COLPITE I BANCHIERI DOVE FA PIÙ MALE
DI MATT TAIBBI
Rolling Stone
Sono stato per la seconda volta a Wall
Street”, e mi piacciono molto. Le proteste inscenate a Liberty
Square e che si diffondono in tutta Lower Manhattan sono una grande
cosa, la risposta logica al Tea Party e un dito medio alzato
fin troppo tardi per l’élite finanziaria. I manifestanti hanno scelto
il giusto obbiettivo e, con il loro rifiuto di disperdersi dopo un solo
giorno, anche la giusta tattica, mostrando all’intero pubblico che
il movimento contro Wall Street resiste, risolve e riesce ad avere un
sostegno popolare sempre maggiore.
Ma… c’è un ma. E per me è una
cosa molto profonda, perché il come combattere la corruzione di Wall
Street ha consumato la mia vita da anni a questa parte e non è difficile
per me capire come Occupy Wall Street potrebbe far meglio ed
essere più pericoloso. Ritengo, ad esempio, che le banche erano segretamente
eccitate all’inizio delle proteste, sicure che avrebbero vinto il
primo round della guerra della comunicazione.
Perché? Perché dopo un decennio
di ladrocinio e corruzione senza precedenti, con decine di milioni di
persone che sono entrati nei ranghi degli affamati grazie ai prezzi
delle materie prime artificialmente inflazionate, e altri milioni che
sono stati sgomberati dalle proprie case per la corruzione del mercato
dei mutui, i titoli di testa dalla prima settimana di proteste contro
il settore dei servizi finanziari sono stati dedicati a un vecchio poliziotto
che ha mazzuolato un quartetto di ragazze del college.
Questo per me dice tutto sulla sfida
più grande da affrontare opponendosi all’idra a cinquanta teste
della corruzione di Wall Street, che è estremamente difficile da spiegare
i crimini della moderna élite finanziaria in modo semplice. L’essenza
di questa particolare sorta di potere oligarchico è nella sua complessità
e nell’invisibilità nel quotidiano: i suoi peggiori crimini, dalle
bustarelle all’insider trading fino alla manipolazione del
mercato, dal dominio dalla seconda fila sui governi all’usurpazione
della struttura dei controlli dall’interno, semplicemente non vengono
capiti dal pubblico o fatti apparire in televisione. Non ci sarà una
foto ricordo con Goldman Sachs, Citigroup o Bank of America, ma solo
62 milioni di Americani con una ricchezza pari a nulla o sottozero,
che si grattano la testa e si chiedono dove diavolo sono andati i loro
soldi e perché i loro voti sembrano contare meno ogni anno che passa.
In ogni caso, io sosterrò Occupy
Wall Street. E credo che la strategia basilare del movimento –
quella di aumentare di numero e continuare la lotta, piuttosto che legarsi
a un certo numero di principi – ha molto senso nella fase iniziale.
Ma si avvicina il tempo in cui il movimento dovrà offrire soluzione
concrete ai problemi posti da Wall Street. Per fare ciò, avrà bisogno
di una breve ma potente lista di richieste. Ce ne sono migliaia da poter
fare, ma io direi di concentrarsi su cinque:
1. Rompere i monopoli. Le cosiddette
compagnie finanziate “troppo grandi per fallire”, che ora
qualche volta vengono chiamate con un termine più preciso, “istituzioni
sistematicamente pericolose ” – sono una minaccia diretta alla
sicurezza nazionale. Sono al di sopra della legge e alle conseguenze
del mercato, e ciò le rende più dannose e irresponsabili di un migliaio
di cosche mafiose messe assieme. Ci sono circa venti aziende di questo
tipo in America, e vanno smantellate; un buon inizio sarebbe abrogare
il Gramm-Leach-Bliley Act e imporre la separazione delle compagnie
di assicurazione, delle banche di investimento e delle banche commerciali.
2. Pagarsi i propri salvataggi.
Una tassa dello 0,1 per cento su tutte gli scambi di azioni e obbligazioni
e uno tassa dello 0,01 per cento su tutti gli scambi di derivati potrebbero
generare abbastanza entrate per ripagare i bailout, e ci potrebbe
essere rimanere ancora abbastanza per combattere i deficit per
cui le banche dicono di preoccuparsi tanto. Porrebbe un freno anche
alla ricerca senza fine di profitti istantanei grazie agli schemi di
insider-trading computerizzati come l’High Frequency Trading,
e costringere Wall Street a tornare al lavoro che si suppone debba fare,
ad esempio fare sobri investimenti in aziende per la creazione di posti
di lavoro e osservarne la crescita.
3. Niente soldi pubblici per le
lobby private. A una compagnia che ha ricevuto un salvataggio
pubblico non dovrebbe essere permesso di usare i soldi dei contribuenti
per tramare contro di loro. Si può succhiare dalla mammella dello Stato
o influenzare le elezioni presidenziali, ma non si possono fare le due
cose insieme. Che si facciano i fatti propri e che lascino che la gente
si scelga il Presidente e i membri del Congresso.
4. Tassare chi scommette sugli hedge-fund. Per iniziare, abbiamo bisogno di un’immediata
abrogazione degli assurdi e indifendibili limiti di tassazione pilotati
dagli interessi privati, che consentono ai titani degli hedge-fund
come Stevie Cohen e John Paulson di pagare aliquote di solo il 15 per
cento sui loro miliardi di entrate sul gioco d’azzardo, mentre il
comune Americano paga il doppio per istruire i propri figli e per far
spegnere gli incendi. Sfido qualsiasi politico a schierarsi per la difesa
di questa scappatoia nel corso dell’anno delle elezioni.
5. Cambiare il modo in cui vengono
retribuiti i banchieri. Abbiamo bisogno di nuove legge che impediscano
ai dirigenti di Wall Street di avere bonus pronta cassa che potranno
esploderci in faccia in un secondo momento. Potrebbe essere: tu fai
un affare oggi e potrai riscattare le azioni dell’azienda due o tre
anni dopo. Ciò costringerebbe a investire nella salute a lungo termine
della propria compagnia e non ci sarebbero più i Joe Cassano che si
intascano bonus multi-milionari per aver distrutto le AIG del mondo
intero.
Per citare l’immortale filosofo politico
Matt Damon da “Il Giocatore”, “La chiave per il poker senza
limiti è costringere un uomo a prendere una decisione per tutte le
sue fiches.” L’unica ragione per cui i Lloyd Blankfein
e i Jamie Dimon del mondo continuano a sopravvivere è perché non sono
mai obbligati, dai media o da chiunque altro, a mettere tutte
le carte sul tavolo. Se Occupy Wall Street riuscirà a fare questo,
se riuscirà a parlare ai milioni di persone che le banche hanno sloggiato
dalle proprie abitazioni e che sono senza lavoro – potrà avere una
possibilità di costruire un forte movimento popolare. Tutto quello
che deve fare è puntare i fari nel posto giusto e il sostegno totale
della gente per le vere riforme – da farsi subito, non dopo –
arriverà in un attimo.
Fonte: My Advice to the Occupy Wall Street Protesters: Hit bankers where it hurts
12.10.2011
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di SUPERVICE