difesa – L’INDIPENDENTE (lindipendente.online)

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