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Diciamocelo, il virus ci sta facendo fare quello che normalmente farebbero in pochi: riscoprire le regole. Solo che poi le regole si applicano sempre e comunque ad minkiam, per cui non fa molta differenza.
All’inizio della notizia ufficiale del contagio in Cina gli organi ufficiali di stampa e governo ci dissero che era poco più di un raffreddore. Poco dopo corressero il tiro e dissero che era come un’influenza, che può avere per chi la contrae conseguenze peggiori di un raffreddore. Del resto è tipico di certi virus trasformarsi e presentarsi sotto aspetti diversi in breve tempo, per cui fin lì in teoria tutto bene. Poi dissero che colpiva solo anziani – le prime vittime in Cina erano identificate come ottantenni con fisici indeboliti dalle privazioni dell’occupazione Giapponese durante la Seconda Guerra mondiale. Questo a testimonianza che gli stenti del tempo di guerra spesso lasciano segni indelebili su chi li vive, e che gli specialisti supercompetenti del governo del nuovo umanesimo hanno fantasia, se vogliono.
Poi ci dissero che il governo aveva messo in atto il sistema di misure di controllo e prevenzione migliore d’Europa, e fin qui sempre in teoria ancora tutto bene. Poi dal 21 Febbraio le cose entrarono nella pratica quando venne ufficializzato che esisteva un focolaio a Codogno, e ci informarono di aver adottato misure straordinarie per circoscriverlo, e che non vi era niente di cui preoccuparsi. Poi hanno chiuso scuole per una settimana, diventate 2 e prima della fine della seconda settimana il periodo è diventato di un mese, segno che le cose andavano un po’ meno bene di come si aspettavano. Poi dopo nemmeno 2 settimane dal contagio dissero che per fronteggiare l’emergenza (“Quale?”, viene da chiedersi, se andava tutto bene e tutto era sotto controllo) l’Italia aveva bisogno di migliaia di medici, infermieri, mascherine, letti e unità di terapia intensiva che non aveva, segno che le cose andavano proprio male.
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Ed ora che l’Italia, col suo sistema migliore d’Europa ha 9.172 persone contagiate e 463 morti (più di quelli che fece il terremoto nel 2016), ed è diventato il secondo Paese al mondo dopo la Cina più colpito dal coronavirus, con un tasso di mortalità che sfiora il 5% – il doppio della media mondiale – cosa ci dicono? Ci informano che il virus che falcidiava solo anziani e chi aveva situazioni pregresse dovute a patologie respiratorie può colpire tutti, che tradotto vuol dire che potrebbe uccidere chiunque, segno evidente che i supercompetenti hanno esaurito la fantasia e il virus si presenta per quello che è: un agente patogeno killer, con un’aggressività superiore alla media. Grazie per la franchezza: che faceva male l’avevamo capito, come già prima della scoperta del contagio a Codogno avevamo compreso senza essere geni, medici o ministri della salute cosa realisticamente sarebbe successo nel momento in cui si dichiaravano eccellenze e controlli sistematici e scrupolosi che non corrispondevano proprio ai fatti.
Nel frattempo sono stati presi dei provvedimenti draconiani, l’ultimo dei quali è un decreto emanato alle 2.15 del mattino dell’8 Marzo in cui Conte ha dichiarato che la cosiddetta “Zona Rossa” di interdizione per circoscrivere il virus – che come previsto non si è arrestato nonostante le dichiarazioni di governo e di telegoverno che in 2 settimane hanno detto per 3 volte che perdeva virulenza – ora riguarda l’intera Lombardia e 14 province di Piemonte, Veneto, Emilia Romagna e Marche, abitate da 16 milioni di persone, più di 1/4 dell’intera popolazione italiana.
Le misure restrittive nel nuovo stato della Zona Rossa prevedono, oltre alle scuole chiuse fino al 3 Aprile, bar e ristoranti con chiusura alle 18.00, niente matrimoni e funerali e spostamenti ridotti all’indispensabile, con divieto di muoversi da una provincia all’altra se non per motivi di lavoro e di salute da attestare mediante autodichiarazione, che potrà essere resa anche seduta stante compilando un modulo fornito dalle forze dell’ordine. La veridicità dell’autodichiarazione potrà essere verificata anche con successivi controlli… cosa molto utile.
La sanzione per chi viola le limitazioni agli spostamenti è prevista in via generale dall’articolo 650 del codice penale (inosservanza di un provvedimento di un’autorità, che prevede l’arresto fino a tre mesi o una sanzione fino 206 euro). Mentre ci di domanda come verranno effettuati i controlli e se saranno “umani” come quelli che per mesi sono stati presi per chi entrava e veniva in Italia oppure no, un primo risultato la mossa da blitzkrieg di Conte l’ha ottenuto: la partenza in massa nelle prime ore di Domenica di alcune migliaia di persone da Milano per destinazione Sud Italia, o comunque al di fuori della Zona Rossa, dove temevano di restare intrappolati alle calende greche.
Ora costoro, che con qualche scrupolo in meno per le regole e che prima che qualsiasi controllo sistematico fosse effettuato a chi transitava in stazioni ferroviarie e di bus – i controlli “mobili” sono iniziati solo alle 12.47 di oggi – stanno tornando al Sud, cosa faranno? C’è da augurarsi che non ve ne siano di positivi al virus o che fossero stati in quarantena a Milano, perché diversamente porteranno l’infezione in meridione. E le piccole folle sui treni dal nord al sud, che bisognava assicurarsi di bloccare e controllare PRIMA dell’entrata in vigore del decreto dell’8 Marzo, potrebbero moltiplicare in modo esponenziale il contagio. E con la sanità lombarda in crisi, è preferibile non immaginare cosa potrebbe accadere con 3.000 contagiati in Campania o in Puglia.
Le misure drastiche si dovevano prendere prima, molto, molto prima dell’8 Marzo, come ad esempio chiudere le scuole subito dopo il ponte di Carnevale invece che perdere un mese a disquisire sul sesso del virus che porta corona all’insegna del politically correct e del motto del “restiamo umani”, che ormai diventa la panacea verbale per giustificare qualsiasi schifezza ed incapacità, di cui gli Italiani sono nauseati. Quando usciremo da questa crisi, perché ci usciremo, questo governo dovrebbe avere la decenza di andarsene, cosa che invece non farà se il virus non darà loro una mano, invece di restare accampando le argomentazioni più fantasiose che andranno “dal bene del paese”, che hanno dimostrato di non sapere fare, alla capacità comprovate durante l’emergenza che hanno contribuito a causare con la propria dabbenaggine, menefreghismo o mix di entrambi.
Di fronte a questa situazione da armistizio dell’8 settembre ‘43 negli ospedali lombardi, come sottolineano anestesisti e medici, se non vi è più posto si deve scegliere chi si può curare e chi no, il che significa chi deve vivere ancora o chi rischia di morire, cioè in primis gli anziani, i cui nomi ormai scompaiono nell’anonimato di fronte alla crescita dei decessi. E pensare che ancora 10 giorni fa il governo parlava di poco più di un’influenza, invitando ad abbassare i toni. Bene, i toni andranno abbassati quando voi sarete in grado di salvare le vite dei cittadini senza ricorrere al terno al lotto, vite che dovreste difendere e che avevate detto essere al sicuro nel sistema sanitario migliore del mondo (Bonaccini, con riferimento alle elezioni regionali di Gennaio, meno di 2 mesi fa) e d’Europa (Speranza, con riferimento all’Italia intera) anche senza mettervi prima d’accordo sulle versioni da far circolare.
Per il resto serve a poco dire che chi viola le regole, già trasgredite in massa, sarà punito secondo la legge con richiami di inflessibilità che rievocano la ”grave pena pecuniaria et corporale” delle grida manzoniane, perché anche se arrestaste 10.000 persone (pari allo 0.06 % dei 16 milioni che abitano nello stato della Zona Rossa) che trasgredissero le norme per comprarsi cibo e mascherine in una provincia vicina, poi non vi sarebbe neppure spazio per metterle in galera, e se andiamo avanti così neppure tempo per i processi, quindi di cosa state a parlare?
Qui sperate che dopo il picco (che non sapete quando sarà) o con l’arrivo della bella stagione il virus si plachi (andrà al mare?), che è un po’ quello che si augurava Mussolini, quando entrato in guerra, si accorse che sull’Italia cominciavano a piovere le bombe dei raid aerei della RAF e dell’USAF, mentre la Reale Aviazione non riusciva a bombardare Londra e tanto meno New York. Di fronte all’escalation di distruzione di fabbriche, infrastrutture, e diminuzione della capacità produttive dello stato fascista, e con la necessità di provvedere ai rifornimenti per il fronte, Mussolini e gli alti gerarchi si resero conto solo allora di non aver mai affrontato il problema di come assicurarsi che non mancassero generi alimentari alla popolazione, in particolare nel mezzogiorno dal quale, per quanto arretrato e poco produttivo, si prendevano sistematicamente grano e bestiame in cambio della fede e di ostentati saluti fascisti. E come si risolse il dilemma? Pare con Mussolini che si consolava pensando che le cose per la popolazione civile erano peggiori d’inverno, mentre d’estate la gente, anche sotto le bombe alleate, poteva campare meglio perché riusciva a racimolare qualche verdura anche nei campi. Ora è poi tanto diverso?
L’umanesimo nacque per portare la ragione ad elevarsi al di sopra dell’ipse dixit che rispecchiava l’immobilismo culturale e sociale di un medioevo in larga parte dominato dalla chiesa, che voleva l’uomo sottomesso e povero, perché sulla povertà poteva sempre contare per vendergli la favola di una vita ultraterrena migliore di quella da miseria reale che gli imponeva. Gli autori classici greci e romani venivano studiati dagli umanisti per riscoprire il reale significato di quanto avevano voluto comunicare, mettendo da parte quel contenuto allegorico che la cultura clericale aveva appiccicato loro per 1000 anni. Da ciò nacque la filologia e la riscoperta del senso più autentico del testo e della verità che conteneva, spirito che poi sarà ripreso dal Rinascimento e più tardi spronerà l’Illuminismo.
L’Italia è uno stato laico, e noi dovremmo credere a chi insediatosi al governo ci ha parlato di “nuovo umanesimo” e ci chiede di avere fiducia mentre ha divulgato un’allegoria del virus, per svelarci ora una realtà dove negli ospedali mancano posti letto, sale di terapia intensiva ed i medici devono scegliere chi deve vivere e morire come se si fosse a ridosso delle retrovie in una qualsiasi guerra convenzionale nel terzo mondo?! E’ chiaro che se mancano i posti letto non dipende dal governo Conte, ma dai governi che per almeno 20 anni hanno tagliato la spesa pubblica per sanità ed istruzione, gioiosi di ubbidire ai diktat e a visioni di personaggi stile Lagarde, Monti e Prodi, che invocavano la bellezza della povertà assoluta, e rigorosamente circoscritta ai meno abbienti, per mantenere… i conti in ordine!!!
In questo delirio lo scrupolo per il conteggio ha prodotto un vuoto di diritti sostanziali che in Italia ha causato 4,5 milioni di poveri totali. Nel 1980 in Italia i posti letto per cure d’emergenza e le terapie intensive, erano 922 ogni 100.000 abitanti, quasi 1 ogni 100 abitanti. Quarant’anni dopo i tagli regolari alla spesa sanitaria che abbiamo subito, in particolare negli ultimi 20 anni, hanno portato l’Italia al di sotto della media europea, con 275 posti letto per ogni 100.000 abitanti, pari a circa 1 posto su 400 abitanti. Di questo il governo Conte non è responsabile, ma della storiella che ha trasformato il deserto della sanità in un giardino dell’eden per 15 giorni e dell’impreparazione che abbiamo visto in questi giorni in parte lo è.
L’emergenza dovuta al Coronavirus in cui si trova l’Italia di oggi si esprime nella scelta drammatica di chi deve decidere la sopravvivenza o la morte di persone che arrivano in un pronto soccorso e si risolve in questo: è l’incapacità di un sistema sanitario presentato come efficiente di gestire un’emergenza – la prima che si trova ad affrontare – e che determina la morte delle persone più a rischio, semplicemente perché mancano le strutture ed il personale necessario a curarle. Fin qui ancora “tutto bene”? L’averci raccontato fregnacce dicendo che la situazione era sotto controllo per poi scoprire che non c’erano né medici né letti, e che chi si ammala farebbe meglio ad aver fede nell’aldilà, piuttosto che nella ragione e nei mezzi dello stato, come prova di “nuovo umanesimo” francamente fa un po’ schifo. Ecco: a far dire tutta la verità al governo neppure il virus, nonostante tutto, c’è riuscito. Non ancora almeno.
09.03.2020
Alessandro Guardamagna lavora come insegnante d’inglese e auditor qualità a Parma, in precedenza ha ottenuto un PhD in Storia e un Master in American Studies presso University College Dublin, in Irlanda, dove ha lavorato e vissuto per 10 anni. Da sempre sovranista, scrive articoli di politica e storia su ComeDonChisciotte dal 2017.