IL MITO DEI CIVILI INNOCENTI

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blankDI MICHAEL SANTOMAURO
The Truth Seeker

Perchè non chiederò scusa per il mio scritto “Il mito
dei civili innocenti”

Cari amici,

ecco alcune esperienze che mi hanno indotto ad
essere provocatorio
nel mio scritto “il mito dei civili innocenti”, il quale potrebbe mandarmi in galera in base al Patriot Act
(lo trovate nella seconda metà di questa
corrispondenza).

Cominciamo dal principio
Ricordo che l’11 settembre mi sveglia di soprassalto
la telefonata
della mia fidanzata che, in lacrime, mi dice di
guardare
il notiziario perchè un aereo si è schiantato sulle
torri del WTC, e quindi riattacca.
Rimango a letto mezzo sveglio ancora per circa
cinque minuti; a causa del suo
pianto e di quell’improvviso riagganciare, mi decido
ad alzarmi e ad accendere la
televisione.

Subito vedo un aereo che si schianta sul secondo
edificio del WTC,
ma la cronista mi confonde perchè è convinta di
mostrare un replay del
primo
schianto contro una delle Torri e non realizza che
si tratta di una ripresa
in diretta
del secondo aereo. Vedo un edificio in fiamme e il
secondo edificio
con un aereo che gli si abbatte sopra. Poiché la
cronista continua a
manifestare la propria
confusione via etere, decido di passare sulla CNN
dove apprendo che gli
Stati Uniti sono sotto attacco.

Sono semplicemente basito

Più tardi, il giornalista Dan Rather sta
intervistando Sandy Berger,
ex-consigliere di Clinton
per la sicurezza nazionale. Dopo l’intervista,
pensando di essere fuori onda
(e lo è, in effetti, perchè
non ci sono immagini sullo schermo, ma i microfoni
sono ancora accesi) Dan
Rather dice:
“Sandy questa è stata grande” e Sandy Berger
risponde “Grazie Dan”, il che
ho pensato
fosse stonato, considerato che la voce squillante di
Dan Rather nel dire
“Sandy
questa è
stata grande”
era così diversa dal suo timbro cupo mentre faceva
le domande. Nell’arco
di pochi
secondi senti un Dan Rather addolorato che si
trasforma in un uomo felice.
“Cosa significa tutto questo?” penso dentro di me.

A questo punto decido di uscire di casa. E’ il primo
pomeriggio e
penso sarebbe un ottima idea fare il pieno di cibo e
di acqua.
Come sono nell’ascensore, entra un uomo che vive nel
palazzo – siamo solo
io e lui nel silenzio più totale. A un certo punto
lui esplode con rabbia:
“questo
è peggio di quanto ho visto in Korea. Dovremmo
ucciderli, i bastardi”

Cammino per le strade e c’è una quiete surreale, se
non per il forte
scalpiccio prodotto dai passi di migliaia di
Newyorkesi che tornano in
anticipo
dal lavoro. Mi allontano dal mio appartamento verso
una scuola vicina e
m’imbatto
in un gruppo di studenti che ridono e sghignazzano pur
sapendo quanto è appena
successo.
Vedo anche un’insegnante unirsi alle risate.
L’insegnante e gli
studenti che si comportano in tal modo sono tutti
afro-americani.
Sono confuso! Sono costernato! Sono adirato di
fronte a una tale e assoluta mancanza di
serietà.
Questo succede nei pressi di una stazione dei vigili
del fuoco, e vorrei
buttare
un’occhiata alle facce dei pompieri per vedere quale è
la loro reazione al
comportamento
dei ragazzi. Loro sembrano non badare alla cosa senza
difficoltà.

M’incammino verso il mio ristorante pachistano
preferito – ha chiuso in
anticipo.
Mi accorgo che tutti i negozi che appartengono a
musulmani sono chiusi…
Paura

Cammino e cammino, nessuno parla – si cammina e
basta. Non potrò
mai dimenticare il rumore sordo di quei passi.

Proprio in quel momento una donna esce da una banca
dell’ATM. E’ nel panico, piange
e si
butta su di me. Unica voce a parlare sul
marciapiede, mi dice
che qualcuno le ha rubato il cellulare ma, appena
faccio per consolarla,
un’altra
donna che sta passando grida ” Ma vaffanculo
signora, sono appena state ammazzate
10.000 persone. Si dia una regolata. Deficiente…”

Funziona! La donna smette di piangere. Ci guardiamo
l’un l’altro e lei mi
dice
“che maleducazione”. Ma io penso tra me e me che
magari sarà maleducazione ma la
signora maleducata ha ragione.

Continuo a camminare in silenzio, pensando che è
tutta
colpa della nostra traballante politica in Medio
Oriente.

Più tardi, raggiungo la mia ragazza. Troviamo un
ristorante indiano
aperto. In effetti, tutti i ristoranti che non
appartengono a
musulmani sono aperti, stipati di
avventori.

La stessa gente che prima se ne andava silenziosa
sui marciapiedi si va riabituando alla parola, ma
non a parlare
del perchè sia successo tutto questo. Piuttosto,
alcuni turisti sono
preoccupati che la cosa vada ad interferire con le
loro vacanze a New York.
La mia compagna mi sta dicendo della possibilità
che
questo finisca col diventare l’unico argomento dei
notiziari per il resto
del mese non è certo una consolazione. Io
sono costernato che lei mostri un tale
atteggiamento.
Altri non hanno niente da dire circa quanto è
accaduto –
piuttosto preferirebbero qualche chiacchierata
sugli eventi mondani, come
fosse una
serata qualsiasi, mentre si bevono
una birra, ridono e sono contenti. Questi yuppies
bianchi ed altri individui
non sono diversi dagli
studenti neri che avevo incontrato in precedenza nel
corso della giornata.

Più tardi, verso le 22, ci sono nuove inquadrature
che mostrano il
secondo aereo colpire la torre da una
diversa angolatura. Alzo il volume e la mia
ragazza (una Wasp) [White Anglo-Saxon Protestant: protestante bianca di origini anglosassoni, ndt] si lancia fuori della
camera da letto urlando che c’è
troppo rumore e che lei deve dormire. Io indico la
TV e dico “guarda
le nuove inquadrature che hanno.” Lei grida “non me
ne frega niente!”

Sono perplesso. Le grido a mia volta “come puoi
anche dormire? Non vuoi
stare
alzata fino a mezzanotte e guardare questa cosa con
me?”

Lei dice “no, è troppo deprimente”. La mia ragazza è
un medico – una
psicologa!

Dopo di che arriva una telefonata dell’amica della
mia fidanzata, Alex

“Ciao”

“Ciao Michael sono Alex. C’è Susan?”

“Incredibile quello che è successo oggi”

“E’ una notizia vecchia”

“Una notizia vecchia?”

“Io ho visto le fiamme dal treno, questa mattina
mentre andavo a lavorare.
Ho capito subito che avrei avuto la giornata libera
e, infatti,
quando sono arrivata a lavoro ci hanno detto di
tornare a casa. Sai
cosa ho fatto io invece?”
“Ho deciso che sarebbe stato un giorno perfetto per
fare shopping. Così mi
sono precipitata a Bloomindales e indovina cosa è
successo?

“Cosa?”

“Erano tutti chiusi. E quindi non circolavano
nemmeno i treni. Allora mi sono
fatta tutta la strada a piedi fin giù al Village
all’appartamento di Babou, abbiamo
aspettato e fumato una canna.”

Una telefonata che ricorderò per sempre, parola per
parola – da una donna
ebrea che afferma di avere un quoziente
d”intelligenza straordinario (IQ Mensa).
Una immigrata dalla ex-Unione Sovietica, una
sionista fanatica che ha scelto di vivere negli Stati Uniti piuttosto
che in
Israele e che, in seguito, non si è fatta scrupolo
di dire a me e alla mia
ragazza per tutta la durata di un pranzo che si
sentiva superiore a noi perchè ebrea di nascita.
Sick!

Il giorno dopo ricevo una telefonata da Israele da
una mia ex-amica, che vuole
sapere come sto.
Mi viene a dire che è avvilita per i suoi
concittadini israeliani. Dice
“Israele sta commemorando in modo silenzioso
quanto è successo agli Stati Uniti”

Due giorni più tardi, il 13 settembre, sto parlando
in banca col mio agente di borsa
in persona; è italo-americano. E’ una persona
apolitica quando si arriva ad
argomenti
di politica estera. Non sa niente di storia, ma
sente intuitivamente qualcosa
che la mia
ex-amica israeliana mi aveva detto. Mi dice, in
confidenza, che martedì 11
settembre,
mentre la banca stava anticipando la chiusura, i
suoi clienti ebrei
avevano sulla faccia un sorrisetto compiaciuto.
E mi chiede “Cosa significa tutto questo? Mi è forse
sfuggito qualcosa?”

Il lunedì seguente, l’11 settembre, le principali
reti americane
riesumano la normale programmazione televisiva. (Il
desiderio della mia
ragazza si avvera). Il primo ospite dello show di
David Letterman è
Dan Rather – lo stesso che con voce felice diceva
“Sandy, questa è
stata grande” è ora tutta una mestizia nel suo ruolo
dell’intervistato.
Va avanti a parlare di quanto sia stato
disturbato dai “medio-orientali” beccati a ballare e
a festeggiare sul
ponte George
Washington. Mr, Rather sa che quei “medio- orientali” arrestati erano
nazionalisti israeliani.

Ad oggi, la maggior parte degli Statunitensi pensa che
quei “medio orientali”
che festeggiavano sul ponte fossero musulmani grazie
a Dan Rather e al resto
degli sterilizzati media televisivi, timorosi di
perdere il lavoro qualora riportassero che
si trattava di ebrei.

Mi fermerò qui, ma potrei proseguire all’infinito
con tutte le sfumature
della
mia esperienza sugli eventi dell’11 settembre. Spero
che quanto vi ho rivelato
non sia anche la vostra realtà, altrimenti vi
invidio.
Ma io non ho incontrato persona dotata di raziocinio
che non abbia vissuto almeno esperienze simili se
non più deprimenti ancora.
Io sostengo l’articolo provocatorio che ho scritto
(vedi sotto) un anno dopo l’evento
nel settembre del 2002 , significasse anche il mio
arresto sotto il Patriot Act

Potete gridare “al fuoco” in un teatro affollato, se
c’è un incendio. A meno
che non siate muti,
avete l’obbligo legale di gridare “al fuoco”. Quando
mai qualcuno
penserebbe che ciò
è provocatorio? Quando tutti sono morti per la
malattia…? E’ il momento e il
posto giusto per essere provocatori – il
cancro sta crescendo. La cura? Svegliare il popolo!
Questa è la mia realtà!
Qual è la vostra?

Qualcos’altro mi risuonava nella testa dopo aver
scritto “Il mito dei
civili innocenti”,
a supporto della mia esperienza e ad insegnarmi
qualcosa su me stesso.
Quando l’11 settembre ho avuto una conversazione con
un uomo che fa lo chef in un ristorante di
Manhattan, lui era scioccato di come quel giorno la
gente fosse distratta.
Continuava dicendomi che, in un momento di calma,
nella sua cucina, uno dei cuochi
di origine boliviana – lo ha avvicinato e gli ha
detto:

“Io non vi capisco voi Statunitensi, se questo fosse
successo al mio paese
noi tutti staremmo in Chiesa a pregare”

Il cuoco boliviano aveva detto queste parole la
stessa sera che io cenavo nel
ristorante indiano dall’altra parte della strada.

Forse io sono parte del problema

Forse anch’io vivo il mito

Pace

IL MITO DEI CIVILI INNOCENTI
Settembre 2002

Chi sta prendendo in giro chi?

Almeno la metà di quelle vittime assassinate l’11
settembre del 2001
non verrà rimpianta; a mio modo di vedere
erano parte del problema.
Se i morti sono un riflesso di come lo sciatto Statunitense si preoccupa del Medio Oriente, allora forse
lo Statunitense medio merita lo stesso destino

La maggior parte di quanti sono stati uccisi l’11
settembre pensava che
il mondo musulmano odia gli Usa a causa della nostra
libertà – che gli arabi
siano un popolo livoroso – che i palestinesi abbiano
torto ed Israele ragione.

Molti di questi morti, mentre erano in vita, parlavano
lo stesso vernacolo che parlano oggi i loro
cari.

“A chi frega una mazza dei palestinesi?”

“Dovremmo semplicemente lasciare che Israele sganci
bombe atomiche
sull’intera regione e che li ammazzi tutti”

“Sono solo ‘negri del deserto’, chi
ci fa caso?”

“Dio ha dato la terra agli ebrei. Questo lo dice la
bibbia”

“Sono solo una manica di terroristi”

“Dovremmo mandare armi ad Israele, guarda cosa gli è
successo con
l’Olocausto”

“Se noi non ci fidiamo di loro, perchè Israele
dovrebbe farlo?”

Findley, ex-membro del Congresso, scrive:

“Non ci sarebbe stato un 11 settembre se il governo
statunitense si fosse
rifiutato di aiutare Israele, umiliando e
distruggendo la società
palestinese.
Pochi esprimono pubblicamente questa conclusione, ma
molti credono che
sia la verità. Io credo che la catastrofe avrebbe
potuto essere evitata se
ogni
presidente Usa nei 35 anni passati avesse avuto il
coraggio e la saggezza di
sospendere tutti gli aiuti statunitensi finchè
Israele non si fosse ritirato
dai territori
occupati nel 1967, durante la guerra
arabo-israeliana.”

Ce ne frega davvero?

Io penso che se l’americano medio non fa un
tentativo per capire il
danno che le nostre armi hanno inflitto per procura agli arabi,
attraverso
Israele e attraverso la continuativa, disonesta,
faziosa politica estera
degli
Stati Uniti, forse meritiamo più di quanto abbiamo
avuto l’11 settembre.

L’ex-membro del Congresso Findley continua:

“Nei suoi violenti assalti contro i palestinesi,
Israele usa il pretesto di
sradicare
il terrorismo ma le sue forze armate sono in realtà
ingaggiate per portare
avanti la succitata espansione territoriale.
Sotto la maschera dell’anti-terrorismo, le forze
israeliane trattano i
palestinesi peggio delle bestie. Ben lungi
dall’essere stati sottoposti al
dovuto processo, a centinaia vengono detenuti per
lungo tempo e la maggior
parte viene torturata. Alcuni vengono assassinati.
Le case, i frutteti, i luoghi
di lavoro vengono distrutti. Intere città vengono
tenute ad intermittenza sotto
coprifuoco, alcuni blocchi rimangono per settimane.
Feriti o ammalati i
palestinesi bisognosi di cure mediche urgenti sono
regolarmente trattenuti
ai posti di blocco per un’ora o più. Molti bambini
sono denutriti.
La Cisgiordania e Gaza sono diventate giganteschi
campi di concentramento.
Niente di tutto ciò sarebbe potuto accadere senza il
supporto degli Usa.
Forse gli ufficiali israeliani credono che la vita
possa diventare talmente
insopportabile da indurre la maggior parte dei
Palestinesi a lasciare le loro case di
sempre.”

Che arroganza, che insensibilità ci sono state!

Il tipico e ora deceduto Statunitense dell’11
settembre, viveva la propria vita
conoscendo questi fatti ma non gliene importava.
L’arroganza e l’insensibilità era parte
della sua vita quotidiana. La sua vita meritava di
essere vissuta se non gli interessava
sapere come il governo statunitense stesse usando il
danaro delle
sue tasse per far soffrire un popolo? – per distruggere
le risorse vitali di un intera
regione?- per far sì che le bombe statunitensi fossero
usate in modo criminale
da Israele? – Sapendo che il potere di veto degli
Usa sarebbe venuto in aiuto ad Israele, virtualmente
contro ogni risoluzione volta a condannare i
suo crimini contro gli arabi?

Penso tra me: quand’è che gli Stati Uniti la faranno finita
con la cultura delle
menzogne? Ed è allora che la mia più profonda sensibilità
sente l’insensibilità dei morti
quando erano ancora in vita prima dell’11 settembre, e grida “E allora? Chi se ne
frega? Bombardiamoli tutti”.

E allora?

Il mito dei civili innocenti. Chi sta prendendo in
giro chi? L’11 settembre dovrebbe essere
di monito, che se altri Statunitensi andranno incontro
ad una morte prematura, questa è
la conseguenza finale del fregarsene.

Pace.

Michael Santomauro
Fonte: http://www.thetruthseeker.co.uk/
Link: http://www.thetruthseeker.co.uk/article.asp?ID=5123
09.09.2006

Traduzione per www.comedonchisciotte.org di PAOLA CAPOZZI

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