IL NATALE DEVE SCOMPARIRE!

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…E CHIAMATEMI PURE EBENEZER

DI JASON MILLER
Thomas Paine’s Corner

Scoppiata nuovamente con rinnovata intensità, la “Guerra al Natale” è tornata nel 2006.

Cosa comporta questa presunta guerra contro un nemico impalpabile?

Gli “islamofascisti” hanno catturato e decapitato Babbo Natale?

Una bomba dell’esercito israeliano, fabbricata negli USA, ha colpito Betlemme e cancellato Gesù Bambino dalla faccia della terra mentre dormiva nella mangiatoia?

Il Grinch ha portato al successo mondiale la sua crudele avidità?

In realtà la risposta può essere trovata in mezzo alle quasi innumerevoli censure e inganni dei media aziendali.Argomenti capziosi costruiti da “saggi” opinionisti e prontamente accettati da lettori genuflessi ammoniscono che forze secolari sono determinate a sradicare il Natale e la gioia di chi lo celebra con lo zelo con cui i disinfestatori sterminano gli scarafaggi. Che modo ingegnoso per spostare l’attenzione lontana dal genocidio in Iraq e dalla distruzione della nostra Costituzione!

Il Natale non sarà davvero sotto assedio ma i nostri padroni capitalisti hanno certamente scoperto innumerevoli modi per usarlo come arma strategica e somministrarlo come “oppio dei popoli”

Mentre il Natale viene solo una volta l’anno, i nefasti effetti del Consumismo che esso manifesta a livelli altissimi sono praticamente onnipresenti in una società condizionata dal desiderio dell’ acquisto. Il Consumismo è la radice dell’irregolare e nodoso albero del Capitalismo predatorio. Come un mostruoso albero di noci nere di gigantesche proporzioni , il Capitalismo Americano [1] trasuda tossine che fermano o eliminano quasi ogni essere vivente che cerchi di vivere nello spazio attorno alle sue radici in eterna crescita.

Nel vicino 2004 i maggiori venditori USA hanno fatturato la stupefacente cifra di 216,3 miliardi di dollari a Novembre e Dicembre, quando ciascun consumatore USA ha spento in media 835 dollari in regali per le feste [2]. Servono appena 22 anni per ripagare una spesa di 1200 dollari con la carta di credito ad un tasso di interesse del 18%[3]. Benevenuti nella schiavitù salariata!

Che c’entrano Babbo Natale e Rudolph [l’aiutante di Babbo Natale n.d.t.]? Nonostante il Cambiamento Climatico Globale stia sciogliendo il loro paese al Polo Nord, stanno gioiosamente guidando la marcia del Consumismo verso il disastro umanitario ed ecologico. Se il piano di Babbo Natale fosse ritirarsi in una sfarzosa villa a Miami può pure rinunciarci. Con lo scoglimento di gran parte della calotta polare la Florida verrà inondata.

Mentre la visione di prugne candite danza nelle teste di molti americani i veri gnomi di Babbo Natale sguazzano nella peggiore miseria. Il 57% dei giocattoli venduti negli Stati Uniti vengono importati dalla Cina, a cominciare da quelli di Wal Mart. Nel Dicembre 2001 il National Labor Committee ha pubblicato un rapporto intitolato Toys of Misery [Giocattoli della Miseria n.d.t.] che tracciava le condizioni di lavoro nelle fabbriche Cinesi che producevano i giocattoli di Harry Potter e Barbie. Lavorando 16 ore al giorno e sette giorni a settimana le giovani donne cinesi ricevono solo 17 centesimi l’ora per compiere operazioni ripetitive più di 3000 volte al giorno. Perdono la salute a temperature superiori ai 38 gradi respirando fumi velenosi in edifici mal ventilati [4].

Purtroppo per i lavoratori Cinesi i rapporti più recenti mostrano pochi miglioramenti nella loro situazione [5,6,7]. Prove raccolte lo scorso mese mostrano che i fornitori di Wal Mart, Hasbro e Disney stanno ancora egregiamente sfruttando gli impegati delle fabbriche Cinesi. Persino Dickens sarebbe rimasto scioccato dalle pene di queste anime sfortunate.

Nel frattempo molti americani seguono il loro indottrinamento acquistando quanti più oggetti materiali possono. All’oscuro del costo umano e ambientale comprano con il fervore con cui fanatici Cristiani convertono gli “aborigeni miscredenti” di Turtle Island.

Global Issues (http://www.globalissues.org/) ha raccolto incredibili e orripilanti informazioni sull’insano fenomeno del consumismo:


“Le diseguaglianze nei consumi sono enormi. Globalmente il 20% degli abitanti della terra nei paesi a maggior reddito sono responsabili dell’86% del totale delle spese per consumi privati, mentre il 20% di abitanti più poveri è responsabile di un misero 1.3% di spese.

In particolare, il quinto più ricco della popolazione:

1) Consuma il 45% di tutta la carne e il pesce. Il quinto più povero solo il 5%.

2) Consuma il 58% dell’energia totale. Il quinto più povero meno del 4%.

3) Ha il 74% di tutte le linee telefoniche, il quinto più povero ne ha l’ 1.5%.

4) Consuma l’84% di tutta la carta, il quinto più povero ne consuma l’1.1%.

5) Possiede l’87% del totale dei veicoli al mondo. Il quinto più povero possiede meno dell’1%.

Global Issues ha anche evidenziato alcune delle nostre più sbagliate priorità. Mentre in un solo anno gli Stati Uniti hanno speso 8 miliardi di dollari in cosmetici e il mondo ha destinato 780 miliardi a guerre ed eserciti, le spese globali per l’educazione di base sono arrivate alla misera cifra di 6 miliardi. Lo stesso anno il mondo ha messo da parte solo 9 miliardi per fornire alla gente acqua potabile.

Tenete a mente che Global Issues ha ricavato queste cifre da un rapporto delle Nazioni Unite pubblicato nel 1998. Eppure i dati della Banca Mondiale per il 2003 hanno mostrato pochi miglioramenti nelle evidenti disparità dei consumi o nelle nostre vergognosamente sbagliate priorità.

Solido com’è il Consumismo, è palesemente assurdo credere anche per un solo momento che il Natale sia minimamente minacciato. Il Consumismo è essenziale per coloro che percorrono i corridoi del potere negli Stati Uniti. Essi hanno bisogno dei “Giorni Felici” per oscurare i crimini che hanno commesso (inclusi reati per cui altri uomini sono stati condannati all’impiccagione a Norimberga) e per assicurarsi che la plebe rimanga ubbidiente.

No, il Consumismo, e quindi il Natale, sono ben al sicuro. Essi sono componenti essenziali della struttura di potere che partorisce e protegge bestie come Bush e Cheney.

Nel suo libro del 1999, Global Problems and the Culture of Capitalism[Problemi Globali e la Cultura del Capitalismo ndt], Richard Robbins ha osservato:

[L]a rivoluzione dei consumi alla fine del diciannovesimo e all’inizio del ventesimo secolo è stata causata in gran parte da una crisi della produzione; nuove tecnologie avevano dato come risultato la produzione di più beni, ma non c’erano abbastanza persone per comprarli. Dato che la produzione è una parte così essenziale della cultura del capitalismo, la società si è rapidamente adattata alle crisi convincendo la gente a comprare i beni, alterando istituzioni di base e persino generando una nuova ideologia del piacere. La crisi economica del tardo ottocento fu risolta, ma con una considerevole spesa per l’ambiente a causa degli ulteriori rifiuti creati e delle risorse consumate.

Per quel che riguarda la pubblicità, il meccansimo psicologico profondamente costrittivo tramite cui i Capitalisti Americani seducono le masse a comprare sempre più di ciò di cui non hanno bisogno, Robbins spiega:

Lo scopo dei pubblicitari era di condizionare aggressivamente i desideri del consumatore e dare valore alle merci imbevendole col potere di trasformare il consumatore in una persona più desiderabile. … Nel 1880 negli Stati Uniti solo 30 milioni di dollari vennero investiti nella pubblicità; nel 1910 i nuovi commerci, come quello di petrolio, cibo, elettricità e gomma stavano spendendo $600 milioni, cioè il 4% del fatturato nazionale, in pubblicità. Oggi tale cifra è salita ben sopra i $120 miliardi negli Stati Uniti e $250 miliardi nel mondo.

E la Corporatocrazia ha ricevuto un grande ritorno dal suo investimento in pubblicità, come evidenziato da ulteriori statistiche fornite da Global Issues:

Il consumo mondiale si è espanso ad un ritmo senza precedenti in tutto il ventesimo secolo, con i consumi privati e pubblici che hanno raggiunto i 24mila miliardi di dollari nel 1998, un livello doppio rispetto al 1975 e sei volte quello del 1950. Nel 1900 i consumi reali erano appena di 1500 miliardi di dollari.

Dato l’orrendo effetto del comportamento estremamente avido dell’America, forse una “Guerra al Natale”, e quindi al Consumismo, non sarebbe poi una calamità. Ma piuttosto che lanciare un’ offensiva bellica così tipica degli Stati Uniti, ciò di cui abbiamo veramente bisogno è uno spirito di lotta non violenta per stabilire una autentica osservanza della nascita di Cristo.

Alcuni vedono Gesù Cristo come Dio, altri come un uomo, e altri come mito. Eppure, indifferentemente da quale concetto si appoggia, l’insegnamento morale attribuito a Cristo è prossimo al picco nell’evoluzione etica dell’umanità. Dedicare un giorno alla sua commemorazione ha sicuramente senso quando si considerano le altre figure storiche che celebriamo.

Mentre non è possibile esserne certi al 100%, è estremamente improbabile che Cristo troverebbe virtuosa la perversione del Natale di oggi. Sospetto che chiederebbe una risposta ad almeno quattro domande:

1. Perchè viene posta così tanta enfasi sul materialismo in un giorno in cui si onora un individuo che si è dedicato ai poveri e agli emarginati?

2. Cosa insegnamo ai nostri figli ricoprendoli praticamente con tutto ciò che vogliono mentre ogni giorno 10 milioni di persone stanno morendo di fame?

3. Perchè ci rendiamo ancora più schiavi di aziendi prive di morale facendo un sacco di debiti per comprare sempre più dei loro prodotti di cui non abbiamo un vero bisogno, contribuendo così al loro stupro dell’umanità e della terra?

4. Perchè non dedichiamo anche solo uno dei 365 giorni alla “pace in terra e a tutti gli uomini di buona volontà”?

Come si può rispondere a queste sfide?

Ho trattato questo tema per tutti gli scorsi anni e non ho intenzione di smettere questa fatica. Per me è stata una lenta, costante e umile progressione. Pian piano mi sono sottratto dalla complicità nella moltitudine di crimini contro l’umanità perpetrati da coloro che sono al vertice della piramide del Capitalismo Americano.

Lottando ogni giorno per restare libero da prodotti droganti, deleteri e sfruttatori quali alcool, tabacco, bevande analcoliche e prodotti della pornografia, metto in pratica i principi del programma in 12 passi insieme ad un variegato insieme di valori morali messi insieme nel corso del mio viaggio spirituale, compresi alcuni dei principi esposti e modellati da Cristo.

Naturalmente a volte cedo, ma mi sbrigo a rialzarmi, responsabilizzarmi e rimediare. Non c’è bisogno di dire che essendo un essere umano posso incarnare solo una parte dei miei ideali. Eppure ho scoperto che più vigorosamente mi applico più questa parte aumenta. Ovviamente c’è un punto in cui all’aumentare degli sforzi i risultati diminuiscono. Quando raggiungo tale livello diminuisco l’intensità dei miei sforzi.

Neglu ultimi mesi ho aumentato significativamente i miei sforzi nel riciclaggio.

Imbracciando uno stile di vita in un certo senso ascetico è raro che io compri qualcosa solo perchè lo desidero.

Sono due anni che boicotto Wal-Mart pagando parecchio di più per il cibo e altre cose necessarie rispetto a quando facevo lì la spesa.

Generalmente evito le catene multinazionali e frequento il più possibile negozi di piccoli proprietari o aziende locali.

Piuttosto che fare un secondo lavoro che aiuterebbe ad alimentare il motore del Capitalismo rapace, faccio volontariato nei rifugi per senzatetto. Oltre a dedicare il mio tempo libero e la mia energia per aiutare le vittime locali dello spietato sistema socioeconomico Americano, dono anche il poco denaro che posso permettermi e compro i miei vestiti di seconda mano in un negozio che appoggia la City Union Mission, la più grande organizzazione di Kansas City che aiuta i senzatetto.

Questo Natale ho chiesto ad amici e famigliari che solitamente mi fanno regali di darmeli in denaro in modo da poter dare ancora di più a coloro che sono veramente poveri. Ho anche scelto di non fare debiti nel comprare regali.

Durante le vacanze del 2006 mi sforzo di eliminare da me un altro aspetto orribile del Consumismo.

Il mio sforzo richiederà di sconfiggere anni di lavaggio del cervello da parte di una società che pone forti premi in denaro, violenza e competitzione spietata.

Per quel che mi ricordo sono sempre stato un grande supporter dei Kansas City Chiefs una squadra di football della NFL. Eppure come grande critico del Capitalismo Americano e persona dedicata ad un sentiero di sviluppo spirituale ho deciso che il mio tempo, la mia energia emotiva e i miei sforzi intellettuali vengono sprecati quando li uso per appoggiare entità aziendali che generano miliardi di dollari per un pugno di ricchi appartenenti alle elite o per i loro viziati impiegati che ricevono milioni di dollari per fare un gioco.

Riflettendo sulle dimensioni della povertà in America e nel mondo sono giunto a vedere la mia relativamente modesta raccolta di vestiti e gadget dei Chiefs come peccaminosamente grande. Oltre a vendere questi oggetti e contribuire a cause valide farò una coscenziosa transizione da fan della NFL a casuale spettatore.

Come le graduali ma costanti forze dell’erosione, consistenti numeri di individui che seguono un cammino morale possono significativamente mitigare il danno provocato dal Consumismo. Ed è possibile per ognuno seguire questo cammino senza estraniarsi, autodistruggersi o raggiungere gli estremi di Diogene.

Così nello spirito della mia alternativa al “Natale come lo conosciamo”, mi auguro che Babbo Natale e Rudolph si ritirino in Florida.

Prima che sia troppo tardi…

Mah, Humbug! [espressione presa dal Canto di Natale di Dickens a cui si fa riferimento pure nel titolo: Ebenezer Scrooge è il personaggio arido ed egoista del racconto, ndt]

Jason Miller è uno schiavo salariato dell’Impero Americano che si è liberato intellettualmente e spiritualmente. E’ un prolifico scrittore, i suoi articoli sono stati largamente pubblicati su internet, ed è un volontario nei rifugi per senzatetto. E’ contento di ricevere corrispondenza costruttiva a [email protected] o tramite il suo blog, Thomas Paine’s Corner, http://civillibertarian.blogspot.com/

NOTE e LETTURE CONSIGLIATE

(1) Il Capitalismo Americano è una malattia che permea il nostro sistema e le nostre istituzioni economiche, sociali e politiche. Questo cancro non curato che distrugge il corpo della civiltà si sta diffondendo come una esplosione incontrollata in una fabbrica di esplosivi. Il feudalesimo non è morto; si è semplicemente evoluto. Il Corporativismo, il Consumismo, la schiavitù salariata, la schiavitù del debito, gli accordi di libero scambio, la deregolamentazione e la privatizzazione condannano gran parte della popolazione globale a diversi gradi di schiavità, servilismo e costrizione.

(2) How much do Americans spend on Christmas gifts every year?

(3) Avoiding Post-Holiday Headaches

(4) Toying With Their Lives

(5) Profile: Mattel

(6) Profile: Disney

(7) Appalling conditions continue in China’s toy factories

(8) Why Overcoming Consumerism?

Titolo originale “Call me Ebenezer, but Christmas as we know it needs to go…”

Jason Miller
Fonte: http://civillibertarian.blogspot.com
Link: http://civillibertarian.blogspot.com/2006/12/call-me-ebenezer-but-christmas-as-we.html
17.12.2006

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di ALCENERO

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