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La Redazione

 

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IL FILOSOFO FRANCESE

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A cura di Das schloss
Il 21 Febbraio 2011
123 Views
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DI GILAD ATZMON
gilad.co.uk

Che cosa fa di un uomo un filosofo? Probabilmente la capacità di puntare all’essenza delle cose quando si celebra l’amore della sapienza (philosophos). Anche se Bernard-Henri Lévy, si presenta come un filosofo francese, sembra che manchi di questa elementare capacità. A differenza di un vero filosofo, Levy si impegna in una piroetta senza fine, tipico di un agente dell’ Hasbara.

Pochi giorni fa l’Huffington Post ha dato spazio al presunto ‘filosofo’ Levy.


Levy non approva la campagna del movimento BDS (Boicottaggio, Disinvestimento, Sanzioni). Egli afferma che è “anti democratica”. Mi aspettavo che Levy evocasse eloquentemente la ‘libertà di parola’ e i diritti umani, ma l’ ‘intellettuale’ sionista ha fallito miseramente. Levy ha seguito il ben consolidato modello giudaico sionista e le diffuse idee precotte che difficilmente danno forma a un argomento. Pateticamente, nella maggior parte dei casi, il farneticare di Levy si dimostra contro efficace alla sua causa.

“Prima di tutto”, ha detto, “si boicottano i regimi totalitari, non le democrazie … Si può boicottare il Sudan, colpevole dello sterminio di una parte della popolazione del Darfur. Si può boicottare la Cina, colpevole di massicce violazioni dei diritti umani in Tibet e altrove “.

Per qualche strana ragione, Levy sembra essere convinto che il suo amato stato per soli ebrei sia una ‘democrazia esemplare’. “Non si boicotta l’unica società del Medio Oriente dove gli arabi leggono una stampa libera, manifestano quando vogliono farlo, inviano rappresentanti liberamente eletti al parlamento e godono dei loro diritti di cittadini”, dice Levy.

Penso che Levy non sappia o semplicemente faccia finta di non sapere che le leggi della
“democrazia per soli ebrei’ abbiano un orientamento razzista. La Legge del Ritorno, ad esempio, favorisce gli ebrei e gli ebrei soltanto. Levy dovrebbe anche informarsi sul caso di MK Azmi Bishara, che ha dovuto fuggire per salvarsi la vita solo per aver detto che Israele avrebbe fatto meglio a trasformarsi in uno ‘stato basato sull’uguaglianza dei suoi cittadini’.

Ma si va davvero oltre; la tesi di Levy è totalmente errata e controproducente per la sua causa sionista. Sono infatti le democrazie, piuttosto che le dittature, che dovrebbero essere oggetto di boicottaggio umanitario; è nelle democrazie che le persone sono complici dei crimini del loro governo. Dobbiamo boicottare Israele, perché nello stato ebraico ogni cittadino è colpevole di crimini di guerra commessi dal governo democraticamente eletto. Dobbiamo boicottare Israele, perché il 94% della sua popolazione ebraica ha sostenuto le strategie genocide dell’IDF (Israel Defense Forces-ndt) durante l’ Operazione Piombo Fuso. Dobbiamo boicottare Israele perché le sue politiche terroristiche statali sono un riflesso della vera volontà pubblica, come dimostrato nei sondaggi e nelle elezioni democratiche.

Secondo Levy, in una democrazia gli elettori hanno il potere di sanzionare, modificare e invertire la posizione del loro governo. Sarebbe fantastico se Levy ci potesse illuminare e suggerire esattamente in che modo la democrazia per soli ebrei stia progredendo verso l’accettazione di diritti universali per tutti.

Come tutti gli agenti dell’ Hasbara, Levy è indignato per il tentativo di delegittimare Israele, tuttavia, il filosofo in lui non riesce a dirci che cosa c’è esattamente di così sbagliato nel delegittimare un assassino collettivo razzialmente orientato. Mi chiedo anche cosa c’è di così inaccettabile nel delegittimare uno stato che era illegittimo dal suo inizio.

Levy non approva gli entusiasti dello ‘stato unitario’. Lui preferisce di gran lunga dividere la terra in due stati. Qualcuno ricordi meglio allo smemorato che Israele è oggi uno stato che si trova tra il fiume e il mare. Coloro che sostengono uno stato unitario sono in realtà tutt’ altro che radicali. Essi hanno i piedi per terra. Essi accettano che Israele sia un solo stato, con un solo prefisso internazionale, una sola rete elettrica e un solo sistema fognario. Tuttavia, i sostenitori di uno stato unitario si rendono anche conto che lo stato di Israele è dominato dal razzismo ebraico talmudico che è molto più pericoloso dell’ ideologia nazista. I sostenitori dello stato unitario si rendono inoltre conto che nel momento in cui l’ideologia razzista ebraica sarà sconfitta, l’ unico stato a sorgere tra il fiume e il mare, sarà la Palestina.

Levy è furioso col sostenitore di uno stato unitario Ali Abunimah, co-fondatore di Electronic Intifada che, secondo lui, “non esita a paragonare Israele alla Germania nazista”. Sarebbe leggermente utile, se il ‘filosofo’ Levi fosse così gentile da suggerirci una volta per tutte, cosa c’è di così sbagliato nel paragonare uno Stato per soli ebrei ad uno Stato per soli ariani, conosciuto anche come la Germania nazista.

Verso la fine del suo articolo sull’ Huffington Post, Levy viene fuori con qualcosa che potrebbe quasi passare per un argomento. Per Levy, il mondo occidentale avrebbe sperato di essere “guarito del suo peggior passato criminale”. Sarebbe utile e produttivo se Levy e altri sionisti capissero che in realtà è il travagliato passato dell’Occidente che plasma la nostra critica del presente omicida israeliano. E’ il nostro passato tormentato che ci rende nemici di un Israele razzista.

Non vedevo l’ora di leggere un ‘pensatore’ sionista che sostiene Israele. A Levy, ovviamente, non è riuscito. Tuttavia, devo ammettere che, come Levy, ho anch’ io alcune riserve sul movimento BDS; per esempio credo che se la richiesta di boicottare gli accademici israeliani sia valida, dobbiamo anche boicottare gli accademici e gli intellettuali che sostengono le politiche di Israele e il sionismo in tutto il mondo, perché Israele è razzista fino al midollo e il razzismo deve essere contrastato. Se il movimento BDS si prende sul serio, deve anche andare avanti e pretendere di boicottare Levy, Alan Dershowitz, David Hirsh e molti altri.

Da una parte, una mossa come questa proverebbe l’ integrità del movimento BDS. Dall’ altra parte, come sostenitore della libertà di parola, in realtà io desidero che Dershowitz, Hirsh e Levy espongano le loro idee. Credo che, insieme a Mark Regev, siano i migliori promotori della morbosità tribale sionista.

Titolo originale: “Gilad Atzmon: The French Philosopher”

Fonte: http://www.gilad.co.uk
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04.02.2011

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di C. DI LORENZO

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