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IL GIORNO DOPO IL BOMBARDAMENTO DELL'IRAN

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A cura di Das schloss
Il 15 Ottobre 2007
86 Views

DI CHRIS WEIGANT

C’è un dibattito che infuria all’interno
dell’amministrazione Bush, dell’espertocrazia
e della blogosfera: se sia o no il momento di
bombardare l’Iran. Mentre
questa conversazione spaventa i bambini (ed altra
gente sensata), la maggior
parte dell’attenzione si concentra su

(1) se il Presidente… Oh, scusatemi… Il Vice
Presidente Cheney sia
davvero abbastanza pazzo estremista da farlo, e

(2) se qualcun altro in America (militari compresi)
obbedirebbe a
quest’idea.

Ma non si sta prestando abbastanza attenzione a cosa
accadrà dopo che avremo
fatto piovere morte dal cielo giù sull’Iran. Il che
è una vergogna, perché è
ciò che abbiamo ignorato durante l’escalation verso
la guerra con l’Iraq. E
tutti sappiamo come è andata a finire.
Immaginiamo, per il piacere della discussione, che
gli Stati Uniti
effettivamente vadano avanti e bombardino l’Iran. Ci
sono naturalmente molti
differenti scenari in grado di portare a questo
punto – “un’operazione false
flag” (pensate all’incidente nel Golfo del Tonkino);
prigionieri militari
iraniani che gli Stati Uniti giurano stessero
uccidendo Americani in Iraq e
che vengono fatti sfilare davanti alle telecamere;
provocare la Marina
iraniana e giurare che eravamo in acque
internazionali e non in acque
iraniane – ci sono molti modi per creare l’occasione
per la guerra davanti
agli occhi del mondo, per cui non è molto produttivo
preoccuparsi di quale
metodo adottare. Ma immaginiamo che Gorge Bush
presenti una qual forma di
casus belli al mondo, cui segue immediatamente
l’esercito degli Stati Uniti
che fa cadere bombe e missili da crociera sull’Iran.

Ora l’effettivo metodo dell’attacco (in contrasto
con la logica) può
influenzare gli eventi successivi, così vale la pena
suddividere le
possibilità. Il vecchio piano era di distruggere sia
i siti nucleari
iraniani che abbastanza infrastrutture cosicché agli
iraniani occorressero
anni per riuscire a ricostruirli (bombardando tutti
i siti militari e le
installazioni radar che vediamo lungo la strada,
naturalmente). Il nuovo
piano (secondo Seymour Hersh nel suo nuovo esplosivo
articolo
sul New
Yorker
) è di eliminare la Guardia Rivoluzionaria (ed
ignorare i siti
nucleari), soltanto come serrata rappresaglia che
segue il coinvolgimento
iraniano in Iraq (bombardando però tutte le
installazioni radar che vediamo
lungo la strada, naturalmente).

Abbondano voci che Israele stia anche pensando
seriamente di eliminare i
siti nucleari iraniani. Forse ciò che si prevede è
una combinazione delle
due cose? Un’incursione americana che
convenientemente abbatte la rete
iraniana di radar renderebbe molto allettante per i
jet israeliani l’opportunità
di usare una tale copertura per realizzare il loro
principale obiettivo,
sembrerebbe.

Questa è tutta pura speculazione da parte mia, devo
ammetterlo. Se la nostra
giustificazione per il bombardamento è
“l’inseguimento serrato” o se è di
rimandare indietro di un decennio il progresso
nucleare iraniano non
importerà un bel niente a chiunque sia sotto le
bombe mentre cadono. Ma può
importare per il tipo di risposta che darà l’Iran.

Il pensiero neocon: “Ci accoglieranno con i fiori, II”

Finora, alla risposta iraniana si è apparentemente
applicato il
think-tank neoconservatore “gli Iracheni ci
accoglieranno con i fiori” che
suona così altrettanto pericoloso ed ingannevole. Il
loro argomento di base è
che gli iraniani vedranno gli errori dei loro
comportamenti (dopo che li
bombardiamo), sbattendo fuori i Mullah da Teheran e
pregheranno in ginocchio
il perdono degli Stati Uniti. O che saranno
semplicemente troppo spaventati
dalla nostra potenza militare (“Shock And Awe II”
potremmo chiamarla) per
reagire in qualsiasi modo, perché avrebbero il terrore
di perdere una guerra
contro di noi.

Che ciò sia scisso sia dalla realtà che dalla storia
degli Stati Uniti e
dell’Iran dei 60 scorsi anni o circa, sembra
sfuggire ai fautori di questa
opinione. Ma in ogni caso hanno già convinto una volta la
Casa Bianca di Bush
della bontà della linea del “Ci accoglieranno come
liberatori, con i fiori”,
così non c’è garanzia che non funzioni una seconda
volta.

Ecco alcune agghiaccianti affermazioni
dall’articolo di Hersh a proposito
del “Cosa accadrà dopo?”, dopo che le bombe avranno
smesso di cadere.

“Stanno spostando tutti alla scrivania dell’Iran,”
ha recentemente detto un
funzionario della C.I.A. in pensione. “Stanno
coinvolgendo un sacco di
analisti e si stanno accanendo su tutto. È proprio
come la primavera del
2002” – i mesi prima dell’invasione dell’Iraq,
quando il Gruppo per le
Operazioni Iracheno si era trasformato nel più
importante all’interno
dell’Agenzia. Ha aggiunto: “I ragazzi che stanno
guidando ora il programma
iraniano hanno una limitata esperienza diretta con
l’Iran. In caso di un
attacco, come reagiranno gli iraniani? Reagiranno e
l’amministrazione non ha
pensato a tutte le possibilità”.

Quell’argomento è stato ripreso da Zbigniew
Brzezinski, l’ex consigliere per
la Sicurezza Nazionale, che ha detto di aver sentito
discussioni sui
programmi della Casa Bianca per un bombardamento
limitato dell’Iran.
Brzezinski ha detto che l’Iran probabilmente
reagirebbe ad un attacco
americano “intensificando il conflitto in Iraq ed
anche in Afghanistan, i
loro vicini, e che potrebbe coinvolgere il Pakistan.
Saremo bloccati in una
guerra regionale per venti anni”.

Un diplomatico europeo di alto grado, che lavora a
stretto contatto con l’intelligence
americana, mi ha detto che ci sono prove che l’Iran
si stia preparando
massicciamente per un bombardamento americano.
“Sappiamo che gli iraniani
stanno rinforzando le loro capacità di difesa
aerea”, ha detto, “e crediamo
che reagiranno asimmetricamente – colpendo obiettivi
in Europa ed in America
Latina.” Ci sono inoltre specifiche informazioni di
intelligence che
suggeriscono che l’Iran sarà aiutato in questi
attacchi da Hezbollah.
“Hezbollah ne è capace e lo possono fare”, ha detto
il diplomatico.

L’articolo cita un “funzionario europeo di grado
elevato” non specificato
(molto probabilmente Britannico) che ha bevuto dosi
ingenti di Kool-Aid
[nota bevanda analcolica, ndt] dei neocon:

Il funzionario europeo ha
continuato: “Un importante attacco aereo contro
l’Iran potrebbe davvero
portare ad un far quadrato attorno alla bandiera, ma
un prendere di mira con
molta attenzione i campi di addestramento dei
terroristi potrebbe evitarlo.”
Il suo punto di vista, ha detto, era che “una volta
che gli iraniani si
ritrovano il naso sanguinante, riconsiderano le
cose”. Ad esempio, Ali Akbar
Rafsanjani ed Ali Larijani, due delle figure
politiche più influenti in
Iran, “potrebbero andare dal Capo Supremo e dire,
‘la politica della linea
dura ci ha portato a questo casino. Dobbiamo
cambiare il nostro metodo per
il bene del regime.’ ”

Ciò è rigettato da un’affermazione di un non
specificato “ex funzionario di
alto grado dell’intelligence americana”:


“Pensate
che quei matti a Teheran
andranno dicendo, ‘Lo Zio Sam è qui! Faremmo meglio
a ritirarci’? ” ha
affermato l’ex funzionario d’alto grado
dell’intelligence. “La realtà è che un
attacco che renderà le cose dieci volte più calde.”

Simuliamo la risposta iraniana

Gli iraniani hanno missili. Inoltre hanno in tutto
il mondo un’oscura rete
terroristica che, secondo tutti i resoconti, è
abbastanza efficace e
mortale. E la geografia ha dato all’Iran un collo di
bottiglia che potrebbe
tagliare approssimativamente il 20% delle forniture
di petrolio mondiali.
Unite tutto ciò ed avete una gamma abbastanza ampia
di opzioni che gli
iraniani possono prendere. Supponiamo che le usino
con una scala crescente,
con risposte proporzionali degli Stati Uniti.

La primissima cosa che gli iraniani farebbero è
bombardare gli accampamenti
MEK in Iraq. Ciò sarebbe un livello di “ritorsione”
e potrebbero farne un
buon caso davanti al mondo per il loro
comportamento. Il MEK
(“Mujahedeen-e-Khalq”) è un gruppo iraniano
dissidente che sta provando a
rovesciare il governo iraniano da parecchio tempo.
Erano soliti operare dall’Iraq
di Saddam, con incursioni oltre la frontiera
dell’Iran. Quando abbiamo
invaso abbiamo istituzionalizzato una specie di
impasse con loro – abbiamo
accettato la loro resa, detto loro che avremmo
protetto la sicurezza dei
loro accampamenti, ma gli abbiamo permesso di
rimanere. L’unico problema è
che sono un gruppo terrorista. Che stiamo
proteggendo con l’esercito
americano.

Potete vedere facilmente il parallelo con ciò che
affermiamo stia
facendo l’Iran – sostenere all’interno del loro
territorio gruppi fuorilegge
che attraversano il confine e compiono azioni
terroristiche. Che è il motivo
per cui loro sarebbero l’obiettivo numero uno per la
rappresaglia iraniana
se usassimo la spiegazione razionale dell’
“inseguimento serrato”. L’Iran
affermerebbe fortemente l’ipocrisia americana e
tenterebbe di convincere il
mondo della giustezza delle loro azioni. Potrebbero
persino riuscirci.

Se l’America continuasse ad attaccare l’Iran le
opzioni diventerebbero
molto più rapidamente buie. I missili iraniani possono
iniziare a prendere
furiosamente di mira la Zona Verde di Bagdad.
Possono cominciare a prendere
di mira tutte quelle basi USA sparse a casaccio nel
deserto Iracheno.
Ricordate la guerra del Kuwait con Saddam? L’America
continuava a dire “Oh,
ci siamo presi cura di tutti i missili di Saddam”
mentre continuavano a
piovere SCUD, a dimostrare il contrario. Immaginate
che quello scenario
provenga dall’Iran.

L’Iran può anche sguinzagliare i terroristi che
sponsorizza. Hezbollah, in
particolare, può iniziare spettacolari attacchi
terroristici in Europa. In
teoria potrebbero persino (a differenza dello
spauracchio di Bush di “Al
Qaeda in Mesopotamia”) attaccare con successo il
territorio degli Stati
Uniti. Così non solo piovono missili sulla Zona
Verde, ma centri commerciali
e stazioni dei treni e centrali elettriche vengono
fatte saltare in tutta
Europa e negli USA, o (non riuscendo a raggiungere
l’America) le ambasciate
USA in tutto il mondo.

Ma questi scenari da incubo non sono l’arma
peggiore. La vera leva dell’Iran
viene dal sedere in cima agli Stretti di Hormuz
(alcuni usano Stretto di
Hormuz al singolare). Guardate una sua mappa su
Wikipedia e noterete che
l’Iran circonda questo stretto collo di bottiglia su
tre lati. Il 20 % del
petrolio mondiale si muove attraverso questi stretti
ogni giorno, sulle
superpetroliere. Immaginate le mine, le torpedini ed
i missili iraniani che
se la prendono qui con le petroliere. Dovrebbero
semplicemente eliminarne
con successo una, o forse due, per dimostrare che
potrebbero farlo ogni
volta che lo ritengono opportuno.

blank
[Lo Stretto di Hormuz]

]
Ciò che accadrebbe dopo il primo di questi attacchi
riusciti sarebbe che il
petrolio verrebbe scambiato ad altezze astronomiche:
150 – 200 dollari al
barile. O approssimativamente due – tre volte ciò
che è stato scambiato
durante la guerra in Iraq. Da sei a nove dollari al
gallone al vostro
distributore.

Se ciò andasse avanti per un breve periodo, potrebbe
causare una recessione
devastante nell’economia americana. Se andasse
avanti per un lungo periodo,
potrebbe causare una depressione economica mondiale.

Se l’economia americana si sbriciola, diventerà
sempre più duro trovare i
soldi per continuare tre guerre allo stesso tempo.
Ricordate, abbiamo
essenzialmente mandato in bancarotta l’Unione
Sovietica nella corsa agli
armamenti. Sarebbe molto ironico se accadesse a noi,
poiché sarebbe quasi
impossibile riversare la stessa quantità di denaro che
abbiamo già investito in Medio
Oriente se la nostra economia fosse in ginocchio.

E in realtà, alla fine a cosa porterebbe l’escalation
militare americana di
una guerra con l’Iran? Una leva obbligatoria qui a
casa, per esempio, poiché
l’esercito non riuscirebbe a sostenere da solo
un’invasione di terra al suo
attuale livello di soldati. O potremmo intensificare
il bombardamento ad un
livello mai visto fin dal Vietnam – bombardamento a
tappeto con i B-52, non
bombe “intelligenti” in ficcanti incursioni. O la
Casa Bianca di Bush
potrebbe essere persino tentata di testare quelle
bombe a penetrazione
nucleari su cui stiamo lavorando – senza dubbio per
eliminare “i siti
nucleari iraniani sepolti in profondità”.

Il mio punto di vista è che le conseguenze di
un’avventura iraniana
sarebbero gravi. In tutte le discussioni che
turbinano attualmente sull’Iran
all’interno della Beltway [la circonvallazione
attorno a Washington, ndt],
non si presta abbastanza attenzione al probabile
risultato di tale azione
militare. Se siete un neocon e state sostenendo che
l’Iran deve essere
eliminato perché è lo stato maggior sponsor mondiale
del terrorismo, allora
bene – esponete la vostra tesi. Ma siate sicuri di
esporre realisticamente
quali sarebbero i costi di una tale azione
affrettata per l’America.

Perché l’ultima volta abbiamo ignorato quella parte
dell’equazione con
“saremo accolti come liberatori” – e non possiamo
proprio permetterci un
secondo errore di quelle dimensioni.

Titolo originale: “The Day After We Bomb Iran”

Fonte: http://www.chrisweigant.com/
Link
01.10.2007

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di FILMARI

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