DI ELLEN HODGSON BROWN
Dissident Voice
La campagna “Move your money” (“sposta i tuoi soldi”) ha avuto un’ondata di sostenitori. Maggiore incisività avrebbe “sposta i nostri soldi”, cioè trasferire
gli introiti del governo locale dalle banche di Wall Street alle nostre banche di proprietà pubblica.
Occupy Wall Street (OWS) è stato sia criticato che lodato per non aver tenuto alcuna linea politica ufficiale. Ma ci sono anche linee politiche informali, come quella denominata “99% Declaration” (“Dichiarazione 99%”) che prevede che un’”Assemblea Generale Nazionale” da tenersi a Philadelphia il 4 luglio 2012.
La Dichiarazione mira a tutto:
dal tenere a freno lo stato-azienda, al chiudere la Fed, fino all’eliminazione della censura in Internet. Però nessuna di queste pretese sembra andare al nocciolo di quello che ha spinto i membri di
OWS principalmente a bivaccare a Wall Street, cioè un sistema bancario corrotto al servizio dell’1% e a scapito del 99%. Per porre rimedio a questo ci serve un sistema bancario che faccia gli interessi del 99%.
Occupy San Francisco ora sostiene un programma diretto proprio a fare questo. In un articolo del 1° dicembre del Wall Street Journal intitolato “Sensazionale Occupy: un’idea realistica e fattibile”, David Weidner scrive:
I contestatori della
zona della Baia, soprattutto Occupy San Francisco, hanno qualcosa che i loro amici della East Coast non hanno: un programma realistico diretto al cuore delle banche. L’idea potrebbe essere estesa a tutto il paese per inviare un messaggio alla compromessa Washington e al settore finanziario.Si chiama “banca comunale”. In breve, questa trasferirebbe i conti correnti dalle banche del comune di San Francisco – circa due miliardi di dollari, ora distribuiti tra banche come Bank of America Corp., “Union BanCal Corp.” e Wells Fargo & Co. – in una banca pubblica. Quest’ultima utilizzerebbe piccole banche locali per concedere prestiti alla collettività.
L’idea di banca pubblica non è nuova. È già stata proposta a San Francisco, e ha un da 90 anni ha curriculum positivo in Nord Dakota. Weidner rileva che la statale Bank of North Dakota lo scorso anno ha fatto guadagnare ai contribuenti oltre 61 milioni di dollari e ha riportato un utile di 57 milioni nel 2008,
quando Bank of America aveva una perdita netta di 1,2 milioni.
La proposta della banca di San Francisco è finanziata dal sovrintendente
municipale John Avalos, che ha pensato per diversi anni a una banca
comunale.
Weidner ritiene la proposta “il
più audace colpo istituzionale finora sferrato alle banche dal movimento
Occupy”.
Reagire alle critiche
Egli ammette che sarà una strada
in salita. In un altro
articolo del 6 dicembre,
Weidner ha scritto:
Naturalmente c’è
chi è critico […] e costoro sostengono che le banche pubbliche metterebbero
in pericolo il denaro pubblico. Sareste sorpresi di sapere che la maggior
parte dei critici sono banchieri?
Ecco perché
da loro non si sente parola dei 100 milioni di dollari che hanno perso
nel 2008 nei fondi pensione californiani. Non parlano dei pignoramenti
che hanno fatto scempio della collettività
e delle entrate fiscali. Non parlano dei
“liar loans” (‘prestiti bugiardi’, ovvero coperti da ipoteche
opportunamente ‘gonfiate’. N.d.T.) e dell’effetto avuto sull’economia,
l’occupazione e il mercato immobiliare, per non parlare delle conseguenze
sui bilanci locali e statali”.
Il “rischio per il contribuente”
rimane la principale obiezione dei banchieri che vi si oppongono. “Un
tale prestito non è necessario”, dicono. “Concediamo già
prestiti a tutti i sottoscrittori solvibili che si rivolgono a noi.
Perché mettere a rischio i soldi del contribuente concedendo prestiti
per un qualsiasi progetto bislacco in cui qualche politico vuole sprecare
il denaro del contribuente?”
Tom Hagan, che paga le tasse nel Maine,
ha una risposta a questa tesi. Il 3 dicembre, in una lettera
al direttore del Press Herald (di Portland), ha affermato
che non c’è bisogno di investire il denaro delle banche pubbliche
in rischiose imprese al dettaglio. I soldi potrebbero essere messi da
parte per infrastrutture pubbliche, almeno quando il modello di banca
pubblica sarà già collaudato. La salutare conseguenza potrebbe essere
quella di ridurre della metà i costi delle infrastrutture locali. Per
avvalorare la sua tesi relativamente al progetto dell’autostrada del
Maine, ha scritto:
Perché
per le migliorie alla rete autostradale il Maine paga il doppio?
Lo sviluppo
è finanziato da titoli emessi dal
Maine Turnpike Authority (“Ente Autostradale del Maine”), che
raccoglie i capitali e poi rimborsa le obbligazioni con gli interessi.
Nel tempo, gli interessi
da pagare ammontano più o meno al capitale
iniziale, raddoppiando il costo dello sviluppo dell’autostrada e dei
pedaggi che devono essere raccolti per pagarlo. Il denaro
degli interessi
esce dal Maine e approda alle banche di Wall Street.
Perché
non tenere il denaro degli interessi qui nel Maine, a beneficio di tutti
i suoi abitanti? Questo potrebbe essere fatto creando una banca di proprietà
statale. I fondi statali depositati ora in conti correnti a interesse
basso o nullo, sarebbero invece depositati nella banca statale.
Tali fondi verrebbero
usati per rastrellare titoli statali e comunali emessi dalla
Maine Bond Bank. Tutti. Dato che tutti gli interessi da pagare si
riverserebbero nelle casse dello stato, finiremmo col pagare la metà
di quello che oggi paghiamo per le nostre strade, i nostri ponti e le
nostre scuole.
Il Nord Dakota ha sfruttato
una banca statale per 90 anni. Perché
non lo può fare il Maine?
La banca statale potrebbe creare “credito
bancario” nella sua contabilità, come sono autorizzate a fare tutte
le banche abilitate. Questo credito potrebbe essere utilizzato per acquistare
obbligazioni. I depositi governativi non verrebbero “spesi” ma rimarrebbero
nei suoi conti, sicuri come in Bank of America – probabilmente più
sicuri, dal momento che la solvibilità della banca pubblica sarebbe
garantita dal governo locale.
I critici si preoccupano della sfrenata
ricerca del rischio da parte dei politici, ma i fedeli servitori civici
della Bank of North Dakota insistono sul fatto che loro non sono
politici, sono banchieri. A differenza delle banche di Wall Street che
sono state salvate dai contribuenti, la Bank of North Dakota
investe in modo prudente. Ha evitato i derivati e i tossici titoli garantiti
da ipoteche che hanno accelerato la crisi del debito, ha aiutato lo
stato a evitare la crisi collaborando con le banche locali, assistendole
nella necessità di reperire capitali e liquidità. Come conseguenza,
in almeno un decennio lo stato non ha avuto fallimenti bancari.
Con l’utilizzo intelligente di un
Internet in continua evoluzione, una supervisione pubblica veramente
efficace riesce a ridurre al minimo il clientelismo. I fondi pensione
della California avrebbero potuto evitare la perdita di 100 miliardi
di dollari se, invece di giocare al casinò di Wall Street, avessero
investito in infrastrutture attraverso la banca di proprietà statale.
Il conflitto costituzionale
Nell’articolo sul Wall Street
Journal, Weidner evoca un’altra tesi degli avversari, ossia che
la legge della California proibisce l’uso del denaro dei contribuenti
per concedere prestiti a privati. Questa andrebbe modificata, ha detto.
La Corte Suprema tuttavia, ha
stabilito il contrario. Nel 1920 l’eccezione costituzionale fu sollevata
in accordo con la Corte Suprema del Nord Dakota e fu respinta
sia da questa che dalla Corte Suprema degli Stati Uniti. Vedi
la vertenza
Green-Frazier del 1920
e un’ampia analisi qui.
Una banca comunale farebbe con fondi
pubblici soltanto quello che sta facendo in questo momento Bank of America:
offrirebbe “credito bancario” sostenuto dal capitale e dai depositi
della banca. La differenza sarebbe che a ottenere il prestito sarebbe
la collettività locale, non la Florida o l’Europa. E sarebbe il comune
di San Francisco a incassare gli utili, non Bank of America.
La California e molti altri stati già
possiedono banche per servizi pubblici che utilizzano fondi statali
per sostenere il credito. Se questo impiego di denaro pubblico è legale
e se gli stanziamenti pubblici possono essere depositati nella Bank
of America e usati a sostegno dei prestiti delle multinazionali,
allora possono pure essere depositati nella Bank of San Francisco
per essere utilizzati a sostegno del credito alla comunità locale.
Meglio ancora, vi si può ricorrere
per l’acquisto di obbligazioni comunali. L’investimento in queste
obbligazioni risolverebbe del tutto la questione costituzionale dei
“prestiti ai privati”, poiché il credito sarebbe diretto al governo
locale.
Mandare un messaggio a Wall Street
La campagna “Sposta i tuoi soldi”
ha avuto un’ondata di sostenitori, ma poi muovere i soldi verso cosa?
Weidner ribadisce la denuncia della critica che le banche di credito
cooperativo private si sono troppo ingrandite e ora minacciano le banche
commerciali. Avere una maggiore influenza vorrebbe dire “spostare
i nostri soldi”, spostare le entrate dell’amministrazione locale
dalle banche di Wall Street verso le nostre banche di proprietà pubblica,
che potrebbero così produrre credito a favore dell’economia locale
e di opere pubbliche.
Fonte: The Way to Occupy a Bank is to Own One
17.12.2011
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di GABRIELE PICELLI