di Megas Alexandros (alias Fabio Bonciani)
Come sempre la verità non tarda ad arrivare, anche se noi ve l’avevamo già preannunciata mesi prima. A dire il vero anche il nostro ex-premier Mario Draghi , che ora fa promesse da campagna elettorale, già allora fu costretto ad ammettere la realtà, riguardo ai profitti colossali che le nostre compagnie operanti nel settore energia, stavano facendo da molto tempo prima l’inizio del conflitto in Ucraina.
Vedete cari amici, il bello della verità è, che è una e soltanto una; e chi per mesi ci ha voluto far credere che il raddoppio delle bollette e la benzina alle stelle, fosse a causa della guerra (non ultimo Brunetta in TV, pochi giorni fa nel programma “mezz’ora in più”), oggi si pone chiaramente dalla parte di colui che ha propinato il falso.
Sto parlando, dei politici, dei giornali di regime e dei gatekeeper da tastiera, che coscientemente oppure no (non fa differenza), stanno portando da mesi, acqua al mulino della disinformazione utile al regime stesso per anestetizzare il pensiero della gente, che ignara si vede costretta a pagarne il conto sulla propria pelle.
La conferma ci arriva direttamente dalle dichiarazioni dell’Amministratore delegato di ENI, Claudio Descalzi – il quale annuncia che verrà portato da 1,1 a 2,4 miliardi il programma di riacquisto di azioni proprie. Un modo per farne aumentare il valore, a vantaggio degli azionisti. [1]
Pensate, Il gruppo del petrolio e del gas partecipato dal Tesoro ha chiuso il primo semestre con un utile di 7,39 miliardi contro gli 1,1 dei primi sei mesi del 2021, in aumento del 600%. [2]
Descalzi nel comunicato tiene ad informarci (poverino), sui risultati trimestrali ricordando che nel 2022 il prezzo medio del barile di petrolio Brent è salito a 113,78 dollari, in aumento del 68%, e il prezzo spot del gas al punto di scambio virtuale italiano si è impennato a 1032 euro per mille metri cubi contro i 264 del 2021, +291%.
Ora, se usiamo un po’ la testa, dovremmo chiederci come sia possibile un aumento degli utili del 600% di fronte allo sbandierato in modo furbesco, di cotanto aumento della materia prima?
Insomma, tanto per essere più chiari, c’è la guerra, c’è il “cattivone” di Putin che non ci fornisce più il gas ed il petrolio, c’è il costo della materia prima (gas e petrolio) che va alle stelle, c’è la gente che deve scegliere fra riscaldarsi, cucinare, mangiare o fare il pieno all’auto.. ed in tutto questo dramma, poi c’è Descalzi che ci comunica che ENI (partecipata dal Tesoro), ha conseguito un incremento degli utili del 600% ed è pronta a condividerli con i propri azionisti.
Da dove arrivano tutti questi soldi che andranno a riempire le tasche degli azionisti di ENI, Tesoro compreso? semplice: dalle tasche e dal sangue degli italiani.
Perfetto, come no, siamo sempre alla solita storia, che prevede ogni mossa e misura dei nostri governi, finalizzata all’eterno ma contabilmente non infinito, trasferimento di ricchezza dalla massa nelle mani di pochi eletti.
Certo, un giorno, matematicamente il trasferimento dei soldi finirà pure, perché finiranno i risparmi della gente ed a quel punto non resterà che il sangue della schiavitù da trasferire.
Perché è bene essere chiari, la deflazione salariale infinita, imposta attraverso politiche di austerità (causa principale della disoccupazione), condurrà direttamente alla schiavitù.
Continuando a leggere il comunicato del cane a sei zampe, nel secondo trimestre, dopo l’inizio dell’invasione russa con le sue ripercussioni sui prezzi, il risultato ante oneri finanziari (Ebit) escluse le componenti straordinarie è stato di 5,84 miliardi, “in crescita del 13% rispetto al trimestre precedente e più che duplicato rispetto al secondo trimestre 2021”, il tutto “trainato dal favorevole andamento dello scenario prezzi delle commodity, dai robusti margini di raffinazione e dalla costante attenzione al controllo dei costi e alla performance operativa dei business”.
Da qui se ne deduce che la guerra per ENI, è manna dal cielo. E’ la scusa perfetta per mettere in moto la macchina speculativa che permettere alle aziende di settore, che agiscono in regime di monopolio, di guadagnare due volte, stante i contratti di fornitura firmati con prezzo già fissato, che Gazprom sta onorando puntualmente.
Da qui se ne deduce che i profitti speculativi non li fa “Zio Putin”, come molti hanno convenienza a strillare. Del resto è molto facile dimostrarlo, basta sapere che in Bielorussia si fa il pieno alla pompa con 0,70 euro al litro, mentre in Grecia occorrono 2,4 di euro al litro; e questa differenza non finisce certamente nelle tasche dello spietato dittatore russo, ma in quelle delle compagnie energetiche del paese. A meno che qualcuno non voglia credere alla favola, che russi ed arabi vendano petrolio alla Bielorussia scontato di un terzo, rispetto al resto del mondo.
Ora, di fronte a tutte queste evidenze, non dobbiamo dimenticare di mettere l’accento su colui che è il principale responsabile che permette alle aziende di settore di conseguire tali profitti colossali. Indicarlo è molto semplice e non richiede fantasia, poiché è sempre lo stesso, ossia il nostro governo.
Il governo infatti, avrebbe tutti gli strumenti per intervenire, dal meno invasivo che consiste nel stabilire un tetto al prezzo dell’energia, al più invasivo che rappresenta l’immediata nazionalizzazione di tutte le compagnie che operano nel settore dell’energia.
La conferma di quello che vi diciamo arriva anche dalle dichiarazioni co-portavoce nazionale di Europa Verde, Angelo Bonelli: “il maxi utile di Eni “o meglio extraprofitto, deriva dalla speculazione sui prezzi dell’energia che sta mandando al fallimento le imprese e portando alla disperazione milioni di famiglie”. E gli extraprofitti “devono essere restituiti al 100% a famiglie e imprese”. [2 ibidem]
Aggiunge Bonelli, prospettando anche un futuro più dispendioso per gli italiani – “Questa situazione non è tollerabile come non è tollerabile che, a causa di una scelta sbagliata come quella di sostituire il gas con altro gas, nei prossimi anni gli italiani saranno costretti a pagare l’energia a costi ancora maggiori rispetto. Aumenti che potrebbero essere evitati puntando in maniera decisa sulle energie rinnovabili che, grazie alla gratuità di vento e sole, abbattono il prezzo rispetto al gas”.
Infatti, seguendo la linea guerrafondaia di Draghi, fatta di invii continui di armi e soprattutto di sanzioni, senza considerare che il nostro paese è totalmente dipendente dal gas russo a basso costo, siamo stati costretti ad andare a cercare forniture alternative a giro per il mondo. Tutte soluzioni che comporteranno maggiori costi per gli utenti finali.
Ora, tutta questa follia potrebbe anche essere accettata, se avessimo di fronte un premier ed un governo, che mettono in atto le politiche fiscali necessarie per non far ricadere il peso sulla gente. Ma come ben sappiamo Mario Draghi e la classe politica italiana ben se ne guardano dal farlo. Anzi, si prodigano con ogni forza a cancellare anche quelle poche misure come il bonus 110% che permetterebbero ad imprese e famiglie di dotarsi di appositi impianti per sfruttare le energie rinnovabili, in modo da abbattere o addirittura annullare i loro costi in bolletta.
di Megas Alexandros
Fonte: Il caro-energia, la colpa della guerra ed i profitti di ENI….. ecco la verità!!! – Megas Alexandros
NOTE
[1] https://www.eni.com/it-IT/media/comunicati-stampa/2022/07/risultati-secondo-trimestre-2022.html
[2] ibidem