A CURA DI DEDEFENSA.ORG
L’India mette in discussione, per la prima volta in un modo che si può considerare ufficiale, la posizione e la supremazia del dollaro, attraverso la voce del consigliere economico del primo ministro Manmohan Singh. Si tratta di Suresh Tendulkar, che ha concesso un’intervista a Bloomberg.news mentre si trovava ad Aix-en-Provence (Francia) per una conferenza sull’economia. Bloomberg.news riporta la notizia il 4 luglio 2009.
«Suresh Tendulkar, consigliere economico del Primo Ministro indiano Manmohan Singh, ha affermato di stare spingendo il governo a diversificare le sue riserve in valuta estera pari a 264.6 miliardi di dollari e a detenere una minore quantità di dollari. “La maggior parte delle riserve dell’India sono in dollari, e ciò è un problema per noi,” ha detto ieri Tendulkar, presidente del Consiglio Economico del Primo Ministro, durante un’intervista ad Aix-en-Provence, dove assisteva ad una conferenza economica.» […]
«Il consigliere di Singh, Tendulkar ha affermati che i grandi detentori di dollari sono di fronte ad un “dilemma del prigioniero” per quel che riguarda la gestione della loro proprietà valutaria. “Per questo dico loro di fare così”, ha affermato. Egli ha anche detto che le valute mondiali devono essere regolate per aiutare a sbrogliare gli squilibri commerciali che hanno contribuito alla crisi finanziaria globale. “Bisogna affrontare i maggiori squilibri che hanno portato alla situazione attuale, gli attuali surplus e deficit nei bilanci”, ha detto. “La regolazione valutaria è una di quelle cose che si propongono da sole”» Lo stesso dispaccio di Bloomberg.news rileva che i Cinesi e Russi ricordano, ancora una volta, la propria posizione riguardo alla questione, alla vigilia del vertice del G8. I Russi saranno presenti, in quanto membri del gruppo, e la Cina e l’India invieranno dei rappresentanti, tra cui per l’appunto Suresh Tendulkar per l’India. (Suresh Tendulkar mette in discussione il formato del G8, ritenendo che il G20 sia più appropriato: «Possono pure incontrarsi se vogliono… […] Il G20 ha un ruolo più ampio, rappresenta i paesi che probabilmente guideranno il processo di recupero.»)
Riguardo alla posizione della Cina rispetto al dollaro, il dispaccio di Bloomberg.news segnala un discorso del 3 luglio dell’ex primo ministro Zeng Peiyan: «“Dovrebbe esserci un sistema per mantenere la stabilità della maggiori valute di riserva”… […] I deficit fiscali e di bliancio corrente devono essere supervisionati dal momento che “la tua moneta può diventare il mio problema…”»
Bloomberg.news ricorda che la Russia aveva messo sul tavolo, in occasione del G20 di Londra, una proposta di discussione riguardo alla creazione di una moneta di riserva internazionale al posto del dollaro. «“Riprenderemo” i colloqui sulla proposta di valuta sovranazionale al summit del G8 a L’Aquila l’8-10 Luglio, ha detto ieri ai giornalisti a Mosca Sergei Prikhodko, assistente di Medvedev.». I Russi sostengono anche la creazione di “monete comuni” in ambiti regionali, come hanno proposto all’Organizzazione di Shanghai per la Cooperazione (SCO) a Ekaterinbourg il mese scorso.
In effetti, la presa di posizione indiana ci rimanda anch’essa ai due vertici d’ Ekaterinbourg, quello del BRIC e quello dello SCO. Tre dei quattro paesi del BRIC hanno così preso una posizione, o ricordato la loro posizione riguardo al dollaro (Il quarto paese del BRIC, il Brasile, sostiene anch’esso le misure che cambino il ruolo del dollaro). Sottolineano così che il problema del dollaro rimane centrale nella situazione di crisi economica mondiale.
È però significativo che l’attacco contro il dollaro, cominciato in modo pubblico e spettacolare lo scorso marzo, prima del G20, con una presa di posizione cinese, sia fatto in concomitanza a un rafforzamento dell’uso del dollaro. («Il FMI ha detto il 30 Giugno che la percentuale di dollari nelle riserve valutarie mondiali è aumentata al 65% durante i primi tre mesi dell’anno, la percentuale più alta dal 2007.») Quest’evoluzione segna l’allargamento crescente del fossato tra realtà monetaria e le necessità politiche crescenti. In gran parte rimanda all’osservazione di Suresh Tendulkar sul “dilemma del prigioniero”, effettivamente comprensibile, visto che quei paesi che attaccano il dollaro ne detengono delle masse notevoli, e sono quindi bloccati tra il desiderio di diminuire il ruolo del dollaro e il deprezzamento dei propri averi che deriverebbe da un attacco del genere.
Questo fossato, questa contraddizione, non faranno altro che crescere, man mano che la crisi prosegue e si aggrava, nonostante l’offensiva delle relazioni pubbliche del gruppo americanista (i green shots e tutto il resto). Alla fine, le necessità politiche finiranno con l’eclissare il resto, e quest’uscita sarà veloce, perché le necessità crescono più rapidamente delle manovre in corso. Più la situazione evolve, più il metodo “soft” per ridurre il ruolo del dollaro, sostenuto soprattutto dai Cinesi (liberarsi gradualmente dei propri averi in dollari e far seguire una riforma del sistema monetario internazionale riducendo il ruolo del dollaro in un modo abbastanza naturale e negoziato) si rivela difficile, se non impossibile, da mettere in pratica con queste condizioni di pressione. Manca ovviamente la cooperazione degli USA, che si trincerano nella loro illusione di potenza data dal ruolo del dollaro e di conseguenza continuano a inondare il mondo di carta stampata. Dato che la crisi non si ferma, ed essendo destinata secondo noi ad aggravarsi con ulteriori choc, tra cui la possibilità dell’esplosione del debito statunitense, quest’impasse non farà altro che amplificarsi e aggravarsi e la questione del dollaro dovrà inevitabilmente portare a uno scontro. Il futuro è più che mai “la guerra del dollaro”.
Titolo originale: “Le dollar et l’esprit du BRIC”
Fonte: http://www.dedefensa.org
Link
04.07.2009
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di MAEINA GERENZANI