FONTE: The Economic Collapse
Quanto deve perdere la borsa perché
si possa ufficialmente parlare di “crollo”? Il Dow Jones ha perso oltre 2000 punti in quattordici sedute. Possiamo quindi parlare
di “Crollo della Borsa del 2011”? Ieri, l’annuncio che la Federal
Reserve avrebbe
mantenuto i tassi vicini allo zero
almeno fino a metà 2013 aveva spinto il Dow su di 400 punti, già persi
oggi (-519 punti). Dunque la Federal Reserve è riuscita a stabilizzare
i mercati per un solo giorno.
I timori per la crisi del debito sovrano
in Europa e la declinante economia statunitense continuano a dominare
la scena. Ogni giorno la situazione è sempre più simile a quella del
2008. Cosa accadrà quindi, se “il Crollo della Borsa del 2011”
spingesse l’economia degli Stati Uniti ne “la Recessione del 2012”?
Come nel 2008, le azioni del settore
bancario sono le maggiormente colpite. Anche oggi Bank of America e
Citigroup hanno perso oltre il 10%, Morgan Stanley più del 9%, JPMorgan
più del 5%. Da inizio anno Bank of America ha perso quasi
il 50%. L’intero settore finanziario
di S&P ha perso più del 23%.
Quando inizieremo a sentire appelli
per nuovi salvataggi? Dopo tutto, le banche “too big to fail” sono ancora più grandi che nel 2008.
Il panico spinge l’oro ai massimi,
oggi sopra i 1800 dollari l’oncia. Difficile prevedere quanto possa
salire il prezzo se il panico dovesse protrarsi per un periodo esteso.
Negli Stati Uniti l’attenzione è
stata sulla perdita del rating AAA del
governo USA, ma la crisi del
debito sovrano in Europa è oggi probabilmente la maggiore causa di
instabilità dei mercati finanziari globali.
La Banca Centrale Europea ha avviato
l’acquisto del debito italiano e spagnolo, e c’è stata voce di un possibile
declassamento del debito francese. In questo momento l’Europa è un
caso disperato e, a meno di azioni molto decise, le cose sono destinate
progressivamente a peggiorare.
Anche gli USA stanno contribuendo molto
alla crisi. Il governo federale avrà probabilmente un deficit
di bilancio di oltre mille miliardi di dollari per il terzo anno di
fila. Il debito pubblico nazionale è un incubo, ma i nostri politici continuano
a procrastinare tagli al bilancio.
L’accordo sul tetto del debito appena raggiunto non prevede tagli al budget
prima delle prossime elezioni. A meno di azioni eclatanti da parte del
“Super Congresso”, gli unici tagli al bilancio che vedremo prima
delle presidenziali del 2012 saranno i 25 miliardi “risparmiati”
da incrementi di spesa che verranno cancellati.
I modesti tagli previsti da inizio
2013 probabilmente non verranno implementati. Quando viene il momento
di tagliare sensibilmente il budget, i nostri politici vogliono
sempre posticiparne l’esecuzione.
In ogni caso il debito rimane. I politici
possono tentare di “scalciare il barattolo più in là” ancora una
volta, ma alla fine la resa dei conti arriva.
Se USA ed Europa non avessero accumulato
un tale debito, non avremmo tutti i problemi che ci ritroviamo oggi.
La crisi del debito è appena iniziata. Non esiste una pozione
magica in grado di far sparire il debito.
La maggior parte degli americani non
ha idea di quanto travaglio finanziario sia in arrivo; abbiamo vissuto
ben al di sopra dei nostri mezzi per decenni, e ora inizieremo a pagarlo.
Ora che il debito a lungo termine degli
Stati Uniti è stato declassato, molti altri strumenti finanziari
ne risentiranno. Secondo un recente
articolo su Bloomberg,
S&P è stata molto impegnata a tagliare la valutazione di parecchie
obbligazioni municipali.
Standard & Poor’s
ha abbassato i rating AAA di migliaia di obbligazioni municipali, inclusi
gli strumenti coperti da mutui ipotecari e da prestiti, in seguito al
declassamento del debito USA del 5 agosto.
Così funzionano i mercati: una
volta che le tessere del domino iniziano a cadere, gli effetti dell’onda
possono durare molto a lungo.
Se il crollo dei mercati peggiora ancora,
la Federal Reserve interverrà ancora più decisamente? Hanno già promesso
di tenere i tassi quasi a zero per i prossimi due anni. Che altro può
fare la Fed? Molti pensano ci siano buone possibilità per un altra
tornata di “quantitative easing” [QE, alleggerimento quantitativo,
eufemismo per indicare l’emissione di nuova massa monetaria elettronica
da parte della FED, che “compra” nuove obbligazioni governative,
mantenendo così bassi i tassi che il governo deve pagare, e incrementando
il budget di spesa del governo, nonché l’inflazione, ndt].
Non è che un ulteriore QE possa
aiutare molto. Anziché beneficiare l’economia, l’ultimo round
di QE ha solo fatto schizzare i prezzi delle materie prime al cielo.
In ogni caso è improbabile che la FED stia ferma mentre i mercati
agonizzano.
Ma non sono solo i mercati ad essere
ora in difficoltà. Notizie negative arrivano da ogni settore economico.
La probabilità di un’altra grande recessione sta crescendo di
giorno in giorno e, sfortunatamente, la nostra economia è così debole
che una nuova recessione farebbe ancora più danni di quanti non ne
fece l’ultima.
Mark Zandi, capo economista di Moody’s
Analytics, ha dichiarato che un’altra recessione “non sarebbe percepita come
una nuova recessione, bensì come una vera e propria depressione.”
Ma gli americani non vogliono ulteriori
guai finanziari; ne hanno abbastanza, secondo gli ultimi sondaggi. Secondo
un recente sondaggio Reuters/Ipsos, il
73% della popolazione
crede che il paese sia “sulla strada sbagliata”.
Speriamo che il crollo dei mercati
non inneschi una nuova grande recessione globale. Non abbiamo certo
bisogno che le cose peggiorino ancora.
In ogni caso, ora o più avanti,
molti problemi economici sono in arrivo. USA ed Europa hanno preso pessime
decisioni per decenni, e non riusciremo a sfuggire alle conseguenze
di tali decisioni.
Il sistema finanziario globale è
una enorme montagna di speculazione a leva, rischio e debito.
Il collasso è inevitabile. Quando costruisci un castello di carte sulla
sabbia, non sorprenderti se crolla a terra.
La prossima ondata del crollo economico
è in arrivo, le persone sagge saranno pronte.
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Fonte: The
Stock Market Crash Of 2011?
11.08.2011
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di ALESSANDRO PAGANINI