Il gambetto di Nuland

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Di Truman

 

La guerra termonucleare la puoi vincere, se la fai combattere solo agli altri.

“L’immaginazione è sempre stata al potere” ricordava (ammoniva) Wu Ming.
Dimenticate “Il dottor Stranamore” e “L’ultima spiaggia”, la guerra termonucleare è studiata da anni, l’impossibile è stato pensato da lungo tempo (1), ed esiste una strategia per vincere la guerra termonucleare, che possiamo chiamare “Il gambetto di Nuland”: consiste nel farla combattere solo agli altri.
I metodi per convincerli sono sempre quelli: la complicità, il ricatto, le minacce e la promessa di sfuggire in luogo protetto al momento opportuno.

Evidentemente servono condizioni ambientali adeguate per realizzare il gambetto: elites europee asservite da lunga sudditanza cieca, popolazioni instupidite e ipnotizzate da un’interminabile pandemia, grandi attori come la Cina in parte complici ed in parte interessati, un nemico furioso. Ci sono tutte. E’ il momento.

Non mi sorprenderebbe il vedere Draghi e Di Maio tra pochi giorni che partono per importanti consultazioni diplomatiche in qualche luogo remoto.
E anche Zelenski a breve potrebbe sparire dall’Ucraina.

NOTE:
(1) Es. “On Thermonuclear War” (1960), di Herman Kahn

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